| CITAZIONE Spal-Juventus, oggi ore 15. Formazioni GdS-CdS: "Sarà 3-5-2 con Dybala e Kean in attacco. Difesa a tre con De Sciglio, Barzagli e uno tra Coccolo e Gozzi"
Subito le novità, una dopo l’altra. I giovani: Luca Coccolo, Paolo Gozzi Iweru, Grigoris Kastanos e Hans Nicolussi Caviglia, visti in stagione tra Primavera e Under 23, hanno concrete chance di giocare. Uno ci sarà dall’inizio... e potrebbe avere compagnia. Non solo, si potrebbe vedere anche Stephy Mavididi, attaccante arrivato in estate. Il rientro: Juan Cuadrado non gioca in A dal primo dicembre e tornerà a vestire bianconero dal primo minuto. Il cameo: Andrea Barzagli è stato convocato per Amsterdam ma non è stato nemmeno portato in panchina. Non sembrava pronto, eppure nelle ultime ore siècapito che contro la Spal dovrebbe essere uno dei titolari in difesa. Gli assenti: non sono stati convocati Ronaldo, Matuidi, Pjanic e Mandzukic, oltre agli infortunati Caceres, Emre Can, Chiellini, Douglas Costa e Rugani. Douglas ha avuto un dolore al polpaccio dopo Ajax-Juve, la gara del rientro dopo oltri due mesi. Il problema è che potrebbe non esserci martedì, ennesimo guaio di queste settimane. Rugani invece ha una infiammazione a un adduttore e la Juve lì dietro non ha voglia di rischiare. Chiellini è in dubbio – al 60% contro l’Ajax ci sarà, ma per avere una risposta attendibile bisogna aspettare almeno altre 24 ore–e anche Bonucci oggi prenderà un turno di riposo. A proposito di Ajax, anche Can al momento è sul filo: ha il 50% di possibilità di esserci contro De Jong. Per Ronaldo, rivisto in Champions dopo il problema a un flessore: la non convocazione è solo prudenza. Difesa a tre con De Sciglio, Barzagli e uno tra Coccolo e Gozzi, più un centrocampo a cinque (forse Cancelo-Cuadrado-Bentancur-Khedira-Spinazzola) e l’attacco Dybala-Kean. La Gazzetta dello Sport Il Corriere dello Sport CITAZIONE GdS: "Kean, scrivi la storia. Così può superare il 19enne Del Piero. A quell’età Ale aveva chiuso la stagione a 5 gol, Moise torna titolare e prova a staccarlo. Poi il rinnovo"
Difficile immaginare due giocatori più diversi tra loro di Moise Kean e Alessandro Del Piero. Pinturicchio è una leggenda bianconera e ha segnato un’epoca: Ale ha reinventato il ruolo nella sua modernità, aggiungendo corsa e fisicità a un repertorio contraddistinto da classe, colpi geniali e quella capacità di calciare le punizioni che di solito caratterizza chi indossa la maglia più affascinante nel calcio, la numero 10. Il piccolo (anagraficamente) Moise è il più vero dei numeri nove, un killer dell’area di rigore. «Deve imparare tutto del calcio – diceva di lui Allegri poche settimane fa – ma quando ha la palla giusta fa gol con grande facilità». Hai detto niente. Difficile vederlo titolare anche con l’Ajax, quando torneranno quasi tutti i big: la sua capacità di entrare subito in partita potrebbe aiutarlo a entrare a gara in corso. Ma la straordinaria primavera di “Mosè” gli mette davanti un traguardo tanto simbolico quanto importante. Kean infatti, numeri alla mano, è il miglior diciannovenne della Juventus proprio dai tempi di Alessandro