| CITAZIONE Cuadrado, il jolly colombiano risolve i problemi tattici e riporta la Juve al 4-3-3. È lui il Number Juan, per capacità di adattamento è diventato indispensabile per Sarri
La Juventus riscopre il jolly Cuadrado. È lui il Number Juan per capacità di adattamento. Il fedelissimo di Allegri, nonché fervente cattolico, è diventato in fretta un discepolo della dottrina calcistica di Sarri. Rintuzzate le ricche proposte arrivate in estate soprattutto dai cinesi dello Shanghai Shenhua, il colombiano si è confermato indispensabile. E lo sarà anche nei due big match contro Olympique Lione e Inter, in calendario dopo la trasferta di sabato in casa della Spal, dove Cuadrado potrebbe giocare soltanto part time. Alla Continassa, intanto, prosegue il recupero di Pjanic, mentre si è fermato Higuain a causa di una lieve lombalgia. Nella prima metà della stagione gli infortuni di Danilo e De Sciglio avevano riportato Cuadrado al vecchio mestiere di terzino destro, svolto con dedizione sostituendo la baionetta con lo scudo. «È arrivato alla Juve da attaccante esterno e ora si sta affermando da terzino dirompente. Juan Cuadrado è una gioia per gli occhi, ovunque si piazzi in campo», l’endorsement pubblicato dalla Juve a fine novembre, quando il trentunenne di Neco prolungò il suo contratto fino al 2022, con nuovo ingaggio da 5 milioni. «Ho imparato tanto — disse il jolly multiuso —, ma devo lavorare tantissimo sulla tattica per essere ancora più completo». I soliti problemi fisici di Douglas Costa, nonché la voglia di archiviare il 4-3-1-2 per tornare al 4-3-3, hanno spinto Sarri prima a bloccare la cessione di De Sciglio sul gong del mercato di gennaio e quindi ad avanzare Cuadrado nelle ultime due uscite di Coppa Italia e campionato tra centrocampo e attacco. È questa la sua comfort zone, se entrambi i gol della sua stagione sono arrivati nelle appena sei partite in cui ha giocato da esterno alto. L’ultimo centro domenica contro il Brescia, quando si è esibito anche sulla corsia sinistra — novità assoluta — e in alcune puntate offensive alla Douglas Costa, del quale è la migliore controfigura nel cast bianconero. A Cuadrado il compito dirifornire di palloni gli attaccanti spesso un po’ abbandonati a loro stessi, come ha sottolineato Sarri. Cuadrado è il quinto bianconero più impiegato dal suo vicino di casa Sarri — vivono nello stesso condominio della Crocetta, a pochi passi dalla vecchia sede della Juve—dopo Bonucci (2853), Ronaldo (2566), Pjanic (2545) e Alex Sandro (2444). Nessuno come Juan sa seminare oppure rincorrere gli avversari. Nessuno come lui può agire su tutta la corsia, da terzino, mezzala o attaccante esterno.
Corriere di Torino CITAZIONE Higuain, momento difficile il suo: poco produttivo e pure un po’ nervosetto sotto porta, con CR7 che là davanti prende anche le briciole e con Dybala che ha messo la freccia
Non è certo il momento più felice della vita in bianco e nero di Higuain: poco produttivo e pure un po’ nervosetto sotto porta, con Ronaldo che là davanti fagocita anche le briciole, con Dybala che ha messo la freccia e ora sembra stargli davanti nelle gerarchie d’attacco. In più, non bastasse, il Pipita ha pure il mal di schiena: ieri non ha preso parte all’allenamento aperto a circa 500 tifosi a causa di una lieve lombalgia e all’inizio c’è stata un po’ di preoccupazione. Anche se adesso ha il 21 sulla schiena, non c’è altro nove puro alla Continassa: per questo Gonzalo è un’opzione tattica irrinunciabile, anche a partita in corso. Per fortuna di Sarri, suo primo maestro, la lombalgia non preoccupa per i prossimi impegni, quelli più caldi da cui passerà il futuro della Signora. Le condizioni di Higuain verranno monitorate di giorno in giorno, ma non c’è motivo per dubitare della presenza in Champions mercoledì prossimo a Lione: si lavora per quell’obiettivo senza escludere del tutto la possibilità di schierarlo anche sabato a Ferrara. Non un orizzonte troppo diverso da quello di Pjanic, che continua il suo percorso fisioterapico prestabilito. Per il resto, ieri Pinsoglio è rimasto a casa a causa di una leggera influenzata e Rabiot ha svolto una seduta personalizzata come da programma.
