Il Salotto Bianconero

Il Bar dello Sport 01/04/2018 - 31/05/2018

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PAG Posted on 3/4/2018, 12:41     +1   -1
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Inter, Cuper: "Cinque maggio ancora inspiegabile"
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Il ct dell'Egitto: "Ci rimasi male per Calciopoli, nerazzurri sempre nel cuore"



La qualificazione ai Mondiali 2018 dell'Egitto è un grande traguardo da aggiungere i risultati in carriera ma, almeno in Italia, Hector Cuper è più che altro ricordato per lo scudetto 2002 perso all'ultima giornata sulla panchina dell'Inter. L'allenatore argentino è tornato a parlarne alla Gazzetta dello Sport: "Una partita incredibile, difficile da raccontare, ancora oggi non riesco a darmi una risposta".

Sull'esperienza nerazzurra: "Mi sarebbe piaciuto vincere qualcosa ma sono comunque soddisfatto, sono orgoglioso di quanto fatto e porto tutto nel cuore: forse non giocavamo benissimo ma lo stadio era sempre pieno. Ho contribuito a cambiare mentalità, probabilmente i successi di Mancini e Mourinho nascono da lì".

Cuper sibillino sui presunti problemi di rapporto con Ronaldo: "Dico solo che conta il gruppo e non il singolo. I fuoriclasse possono farti vincere con la giocata, ma cosa farebbero senza gli altri dieci? Pensate alla nostra Inter: Toldo in porta, Cordoba, Materazzi e Zanetti in difesa, Di Biagio a centrocampo, quando c’era bisogno Kallon e Ventola in attacco".

L'hombre vertical parla anche di Calciopoli, scoppiata qualche anno dopo il suo addio (esonerato nel 2003 "ma con Moratti il rapporto è ottimo") dall'Inter: "Ci rimasi molto male. Diamo tutto sul campo, poi all’esterno accadono certe cose... Viene da pensare: 'Si sputa sangue per cosa?'. Per fortuna la giustizia fece il proprio corso e i problemi furono risolti".


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PAG Posted on 3/4/2018, 14:30     +1   -1
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Dall'Inghilterra: "Allegri prenderà il posto di Conte al Chelsea"


Gli inglesi del "Sun" sono sicuri: "Allegri lascerà la Juve per il Chelsea non appena Conte verrà esonerato". Nessun giro di parole, insomma, per dire che sulla panchina dei Blues ci sarà un passaggio di consegne all'insegna del tricolore. Di certo c'è che i rapporti tra Conte e Abramovich sono ai minimi termini e difficilmente il loro rapporto proseguirà per un altro anno, come invece prevederebbe il contratto.

La separazione verrà sancita a fine stagione visto che da una parte Conte non vuole rinunciare ai suoi soldi e dall'altra c'è pur sempre una semifinale di FA Cup da giocare per provare a salutare con un trofeo. Da qui a dire, però, che Allegri sarà il prossimo allenatore a Stamford Bridge ce ne passa.

Il Sun è convintro che il tecnico toscano sia pronto a chiudere la sua avventura in Italia e avrebbe scelto la Premier League come suo prossimo approdo, prima di terminare la sua carriera nelle vesti di ct, tra cinque o sei anni. Al momento, però, non c'è nulla che faccia pensare a un cambio di panchina da parte di Allegri. A meno che non chiuda il suo ciclo straordinario con la vittoria della Champions League. Solo in quel caso potrebbe pensare di iniziare una nuova avventura. Allora sì che il Chelsea (ma perché no, pure l'Arsenal) potrebbe rappresentare la destinazione più gradita.



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PAG Posted on 3/4/2018, 23:08     +1   -1
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Juve-Real 0-3 a casa mia

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di Luca Momblano

3 aprile 2018

Ci sono profumi che non si dimenticano, atmosfere, serate, partite. Sono archiviati nella storia match dei quarti di finale, gare di andata, dal simbolismo anche superiore ad alcune finalissime. In genere succede quando le duellanti vengono poste l’una alla stregua dell’altra, livellate nella testa di chi presenta la sfida, prima di una travolgente inerzia della partita non così raramente associata a un uomo immagine, se non addirittura a un gol che ne sia il manifesto.

Queste atmosfere, serate, partite, proprio perché non contengono in toto il lato bestiale di una finale, a un certo punto non sono né più mie, né tue. Non sono nostre o di altri. Sono di tutti, e a tutti ci si può appropinquare con l’idea che la ragione abbia abbattuto ogni sentimento. L’applauso dello Stadium, così come i commenti a casa, ne sono l’elementare dimostrazione: a Cardiff la reazione non sarebbe stata la medesima, o forse solo quella di Zinedine Zidane in area tecnica.

Juventus 0, Real Madrid 3 e un ritorno da giocare. Ci si trova qua. Non ci sono molte altre parole, se non considerazioni del tipo “Allegri non è animale per quelle cose là…” riferendosi al tentativo di dare un senso al Bernabeu. Allegri è un allenatore da astuzie, da iniezioni letali, da una botta e via se si guarda a ogni sceneggiatura di ogni singola partita. Che poi il tecnico ha nessuna e tutte le colpe, tesi entrambe razionali come quelle che stanno in mezzo. E’ il calcio stesso che insegna questo.

