Il Salotto Bianconero

Il Bar dello Sport 01/12/2017 - 31/01/2018

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PAG Posted on 2/12/2017, 19:22     +1   -1
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CITAZIONE (Fireball: @ 2/12/2017, 17:52) 
Ieri, strano ma vero, l'intervista post partita di Sarri è stata degna di nota. Una cosa in particolare la detta su Higuain e fa: "se avessimo avuto Gonzalo, probabilmente sarebbe finita diversamente". In pratica ha smontato tutti quei giornalisti che lo inneggiano a grande profeta del calcio, con il suo bel gioco e con il concetto che la squadra vale più dei singoli.

Mica tanto hai sentito che ha detto a Premium?

"Loro hanno 90 milioni in meno, ma 3 punti in più" "Il Napoli non può competere con questi club che hanno questo fatturato come Roma, Inter e Juve.." Etc etc

 
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PAG Posted on 2/12/2017, 19:40     +1   -1
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Spalletti: "Sarri dice che non fare le coppe è un altro sport? La Juve fa il suo stesso sport e con le coppe ha vinto 6 campionati di fila. Se vuole arrivi settimo così non le fa, e vediamo se si diverte..."
 
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PAG Posted on 2/12/2017, 20:01     +1   -1
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"Abbiamo concesso 2/3 ripartenze in tutta la partita" peccato che ci sia stato il gol e due miracoli di Reina, per nn parlare dell'occasione di Benatia.
Ma va bene cosi, continuino a ragionare cosi.
 
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PAG Posted on 2/12/2017, 20:39     +1   -1

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Ragazzi per loro è una botta bella forte.

Non so come andrà a fonire questo campionato, ma facciao sempre paura
 
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PAG Posted on 2/12/2017, 20:41     +1   -1
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..ma chi vi si incula..

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la botta definitiva arriverà con il passaggio dalla cl alla el
 
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PAG Posted on 2/12/2017, 22:11     +1   -1
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CITAZIONE (1979 @ 2/12/2017, 20:41) 
la botta definitiva arriverà con il passaggio dalla cl alla el

Pare che Guardiola voglia mettere le riserve perché ha il derby. :.doh:
 
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PAG Posted on 2/12/2017, 22:59     +1   -1
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PAG Posted on 3/12/2017, 09:41     +1   -1

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Se nelle ultime settimane non ho scritto è solo perchè, sinceramente, mi sembravo un disco rotto.
De Sciglio, Matuidi, Mandzukic, poca tecnica, blablabla, insomma, tutte critiche che poi, una di più, una di meno, si sono rilevate abbastanza corrette anche nelle due partite successive contro 11 ragazzi che si erano comprati tutti la maglietta del Barcellona (Perchè quello NON era il Barcellona) e contro il Crotone.
Negli ultimi 270 minuti prima di venerdì sera avevo visto, sinceramente, una squadra con un'encefalogramma piatto: giocatori senza grandi motivazioni e quasi imbolsiti, allenatore che per sistemare una cosa ne rovinava altre 100, chi più ne ha più ne metta.
Il ritorno della difesa a 3 cavolo, se mi avessero detto che il 2017 sarebbe finito così, dopo la sfida con la Lazio dello scorso anno, non ci avrei creduto.
Poi, venerdì sera.
Forse le migliori sceneggiature della storia dl calcio hanno bisogno di una preparazione corretta, di una fase di seeding (Si dice così in inglese, no?) per creare la giusta catarsi nel momento decisivo, e forse Allegri e con lui i nostri 11 ragazzi lo sapevano: 1-0 al San Paolo, gol di Gonzalo Gerardo Higuain, già queste poche parole, da sole, sarebbero degne di un Oscar (Anzi, di una Coppa Volpi, facciamo un po' gli hipster).
Ma la partita...signori, è come è andata la partita che rende questi 3 punti davvero speciali: un senso di dominio impressionante, l'impressione era quella di vedere degli dei che si divertivano come fanno i toreri con la povera bestia, portandosi gli avversari a un palmo dalla propria faccia e poi punendoli, con precisione chirurgica.
Il gol è un capolavoro del calcio: se le reti di Gonzalo contro il Milan di quest'anno e contro Roma e Torino dello scorso andrebbero esposte in un museo di arte performativa, quella di venerdì sera (E la prima contro il Monaco in semifinale, non scordiamocela!) andrebbero messe in un museo del calcio, a testimoniare che il concetto di flow non è ad uso esclusivo del basket e che, forse, sono solo manifestazioni immanenti di coscienze superiori (Bergson ha vinto un Nobel pè di sta cosa, se ci pensate).
La sensazione è stata di vedere una squadra dilagare: il punteggio è bugiardo perchè potevano esser di più, e solo un Reina particolarmente fortunato ha, secondo me, evitato una disfatta assai più pesante.
Ma infondo, a che serviva: le azioni parlano in maniera chiara ed inequivocabile, e vincere così, 1-0 in casa di chi esulta per il go del 6-0 contro il Benevento, vale più di mille poemi.
Tatticamente, l'intuizione di Matuidi finto esterno offensivo è meravigliosa: un colpo di genio davvero da premio Nobel, tanto per restare in tema, con questo ibrido che sconquassa del tutto la tattica così deterministica di Maestro Sarri.
Certo, l'interprete rimane mediocre, e il sottoscritto non può che augurarsi di vedere qualcun altro al suo posto (Vi ricordate quando, qualche tempo fa, il mister disse che Bernardeschi avrebbe potuto fare anche la mezzala? Chissà...), ma dal punto di vista tattico è una mossa semplicemente geniale.
Un ibrido che non è un guazzabuglio, ma è davvero l'essenza di entrambi gli schemi coniate in un unico credo calcistico.
Meraviglioso.

