| CITAZIONE Inter-Juventus, domenica ore 20,45. Formazioni GdS: "Sarà 4-3-1-2 con Ronaldo e uno tra Higuain e Dybala in attacco con alle spalle Ramsey. Alex Sandro e Cuadrado sulle fasce"
La Juve prepara la sfida di domenica sera contro l’Inter. Dopo la giornata di riposo i giocatori sono tornati ad allenarsi alla.I bianconeri hanno iniziato con lavoro fisico e prima dell’inizio della sessione si sono radunati attorno a Maurizio Sarri per una decina minuti. Durante il discorso alla squadra sono intervenuti anche Cristiano Ronaldo e Leonardo Bonucci che hanno discusso di alcune questioni tattiche con l’allenatore e hanno parlato degli esercizi fisici con il capo dei preparatori Daniele Tognaccini. Atmosfera distesa con il tecnico bianconero che ha abbracciato Merih Demiral prima di iniziare la seduta e con Cristiano Ronaldo e Gonzalo Higuain che hanno discusso di alcuni movimenti che, forse, si ritroveranno a fare accanto a lui ci sarà uno tra il Pipita e Paulo Dybala, con l’ex Napoli al momento favorito su La Joya che al termine della partitella (a due tocchi e campo ridotto) ha ricevuto qualche indicazione da Maurizio Sarri. L’argentino è stato l’ultimo ad uscire dal campo essendosi intrattenuto con Emre Can per una sessione di tiri in porta con il giovane Alessandro Siano tra i pali domenica sera a San Siro. Il portoghese partirà dal 1’ mentre accanto a lui ci sarà uno tra il Pipita e Paulo Dybala con l’ex Napoli al momento favorito su La Joya che al termine della partitella (a due tocchi e campo ridotto) ha ricevuto qualche indicazione da Maurizio Sarri. L’argentino è stato l’ultimo ad uscire dal campo essendosi intrattenuto con Emre Can per una sessione di tiri in porta con il giovane Alessandro Siano tra i pali. Corriere di Torino La Gazzetta dello Sport CITAZIONE GdS: "Lukaku vs Ronaldo. La stella dell'Inter si prepara all'assalto del Re per il trono in A. Romelu può essere l’arma letale contro i bianconeri"
Romelu non aver paura di confrontare gol e palmares: non è con questi particolari che si decide un Inter-Juve. I nerazzurri attaccano la corona: per farlo, per provare a iniziare a credere che sia possibile mettere fine al dominio, bisogna rispondere al gigante bianconero, quello che viene da Madeira e che ha numeri a tre cifre in ogni statistica, un elenco di premi vinti lungo come la bibliografia di una tesi di laurea euna fame insaziabile. Per rispondere a un gigante serve un gigante e allora ecco che non può essere che Lukaku a piazzarsi a centro ring, sotto gli occhi di 72 mila spettatori, caricandosi sulle spalle i sogni di una tifoseria. Sogni che la sconfitta di Barcellona, per come è arrivata, non ha certo ridimensionato. Lui la gara del Camp Nou l’ha vista in tivù, nel suo temporaneo appartamento milanese: rinunciarci, visti i brutti ricordi di una stagione fa in quello stadio, non deve essere stato facile. Ma se qualche settimana fa Conte gli aveva chiesto di giocare anche con quel dolore alla schiena, perché la neonata Inter aveva bisogno di un bodyguard, martedì è stato proprio il tecnico, di concerto con lo staff medico,aconvincerlo che non era il caso di partire per Barcellona. Il quadricipite femorale (sinistro) dava fastidio da un po’, la partita con la Juve era segnata anche da prima con un circoletto rosso sul calendario degli interisti: arrivarci con 18 punti su 18 è uno stimolo in più,farlo senza Lukaku avrebbe reso il match un po’ monco, e molto in salita (specie dopo il rosso di Genova a Sanchez).Romelu ha saltato il primo match «gigante» della stagione (il derby è speciale, ma i rossoneri oggi non sono una rivale diretta per i vertici), ma ci sarà a quello contro i campioni in carica:l’allenamento solitario di mercoledì,el a seduta differenziata di ieri hanno permesso di superare il fastidio, domani sarà in gruppo.
