| CITAZIONE GdS:"Dybala, sabato per 30' si sono riviste “gamba” e guizzi. Il calo seguente è in parte imputabile alla forma non perfetta.Prossima occasione non tarderà: nel derby tocca a lui"
La seconda stella della squadra, non torna a brillare. Ci sono motivazioni di varia natura: tattica, psicologica, fisica. Le ultime sono state le più esplorate e credibili nelle scorse settimane. Ha cominciato la stagione rincorrendo per l’infortunio alla coscia. Poi sono arrivati l’infezione urinaria e gli antibiotici: allenamenti a singhiozzo, partite saltate, forma tutta da ritrovare. Ora però Paulo è a disposizione da un mese abbondante, in cui è stato reinserito gradualmente, anche perché l’esplosione del “Moraldo” non induceva alla fretta. Sabato per 30 minuti si sono riviste “gamba” e guizzi. Il calo seguente è in parte imputabile alla forma non perfetta.
Il numero 10 in questo inizio di stagione ha faticato spesso, se non in ogni partita, a trovare la giusta posizione in campo. Pur partendo dalle stesse zolle di sempre, la voglia di toccare palloni lo induce spesso a rientrare verso la metà campo, ad allontanarsi da quell’area dove potrebbe essere più decisivo. Lontano dalla porta anche il quasi 90% di passaggi riusciti non sono decisivi. Con l’ingresso di Kulusevski, che partendo da destra si accentrava, il 10 ha finito per spostarsi all’ala destra: meccanismi da oliare. C’è poi anche una componente psicologica, la necessità del giocatore di sbloccarsi e tornare a sentirsi decisivo come prima dell’infortunio che ne ha chiuso in anticipo la scorsa stagione. I gol al Ferencvaros, non sono bastati a far scattare la convinzione del «sono tornato». La prossima occasione non tarderà, sabato nel derby senza Morata tocca ancora a lui. Sembra un buon contesto, per tirarsi fuori “dal pozzo” e ritornare ai livelli che conosciamo.
La Gazzetta dello Sport CITAZIONE Juventus-Dinamo Kiev, mercoledì ore 21. GdS:"Ritorna Bonucci. La difesa in stato emergenziale recuperare pedine. Possibile convocazione di Chiellini. Attacco: ritorna CR7"
A Benevento era fra i più attivi di un’attivissima panchina: fra le urla del vice allenatore Baronio e i richiami di Pirlo si sentivano anche i suggerimenti di Bonucci. Il difensore, recuperato ma tenuto prudenzialmente fra le riserve, ha seguito quasi tutta la gara in piedi, provando a guidare difensori e in generale compagni con avvertimenti, consigli, indicazioni. Insomma, Bonucci ha provato a trasferire un po’ di quella “personalità” di cui la nuova Juve fa difetto, almeno a giudizio del suo allenatore. I risultati non sono stati entusiasmanti, funziona molto meglio quando il numero 19 è direttamente in campo. Ci tornerà da mercoledì, in Champions contro la Dinamo, quando recupererà una maglia da titolare, così come Cristiano Ronaldo. La difesa in stato emergenziale inizia a recuperare pedine: possibile convocazione, ma pare al massimo per la panchina, anche per Chiellini, che potrebbe così fare le prove di avvicinamento al derby. A metà settimana “scadranno” anche i dieci giorni della prognosi di Demiral (elongazione del muscolo ileopsoas di destra): dopo la Champions Pirlo potrebbe finalmente allenare il reparto al completo.
La Gazzetta dello Sport CITAZIONE Il Giornale: "Pirlo viaggia come la Juve di Conte".CorSera:"Pirlo, luna di miele finita e i giocatori sono confusi. Poche indicazioni tattiche,scarsa incisività nei momenti topici"
La Juventus paga certo l’impegno infrasettimanale, ma non solo. La squadra di Pirlo è evidentemente ancora in rodaggio e, l’ha dimostrato anche a Benevento, non può fare a meno di Ronaldo. È evidente che con o senza il fenomeno non sia la stessa cosa ma una grande come la Juve dovrebbe poter prescindere da un singolo giocatore. Ma che Pirlo debba ancora trovare la quadra lo dicono anche altri numeri. L’avvio di stagione della Signora ha visto cinque pareggi e solo quattro vittorie. Una partenza non molto diversa da quella di Antonio Conte alla sua prima Juve: allora furono 5 vittorie e quattro pareggi. Il Conte interista intanto viaggia su un doppio binario. La reazione contro il Sassuolo dimostra carattere ma soprattutto che la squadra sta con il tecnico. Riprendersi così in fretta dalla delusione di Champions non era affatto scontato ma in casa nerazzurra le continua polemiche innescate, volente o nolente, dall’allenatore restano un punto debole potenziale. Senza contare che il cammino europeo rischia di finire appena cominciato. Ora all’Inter serve continuità e magari un’inaspettata impresa in Champions. La pazzia, questa volta, sarebbe quanto mai opportuna.
Il Giornale
Con Pirlo — il «predestinato», secondo la definizione che ne ha dato Fabio Paratici — ci sono stati entusiasmo, curiosità e pazienza nell’ambiente bianconero: normale e giusto che fosse così. Ma qualche dubbio comincia ad emergere su questi primi tre mesi di lavoro, che hanno portato 6 punti in meno rispetto al 2019 e 6 lunghezze di distacco dal Milan: troppe dopo 9 gare per non pensare a qualche difetto strutturale di macchina e piloti. La qualità però non manca. E nemmeno l’esperienza: basta un deficit di «killeristinct» per spiegare il secondo tempo contro la squadra di Filippo Inzaghi? L’espressione attonita di Pirlo di fronte all’amico e collega, che invade l’area tecnica juventina in piena trance agonistica, può essere un punto di partenza per un’altra domanda: Pirlo ha davvero capito cosa vuol dire guidare il gruppo, nei momenti topici? Il problema di partenza, secondo le impressioni di alcuni giocatori juventini, è comunicativo, un po’ come era stato con Sarri: Pirlo non parla molto di tattica e di campo alla squadra e nemmeno ai singoli.
La maggior parte del lavoro è nelle mani di Tudor, il suo vice. Mentre l’altro collaboratore Baronio si fa sentire molto durante le partite. Le idee di Pirlo di un calcio propositivo e moderno, piacciono al gruppo, perché implicano un cambio di mentalità: la squadra su questo è ricettiva e ben disposta. Ma tra teoria e pratica del calcio «liquido», di cui Andrea parla nella sua tesi di Coverciano, rischia di esserci uno stacco forte: anche le piccole squadre aggrediscono la Juve in mezzo al campo o in fascia, riuscendo a limitarla o a colpirla. I troppi silenzi di Pirlo sembrano pesare soprattutto sulla costruzione del centrocampo e dell’attacco, per il quale ci sono movimenti e posizioni ben diverse rispetto a Sarri. E così il gruppo percepisce le difficoltà dei singoli: Dybala e Kulusevski ad esempio non hanno sempre ben chiaro cosa voglia da loro l’allenatore, sul piano tattico. Lo stesso alcuni centrocampisti, specie nella fase di non possesso Con il risultato che la Juve spesso è troppo lunga. Con Ronaldo in campo, certo. Ma anche senza. E le scelte di CR7 su quali partite saltare, almeno hanno un merito: far emergere i problemi, prima che sia tardi per risolverli.
Il Corriere della Sera
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