Del Piero. Ale, nato il 9 novembre 1974, arrivò a Torino nell’estate del 1993 e festeggiò quindi i suoi 19 anni pochi mesi dopo. Nella sua prima stagione con Giovanni Trapattoni a Torino non era titolare fisso come Moise, e nei primi tempi finiva anche a giocare con la Primavera. Dopo aver esordito in un Foggia-Juve il 12 settembre 1993, segnò la prima rete in bianconero una settimana dopo contro la Reggiana. Kean nella precocità della prima volta lo ha già sopravanzato: si è tolto la soddisfazione di esultare per la prima volta con la Juve a Bologna quando aveva solo 17 anni. Ma soprattutto, con l’esplosione di questi ultimi due mesi, è già arrivato a quota 5 gol in campionato (al totale va aggiunto il gol a Bologna in Coppa Italia, il primo stagionale). Solo il Gallo Belotti ha esultato quanto lui nei mesi di marzo e aprile. E soprattutto ha già raggiunto il primo Del Piero, che chiuse quella stagione con lo stesso numero di reti in 11 presenze. Se segnerà oggi a Ferrara, avrà un’altra statistica a consolidare la sua etichetta di predestinato. Lo straordinario cammino in campionato della Juventus permetterà di utilizzare queste ultime 7 partite per farriposare i califfi e dare una montagna di minuti al giovane Moise, che le giocherà tutte o quasi. Praticamente scontato che Del Piero dovrà subire il sorpasso. Con questa primavera eccezionale, Kean probabilmente sta riscrivendo anche il suo futuro alla Juventus. A gennaio poteva partire e il suo futuro era in bilico. Ora è cambiato tutto: Paratici e Raiola si siederanno presto intorno a un tavolo per il prolungamento. Il nodo, più dei soldi, è il ruolo del giocatore all’interno del progetto tecnico. Allegri o chi eventualmente lo sostituirà lo dovrà tenere per forza in considerazione. Dove Del Piero è difficilmente battibile è nella longevità bianconera. Ale ha speso 19 anni, una carriera intera, a Torino. Certi scenari nel calcio del 2019 sembrano totalmente fuori contesto, ma Moise ha iniziato a scrivere un romanzo torinese ancora tutto da leggere.
Fonte: La Gazzetta dello Sport CITAZIONE CdS: "Il ritorno di Juan Cuadrado: 122 giorni dopo l’ultima partita giocata, il colombiano rivede la luce in fondo al tunnel. Adesso punta al rilancio"
Il ritorno di Juan Cuadrado: 122 giorni dopo l’ultima partita giocata, il colombiano rivede la luce in fondo al tunnel. E’ di nuovo tra i convocati e sarà subito titolare. E’ stata una stagione decisamente sfortunata per Juan, che si è fermato sul più bello, a dicembre, nell’ultima gara della fase a gironi di Champions League. «Lesione al menisco esterno e frattura cartilaginea», che hanno reso necessario, un paio di settimane dopo, l’intervento chirurgico. Un infortunio non da poco, che di fatto ha messo fuori causa l’attaccante nel periodo cruciale della stagione. Il bilancio è così ridotto a 16 presenze (11 da titolare) e un gol contro il Cagliari, prima del crac nel match contro lo Young Boys. Adesso punta al rilancio, che sarà però limitato alle ultime sette gare di campionato, considerando che il colombiano, proprio a causa dell’infortunio, è stato tolto dalla lista Uefa.