Purtroppo il futuro non posso prevederlo e, anche solo per onestà intellettuale, credere che i nostri problemi siano stati spazzati via come i difensori del Napoli superati sistematicamente da Douglas Costa non mi sembra corretto: la squadra ha una serie di equivoci, perchè Pjanic e Sandro non stanno rendendo come dovrebbero, perchè nonostante la GRANDE partita di De Sciglio, anche dal punto di vista tecnico, non può diventare Dani Alves nel corso di una nottata, perchè fisicamente c'è qualcosa che non va, e mi sembra ovvio (Pjaca va per gli 8 mesi per un crociato, ndr), e così via.
Però venerdì, per 90 minuti, mi sono dimenticato di tutto questo.
Venerdì ho avuto la stessa sensazione che ebbi vedendo quell'ormai celeberrimo Juventus - Lazio del 22 Gennaio: "Questa è una squadra da finale di Champions".
Non so, non posso sapere il futuro: magari è stato solo un colpo di coda che da più dignità alla fine di un'epoca (E, anche in quel caso, sarebbe apprezzatissimo, perchè abbiamo mandato il calcio partenopeo indietro nel tempo di 5 anni buoni), oppure è stata la svolta, o più semplicemente è stato solo un episodio, comunque meraviglioso, all'interno di un cammino ancora lungo, in cui c'è ancora molto da dire.
Per ora, però, credo sia giusto fare una sola cosa: godere.
Gonzalo Gerardo Higuain, al San Paolo, con una mano fratturata: Napoli 0, Juventus 1. Meraviglioso.
 
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PAG Posted on 3/12/2017, 10:09     +1   -1
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GdS: "Allegri il trasformista: ha creato una Juve-camaleonte. La capacità di cambiare pelle appartiene a tutte le sue Juventus, soprattutto a questa"


