| CITAZIONE CT: "Ronaldo e Morata hanno segnato 16 dei 22 gol bianconeri stagionali. Pirlo incorona De Ligt: È uno e sembrano tanti, non solo per la stazza. Fa reparto da solo"
Insieme hanno già vinto due Champions. Uno era protagonista assoluto, Cristiano Ronaldo. L’altro un’alternativa di lusso a cui la panchina stava stretta, Alvaro Morata. Nel Real Madrid, una vera e propria coppia, forse non sono mai stati. Alla Juve, invece, sono bastate poche settimane per calarsi alla perfezione nell’idea di calcio fluido che Pirlo più o meno faticosamente sta cercando di portare dalla teoria all’applicazione sul campo. Non tutti stanno riuscendo a farlo così in fretta, vedi Dybala. Invece Ronaldo e Morata sembrano giocare insieme nella Juve di Pirlo da sempre. La coppia d’attacco giusta, oggi, è questa. Anzi, si può pure andare oltre: è l’unica coppia sostenibile. Sempre oggi, si intende, la stagione è lunga e cosa possa accadere domani non si può mai sapere. Una bella doppia certezza per la Juve e per Pirlo, 16 gol sui 22 segnati in stagione portano infatti la firma di Ronaldo o Morata. Poi però la medaglia si ribalta e si capisce anche che questa vena realizzativa rischia di trasformarsi in dipendenza, segnare in due più del 70% dei gol di tutta la squadra è quasi totalizzante. Questione di punti di vista, che ruotano attorno al fatto che sì, ora sia di Morata che di Ronaldo la Juve non possa proprio farne a meno. E se CR7 non può essere una sorpresa pur continuando a segnare come se non avesse 35 anni e mezzo, è Morata fin qui ad avere stupito tutti e con vinto anche i più scettici. Anzi, stupito quasi tutti, Pirlo non sembra aver avuto mai alcun dubbio: «Lui è forte, aveva solo bisogno di continuità e di fiducia. Se sta bene mentalmente diventa uno degli attaccanti più forti in circolazione. Se si allena e gioca bene è fondamentale per qualsiasi squadra». Nessuna sorpresa nemmeno a proposito di Matthijs de Ligt. Il difensore centrale olandese ha commesso un errore pesante contro il Ferencvaros, poi però ha reagito come se nulla fosse successo. E dopo tre mesi di stop, con una difesa in totale emergenza, è riuscito a riprendere subito per mano la retroguardia bianconera. Senza iniziare in punta di piedi, ma alzando la voce se necessario. Pure in un perfetto italiano, mica poco. Da leader autentico, un effetto Ronaldo al contrario, anche lui ma per motivi diversi non Sport G16 e tre sorrisi sembra per nulla avere solo 21 anni. Inevitabile l’incoronazione pubblica di Pirlo nei confronti dell’olandesone: «Sappiamo della forza di De Ligt, l’ha dimostrato anche l’anno scorso. È un capitano già a vent’anni, è bravo a farsi sentire nonostante la giovane età», le parole del tecnico nel dopo Ferencvaros. È tornato De Ligt, son bastate due partite in quattro giorni per far capire quanto fosse pesante la sua assenza in tutta la prima fase della stagione. E ora che la Juve deve fare i conti con una difesa ridotta ai minimi termini con i contemporanei stop di Bonucci, Chiellini e Demiral, ci pensa proprio De Ligt a fare in modo che si possa continuare nel percorso di crescita che prevede pur sempre due attaccanti puri, due esterni dalle spiccate propensioni offensive e due terzini di cui almeno uno con licenza di offendere come Juan Cuadrado. È uno e sembrano tanti, non solo per la stazza, De Ligt fa reparto da solo o quantomeno gli sta già cambiando volto rendendolo molto più sicuro.
Corriere Torino CITAZIONE GdS: "Morata e Dybala ora uno è di troppo. Momento d’oro per lo spagnolo: 5 reti in Champions (solo Haaland ha segnato di più, 6). Dybala adesso è solo la riserva"
L a parolina magica l’ha pronunciata Andrea Pirlo nel post partita di Juventus- Ferencvaros: mentalità. «Morata aveva bisogno di continuità e fiducia, se sta bene mentalmente diventa uno degli attaccanti più forti in circolazione ». La testa è quella giusta, e non solo perché è la parte del corpo che ha permesso allo spagnolo di abbattere gli ungheresi e regalare alla Juventus il pass per gli ottavi di Champions League, ma soprattutto perché Alvaro 2.0 è atterrato a Torino con una risolutezza insolita per chi lo aveva conosciuto nella sua prima esperienza in bianconero. La testa, insieme al fisico, gli hanno permesso di spingersi oltre i propri limiti, disegnando un avvio di stagione che ha superato ogni più rosea aspettativa: 5 reti in Champions (solo Haaland ha segnato di più, 6), una ogni 55 minuti giocati, più 2 in campionato. Agli antipodi Morata in questo momento è il Re Mida del pallone, quasi ogni volta che ne tocca uno lo trasforma in gol. Sta vivendo un periodo magico, reso ancora più dolce, nel privato, dalla nascita del terzogenito. (...)Morata ha avuto il vantaggio di arrivare a Torino con Dybala infortunato e lo ha sfruttato come meglio non avrebbe potuto: 3 gol nelle prime 3 partite da titolare, grande sacrificio e soprattutto ottima intesa con Cristiano Ronaldo (il portoghese è uno degli 11 candidati al Best, il pallone d’Oro assegnato dalla Fifa, unico rappresentante del campionato italiano).
