Grazie Napoli, per averci fatto tornare Juve
di Sandro Scarpa
1 dicembre 2017
Grazie Napoli, per averci accolto tra i soliti cori, mortaretti, odio, schieramento militare, pullman anonimo e hotel blindato.
Grazie perché dopo 26 vittorie consecutive in A e col gioco più bello d’Europa ci hai fatto ancora capire cos’è la Juve, come sa difendersi come nessuno in Europa negli ultimi anni, come si vincono gli Scudetti, come si rivincono, con l’umiltà, l’attenzione, la cattiveria, la lucidità mostruosa in non possesso.
Grazie perché questa volta non c’era la scaramanzia, non c’erano gli amuleti e i cornetti, perché eri superiore, come l’anno scorso, come due anni fa, insomma, pompata da tutta la stampa stufa di un dominio Juve di sei anni, questa volta eri più forte. Si è visto, come no, ti abbiamo fatto attaccare per 90 minuti facendoci il solletico e noi siamo usciti 3 volte, con un gol e due miracoli di Reina.
Grazie perché dopo il doloroso sogno Champions ancora una volta morto solo all’ultima delle albe, ci hai rimesso dentro quella voglia matta di rincorrere, di ritornare a mettere la testa bassa e puntare avanti, inseguire chi usurpa un posto che per noi era quasi diventato scontato, troppo facile, quasi noioso, e invece…
Grazie perché ancora adesso, dopo aver battuto la testa contro il muro per la quinta volta di fila, Sarri continua a snocciolare dati sul possesso, sulla supremazia, continuando a non capire che sei il migliore se sai variare, se sai adattarti all’avversario, se sai essere bravissimo sia quando sei martello che quando sei incudine, e non continuando a fare gli stessi identici schemi e poi andare a secco appena un allenatore ti toglie la profondità (Allegri, come Spalletti, ma anche Maran).
Grazie perché ci hai fatto riscoprire il gusto dell’essere rocciosi, compatti, solidi e lì davanti feroci, guizzanti, tecnici e fatali. Averci fatto riscoprire di essere la Juve, anche in giallo contro grigio e non bianconero. Grazie perché è la terza gara che non becchiamo gol, proprio in casa della squadra dal belgioco offensivo, di averci fatto capire come Chiellini&Benatia possono essere implacabili come Chiellini&Bonucci, che Asamoah è un giocatore ritrovato e che De Sciglio comincia a commettere un po’ meno errori rispetto a quelli che temevamo.
Grazie perché hai fatto capire, a molti dei nostri, che Allegri è un mister che ha vinto 2 volte al San Paolo dopo 10 anni in cui non si vinceva, e che è uno dei pochi al mondo che varia a 3, 4, 5, attacco, difesa, che ironizza e smorza in pre-partita, che parla di Napoli come “buon test per l’Olympiacos“. Che a volte non ci fa esaltare. Ma lo fa quasi sempre, alla fine delle gare.
Grazie soprattutto perché hai esultato alla mano rotta di Higuain. Hai esultato perché sapevi che non avresti affrontato il tuo incubo peggiore. E poi lo hai sbeffeggiato a quel punto, dicendo che era un vigliacco, che aveva paura del San Paolo (ma in realtà ti aveva già zittito). Grazie perché hai scritto in modo buffonesco “Peccato non ci sia, avrei voluto fargli 4 gol“. Grazie perché quando hai saputo che avrebbe giocato, con una voglia matta, anche dopo 3 giorni da un intervento, anche col dolore, hai provato un brivido di angoscia, ma hai continuato a dire “meglio così, Mandzukic era più in forma“.
Grazie perché hai fischiato il nostro 9, in 60.000, in modo assordante, dal primo istante, nel riscaldamento e hai continuato in modo incessante, finché non è accaduto quello che sapevamo già tutti, tu in primi:
col il numero 9, ha segnato…Gonzalo Higuain, GONZALO HIGUAIN!!
Infine, grazie perché al fischio finale, quando abbiamo vinto in casa della squadra che continua ad essere la capolista, il nostro capitano, con parole naturalissime ha detto: “No, non gioisco tanto perché siamo solo 2°, anzi, domani probabilmente saremo 3°. Ecco…”
Ecco. Grazie per averci rimesso dentro quella voglia di essere famelica e vincente.
Grazie perché adesso, siamo tornati. E’ tornata la Juve!
Juventibus