Di certo quella del San Paolo, è stata la sua vittoria, quella di Max il trasformista: da quattro stagioni compone e scompone, mescola e rimescola, inventa quando serve e, in generale, «normalizza» tutto. I momenti di esaltazione, come venerdì sera, e le cicliche Aver sigillato e punto insieme, aver portato costantemente il Napoli a crossare in maniera sterile, neanche fosse l’Italia di Ventura: il risultato è figlio di un elaborato progetto del tecnico livornese. Del resto, la capacità di cambiare pelle appartiene a tutte le sue Juventus, soprattutto a questa più camaleonte delle altre. Allegri è partito con i cinque violini, lo spartito che l’anno prima l’aveva portato a suonare perfino a Cardiff. Ma, giornata dopo giornata, si è accorto che tenere così tanti giocatori d’attacco non era più sostenibile senza tutta la squadra al top. Mandzukic in primis: il croato era l’elemento decisivo per conservare il 4-2-3-1 doc, quello iper-offensivo ma equilibrato della scorsa stagione. Le perdite dietro sono state superate negli ultimi tempi con la difesa a tre, una vecchia coperta calda: sia contro i marziani del Barcellona sia contro l’umanissimo Crotone si è scelto qusto assetto, con una mediana a quattro e due folletti dietro al centravanti. Napoli, però, ha segnato una svolta, un passo avanti (ma non definitivo) nel processo di costruzione dell’Allegri IV: decisivo l’inserimento di Matuidi, una zanzara per gli azzurri. In fase offensiva ha assaltato come fosse Mandzu nel solito 4-2-3-1, ma si è spesso allargato a sinistra in mediana per un 4-4-1-1 difensivo: così Max ha insinuato dubbi, tolto certezze negli uomini di Sarri. Così ha fatto da mentore a Mattia De Sciglio, che si è ormai calato nella parte: la fascia destra della Juve è ormai cosa sua. Più difficile convincere Douglas Costa a ripiegare dopo uno slalom, ma Max il trasformista ha creato le condizioni perché ciò accadesse. In fondo, è sempre questione di tattica perché, sì, Allegri ne sa. Tanto.

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Fonte: La Gazzetta dello Sport

CITAZIONE
GdS:"Higuain con vista Champions. Il Mostro ha fame e la Juve sorride. Il Pipita carico a 1000, tanta voglia di vincere e un figlio in arrivo"

Ha abbattuto il «suo» Napoli, ispirando i compagni dopo l’operazione alla mano Martedì obiettivo Olympiacos: «L’impresa di venerdì è una scarica di adrenalina. L’ aggettivo mostruoso è una delle ultime parole pronunciate nella pancia del San Paolo. Gonzalo Higuain lo appiccica al campionato («Vincere questo scudetto sarebbe mostruoso»), ma è perfetto anche se riferito a se stesso. Mostruoso per prestazione, forza di volontà e personalità. Uno che «tiene huevos», per dirla nella sua lingua, perché ci vogliono gli attributi, e parecchi, per rispondere così alla solita pioggia di fischi e insulti del pubblico del San Paolo. «Ho ancora l’adrenalina addosso — ha raccontato nella notte di Napoli — il dolore alla mano non lo sento». La rabbia messa in campo però ha già lasciato il posto alla serena consapevolezza che la Juventus è tornata e che non ha intenzione di abdicare. Higuain è il totem della Signora e l’uomo del momento: altro che sovrappeso e in crisi, Monster Pipita sa sempre stupire. Mai visto Higuain così disteso dopo una partita, che sorride di gusto quando, poco prima di salire sul pullman, gli viene mostrata la sua statuina da presepe con la mano fasciata, ultima trovata dei napoletani. Lui è già oltre, pensa alla Champions e alla prossima sfida scudetto. «Questo successo sarà una grande spinta per qualificarci agli ottavi martedì con l’Olympiacos e per giocare per il vertice contro l’Inter. E’ stata la Juventus più umile di sempre. Il rimpianto è di non aver giocato così da squadra dall’inizio della stagione. Higuain ha segnato 7 gol nelle ultime 7 partite giocate tra campionato e Champions. Sempre tranne che nell’ultima di Coppa con il Barcellona (con doppietta al Milan). All’Olympiacos ha fatto gol all’andata allo Stadium, quando finì 2-0. E’ l’unico marcatore stagionale juventino in una trasferta di Champions (sua la rete del preziosissimo pareggio con lo Sporting). «Questa squadra gioca sempre le partite importanti con la giusta tensione», ha detto Higuain. Atene troverà uno stadio molto caldo, dove perse nel 2014. Esattamente le situazioni in cui il Pipita si esalta: l’anno scorso fece doppietta al Monaco in semifinale di Champions e finora in Coppa con la Juve ha segnato più in trasferta (4) che in casa (3). Higuain diventerà papà in primavera. Lara, la sua compagna (che giovedì ha accompagnato Gonzalo a Vinovo) aspetta un figlio.

