CITAZIONE GdS: "Prospettiva Juve: Pirlo come Zidane. Ronaldo e Dybala, gli eterni Bonucci e Chiellini, l’emergente Kulusevski, l’alleggerimento di zavorre tecnico-economiche e un nuovo 9"
Ronaldo e Dybala, gli eterni Bonucci e Chiellini, l’emergente Kulusevski, l’alleggerimento di zavorre tecnico-economiche (Higuain, Matuidi, forse altri), l’arrivo annunciato di un grande centravanti e un’eredità di nove scudetti consecutivi che mette soggezione a qualsiasi sfidante. Come negare alla Juve il ruolo di favorita? S’è però avvertito qualche scricchiolio nel gioco, nella mentalità, nella capacità di comandare la partita, forse nella fame. Per questo la Juve s’è portata avanti con il lavoro. Meglio un anno di transizione oggi che domani. Cominciando da Pirlo. Mossa meno avventata di quanto sembri. Chi giura su Pirlo o sul suo fallimento ha forse una sfera magica. Pirlo non ha mai fatto l’allenatore e nessuno può sbilanciarsi seriamente sulla sua guida tecnica. Però, se c’era una scommessa da fare, era la sua. È stato il più grande regista italiano (mondiale?) degli ultimi vent’anni, ha visione, buon senso e un carisma che di questi tempi serve quasi quanto le conoscenze tecniche. In una squadra di campioni, un “gestore” può essere più importante di un allenatore “scientifico”. Il Real tre volte campione d’Europa nasce con Zidane, fenomeno senza identità in panchina: non ha inventato niente ma armonizzato e sublimato un gruppo di top player che non erano “squadra”. Fondamentale il suo discorso a CR7, più o meno «riposa se ci sono partite poco importanti e preserva le forze per i grandi impegni». Ronaldo non ha mai giocato così. E alla Juve c’è tremendo bisogno di uno che gli parli. Sarebbe il primo punto in classifica.
Poi i campioni bisogna metterli in campo bene. Con Sarri non s’è mai visto un vero gioco. Allegri lasciava molta libertà ma alla fine era più riconoscibile. Pirlo potrebbe stare in mezzo, con vista sul metodo Conte, modello riconosciuto. E con ispirazione alla Mancini, cominciando dalla difesa “a tre e mezzo”. Ma c’è una differenza rivoluzionaria: uno dei centrali è forse un esterno, addirittura due con il Novara (Danilo e Alex Sandro nel secondo tempo, ma crediamo sia utopia contro le big). Non dev’essere un totem, si può giocare a quattro o con tre centrali come Demiral, ma se riesce sai che potenziale offensivo. Quello che Pirlo non può permettersi di sbagliare è il “suo” Pirlo. Il regista. Passa tutto dal centrocampo, i club l’hanno capito come dimostra il mercato. Pirlo vuole un reparto moderno, con due mediani e un incursore, e votato a un pressing alto perché sennò dietro si può soffrire. Senza equivoci come Pjanic che, pensa un po’, al Barça farà la mezzala. Quello più simile al regista è sembrato McKennie che, rispetto a Bentancur, Rabiot e Arthur, pare dotato di visione a più lungo raggio. Può venire in aiuto Kulusevski: è apparso sacrificato nei pochi metri nei quali non può dispiegare la sua corsa, molto meglio da esterno o da mezzala d’incursione.Il nome è Locatelli, mezzala-play per dare peso e posizione. Con il suo innesto sarebbe super reparto. Manca il famoso 9 anche se, giocando a due punte, e con Ronaldo a fare dio, il turnover può creare malumori. Dzeko è tecnicamente ideale (lo chiede Pirlo), Giroud sarebbe perfetto per CR7 (come per Griezmann nella Francia) e low cost, però il club sogna Suarez che è il più goleador. In ogni caso, con un grande attaccante, la Juve sarà davvero più forte di prima.
La Gazzetta dello Sport CITAZIONE CT: "Juve, nuove gerarchie. In mezzo al campo salgono le quotazioni di McKennie. E Pirlo si aspetta molto pure da Rabiot. Si lavora per l’addio a Sami Khedira ma il tempo stringe"
E' bastato poco a McKennie per scalare gerarchie. Anche nel cuore dei tifosi bianconeri, forse per quel nome un po’ così, quell’aspetto un po’ così, molto americano e molto poco tedesco. Soprattutto agli ordini di Andrea Pirlo, conquistato dalle sue caratteristiche naturali, di corsa inesauribile e un talento speciale nel recuperare palloni, che poi è ciò che serve alla mediana della Juve. Che si appresta a vivere una stagione particolarmente compressa e complessa, una rotazione continua sarà necessaria anche o soprattutto nel centro nevralgico della squadra, il centrocampo appunto. Con McKennie che rappresenta il nuovo che avanza, con Rabiot chiamato a dimostrarsi all’altezza di quell’ingaggio da top player con una continuità di rendimento differente da quella della passata stagione. E ovviamente con Arthur e Rodrigo Bentancur, sulla carta è questa la coppia titolare, ammesso e non concesso che ci possa essere una coppia titolare in questa fase della stagione. Quattro centrocampisti differenti che in maniera diversa devono riuscire a compiere la stessa missione: ridurre al massimo il tempo di recupero del pallone, è questo uno degli imperativi del calcio di Pirlo, indipendentemente da sistemi di gioco, numero di attaccanti o di difensori centrali. Altri reparti, altre richieste, altri giochi delle coppie che con ogni probabilità dovrà gestire il tecnico bianconero, ma che in questo momento aspettano ancora dal mercato di assumere un aspetto definitivo. Pochi margini invece a centrocampo, si lavora per l’addio di Sami Khedira ma il tempo stringe e le casse languono, ulteriori colpi rientrerebbero di diritto alla voce delle sorprese di mercato.
Corriere di Torino
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