La Gazzetta dello Sport CITAZIONE Dybala cambia,da falso 9 per rilanciare la Juve: avrà libertà di muoversi per tutto l’attacco a cui serve il suo estro. Sarri, a differenza di Allegri, l’ha sempre visto attaccante
E' arrivato il momento di mettere la Joya al centro della fase offensiva, per sfruttare al meglio la sua fantasia, il suo estro, ma anche per ritrovare l’efficacia sotto porta di un tempo. Per Paulo inizia una nuova vita. Non più attaccante nel 4-3-1-2 e non più esterno nel tridente nobile definito “da bar” da Sarri: il suo posto nel nuovo scacchiere che ha in testa il tecnico bianconero è quello da falso nove. Una sorta di centravanti “agile”, dinamico, estroso. Perché alla Juve questo è il tempo delle scelte definitive, la stagione sta entrando nella fase calda e rinunciare al potenziale di Dybala sarebbe sbagliato. Già domenica scorsa contro il Brescia, con Ronaldo assente, Paulo ha avuto molta più libertà di movimento: è partito a sinistra nel tridente, ma spesso svariava su tutto il fronte d’attacco. E altrettanto di frequente arretrava per prendersi la palla: non è un caso che sia entrato in tutte le azioni più pericolose dei bianconeri, ritrovando tra l’altro la via del gol. E anche dal punto di vista della personalità si è fatto sentire visto che ha cercato di zittire sul nascere i fischi dei tifosi, infastiditi per una manovra poco efficace. Con Sarri, Dybala è tornato a fare l’attaccante, non più il centrocampista aggiunto come succedeva gli ultimi tempi con Allegri, con cui l’anno scorso era di fatto passato allo status di seconda linea, deprimendosi per un ruolo, quello di mezzala, non suo. «E’ un grandissimo giocatore - disse un paio di anni fa Max - ma poteva fare il centravanti quando era a Palermo, perché era una squadra che giocava a 50 metri dalla porta. Con la Juventus, che gioca a 20 metri dalla porta, è un ruolo che non può fare». Eppure anche con Sarri l’inizio non è stato facile visto che il tecnico toscano è partito con il tridente Ronaldo-Higuain-Douglas Costa. Poi, tra un esperimento e l’altro, in breve tempo i piani sono cambiati e il tecnico ora non vuole più rinunciare alla classe (e adesso anche alla forma) di Dybala. Sostenibilità tattica E in questo senso il prossimo rientro di Khedira potrebbe aiutare vista l’abilità del tedesco negli inserimenti in area, utilissimi quando la Joya viene a prendersi la palla sulla trequarti, lasciando il centro del l’area sguarnito. L’ultima versione di Dybala è stata quella dei giorni belli, probabilmente perché si sente di nuovo libero di seguire istinto e ispirazione. E’ sempre nel vivo del gioco, si diverte. Sarri, a differenza di Allegri, l’ha sempre visto attaccante e lui in questa stagione là davanti ha coperto tutti i ruoli, trequartista compreso. Ora, per il dieci, è arrivato il momento della libertà tattica.
La Gazzetta dello Sport CITAZIONE Solo 11 gli juventini fin qui andati a segno: un anno fa erano già 15. Segnano quasi sempre gli attaccanti, con il supporto dei difensori. Mancano i gol dei centrocampisti
Cercasi goleador. Può sembrare paradossale questo appello se arriva dalla Continassa, dove abitano un fenomeno di nome Ronaldo e gente che ha un innato feeling con il gol, come Dybala e Higuain. Si possono avere problemi a far gol? Infatti il trio delle meraviglie sta facendo il proprio dovere. Cristiano è a quota 24 gol stagionali (20 in A), la Joya a 12 (6 in campionato), il Pipita è un po’ più sotto media, ma ha comunque fatto centro 8 volte (5 in A), diverse decisive. Non è qui il problema, in definitiva. Semmai fa specie notare come la “cooperativa del gol” bianconera sia composta da un numero ridotto di elementi rispetto al recente passato. Nonostante la filosofia iper offensiva portata da Sarri, sono 11 i bianconeri andati finora in gol in campionato. Sono quattro in meno della scorsa stagione quando, a quest’epoca, erano 15. In generale, un numero così basso non si riscontrava dal 2007-08: allora furono 10 ma era una Juve di un’epoca e di una caratura completamente differente rispetto a quella attuale. Da tredici stagioni a questa parte, i bianconeri hanno avuto cannonieri in numero compreso tra i 12 (2010-11, 2012-13, 2014- 15, 2015-16), i 13 (2011-12, 2016-17, 2017-18), i 14 (2008- 09, 2009-10, 2013-14) e il massimo appunto di 15 dell’ultimo anno del quinquennio di Allegri. Adesso siamo a 11 e questo è un altro specchio della difficoltà della transizione verso il “sarrismo”. Segnano quasi sempre gli attaccanti, con il supporto dei difensori; hanno già fatto centro Chellini, De Ligt, Bonucci, Demiral e Danilo. All’appello mancano i gol dei centrocampisti, a parte Pjanic (3) e Ramsey (una). Bentancur è andato a segno in Coppa Italia; Matuidi in Champions, come lo stesso Ramsey e Bernardeschi. Rabiot e Khedira sono ancora a quota zero in tutte le competizioni.