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Fonte: La Gazzetta dello Sport

CITAZIONE
GdS: "L’appello di Barzagli e il gruppo è rinato. Chi non aveva capito ancora cosa fosse la Juve, se n’è accorto sentendo la voce ferma del senatore"

Giovedì a Vinovo, nel mezzo di una settimana piena di spifferi inattesi, un senatore ha voluto prendere la parola. Non Gigi Buffon, capitano coraggioso di mille battaglie, ma uno che è stato quasi sempre accanto a lui nelle tormente nella buona e nella cattiva sorte: Andrea Barzagli. Chi non aveva capito ancora cosa fosse la Juve, se n’è accorto sentendo la voce ferma e il tono determinato. Il difensore, che al San Paolo non è partito dall’inizio e si è unito alla trincea solo alla fine, ha parlato davanti a tutti i compagni, fermi in religioso silenzio. E ha battuto sul concetto-cardine: il gruppo. Sei lettere attorno a cui le ultime sei Juventus, di cui Barzagli è stato protagonista, hanno costruito questo lungo dominio. Parole pesate proprio mentre fuori dallo spogliatoio rimbalzavano ricostruzioni su presunte fratture tra italiani e sudamericani: Barzagli, invece, ha insistito sull’importanza di stare uniti. Perché dopo Napoli tutto sarebbe potuto cambiare. Se c’era un momento giusto per compattare la compagnia, era questo: il numero 15 ha insistito sull’importanza della notte napoletana, sulla necessità di lanciare un segnale ai rivali riempiti di complimenti dalla critica. Un modo per preparare tutti a una certa sofferenza contro i diavoli di Sarri, ma poi la sfida è andata perfino meglio: mai i bianconeri hanno davvero sofferto. Evidentemente, certi concetti si sono piantati nella testa: la squadra ha mostrato il ghigno dei bei tempi, quello che Barzagli conosce bene.

Fonte: La Gazzetta dello Sport

CITAZIONE
Il Messaggero: "La Grandezza di Allegri umilia la presunzione di Sarri". Il Giornale: "Allegri, sempre sulla graticola dei tifosi juventini"
ilmessaggero-03allegrzdar0
Fonte: Il Messaggero

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Fonte: Il Giornale

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GdS, Spalletti:"Vogliamo arrivare nella tana della Juventus in palla e rimanere gli unici imbattuti. Allegri ha la squadra più attrezzata e lui lo sa"

Quando le big vincono bisogna mantenere il passo, quando perdono bisogna approfittarne. Se facciamo un'amichevole serve vincere per guadagnare in sicurezza. Insomma, bisogna vincere e basta». Vincere per restare l'unica imbattuta in Serie A. Vincere contro il Chievo, per arrivare psicologicamente in palla fra sei giorni nella tana della Juve. Vincere poi perché in un torneo simile potrebbe costare alla lunga carissimo lasciare punti per strada contro le cosiddette mediopiccole. Questo c'è nella testa di Spalletti, che in ogni modo non alza scudi di prudenza di fronte ai sogni di un popolo che stasera vuole solo tornare a guardare tutti dall'alto verso il basso, una rarità dal dopo Mourinho in poi."Siamo forti, e lo faremo vedere". Sono straconvinto che non riperderemo per strada quel che abbiamo costruito». Allegri parla di Inter da scudetto, «ma sa benissimo che la più forte è la Juve. Lo dico fin dall'inizio, Max ha la squadra più attrezzata, ed è uno che sa assumersi le giuste responsabilità, non può pensarla in maniera diversa. A Napoli i bianconeri hanno fatto vedere con quale personalità sanno affrontare certe gare». Quindi si passa a Sarri, secondo il quale è un altro sport giocare una sola gara alla settimana. «Se Sarri vuole provare, arrivi pure settimo e giochi un altro sport. Noi vorremmo invece giocare sempre tre o quattro partite a settimana...».