Il Corriere dello Sport CITAZIONE La Stampa: "Oggi a Ferrara la Juve può centrare l’ottavo scudetto di fila. Niente party. Eventuali brindisi nello spogliatoio e domani si inizierà a preparare la sfida europea"
Sul treno dei desideri (tricolori) c’erano le casse di spumante e una banda di ragazzini, ma non mezza squadra. Strano modo di preparare una festa scudetto, lasciando a casa Ronaldo più altri otto giocatori tra infortuni (Chiellini, Emre Can, Caceres oltre al recidivo Douglas Costa) e turnover obbligato, però la Juve si è ritrovata senza alternative. Oggi a Ferrara può vincere l’ottavo scudetto consecutivo, basta un punto contro la Spal per avere la matematica certezza, eppure nella testa dei bianconeri c’è altro. La Champions, ovviamente e giustamente, con il ritorno dei quarti di finale che incombe. Anche perché martedì sera, allo Stadium, i campioni d’Italia si giocano tutto contro l’Ajax dopo l’1-1 di Amsterdam. E così Allegri ha optato per un necessario “piano risparmio”. Quindi riposo assoluto per i big, una formazione inedita infarcita di giovani debuttanti e soprattutto niente party scudetto. La Juve stasera alle 19 ripartirà subito per Torino con il Frecciarossa, limitando gli eventuali brindisi nello spogliatoio del “Paolo Mazza”, e domani inizierà a preparare la sfida europea alla Continassa. La trasferta di campionato, dunque, diventa quasi un fastidio. «Ce ne fossero di questi problemi - sorride Massimiliano Allegri, pronto a vincere il quinto titolo consecutivo in bianconero. Perché dopo questa prima festa, intima e rapida, la speranza della Juve è di viverne un’altra ben più corposa e lunga con i propri tifosi in Champions. Quell’aspetto è un professore». Bentancur e Cancelo dovrebbero essere gli unici titolari di coppa chiamati agli straordinari, mentre in attacco si sperimenta la coppia Dybala-Kean. Entrambi hanno segnato al Milan una settimana fa e ora si giocano una chance per la Champions. Moise va a caccia di un altro primato. Il fenomenale Duemila, seguito da Real e Psg, ha segnato in tutte le ultime tre partite di campionato e l’ultimo giocatore più giovane a riuscirci fu Mario Balotelli nel 2009. In caso di poker sarebbe nella storia oltre che proiettato nel futuro.
Fonte: La Stampa CITAZIONE CdS: "Hanno ucciso la Serie A, oggi si può concludere il campionato. Evidenti i meriti della Juve, ma anche i limiti delle società che si è lasciata dietro"
La Vecchia Signora Omicidi sta per assassinare il campionato per l’ottava volta consecutiva e non siamo neanche a Pasqua. Accadesse oggi a Ferrara, con 6 giornate d’anticipo, la Juve si piazzerebbe al terzo posto dei serial killer (calcistici) europei, dopo Psg (8 turni, 2015- 2016) e Bayern Monaco (7, 2013- 2014) e supererebbe l’Inter di Mancini, attuale primatista italiana a 5 (2006-2007). Se la Juventus non perdona, le altre tendono a porgere l’altra guancia, come vittime sacrificali. Sven Goran Eriksson si annoia. A lui piacerebbe un finale come quello del 2000, la Juventus impantanata a Perugia e il cielo azzurro sopra l’Olimpico laziale. Gli juventini dissentirebbero e ne potremmo discutere fino a tarda notte. La domanda non è questa, la domanda è: che fare per disinnescare Madama Delitti' Affidandosi ai grandi numeri, prima o poi dovrà perdere. Vabbè, nell’attesa rovesciamo il ragionamento. Non è la Juventus che deve scendere, sono le altre che debbono salire. Vincere aiuta a vincere. Quelli che deridono la Juventus per le due finali perse nel 2015 e nel 2017, dimenticano che è la squadra che da cinque anni raccoglie i migliori risultati in Europa e gioca le migliori partite. Sconfitte come quelle del 2018 a Madrid o del 2016 a Monaco con il Bayern, ancorché beffarde hanno cementato una mentalità vincente. La Juventus, anche quando è stata eliminata, non è stata spazzata via, si è battuta con le migliori squadre europee. Questo aumenta la distanza anche in Italia, perché le avversarie, invece, l’Europa la affrontano quasi rassegnate, con un “pallore” come quello mostrato dal Napoli all’Emirates Stadium secondo Antonio Giordano. Accanto alla mancanza di una competitività sul campo, appare sempre di più chiaro che per i club italiani la navigazione europea è sottocosta. Dal 2018 al 2021 qualificarsi per la fase a gironi porta 15 milioni, contro i 12,7 del periodo precedente. Poi c’è la faccenda del ranking storico per cui la sola qualificazione alla Champions nel 2018 valeva 45,2 milioni di euro per la Juventus, 35,2 milioni di euro per l’Inter, 30,8 milioni di euro per il Napoli e 29,7 milioni di euro per la Roma. Negli ultimi due decenni, i club italiani, Juventus a parte, si sono fatti condizionare da questi ricavi e da quelli dei diritti tv accantonando programmi veri. Qualificarsi per la Champions, magari fare qualche turno in Europa League in caso di eliminazione e si lucidano i bilanci. Ma così si vivacchia.