Non c’è posto per due Morata riempie l’area e va in profondità, esattamente quello di cui la Juventus ha bisogno in questo momento, mentre Dybala ha più l’abitudine a indietreggiare per andare a prendersi il pallone. Madama non può fare a meno del suo cavaliere spagnolo e questo per Dybala rende tutto ancora più complicato, perché in questa fase di assestamento il tridente non è contemplato (Pirlo ha spiegato che per poter far giocare insieme CR7, Paulo e Alvaro la Juve deve prima trovare equilibrio) e quindi la presenza di uno comporta inevitabilmente l’esclusione dell’altro. I numeri attuali dicono che Morata è il titolare (743 minuti giocati e 9 presenze dal primo minuto) e Dybala è diventato la riserva (392 minuti e 4 dall’inizio). Anche per Paulo dovrà essere la testa, oltre che il fisico, a fare la differenza: tra l’infortunio di fine stagione scorsa e la brutta infezione intestinale (curata con una dose massiccia di antibiotici) finora l’argentino ha avuto una discreta dose di sfortuna. Per ritrovare la forma migliore ci vorranno tempo e pazienza, ma il talento non si perde e Paulo, a 27 anni e con il dieci sulle spalle, non vuole certo abituarsi all’idea di essere solo una comparsa.
Gazzetta dello Sport CITAZIONE Alex Sandro: "Felice di essere tornato, è dura stare fuori. Pirlo mi chiede di aiutare nella costruzione"
“Sono veramente contento di aver fatto tutti i 90 minuti”. Alex Sandro, all’esordio stagionale dal primo minuto, ha parlato a Sky dopo la vittoria conquistata con il risultato di 2-1 dalla Juventus sul Ferencvaros: “Certo, la squadra mi ha aiutato tantissimo, a partire dall’allenatore. È difficile stare tanto tempo fuori dal campo, sono contento per la vittoria e per l’impegno di tutti. Il mio ruolo? È stato sempre spingere sulla fascia, oggi sono più lì per aiutare nella costruzione e secondo me ho fatto bene. Anche Danilo, che è terzino e sta giocando lì, sta facendo benissimo. Pirlo ci sta aiutando tantissimo, siamo contenti” CITAZIONE CT: "No, grazie. Sarri non vuole rescindere il contratto. L’altro dossier caldo è quello su Dybala. L’argentino non arretra di un millimetro: chiede un ingaggio almeno raddoppiato"
No, grazie. Almeno per ora. Maurizio Sarri non ha intenzione di rescindere anticipatamente il suo contratto con la Juve. Ergo, i bianconeri dovranno onorare l’accordo da 6 milioni di euro netti dell’ex tecnico, oltre ai bonus che pure lui maturerà nel caso in cui il suo successore Pirlo riesca a vincere qualche trofeo.
Sarri ha fatto sapere che senza un’offerta importante, che comunque dovrebbe valutare con il suo staff, di rescindere non se ne parla e a questo punto è possibile che la Juve, come già accaduto con Allegri, debba tenere a libro paga due allenatori per un’intera stagione. E Sarri non è intenzionato a fare sconti anche perché sente di non essere stato trattato bene dalla società bianconera. L’altro dossier caldo sulla scrivania di Fabio Paratici è quello legato a Paulo Dybala. Il suo accordo scade nel giugno 2022 e al momento le trattative sono in alto mare. L’argentino non arretra di un millimetro e continua a chiedere un ingaggio almeno raddoppiato rispetto ai 7 milioni di euro a stagione che percepisce attualmente. Paratici, prima del Ferencvaros, ha fatto capire che la Juve non può arrivare a certe cifre, non per il valore assoluto di Dybala ma per «un discorso più ampio, che riguarda tutto il mondo del lavoro e non solo il calcio ». La Joya però si avvicina pericolosamente alla scadenza del suo contratto e se la situazione non si sbloccherà nel giro di qualche mese, è inevitabile pensare che la Juve possa nuovamente cercare di cederlo in estate per non perderlo a zero al termine della prossima stagione. Una data che sembra lontana ma che a ben guardare non è poi così distante. Sami Khedira, intanto, sembra adesso più convinto di poter lasciare Torino a gennaio. A parole ha già dato la sua disponibilità ad un trasferimento in Premier e in particolare al Tottenham. In questo momento però è l’Everton la squadra che sembra essere più vicina al tedesco.
Fonte: Corriere Torino
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