Fonte: La Gazzetta dello Sport
 
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PAG Posted on 3/12/2017, 12:28     +1   -1
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CITAZIONE ("LPG" @ 3/12/2017, 09:41)
Se nelle ultime settimane non ho scritto è solo perchè, sinceramente, mi sembravo un disco rotto.
De Sciglio, Matuidi, Mandzukic, poca tecnica, blablabla, insomma, tutte critiche che poi, una di più, una di meno, si sono rilevate abbastanza corrette anche nelle due partite successive contro 11 ragazzi che si erano comprati tutti la maglietta del Barcellona (Perchè quello NON era il Barcellona) e contro il Crotone.
Negli ultimi 270 minuti prima di venerdì sera avevo visto, sinceramente, una squadra con un'encefalogramma piatto: giocatori senza grandi motivazioni e quasi imbolsiti, allenatore che per sistemare una cosa ne rovinava altre 100, chi più ne ha più ne metta.
Il ritorno della difesa a 3 cavolo, se mi avessero detto che il 2017 sarebbe finito così, dopo la sfida con la Lazio dello scorso anno, non ci avrei creduto.
Poi, venerdì sera.
Forse le migliori sceneggiature della storia dl calcio hanno bisogno di una preparazione corretta, di una fase di seeding (Si dice così in inglese, no?) per creare la giusta catarsi nel momento decisivo, e forse Allegri e con lui i nostri 11 ragazzi lo sapevano: 1-0 al San Paolo, gol di Gonzalo Gerardo Higuain, già queste poche parole, da sole, sarebbero degne di un Oscar (Anzi, di una Coppa Volpi, facciamo un po' gli hipster).
Ma la partita...signori, è come è andata la partita che rende questi 3 punti davvero speciali: un senso di dominio impressionante, l'impressione era quella di vedere degli dei che si divertivano come fanno i toreri con la povera bestia, portandosi gli avversari a un palmo dalla propria faccia e poi punendoli, con precisione chirurgica.
Il gol è un capolavoro del calcio: se le reti di Gonzalo contro il Milan di quest'anno e contro Roma e Torino dello scorso andrebbero esposte in un museo di arte performativa, quella di venerdì sera (E la prima contro il Monaco in semifinale, non scordiamocela!) andrebbero messe in un museo del calcio, a testimoniare che il concetto di flow non è ad uso esclusivo del basket e che, forse, sono solo manifestazioni immanenti di coscienze superiori (Bergson ha vinto un Nobel pè di sta cosa, se ci pensate).
La sensazione è stata di vedere una squadra dilagare: il punteggio è bugiardo perchè potevano esser di più, e solo un Reina particolarmente fortunato ha, secondo me, evitato una disfatta assai più pesante.
Ma infondo, a che serviva: le azioni parlano in maniera chiara ed inequivocabile, e vincere così, 1-0 in casa di chi esulta per il go del 6-0 contro il Benevento, vale più di mille poemi.
Tatticamente, l'intuizione di Matuidi finto esterno offensivo è meravigliosa: un colpo di genio davvero da premio Nobel, tanto per restare in tema, con questo ibrido che sconquassa del tutto la tattica così deterministica di Maestro Sarri.
Certo, l'interprete rimane mediocre, e il sottoscritto non può che augurarsi di vedere qualcun altro al suo posto (Vi ricordate quando, qualche tempo fa, il mister disse che Bernardeschi avrebbe potuto fare anche la mezzala? Chissà...), ma dal punto di vista tattico è una mossa semplicemente geniale.
Un ibrido che non è un guazzabuglio, ma è davvero l'essenza di entrambi gli schemi coniate in un unico credo calcistico.
Meraviglioso.

Purtroppo il futuro non posso prevederlo e, anche solo per onestà intellettuale, credere che i nostri problemi siano stati spazzati via come i difensori del Napoli superati sistematicamente da Douglas Costa non mi sembra corretto: la squadra ha una serie di equivoci, perchè Pjanic e Sandro non stanno rendendo come dovrebbero, perchè nonostante la GRANDE partita di De Sciglio, anche dal punto di vista tecnico, non può diventare Dani Alves nel corso di una nottata, perchè fisicamente c'è qualcosa che non va, e mi sembra ovvio (Pjaca va per gli 8 mesi per un crociato, ndr), e così via.
Però venerdì, per 90 minuti, mi sono dimenticato di tutto questo.
Venerdì ho avuto la stessa sensazione che ebbi vedendo quell'ormai celeberrimo Juventus - Lazio del 22 Gennaio: "Questa è una squadra da finale di Champions".
Non so, non posso sapere il futuro: magari è stato solo un colpo di coda che da più dignità alla fine di un'epoca (E, anche in quel caso, sarebbe apprezzatissimo, perchè abbiamo mandato il calcio partenopeo indietro nel tempo di 5 anni buoni), oppure è stata la svolta, o più semplicemente è stato solo un episodio, comunque meraviglioso, all'interno di un cammino ancora lungo, in cui c'è ancora molto da dire.
Per ora, però, credo sia giusto fare una sola cosa: godere.
Gonzalo Gerardo Higuain, al San Paolo, con una mano fratturata: Napoli 0, Juventus 1. Meraviglioso.

la metafora del torero calza perfettamente..
 