Una a prescindere, tra le colpe, verrebbe d’istinto metterla: la squadra (leggendo l’undici e confermandone sul campo l’assetto) non è stata preparata a questa partita. Non una sorpresa, perché in fondo ci era anche sempre stato detto. Ecco allora che poteva diventare primario costruire sulle necessità, tra assenze e convalescenze. Ed ecco che le priorità, a casa mia dove il calcio è riluttanza a concedere il facile prima che ogni altra cosa, sarebbero state quelle di proteggere la Juventus 2017/18 dai suoi punti deboli. Benintesi: non ho liste da fare, e se le avevo le ho anche già dimenticate perché a casa mia si parla anche sempre prima e non dopo.

Il dopo però è imposto proprio dal fatto che non si trattasse dell’ultimo atto della stagione. La fiducia per il campionato viene dall’aver constatato, anche per la buona prova di Bentancur e per l’orgoglio di Khedira, per il Chiellini sempre ultimo a morire anche quando si deve piegare a chiedere scusa, per Dybala che peggiore in campo mi fa sorridere, per Douglas che non ne azzecca una per un tempo, che questa squadra DAVVERO non dipende da nessuno. Prenderne coscienza, almeno noi che la si commenta quasi quotidianamente, è stato l’obiettivo implicito del lavoro stagionale bianconero. Qui la Juve ce l’ha fatta, missione compiuta. Resta da chiedersi soltanto se per il futuro (visto che in società i profumi devono sempre persistere per non più di 48 ore) sia un fattore così rilevante visti gli ambiziosi obiettivi dichiarati. Permettetemi: Cristiano Ronaldo non è la strada, a casa mia vale sempre e solo uno. Però è un uno da cui si dipende, e non è l’unico in casa dei campioni d’Europa in carica.

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PAG Posted on 3/4/2018, 23:31     +1   -1
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Juve-Real Madrid 0-3: è stato bello sognare


Buffon-piange




3 aprile 2018

Dopo pochi istanti dal fischio finale di una partita del genere è difficile trovare le parole giuste per commentare uno 0-3 in casa, sarebbe anche banale limitarsi a quel paio di insiemi di lettere che rispondo al suono Cristiano Ronaldo, stasera, forse ancora di più che a Cardiff quando fu sempre il Real Madrid ad umiliare la Juventus, è andata in scena la dimostrazione di quanto distante sia la Vecchia Signora dal vertice del calcio europeo, distanza fra l’altro difficilmente colmabile per lo meno in breve tempo. Non esiste critica in questo senso verso la dirigenza, l’allenatore, i calciatori, è tutto il contesto che crea questa distanza, il punto è metterselo in testa. Tutti, tifosi e critica. Il tempo dei processi arriverà, i capi d’imputazione sono tanti, ma con calma, tranquillità, freddezza, perché farlo adesso avrebbe poco senso, sarebbe poco interessante.

La fotografia: Chiellini, il migliore della difesa bianconera, fa diventare pericolosa un’azione che di pericoloso non aveva nulla, Ronaldo che dimostra al mondo ancora una volta quanto è più forte di tutti gli altri, l’Allianz si alza in piedi ed applaude. Ci fermiamo qui per stasera? Basterebbe, però qualche altra cosetta diciamola, giusto per volerci far male.

Partire con l’handicap dello 0-1 senza neanche accorgersene fa male, i ragazzi però sanno reagire, reggono dal punto di vista nervosa, ma il flirt con l’1-1 non si concretizza per tutta una serie di motivi che dalle nostre parti non siamo abituati a vivere: braccino corto, condizione fisica, c’è chi parla – stupidamente – anche di maledizione, ognuno ci metta dentro la chiave di lettura che più crede adatta, ma alla fine si esce dal campo sullo 0-3 e con un’altra istantanea che spiega la differenza fra un’ottima squadra come la Juve e l’eccellenza del Real. Il rosso a Dybala, al di là del fatto che possa essere discutibile, da un lato, Ronaldo che fa quello che vuole in giro per il terreno di gioco di casa Juve.

Non si perdeva in casa dall’invenzione del fuoco più o meno in campo europeo, è la sconfitta più pesante di sempre sul “nuovo” impianto, forse è meglio che sia arrivato tutto così ferocemente: adesso il cavallo di razza deve dimostrare che merita quest’etichetta. C’è un vantaggio in campionato da difendere, c’è da gestire un gruppo che probabilmente verrà rivoluzionato fra qualche settimana, c’è anche una coppa da non farsi sfuggire contro il Milan all’Olimpico. Niente scherzi, ragazzi, la leggenda è ancora lì da trasformare in storia.

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PAG Posted on 4/4/2018, 10:38     +1   -1
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Beh....sono d'accordo con Allegri. Non sono affatto deluso....la delusione è quando facciamo zero a zero con la Spal non quando perdiamo con una squadra esageratamente più forte di noi sotto ogni aspetto.
Era del tutto evidente che ci avrebbero battuti (a meno di una serata incredibilmente fortunata in contemporanea ad una loro storta)....
Questa è la Juve attuale e ci dobbiamo subito rimboccare le maniche per vincere campionato e Coppa Italia che sono il massimo che onestamente possiamo vincere. Noi abbiamo qualche fuoriclasse in erba (Dybala) qualcuno finito (Buffon) e qualcuno sulla via del tramonto (Higuain) e pochi giocatori veramente forti per i livelli europei di eccellenza (real, Barca, bayern, Man.City)...
Occorre prendere giocatori veramente forti (i fuoriclasse sono inarrivabili per il calcio italiano) per tentare nuovamente di entrare stabilmente nelle prime 4 di europa e far man bassa di titoli nazionali. (due centrocampisti di cui uno fortissimo, una punta in grado di alternarsi al Pipita, un centrale e due esterni difensivi se non tre in caso di partenza di A.Sandro).
Qualche nome già c'è (Caldara, Spinazzola, Pjaca, speriamo Emre Can) ed è venuto il tempo di far giocare stabilmente Bernardeschi e D. Costa (con Pjaca e Cuadrado a dargli il cambio)
Ora spero che la società non si lasci sfuggire Dybala e costruisca la squadra intorno a lui facendogli sentire la totale fiducia dell'ambiente perchè è l'unico vero giocatore (insieme ad Higuain) in grado di fare la differenza anche in Europa.
 