CdS
STADI. Un esempio evidente di questa mentalità a bassa intensità è il caso degli stadi. L’Italia è nettamente in ritardo, negli stadi di proprietà e quindi nei ricavi. Al primo posto c’è il Barcellona con il Camp Nou (144,8 milioni di euro), poi il Real Madrid con il Santiago Bernabeu(143,4) mentre al terzo gradino del podio troviamo l’Old Trafford (119,5). La Juventus con Allianz Stadium è al tredicesimo posto (51,2), ravvicinati gli altri tre club italiani nella top venti, dal quindicesimo in poi: San Siro (36,9), Olimpico-Roma (35,4), San Siro-Inter (35,3). E' evidente a tutti l’importanza dello stadio, ma la Juve, costruendosi il suo, ha prodotto un doppio danno alle rivali. Uno tecnico, basta consultare i risultati allo Stadium. Uno strutturale. Madama ha trovato un solido e vantaggioso accordo con il comune di Torino. Gli altri club vogliono condizioni simili. Ma così non si va avanti. La burocrazia è un bell’alibi per restare indietro, al di là delle difficoltà effettive. Quest’anno il campionato, con Zaniolo, Barella, Kean su tutti, ha offerto delle belle novità. Se la Juventus prende Ronaldo, la si può contrastare anche creando dei campioni. TIFOSI. Già, proprio loro. Spesso parlano del calcio italiano come se fossero semplici osservatori. Eppure anche loro, con i loro comportamenti, dovrebbero contribuire a far salire il livello delle squadre che vogliono fermare la Signora Omicidi. Sono convinti di avere più diritti che doveri, sovente danneggiano i loro club con le loro azioni. E pensano che la società debba sostenere loro, non il contrario. E non parliamo solo delle curve. In Italia più il tifoso è ricco e potente e meno pensa di dover pagare. Lo stadio, per lui, è un luogo frequentare ottenendo un biglietto con buffet annesso e da cui andarsene rapidamente. Anche qui si sta muovendo qualcosa, ma lo stadio, in Italia, non è ancora una casa.
Fonte: Il Corriere dello Sport CITAZIONE Eriksson: "Senza voler togliere niente ai grandi meriti della Juventus, il campionato parte e già sappiamo come andrà a finire, chi lo vincerà, e questo non è bello"
Sven Goran Eriksson, ex allenatore - tra le altre - della Lazio dello scudetto del 2000, ha parlato al Corriere dello Sport del momento che sta vivendo la Serie A: "La Juve è forte, molto forte, ha una grande squadra e una grande struttura societaria. Non si può che farle i complimenti e dire bravi ai suoi dirigenti, allenatore e giocatori, ma è un peccato per il calcio italiano. Ormai è diventata una routine, quasi una noia. Senza voler togliere niente ai grandi meriti della Juventus, il campionato parte e già sappiamo come andrà a finire, chi lo vincerà, e questo non è bello. Vuole mettere quando in Italia le squadre che potevano vincere lo scudetto erano quattro o cinque? Il Milan, l'Inter, la Roma, il Napoli, la Lazio. Con una Juventus così forte, quasi imbattibile in Italia, il calcio italiano perde di interesse. Guardi cosa succede in Premier League, che a oggi è di sicuro il campionato più affascinante che c'è: una volta vince il Manchester City, una volta vince il Manchester United, una volta vince il Chelsea e una volta vince anche il Leicester di Claudio Ranieri. La Premier è più coinvolgente ed emozionante del campionato italiano". SU RONALDO - "Non mi sarei mai aspettato che Ronaldo arrivasse in Italia. E quando come squadra sei scelta da Cristiano Ronaldo, vuol dire che hai un grande fascino. La Juventus ora questo fascino ce l'ha addosso e il colpo che ha fatto è da grande società. E forse è solo il primo, se continuerà di questo passo. L'anno buono per la Champions League? Andrà in semifinale e poi se la giocherà con Barcellona, Manchester City e Liverpool, ma chi ha Messi e Cristiano Ronaldo ha qualcosa in più".
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