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PAG Posted on 3/12/2017, 13:34     +1   -1
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Non hanno ancora imparato niente

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3 dicembre 2017

di Massimo Zampini



E’ stata una settimana particolare, come tutte le settimane che precedono i match contro le nostre innumerevoli rivali storiche. Ora ci aspetta quella pre Inter, poi ci sarà quella che precederà il Bologna, per arrivare a Natale con l’attesa del match con la Roma. A quel punto si ricomincia con l’anno nuovo con la Fiorentina, il Torino e così via. Tutte squadre che ci inquadrano come la “competitor” di sempre, l’avversario da battere, il nemico da sconfiggere. Quasi sempre a nostra insaputa.

Stavolta era il turno del Napoli, già candidato da inizio anno allo scudetto, primo in classifica, imbattuto, con la solita mezza Italia a sperare nel crollo definitivo della Juve, nel passaggio di consegne tanto atteso. Quello con la rivalità più antica, dobbiamo riconoscerlo, visto che a quanto pare risale a oltre 150 anni fa, più di 30 prima che nascesse la Juve; altro che go’ de Turone, quello è roba di ieri.



Ed è stata una settimana divertente, dobbiamo riconoscerlo.

Dopo mesi passati a incensarne il “bel gioco”, a celebrarne le sconfitte europee in quanto comunque giunte dopo partite ben disputate, fiumi di retorica su cosa voglia dire la squadra per la città, la città per la squadra, lo scudetto per la squadra e la città, la squadra e la città per lo scudetto, collegamenti in ogni trasmissione con attori, scrittori, artisti, ex giocatori, speciali sul “sarrismo”, alla fine si è scesi in campo.

E abbiamo vinto noi, è vero, ma non è questo l’aspetto più divertente o sorprendente.



Certo, è stata una gioia vedere la squadra così compatta, il gruppo unito, Higuain carico al massimo prima, durante e dopo la partita, il gol decisivo del Pipita; scoprire ancora una volta che si può avere il 67% del possesso palla, l’87% di supremazia territoriale (cit.), fare 21 tiri a 7 per ritrovarsi non solo con 0 punti, non solo con 0 reti, ma anche con pochissime occasioni, contro il gol e le altre 2 o 3 clamorose degli avversari, i quali evidentemente al loro umile e misero 13% di supremazia sanno dare un senso ben più profondo; svegliarsi con una classifica cortissima, a un punto dal sarrismo, dopo essersi avvicinati al match con lo spauracchio del meno 7 presagito (e auspicato) un po’ ovunque; dimostrare ancora una volta che se hai una rosa profonda e lo spirito giusto non contano assenze già previste, defezioni dell’ultimo minuto o recuperi miracolosi di giocatori non al massimo; constatare che i tuffi in area in partite così possono pagare una volta con Bergonzi ma poi almeno per dieci anni non valgono più, Var o non Var; che la Juve è ancora in grado di vincere incontri complicati, contro squadre molto forti, se ritrova la sicurezza e la convinzione persa in quel secondo tempo di qualche mese fa; che i tifosi contano, certamente, ma anche in 56000 (56001, col cuore azzurro Salvini) contro 0 non è detto che si vinca, se gli altri si dimostrano più concreti e concentrati.

E anche tante altre storie, perché avevamo bisogno di una serata così, da Juve, con risposta sul campo a qualche passo falso di troppo e soprattutto alle chiacchiere e alla retorica dilagante.



Eppure, la parte più incredibile della vicenda è stata un’altra.



Ciò che mi lascia sbigottito, ogni volta, è che non lo capiscono mai, i non juventini, quale sia da sempre l’unico modo di caricare al massimo la Juve e alcuni suoi campioni: fare proclami, alimentare polemiche sul nulla, aumentando così il livello di tensione.

Lo sanno i milanisti, che da quando hanno cominciato la lagna sul gol di Muntari, asserendo che la Juve fosse ancora in corsa grazie a quello, hanno perso punti ovunque, mentre la squadra di Conte era sempre più carica. Lo sa la Roma di Garcia, con i suoi proclami post 3-2 come “stasera ho capito che vinceremo lo scudetto” o le profezie di De Sanctis sulla Juve “stranamente” fragile in Europa, salvo dopo due giorni prendere 7 gol in casa dal Bayern mentre i bianconeri faranno fuori perfino il Real, arrivando in finale. Lo sa quella di Zeman, che torna dopo tanti anni, si rimette a parlare di noi, della squalifica di Conte, di quanti scudetti dovremmo avere e dopo mezz’ora è già sotto 3-0.