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PAG Posted on 4/4/2018, 10:43     +1   -1
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Sto per postare la rassegna, scusate ma ci vuole coraggio ad aprire certi lidi e non è per niente facile.
 
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PAG Posted on 4/4/2018, 11:12     +1   -1
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Juventus-Real Madrid, le pagelle dei giornali: "Chiellini il peggiore, Asamoah cala, Higuain ci prova, Dybala rosso, Barzagli si perde. Khedira il migliore"

Buffon 5

De Sciglio 5

Barzagli 5

Chiellini 5

Asamoah 5

Douglas Costa 4,5
(Compartecipe della voragine di- fensiva in combutta con De Sciglio. E quando deve sorreggere le
ripartenze raramente fa la cosa giusta)

Khedira 5,5

Bentancur 5

Alex Sandro 4,5

Dybala 4,5

Higuain 6

Mandzukic 5,5

Matuidi 5,5

Cuadrado 5,5

Allegri 5
(Punta su
esterni veri, non adattati “alla Ma- tuidi”. Ma Douglas Costa e AlexSandro non rispondono come si
dovrebbe. I suoi, incassato il 2-0, escono dal match)

Tuttosport


Buffon 5,5

De Sciglio 5

Barzagli 4,5

Chiellini 4,5

Asamoah 5,5

Douglas Costa 5

Khedira 6
(Salvabile perché, energico e tempista, è colui che assieme a
Dybala (fino al doppio giallo) porta avanti azioni e idee ma
anche zuccheri in quantità per credere nell’impresa.

Esce perché spolpatoeperché Allegriprova altro: non merita fischi)

Bentancur 5,5

Alex Sandro 5

Dybala 5,5

Higuain 5,5

Mandzukic 5

Matuidi s.v

Cuadrado 5,5

Allegri 5
(Il dispositivo dei doppi esterni va subito in tilt: cercava gli attacchi preventivi ma lo 0-1
nasce dalla fascia e le offensive-Juve si sviluppano
centrali. La rinuncia a Matuidi fa pensare, il contraccolpo psicologico farà male?)

La Gazzetta dello Sport





Il Corriere della Sera






La Repubblica








La Stampa







Il Giornale






Libero

CITAZIONE
Damascelli: "Se c’è Cristiano non basta giocare bene". Garanzini: "Una categoria e un giocatore di differenza". Savelli: "L'idea vincente di Zidane: aggredire subito"




La Stampa





La Repubblica






Libero






Il Giornale

CITAZIONE
Juventus-Real Madrid, la moviola dei giornali. GdS: "L'espulsione ci sta. Dubbio sul braccio di Casemiro". CorSport: "Mancano gialli su Modric e Kroos"

Un fallo di mano al limite, un possibile rigore non concesso e un’espulsione. Partita tutt’altro che tranquilla per l’arbitro turco Cakir, che non sempre sembra prendere la decisione corretta o comunque usare lo stesso metro di giudizio. Come quando al 24’ non ammonisce Kross per un fallo in ritardo su Khedira e due minuti dopo per un fallo simile ammonisce Bentancur (diffidato, sarà squalificato, come Ramos del Real). Sul fallo di mano di Casemiro in chiusura di primo tempo l’arbitro lascia correre: episodio difficile, ci stava il fischio ma sarebbe comunque stata punizione dal limite. Il primo tempo si chiude con il giallo per simulazione per Dybala: decisione giusta, l’argentino si lascia cadere. Giallo pesante perché dopo lo 0-2 arriva il secondo giallo per un intervento scompostoagioco pericoloso. Ok la posizione di Marcelo nel triangolo che porta allo 0-3. Nel recupero contatto sospetto Carvajal-Cuadrado, ma Cakir fischia la fine del match.



La Gazzetta dello Sport





Non è stata certo colpa di Çakır, ma delle sue interpretazioni la Juve non ne aveva bisogno. Sarà l’alea dei precedenti (nale di Champions del 2015 per la Juve, la Svezia per la Nazionale), sarà che non è all’altezza (lontano, non per tutti evidentemente, da standard normali per un Élite), dà spiacevoli sensazioni. Ok lo 0-3, De Sciglio tiene in gioco Marcelo. Sbaglia, Çakır, a considerare involontario il tocco di mano (fuori area) di Casemiro sul colpo di testa all’indietro di Chiellini: il braccio sinistro, raccolto al corpo, si sposta verso il pallone intercettandolo, poi il giocatore prova a portarlo dietro. Ok il giallo per simulazione per Dybala, non c’è contatto con Casemiro. Altrettanta severità, Çakır, la mette nella ripresa: l’argentino non vede l’arrivo Carvajal, l’intervento è bruttino, a gamba alta, arriva il secondo giallo. Una fiscalità che l’arbitro ha usato per tutta la partita quando c’è stato da far pendere la bilancia da una parte. Un esempio? Modric e Kross dovevano essere ammoniti, per falli il primo su Dybala il secondo su Khedira (subito dopo ammonito Bentancur che prende il pallone). Non è successo nulla.