Il Corriere dello Sport CITAZIONE De Ligt pericolo giallo, difesa allarme rosso. L'olandese a rischio Inter. Reparto con un rendimento negativo, la squadra ha già incassato 23 gol
De Ligt, dovrà affrontare la Spal sotto diffida, con il rischio di squalifica per la supersfida con l'Inter da dover gestire. Un ulteriore esame di maturità per il centrale olandese, in netta crescita sotto il punto di vista del rendimento individuale da quando si è ripreso il posto da titolare, che ritroverà sabato in campionato al fianco di Rugani, a meno di nuove accelerate da parte di Chiellini. Rischio che De Ligt condivide anche con Cuadrado e Dybala, pure loro giocatori non facilmente sostituibili nello scacchiere tattico di Sarri. Detto del rischio giallo di De Ligt, c'è intanto un allarme rosso su cui si sta lavorando alla Continassa, ed è quello di una fase difensiva che prende gol come mai prima d'ora. Per quanto contro il Brescia la porta di Szczensy sia rimasta inviolata, anche solo guardando alla voce gol subiti del campionato viene fuori infatti come il conto della Juve sia assolutamente in rosso: già 23 reti incassate, praticamente quanto solitamente da queste parti si subiva in un intero campionato considerando come la media degli ultimi otto anni è di 24 gol subiti. Un problema affrontato e commentato così negli scorsi giorni dallo stesso Sarri: «Il problema della passività si risolve con più aggressività, non c'è un sistema difensivo che funziona senza attenzione e aggressività». Insomma, non è colpa della difesa o dei difensori, ma di tutta la squadra che in fase di non possesso non è ancora riuscita ad assimilare le richieste del Comandante, che proprio sotto questo aspetto ha provato (e sta provando) a mettere in atto la reale rivoluzione della sua gestione, considerando come negli ultimi trenta metri poi tutto passi letteralmente dai piedi dei suoi tenori. Ecco che la nuova e forse ultima svolta tattica arriva proprio per dar manforte a una difesa che a tratti è stata lasciata in balia di se stessa, con quel 4-3-3 dal sapor di 4-4-2 schiacciato in fase di non possesso confermato anche dopo l'infortunio di Douglas Costa con il rilancio di Cuadrado all'antico ruolo di attaccante esterno se necessario e un utilizzo più continuo di terzini di ruolo, magari più bloccati, come De Sciglio o Danilo insieme ad Alex Sandro. Il resto poi lo potrà fare il ritorno a tutti gli effetti di un leader come Chiellini. Intanto qualcosa andava cambiato, perché l'allarme rosso era scattato. E qualcosa anche o soprattutto in fase di non possesso, Sarri sta cambiando.
Il Corriere dello Sport CITAZIONE Il retroscena: Haaland sognava la Juventus, ma 3,8 milioni erano troppi. I bianconeri giudicarono troppo alto il prezzo del Molde
La stagione 2019/20 verrà ricordata, tra le altre cose, per essere stata quella dell'esplosione di Erling Haaland, mattatore assoluto in Champions League e in Bundesliga, tra Salisburgo e Borussia Dortmund. Un'esplosione che diversi club possono guardare con rimpianto, Juventus compresa. Visto che un paio d'anni fa ha avuto il giocatore in pugno.
A raccontare il retroscena è 'Tuttosport', che ha spiegato come i bianconeri fossero davvero ad un passo dall'acquisto del classe 2000 norvegese. Bisogna tornare alla fine del 2017, quando il giocatore è stato anche allo Juventus Stadium insieme a suo padre e ai suoi agenti Pedersen e Spinosi. Il logo dei bianconeri però Haaland lo ha portato soltanto sul copricapo acquistato allo Stadium. Perché poi il trasferimento non è andato a buon fine. Nonostante il giocatore sia anche stato a Vinovo a conoscere Paratici e Nedved, è mancato l'accordo economico con il Molde. I norvegesi chiedevano 3,8 milioni all'anno, una cifra ritenuta eccessiva dalla Juventus. E così non se n'è fatto più nulla. Nei mesi precedenti il classe 2000 norvegese era stato offerto anche all'Inter, quando Walter Sabatini era in procinto di salutare Suning. Anche in quel caso il trasferimento non si concretizzò. Un anno dopo, ecco il Salisburgo. Il trasferirmento che ha cambiato la storia di Haaland. Nonostante abbia trascorso una serata da juventino.
Goal.com
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