Arma anti-Juve In fondo, l’assenza di Barcellona gli permette di arrivare al match per la corona da imbattuto, come i pugili che fanno paura. Se Ronaldo può presentarsi mostrando tutta una serie di «cinture», Romelu porta la bandiera dei «ribelli», di chi vuole sovvertire l’ordine costituito che dura da otto stagioni. L’Inter di Conte è la forza nuova di questo campionato, formazione che ha cambiato oltre il 50 per cento dei suoi titolari, ma anche stile, consapevolezza, testa. Se a Barcellona per 60’ ha mostrato il suo lato tecnico, le uscite dal basso «stilose», il palleggio nella casa dei maestri, contro i bianconeri dovrà anche rispondere alla forza con la forza, ai centimetri coi centimetri. Lukaku è l’uomo giusto per aggiungere questa dimensione, per tenere in allarme Bonucci e De Ligt, per fare da riferimento per le ripartenze dei suoi. E magari per far esplodere San Siro: il gol col Lecce è valso da presentazione, quello col Milan ha fatto innamorare itifosi,uno alla Juve lo renderebbe idolo assoluto, come è stato ad Anderlecht ed Everton, e non è riuscito ad essere allo United. La Juve l’ha corteggiatoeinseguito in estate. Poteva essere lì, a cercare di «conservare il potere». Invece no, la affronta. L’ha incontrata una volta sola, un anno fa all’Old Trafford, perdendo per un gol di Dybala. Al ritorno a Torino, quando Mata e un’autorete di Bonucci resero inutile il solito timbro di Ronaldo, non c’era, per un problema muscolare.
Ronaldo E voi, siete gente di numeri o di emozioni? Vi piacciono i leader che aumentano il fatturato o quelli che trascinano con un gran discorso? Cristiano Ronaldo, in questi mesi di Juventus, mette d’accordo tutti. Con la matematica ha familiarità e non smette di fare i compiti: negli ultimi giorni ha aggiunto un paio di medaglie al baule. Contro il Bayer Leverkusen ha giocato la partita numero 50 alla Juve - se vogliamo, nozze d’oro - e ha segnato il gol numero 32. È sotto media rispetto al suo passato ma è comunque il numero uno dei tempi moderni. Sivori, Boniperti, Charles e non solo avevano segnato di più, ma tra i giocatori di questi anni solo Higuain è arrivato a 32 come lui. Rischiano seriamente di essere insieme anche domenica sera alle 20.45, titolari davanti ad Handanovic.
Un anno fa Non basta? Avanti. Cristiano Ronaldo ha superato Iker Casillas per partite vinte nella storia della Champions (102) e ha raggiunto Raul per numero di avversarie a cui ha fatto gol: 33, non una di meno. In entrambe le classifiche è il numero 1 di sempre e per entrambe si è messo alle spalle un pezzetto di storia del Real, uno zuccherino per il suo orgoglio da uomo iper-competitivo, ma tutto questo è piuttosto freddo e soprattutto non conta, nella settimana di Inter-Juventus. In questo weekend la Juve vuole l’altro Ronaldo, quello che trascina con l’esempio, magari con una parola. Quando è arrivato alla Juve, mitizzato il giusto, ha cominciato maluccio ma nella prima partita importante si è rivelato. Juve-Napoli allo Stadium, Szczesny prende gol, poi Ronaldo mette in porta Mandzukic, prende un palo che libera Marione per il raddoppio e partecipa al terzo gol di Bonucci.
Quote e psiche È passato poco più di un anno, ci risiamo. La Juve è chiamata a un’altra partita in cui mette in palio il suo status di favorita... e non succede spesso. I bookmaker offrono quote in equilibrio - l’1 e il 2 pagano cifre simili - così Ronaldo, nei piani della Juventus, deve far saltare gli equilibri. Di solito lo fa in modo concreto, sul campo, con una giocata o materializzandosi in area dal nulla dopo minuti di quiete. Non è un leader in senso stretto - l’egoismo è uno dei tratti del suo calcio - ma di sicuro trascina e incide psicologicamente sulle partite, crea timore negli avversari.