Il Corriere dello Sport

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TS: "Juventus-Real Madrid, nel 2003-04 ricavi quasi uguali, con Calciopoli è iniziato il gap: ora i bianconeri tengono lo stesso ritmo dei Blancos"

Se l’anno scorso il club bianconero ha surclassato i Blancos nei ricavi Uefa (110 milioni contro gli 81 guadagnati dagli spagnoli nonostante la vittoria in finale), analizzare l’andamento dei fatturati, senza le plusvalenze, dei due club negli ultimi quattordici anni permette di comprendere meglio quanto Calciopoli abbia avuto un impatto nefasto sui conti bianconeri determinando quel gap con i top club europei (oltre a Real, Manchester, Barcellona, Bayern, City) che la società di Andrea Agnelli sta cercando a fatica se non di colmare almeno di mantenere inalterato. E per far ciò deve correre allo stesso ritmo strepitoso con cui viaggiano i club più ricchi al mondo. Nel 2003-04, l’anno dopo la finale di Manchester, appena venti milioni separavano i ricavi di Real Madrid (236,2 milioni) e Juventus (215,3), mai così vicine nella classifica Deloitte (seconda e quinta) ma con una differente composizione dei fatturati che avrebbe poi contribuito a segnare il calcio italiano: mentre i ricavi dalla tv rappresentavano per il Real appena il 32% (con il 23% del match day e il 45% dal commerciale), per la Juventus la tv copriva il 54%, il commerciale il 36% e il match day appena il 10%. Come si evince dal grafico in alto, nel 2006-07 con Calciopoli e la retrocessione in serie B l’andatura parallela subisce una divaricazione: la crescita madridista continua costante, i bianconeri invece sono in discesa libera con appena 145,2 milioni di fatturato, meno della metà di quello madridista. L’avvio dell’era di Andrea Agnelli ha permesso alla Juventus uno scatto importante, che non permette di agganciare il Real, ma almeno di mantenere la sua stessa andatura.



Fonte: Tuttosport

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GdS: "La resa di Buffon, l’incubo di Dybala: Gigi chiuderà la carriera senza una Champions, ingiustizia della vita. Paulo lo scorso anno vinceva il confronto con Messi"

Era un anno fa e le stelle erano accese, non come in questa notte di pioggia e vento freddo: PauloDybala si presentò al mondo, a Messi, con una doppietta memorabile. Due mancini affiliati nell’andata dei quarti di Champions contro il Barcellona di Leo,suo modello e ispirazione. Sembrava l’inizio dell’ascensione verso le altezze dei top mondiali e, invece, 365 giorni il mondo si è rovesciato: dopo, due non sono i gol ma i cartellini, gialli e sventolati sotto al muso di Paulo. Uno per simulazione, l’altro perscarpata nel costato di Carvajal. E se nell’aprile del 2017 questa gente si spellava le mani per lui, adesso tutto l’Allianz ha scelto di stare in piedi davanti a re Cristiano. Alla fine dei conti, è stato un inchino generale a cui ha partecipato anche Dybala: le vette di Ronaldo sono inarrivabili davvero. Ma Paulo non dovrà deprimersi per questa espulsione: ha tutto per salire ancora di livello e restano obbiettivi nel mirino. Dal settimo scudetto da regalare alla sua Signora al Mondiale da prendersi oltre lo scetticismo di Sampaoli. Ci aveva provato pure su punizione, dalla amata mattonella, la stessa in cui in campionato Paulo non sbaglia quasi mai. Il sinistro europeo è stato deviato dalla barriera, ha fatto un giro beffardo ed è uscito di niente: da questi dettagli, prima di innervosirsi inutilmente, Paulo aveva capito l’andazzo. E così da fuori ha poi visto il resto dalla grandinata, il 3-0 di Marcelo e l’addio del suo capitano al sogno più grande. Molto probabilmente Gigi Buffon chiuderà la carriera senza una Champions League, ingiustizia della vita e del calcio.



Fonte: La Gazzetta dello Sport

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Ronaldo: "Gol fantastico, grazie ai tifosi della Juve. È stato bellissimo sentire quegli applausi"

"E' stato fantastico. La standing ovation? Ringrazio molto i tifosi bianconeri, nella mia carriera non mi era ancora mai capitato"



"Sì, è stato un gol straordinario". A fine partita, Cristiano Ronaldo si gode quella che è stata una serata fantastica e i due gol meravigliosi che hanno demolito la Juventus. Il protagonista assoluto di questo quarto di Champions è lui. Un marziano calato sul prato dello Stadium che, dopo il fantastico gol in rovesciata, ha raccolto l'applauso di tutto il pubblico juventino.