Lo dovrebbero sapere un po’ tutte, ricordando le risatine sulla Juve post Sassuolo, i mille articoli sui campioni a ottobre ormai fuori dal giro scudetto, i flop player acquistati sul mercato e così via.



Oh, non ci si crede: non lo hanno ancora capito. In una settimana (corta, perché finiva il venerdì) sono riusciti a combinarne di tutti i colori.



Il miliardo di pronostici, con la Juve che “rischia tutto”, il “confronto impari”, le “legnate sui denti”, il Napoli più forte e più bello. Faccio perfino una brutta figura (cit.), non augurando a Koulibaly di vincere la partita, come tutta Italia vorrebbe, e chiedendogli se avere contro Higuain, piuttosto che Mandzukic, cambierebbe qualcosa. “No”, risponde lui secco, “noi giochiamo sempre allo stesso modo e non cambia chi abbiamo di fronte”. Sarà…

Ma fin qui va beh, sono anche previsioni e risposte di circostanza.



Ecco che arrivano i pronostici illustri, quelli belli, quelli dall’interno, come De Laurentiis senior con il suo “vinca il migliore, cioè il Napoli” e De Laurentiis junior, il quale, saputo del forfait di Higuain, commenta convinto “era meglio averlo sul campo”, e anche qui ok, pare pure sportivo, ma non gli basta, sente di non avere detto abbastanza, di essere stato troppo cauto e vuole completare il ragionamento: “per dargli 4 gol”.



Ottimi presagi, ma manca qualcosa: la polemica, la voce incontrollata, lo spiffero.

Come spesso accade, ci pensa Dagospia: nello spogliatoio Juve c’è stata una rissa e tre stranieri (non è specificato se di origine caucasica o meno, l’unica certezza è che non siano nati nel nostro Paese) hanno chiesto la cessione a gennaio.

Chi?

Quando?

Come?

Dove?

Perché?

Manca tutto, ma in un momento delicato, a tre giorni dalla partita che rovescerà l’insopportabile status quo del calcio, conta il verosimile, mica i dettagli. Quindi come non tuffarcisi a pesce, cari illustri siti di quotidiani online senza la benché minima verifica? Ma figurati, è una chance colossale ed ecco che, tempo 3 minuti, la notizia fa il giro dell’universo. E’ ormai certa, confermata, la riportano tutti i siti. Anzi, chi saranno quei tre? Lo spogliatoio è una polveriera.



A questo punto c’è già la quasi garanzia di averci caricato al meglio.

E invece no, non basta ancora: lo stadio di Napoli ingaggia la sua personale guerra con Higuain sin dal riscaldamento, con lui che si carica ulteriormente, chiede di cantare, fischiare e insultare ancora, fa da direttore d’orchestra e loro non si fanno pregare.



Adesso sì, c’è proprio tutto. Possiamo cominciare.

E quando “il numero nove della Juve”, vatti a ricordare il nome, ci porta in vantaggio, si fa strada la netta sensazione che la serata sarà di quelle che piacciono a noi.

Perché la Juve è compatta e concentrata come non succedeva da un po’.

Perché “il numero nove” è carico come gli accade soprattutto in quello stadio.

Perché, anche se pare incredibile, non hanno imparato niente nemmeno stavolta.



Juventibus
 
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Se per il Milan doveva essere una finale di Champions, direi che è stata decisamente quella di Istanbul.
Incredibile
 
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intanto clamoroso a Benevento, il portiere segna il 2 a 2 e regala il primo punto! :.uah:

CITAZIONE (Alexm88 @ 3/12/2017, 14:32) 
Se per il Milan doveva essere una finale di Champions, direi che è stata decisamente quella di Istanbul.
Incredibile

:rofl:
 
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Io non ci credo ragazzi. Sto ridendo ancora :rofl:

Ma poi il gol di Brignoli ex Juve pure e Puscas ex Inter. No è tutto così bello e assurdo :haha: :haha:
 
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"Se è porno tolgo" cit.

 
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