Romelu e Diego In tutta la rosa dell’Inter in fondo non c’è un calciatore paragonabile a Cristiano, che guadagna il quadruplo di Lukaku e ha segnato più del triplo dei suoi gol con i club. Ronaldo ha 185 milioni di follower su Instagram - l’Inter è solo a 3,7 - e anche domenica avrà un seguito speciale. Nella sua zona incrocerà Godin, avversario in decine di derby di Madrid. Cristiano all’Atletico ha segnato 22 gol e contro l’Atletico ha vinto due finali di Champions. Nella prima, maggio 2014, segnarono entrambi. Nello stesso anno, in Supercoppa, Ronaldo colpì Godin con un pugno di cui in Spagna si parlò parecchio. Il 7 non pensava di ritrovarlo a Milano, con la stessa maglia nerazzurra che vide al suo esordio da pro’: Sporting Inter, preliminare di Champions, 17 estati fa. Cristiano era un ragazzino e nell’Inter giocavano Cordoba, Materazzi e, in attacco, Bobo Vieri. Anche quella volta, giganti in libera uscita.
Fonte: La Gazzetta dello Sport CITAZIONE CorSera: "Incroci pericolosi: Conte vs Sarri. Antonio il cuore, Maurizio la testa. Stesso fanatismo per mondi opposti. Mai avversari, si sono «sfiorati» in panchina"
La prima volta in cui Antonio Conte ha incontrato la Juventus da allenatore avversario è stata una grande festa. Ma solo per i bianconeri, che con il 5-1 ad Arezzo del 19 maggio 2007 ritornarono in A, dopo la retrocessione per Calciopoli. Conte ci rimase male due volte, perché all’ultima giornata Madama perse l’unica partita, contro lo Spezia, condannando l’Arezzo a una retrocessione in C che col passare degli anni è entrata a suo modo nella storia: perché Antonio, alla sua prima esperienza in panchina, fu allontanato alla nona giornata e al suo posto venne chiamato un certo Maurizio Sarri che durò quasi venti giornate, ma a sua volta venne cacciato per scarso rendimento. Conte tornò così al suo posto e sfiorò una salvezza che sarebbe stata un’impresa, considerati anche i sei punti di penalizzazione. Quello di Arezzo resta il contatto più ravvicinato tra due mondi così distanti da trovare nella passione folle per il proprio mestiere un punto di incontro. Due pianeti che si sono sfiorati anche a Londra, sponda Chelsea, dove Sarri ha ereditato una squadra reduce da due anni sulle montagne russe con Conte in panchina. Ha sfruttato il suo lavoro, ma l’ha riprogrammato a modo suo, vincendo l’Europa League. «Conte ti entra nel cuore, Sarri nella testa» ha sintetizzato in modo definitivo Roberto Goretti, giocatore dell’Arezzo di quell’annata così particolare. «Sarri era tutto tattica, Conte tutto intensità e cattiveria» aggiunge l’ex compagno Floro Flores, bomber di quella squadra. Tempo però ne è passato da allora. E il fumatore incallito Sarri non è più lo scaramantico che faceva dipingere di nero tutte le scarpe dei giocatori, pena l’esclusione dai titolari. Così come il salutista Conte dal punto di vista tattico si è evoluto tantissimo, al punto da presentarsi al Camp Nou col trequartista, uno dei marchi di fabbrica di Sarri. La distanza, nonostante la maniacalità che li accomuna nello studio dell’avversario e nella preparazione della partita, però resta, perché è già nel punto di partenza: l’ex capitano della Juventus, che ha vinto gli scudetti della Grande Ricostruzione bianconera contro l’ex bancario che ha debuttato in A a 55 anni, quando l’altro era già diventato c.t. azzurro. Percorsi completamente diversi e un primo contatto che promette bene in vista del duello scudetto: Maurizio si lamenta di giocare a Firenze alle 15 con un caldo asfissiante? «Stia sereno, ora sta dalla parte forte» sibila Antonio, che da outsider si esalta ed esalta i suoi. Non è chiaro però quale sarà la parte più forte sul campo e questa in fondo è già una vittoria di Conte. Proprio perché — entrando nel cuore dei giocatori — Antonio ha già infiammato l’Inter. Per entrare nella testa di Ronaldo e compagnia, a Sarri invece serve ancora tempo. Ma quel tempo è già adesso. La guerra dei mondi sta per cominciare.