IL RINGRAZIAMENTO — "Sono molto felice - ha aggiunto il fuoriclasse portoghese al termine di Juventus-Real Madrid -. E' stata una serata fantastica. La standing ovation? Ringrazio molto i tifosi della Juventus, nella mia carriera non mi era ancora mai capitato. E' stato bellissimo sentire quegli applausi".



fonte:Gazzetta dello Sport

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TS: "Contro il Benevento ritornano titolari Pjanic e Mandzukic, Bernardeschi nuovamente arruolabile. Stadio tutto esaurito"

In campo contro il Verona, la testa rivolta alla Juventus. Oggi il Benevento ospita i veneti per il recupero della giornata numero 27, una partita importante più per i veneti che per i padroni di casa in ottica salvezza. La classifica concede speranze difficilmente realizzibili alla matricola campana, così i tifosi si concentrano sugli ultimi appuntamenti di grido da godersi. Come la partita di sabato con la Juventus, per l’appunto: stadio Vigorito esaurito per la prima volta in assoluto dei bianconeri a Benevento. Tra i convocati di Massimiliano Allegri ci sarà un’importante novità. Si tratta del ritorno tra i convocati di Federico Bernardeschi, nuovamente arruolabile dopo la microlesione al crociato sinistro patita nel derby contro il Torino. Le teorie conservative hanno funzionato, così l’esterno è tra i disponibili dopo aver evitato l’intervento chirurgico. Il tecnico potrà puntare sul rientro di Miralem Pjanic e Mehdi Benatia, assenti in Champions contro il Real Madrid causa squalifica. E in attacco ci dovrebbe essere il ritorno dal primo minuto di Mario Mandzukic, ieri sera in panchina.



Fonte: Tuttosport
 
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PAG Posted on 4/4/2018, 12:59     +1   -1
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Non capisco come diavolo facciano, francamente.
 
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PAG Posted on 4/4/2018, 14:09     +1   -1
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PAG Posted on 4/4/2018, 14:41     +1   -1
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Io sinceramente eviterei tragedie. Siamo usciti con una delle squadre più forti della Storia. Certo perderla così fa male, ma ci riproveremo l'anno prossimo Messi e Ronaldo non sono immortali e dovremo farci trovare li.
Cmq ho una concreta pura che su Dybala abbiamo preso un grosso abbaglio
 
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PAG Posted on 4/4/2018, 14:47     +1   -1
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L’asticella troppo in alto


Il Real Madrid di Zidane ha un gioco troppo imprevedibile che costringe la Juventus di Allegri a scontrarsi con i propri limiti.




Fabio Barcellona, 4 aprile 2018

Foto di Marco Bertorello / Getty Images


Quando scocca il 47esimo minuto del secondo tempo la Juventus è sotto in casa per 3-0 e con un uomo in meno. La squadra di Allegri è in attacco, palleggia in maniera disordinata sulla trequarti avversaria dopo che Keylor Navas, qualche secondo prima, aveva parato una bella conclusione in diagonale di Gonzalo Higuain. Chiellini da un po’ di minuti avanza fin quasi sulla linea offensiva ad ogni azione. In quello che sembra un gesto di sensibilità verso una grande squadra ferita a morte, Çakir non fischia la fine, ma aspetta che la Juve finisca la sua azione. In maniera quasi casuale, con il Real mal posizionato, Cuadrado serve proprio Chiellini che chiude il triangolo con un perfetto assist per il colombiano, solo al centro dell’area contro il portiere del Real Madrid. Cuadrado, però, calcia malamente al lato, sprecando l’occasione di segnare il gol della bandiera.



La partita termina in quel momento e l’atto finale potrebbe essere presa a sineddoche dell’intero match, perché forse con un po’ di attenzione e fortuna in più le cose sarebbero potute andare diversamente. Dopo una partita del genere, in cui il Real Madrid ha alzato l’asticella ad un’altezza proibitiva per quasi tutti, sembra una magra consolazione, ma la questione, come sempre, è molto più complessa.



Primo errore, primo gol

Al fischio d’inizio, le scelte di formazione dei due allenatori rispecchiavano le loro intenzioni e le filosofie di fondo delle due squadre. Infischiandosene dei problemi di equilibrio mostrati ampiamente in questa stagione, e che gli sono costati la rinuncia precoce alla Liga, Zidane ha messo in campo tutti i suoi uomini migliori, reinserendo Isco nell’undici titolare (forse anche in reazione alle dichiarazioni polemiche dello spagnolo durante la sosta per le Nazionali), spesso sacrificato negli ultimi 3 mesi sull’altare di un più quadrato 4-4-2 o 4-3-3. Zidane, di fatto, ha schierato la stessa formazione che aveva conquistato la Champions League 10 mesi fa a Cardiff.



Massimiliano Allegri, invece, si è affidato all’esperienza di Barzagli in difesa e, tenendo anche conto della autonomia probabilmente limitata di Cuadrado e Mandzukic, ha provato a guadagnare vantaggi strategici alzando Alex Sandro nel suo 4-4-2 per sfruttare, con un giocatore sulla carta più incisivo di Matuidi, le possibili difficoltà del Real a difendere l’ampiezza con il rombo di centrocampo. Riassumendo: Zidane ha puntato sulla tecnica dei suoi calciatori, Allegri invece sulla tattica collettiva.


Juve-RealMadrid





Non c’è quasi nemmeno il tempo di mettere a fuoco le tendenze delle due squadre che il Real è già in vantaggio. L’azione in realtà segue un filone che le merengues conoscono bene e che seguiranno per tutta la partita. Frequentemente, più per caratteristiche individuali dei calciatori che per scelta strategica, il Real sovraccarica la fascia sinistra, creando zone di superiorità tecnica e posizionale con cui avanzare lungo il campo. Nell’azione del gol di Ronaldo al terzo minuto è Isco a tagliare dall’interno all’esterno, aprendosi a sinistra. Il movimento del trequartista spagnolo ha disordinato la difesa bianconera, costretta a scalare verso destra, portando ad una situazione di superiorità posizionale generata con l’assist a centro area per Cristiano Ronaldo.



Isco è probabilmente il manifesto del Real anti-ideologico e caleidoscopico di Zidane, seguendo i suoi istinti da formidabile giocatore di strada e contribuendo in maniera decisiva a costruire il caos deterministico del calcio dell’allenatore francese. Il suo incessante movimento, praticamente in qualsiasi zona di campo – tanto che il termine trequartista, ossia colui che occupa la trequarti, con lui si svuota di senso – lubrifica la circolazione del pallone del Real, creando continuamente nuove connessioni, linee di passaggio e spazi da attaccare.



Il primo gol di Ronaldo racchiude in un’azione molto del calcio giocato del Real e mostra invece tutto ciò che la Juve non avrebbe dovuto fare. C’è un primo errore, di De Sciglio e Douglas Costa, che affrontano in coppia Marcelo, scordandosi di marcare Isco alle loro spalle o, in alternativa, di coprire la linea di passaggio verso il numero 22 del Real Madrid (al netto della grande giocata del terzino del Real che riesce a far passare il pallone tra i due con un gioco di gambe squisito). E c’è un secondo errore al centro dell’area, dove il senso dello spazio di Ronaldo è agevolato dall’incomprensione tra Barzagli e Chiellini. Il primo marca a uomo Benzema e la scelta di privilegiare la marcatura dell’avversario non gli consente di coprire la zona del primo palo. Alle sue spalle, invece, Chiellini controlla lo spazio, lasciando libero Ronaldo che attacca lo spazio lasciato sguarnito da Barzagli. Due errori imperdonabili per una squadra che centra il suo calcio sull’attenzione ai dettagli, specie contro il cinismo degli uomini di Zidane.



Finché è stata una partita aperta

Il gol di CR7 ha accelerato il canovaccio della partita senza stravolgerlo. All’inizio del match era prevedibile una sfida tutto sommato aperta, con il possesso palla a favore del Real e una Juventus pronta a ripartire, manovrando contro i tentativi di riconquista, aggressivi, ma sempre disordinati degli avversari. La squadra di Allegri, dopo aver subito il gol dello 0-1, ha provato a velocizzare il recupero del pallone aumentando, quando possibile, il tasso di aggressività sulla circolazione palla del Real.



Anche il Real Madrid ha tenuto il suo solito atteggiamento, con il consueto possesso palla che taglia fuori dalla circolazione Casemiro, alzando i terzini ad occupare l’ampiezza e, nelle fasi iniziali, abbassando Modric e Kroosc e a volte anche Isco, ai fianchi dei centrali per sostenere la risalita del pallone. Una volta superato il centrocampo, come detto, la manovra si sposta soprattutto a sinistra, dove si aprono a turno, Isco, Benzema e Ronaldo, che palleggiano associandosi a Kroos e Marcelo. Il lato destro, invece, è soprattutto il destinatario dei cambi di gioco effettuati dopo avere attirato la Juve dal lato opposto.



A
La pass-map del Real Madrid mostra bene come il lato sinistro sia quello forte della manovra di Zidane. La dimensione dei pallini (proporzionale al numero dei palloni giocati) e lo spessore delle linee (proporzionale al numero di passaggi tra i due giocatori ai vertici) evidenziano il lavoro del trio Marcelo, Kroos, Isco.





La Juventus ha provato a disturbare la costruzione del Real Madrid alzando il pressing quando possibile: in quei casi Khedira e Bentancur salivano sui centrocampisti avversari, mentre Higuain e Dybala (schierati in orizzontale) andavano in pressione sui due centrali. I due attaccanti argentini della Juventus sono riusciti a mettere in difficoltà la retroguardia di Zidane, indirizzando, con gli angoli di uscita sui centrali e la postura del corpo, la manovra avversaria sull’esterno dove, con l’aiuto della linea laterale, il campo per il Real si restringe ed è più semplice rimanere compatti e provare a recuperare palla. La strategia ha funzionato bene in particolare a sinistra, dove l’aggressività difensiva della coppia Alex Sandro-Asamoah, in parità numerica contro Carvajal e Modric è riuscita più volte fare tornare indietro la manovra avversaria. A destra, le minori doti difensive di Douglas Costa unite al sovraccarico della fascia operato dalle “merengues” hanno invece reso il meccanismo meno efficiente.


B
Il duello più giocato in tutta la partita è quello tra Alex Sandro e Carvajal. Lo juventino lo vince 5 volte su 8, ma perde il più importante, dentro la propria area, in occasione del secondo gol del Real Madrid (via Wyscout).




Fino all’espulsione di Dybala, che sostanzialmente ha segnato la fine della partita, Keylor Navas è stato costretto a lanciare lungo ben 16 dei suoi 29 palloni giocati coi piedi. La Juventus fino a quel momento era riuscita a proteggere bene il centro e a recuperare più volte il pallone in mezzo al campo con Khedira e, soprattutto, Bentancur (8 palloni recuperati, solo Varane meglio di lui).