Fonte: Il Corriere della Sera CITAZIONE TS, Lippi: "Inter-Juve, partita impronosticabile. Higuain o Dybala in coppia con Ronaldo o tutti insieme? Qualsiasi soluzione offensiva, il potenziale della Juve è straordinario"
Marcello Lippi: «Certo che per l’Inter, che non era così competitiva da anni, vincere e portarsi a più 5 sulla Juventus sarebbe una iniezione di fiducia incredibile».
Sensazioni? «Queste grandi partite sono impronosticabili, mi aspetto equilibrio». Un mossa che farebbe se domenica si trovasse al posto di Sarri e Conte? «Non è una serata da invenzioni! Le squadre più piccole possono studiare degli accorgimenti quando affrontano le big. Ma due top club come Juventus e Inter devono semplicemente esprimersi al massimo. I bianconeri, comunque scenderanno in campo, saranno super competitivi vista la rosa di estrema qualità. E la sconfitta di Barcellona non avrà ripercussioni negative sui nerazzurri, anche perché per lunghi tratti hanno disputato una gran partita al Camp Nou».
L’Inter è una squadra di Conte: c’è un motivo particolare? «Antonio è molto bravo e veloce ad entrare nella testa delle persone con cui lavora. È stato così anche al Chelsea, in Nazionale e alla Juventus. Assieme ai dirigenti dell’Inter ha costruito una squadra con un’unità d’intenti importante. È un aspetto fondamentale».
Il suo occhio da allenatore quali novità sta cogliendo nella Juventus? «Quello che si vede è un fraseggio più frequente, una filosofia di gioco che coinvolge maggiormente i centrocampisti e un pressing discretamente organizzato»
Conte all’Inter ha reso il campionato interessante come non si vedeva da tempo. I tifosi juventini negli ultimi giorni quasi si sono scordati del Bayer Leverkusen.Questa minore attesa per la Champions può diventare l’arma in più in Europa per la squadra di Sarri? «La priorità del mondo Juve è sempre stata quella di primeggiare prima di tutto in Italia, poi le sconfitte nelle finali europee hanno trasformato la Champions in una sorta di ossessione negli ultimi anni. La filosofia del club è e sarà sempre la stessa: provare a vincere tutto, senza fare scelte come invece si fa altrove. E’ l’unico modo per trionfare. I bianconeri partono nel gruppetto delle favorite anche in Champions: in prima fila metto pure Liverpool, City, Barcellona e Bayern, che sembra tornato al top. E occhio al Real Madrid: ora è un po’ in difficoltà, poi magari ricomincia a giocare e arriva in fondo».
Lei conosce benissimo Conte, suo capitano alla Juventus: domenica sera patirà il confronto con la sua ex squadra? «Quando ero all’Inter e ho sfidato la Juve dopo i tanti successi in bianconero, all’entrata in campo anche io ho provato sensazioni particolari. Poi, però, inizia la partita e sei concentrato solo su quella. Sarà così anche per Antonio. La differenza tra le nostre due esperienze, è che io passai direttamente dalla Juve all’Inter, mentre Antonio è arrivato a Milano dopo un percorso».
Le fa effetto vedere più titolari italiani nell’Inter che nella Juventus o è la conseguenza della crescita esponenziale dei bianconeri? «La Juventus ha avuto una ossatura italiana per molti anni e semplicemente quest’anno ha più stranieri in campo. All’Inter vanno fatti i complimenti, sono stati bravi e intelligenti: stravedo per Sensi e Barella».
Meglio Higuain o Dybala in coppia con Cristiano Ronaldo o tutti insieme? «Con qualsiasi soluzione offensiva - Dybala, Higuain, il potenziale della Juventus è straordinario. Quello di Sarri è uno degli attacchi più forti del mondo: quando hai Cristiano Ronaldo non può essere diversamente. I bravi giocatori, seppur con caratteristiche differenti tra loro, possono sempre integrarsi. Quello di Sarri è un imbarazzo della scelta che vorrebbero avere tutti i tecnici» [...]
Fonte: TuttoSport
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