C
La mappa del recupero palla della Juventus. I pallini pieni rappresentano quelli recuperati nel primi tempo. I bianconeri hanno recuperato il 30% dei palloni nell’ultimo terzo di campo, più che nel proprio terzo difensivo (via Wyscout).




A fine primo tempo il baricentro della Juventus è di 55.5 metri, più alto di 5 metri di quello del Real e più di 6 metri della propria stessa media in Serie A. Il dato finale, con più di 25 minuti in inferiorità numerica, è pari a 52.5 metri.



Anche in fase offensiva, la Juventus ha avuto un discreto successo nel colpire i punti deboli della fase difensiva del Real. I bianconeri sono riusciti a penetrare con una certa facilità tra le maglie dello schieramento avversario e a giungere agevolmente nella trequarti. Allegri voleva attaccare velocemente il Real cercando di approfittare degli sbilanciamenti successivi alla perdita del pallone e dei suoi problemi in transizione difensiva. Quando veniva attaccata velocemente, infatti, la squadra di Zidane non aveva il tempo di schierare le sue linee e frequentemente si trovava a difendere con soli 3 centrocampisti, evidenziando i soliti problemi a coprire l’ampiezza del campo con il rombo di centrocampo.



La Juve sbilanciava il Real spostando velocemente la palla da un lato all’altro del campo, creando i presupposti della pericolosità, sia esterna che interna, dopo avere spostato la linea mediana avversaria. Un’altra fonte di pericolosità per la squadra di Allegri è stata rappresentata dalla corse palla al piede di Khedira e Bentancur che riuscivano a superare la linea mediana avversaria, sia in ripartenza che nelle occasioni in cui il Real riusciva ad abbassarsi in tempo, schierando la sua linea di centrocampo. Infine, la Juve ha anche cercato di sfruttare la cronica debolezza della squadra di Zidane nel difendere le palle inattive. Le opportunità mancate da Higuain al 22° e da Chiellini al 37° sono la prova delle difficoltà del Real a tenere le distanze e le marcature.



Solo l’imprecisione tecnica negli ultimi 20 metri non ha consentito ai bianconeri di capitalizzare le tante occasioni create sfruttando questi vantaggi tattici.



Così vicine, così lontane

Il secondo tempo comincia in maniera simile al primo. Ronaldo ha un’occasione all’inizio della ripresa, ma è ancora la Juve che fa la partita, accelerando i meccanismi di recupero e continuando a muovere la palla da un lato all’altro del campo. Zidane prova a compattare maggiormente le sue linee inserendo Lucas Vazquez per Benzema e schierandosi difensivamente con un 4-4-2 più rigido con il nuovo entrato sulla destra e Toni Kroos sulla sinistra.



La grave incomprensione tra Chiellini e Buffon e l’errore anche tecnico del difensore che non riesce a mettere la palla in calcio d’angolo sul lancio sbilenco di Marcelo, aprono però le porte al capolavoro tecnico ed atletico di Cristiano Ronaldo, la cui bellezza e potenza induce spontaneamente tutto lo Juventus Stadium ad applaudire il campione portoghese. L’espulsione per doppia ammonizione di Dybala ha poi chiuso di fatto la partita.







Real Madrid e Juventus sono due squadre diverse da tanti punti di vista, ma presentano anche alcuni punti di contatto. Sia Allegri che Zidane hanno infatti creato due sistemi duttili e plasmabili, in grado di adattarsi al contesto di ogni match. Sono sistemi che rifiutano in qualche maniera uno sviluppo predeterminato del proprio comportamento ma che lo disegnano in funzione delle specifiche necessità.



L’adattabilità al contesto viene però ricercata in maniera opposta dai due allenatori. Allegri plasma la propria squadra partendo dalle caratteristiche degli avversari e dalle qualità dei propri calciatori di volta in volta presenti in campo. Il tecnico juventino prova a sfruttare a proprio vantaggio i punti deboli degli avversari e a minimizzarne quelli forti, progettando schieramenti e temi di gioco ad hoc per ogni partita. È un approccio tattico alla flessibilità che finisce spesso per privilegiare comportamenti reattivi o, comunque, conservativi.



L’adattabilità del Real Madrid nasce invece da un approccio quasi esclusivamente tecnico. Quello di Zidane è un sistema che si organizza da solo, trovando direttamente sul campo le risposte ai quesiti posti dalla complessità delle partite. La tecnica è lo strumento che utilizza per apprendere e migliorare, ampliando le possibilità tattiche della squadra.



La pulizia dei controlli, la precisione dei tocchi si connettono direttamente, estendendola e raffinandola, con le lettura di tattica individuale, creando connessioni tra i giocatori sempre nuove ed efficaci. È un sistema caotico, perché non ha risposte univoche, ma si evolve sempre in maniera diversa alle diverse condizioni iniziali che il calcio continuamente propone: posizione del pallone, dei compagni, degli avversari, momento del match e le infinite variabili che, momento dopo momento, determinano lo svolgimento del gioco. Come in un sistema caotico i legami tra i calciatori scompaiono per riapparire, magari uguali, in un’altra parte del campo dove c’è la stessa necessità. È un calcio anti-ideologico, perché nasce dai piedi e non dalla testa, non da un pensiero astratto su come gestire una partita.



Se la flessibilità è il fattore comune di Real Madrid e Juventus, le strade che permettono di raggiungerla segnano profonde differenze, che si riflettono sulle necessità tattiche delle due squadre. L’approccio di Allegri richiede il controllo strategico del match e, giocando sul filo del rasoio con le migliori e peggiori doti degli avversari, una bassa quantità di errori. La strada di Zidane, che è più incentrato sulla continua lettura delle situazioni e non su un disegno tattico complessivo della partita e degli avversari, non presuppone, quasi per sua stessa natura, il controllo totale della partita, ma la capacità di rispondere al meglio a ogni momento del gioco, anche quelli strategicamente sfavorevoli, e di massimizzare il predominio tecnico che il Real può esercitare su qualunque avversario.



Contro l’enorme qualità del calcio e dei calciatori del Real Madrid, la Juventus avrebbe dovuto giocare al meglio il suo calcio, in ogni suo aspetto. Gli errori commessi, oltre che grossolani, sono imperdonabili per la natura stessa della squadra di Allegri che, come detto, non tollera queste imprecisioni. Il tiro di Cuadrado all’ultimo secondo di gioco, contiene in sé tutta la partita, con il Real che non può controllare fino in fondo ogni aspetto del match e la Juventus incapace di punire gli avversari nelle proprie debolezze.



Dopo la finale dell’anno scorso a Cardiff, anche la partita di ieri ha evidenziato, come la squadra costruita da Zidane sia particolarmente indigesta per i bianconeri, non tanto per le differenze, quanto per le similitudini che li accomuna. La flessibilità e il caos del calcio di Real, la sua capacità istantanea di adattamento, lascia pochi appigli alle raffinate alchimie di Allegri e sposta il confronto su un piano quasi esclusivamente tecnico, in cui il Real domina e costringe la Juve a superare un’asticella troppo alta che la porta troppo spesso a sbagliare.



Il Real Madrid riporta il calcio al suo stato primordiale, in cui, semplicemente, la squadra più forte vince. È un’idea semplice ma che può avere un impatto enorme sullo sviluppo futuro di questo sport.


L'Ultimo uomo
 
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PAG Posted on 4/4/2018, 15:52     +1   -1

I'm Gonna Be Perfect From Now On

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Penso che la miglior espressione per indicare ciò che provo in questo momento sia dispiacere: sono dispiaciuto, in primis perché la Juventus ha perso malamente, poi perché Buffon e Barzagli, dopo ieri, vedono una grossa macchia nella loro carriera, e infine perché a me continua a sembrare che si sia arrivati al disastro di ieri dopo una serie di errori stupidi stupidi stupidi, che presi singolarmente potevano anche non avere un grosso effetto sulla nostra stagione ma che, assieme, si sono accumulati, eccome se non lo hanno fatto.
Non mi va nemmeno di parlarne troppo, perché più o meno sono cose di cui discutiamo da agosto: se penso però che ieri sera abbiamo giocato con una difesa Buffon-De Sciglio-Barzagli-Chiellini-Asamoah, mi viene solo molta, moltissima rabbia.
Speriamo che il disastro faccia capire, almeno, che Buffon e Barzagli non siano all'altezza, che ci sia bisogno di piedi buoni e che si possa vedere un'inversione di tendenza in questo mercato, iniziando ad evitare i Matuidi di questo mondo e provando a prendere qualche giocatore o già affermato o al massimo di prospettiva (Bentancur ieri, per me, ha giocato molto bene).
 
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PAG Posted on 4/4/2018, 16:01     +1   -1
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Non so se abbiamo preso un abbaglio con Dybala però è vero che la differenza almeno come immagine simbolica della gara di ieri è la sforbiciata di Ronaldo da una parte e l'espulsione di Dybala dall'altra. Da noi hanno toppato tutti quelli che avrebbero dovuto fare la differenza.
 
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AlessandroVG
PAG Posted on 4/4/2018, 16:03     +1   -1




CITAZIONE (Alexm88 @ 4/4/2018, 15:41) 
Io sinceramente eviterei tragedie. Siamo usciti con una delle squadre più forti della Storia. Certo perderla così fa male, ma ci riproveremo l'anno prossimo Messi e Ronaldo non sono immortali e dovremo farci trovare li.
Cmq ho una concreta pura che su Dybala abbiamo preso un grosso abbaglio

Pure io Ale,soprattutto dopo Cardiff e ieri sera. Anche perché va per i 25 e deve fare il salto definitivo,altrimenti rimane un giocatore normale.
 
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PAG Posted on 4/4/2018, 16:19     +1   -1
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Comunque ragazzi delusione a parte e rottura di balle a parte che ogni volta che si menzionerà questo goal e succederà spesso purtroppo e per molto tempo a venire aripurtroppo, verrà associato a questa sconfitta piuttosto epocale anch'essa, ma il goal di Ronaldo è il gesto tecnico più spettacolare che abbia mai visto dal vivo dai tempi del goal di Van Basten in finale Europeo e dai tempi delle prodezze di Maradona. Sono rimasto a bocca aperta e ve lo giuro istintivamente, anche perchè ero in totale solitudine a casa, ho battuto le mani anche io. E che dire anche del primo goal. Ma soprattutto chi si ricorda la fighetta di Manchester ha davanti l'unico giocatore dopo Maradona in grado di vincere le partite da solo. E magari fosse stato da solo ieri era anche molto bene accompagnato.
 
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1858 replies since 1/4/2018, 00:38   11930 views
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