Il Salotto Bianconero

[Topic unico] Serie A TIM 2016/2017

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PAG Posted on 22/7/2016, 08:33     +1   -1
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Edited by Cocteau Twins - 22/7/2016, 20:14
 
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PAG Posted on 22/7/2016, 08:50     +1   -1
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GdS: "Oggi il calendario della A: Sarà subito Roma-Juve? Possibile confronto al debutto tra due favorite. Né derby né big match di mercoledì"

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GdS
 
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PAG Posted on 22/7/2016, 19:11     +1   -1
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Edited by Cocteau Twins - 22/7/2016, 21:05
 
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PAG Posted on 23/7/2016, 07:41     +1   -1
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Calendario Serie A 2016-17, GdS: "Bene per inseguitrici Juve". Stampa: "Trappole per Juve". CdSera: "Juve in salita". Mattino: "Napoli ok, ma Juve..."

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Fonte: GdS



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Fonte: La Stampa



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Fonte: CorSera


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Fonte: La Repubblica



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Fonte: Il Giornale


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Fonte: Il Messaggero




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Fonte: Libero


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Fonte: Il Mattino
 
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PAG Posted on 17/8/2016, 08:56     +1   -1
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GdS, De Boer: «Juve rinforzata? Non sono sicuro. Ha una rosa fortissima, ma senza Pogba.. dobbiamo capire come giocherà a centrocampo»

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GdS


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Mattino: "Il Napoli torna su Zaza, ma ora è tardi. Caro biglietti: De Laurentiis deve capire che il San Paolo non è lo Juventus Stadium..."

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Fonte: Il Mattino
 
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PAG Posted on 18/8/2016, 09:01     +1   -1
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Repubblica, intervista al campionato: "Inter cinese prima alternativa alla Juve. Higuain? Esige che si giochi per lui. Dani Alves non mi convince"

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Fonte: La Repubblica

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Sconcerti: "La Juve? Per ora è meno squadra e più magia, darà più spazio agli avversari. Da valutare sostituto Pogba e tenuta Khedira-Marchisio"

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Fonte: CorSera

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Sacchi: "Scudetto alla Juve mi pare inevitabile. Bianconeri tra i 4-5 club migliori al mondo. Higuain? Il Napoli lavorava per lui. Sulla Champions..."

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Fonte: CorSera
 
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PAG Posted on 19/8/2016, 09:28     +1   -1
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GdS: "Serie A, domani si riparte: è sfida alla Juve, a caccia del sesto successo. La redazione della Gazzetta vota per la squadra di Allegri"

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GdS

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Sacchi: "Società Juve avanti 10 anni rispetto alle avversarie. Adesso devono diventare più “europei”, non chiudersi in difesa dopo l'1-0"

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GdS

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Capello: "Juve ancora più forte, deve puntare alla Champions. Ma la riconosco solo quando difende a 3, a 4 balla un pò. Napoli rognoso, Roma ok"
Capello: "Juve ancora più forte"

ROMA, 19 agosto 2016 - Fabio Capello ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport, ecco i passaggi sulla Juve e su Pogba: "La Juve? Oggi è ancora più forte. E’ una squadra che deve puntare alla Champions. Però vedo la vera Juve solo quando difende a tre, quando passa a quattro balla un po’. Il Napoli? E' una squadra rognosa, ma è difficile vincere il campionato segnando poco, a me è successo una sola volta, e mancando l’uomo che di gol ne faceva tanti diventa tutto più complicato. La Roma? Mi hanno convinto le mosse sul mercato, ha messo in squadra giocatori giusti. Pogba? Mourinho non lo faccia giocare accanto a Fellaini: lui deve attaccare, deve arrivare in zona-gol. Morata? Il Real Madrid ha fatto bene a riportarlo a casa".

Fonte: CorSport

CITAZIONE
Mattino: "Scudetto, ecco perchè la Juve non ha già vinto. Difesa più vecchia, centrocampo a pezzi e Morata-Pogba avevano più classe di Higuain-Pjanic"
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Fonte: Il Mattino

CITAZIONE
[ES] MD: "Serie A al via: Roma-Napoli-Inter vogliono interrompere egemonia Juve, ma il gigante torinese sembra più irraggiungibile che mai"

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Fonte: Mundo Deportivo
 
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PAG Posted on 19/8/2016, 17:38     +1   -1
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PAG Posted on 20/8/2016, 08:32     +1   -1
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Libero, i voti alla Serie A: "Juve da 10. Attacco-difesa super, ma il centrocampo sarà all'altezza? Roma 8.5, Inter-Napoli 8, Milan 7"

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Fonte: Libero

CITAZIONE
Capello: "Dentro Higuain-Pjanic, fuori Pogba: la Juve è più forte. I bianconeri domineranno in lungo e in largo il campionato. Moviola? Finalmente..."

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Fonte: Il Giornale

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Moggi: "Scudetto? Pole Juve. Bianconeri micidiali: hanno preso i migliori delle inseguitrici. Ma con la Fiorentina rischia. Napoli da Europa League"

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Fonte: Libero

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Giornale: "Serie A scontata solo sulla carta". Messaggero: "Non sarà BundeSerieA: Roma-Inter-Napoli attrezzate per evitare monologo bianconero"


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Fonte: Il Giornale

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Fonte: Il Messaggero

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Hamsik: "Non vedo l'ora che arrivi Juve-Napoli, voglio batterli con Higuain in campo con loro". Mattino: "Via Pipita, ma ora il Napoli ha due squadre"

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Fonte: Il Mattino


Edited by Cocteau Twins - 20/8/2016, 14:00
 
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PAG Posted on 20/8/2016, 12:32     +1   -1
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Guida tattica alla Serie A 2016/17



15 domande sui temi tattici principali della prossima stagione.


Foto di Carlo Hermann/Stringer


1. Vi aspettate una Juventus che controllerà le partite come la scorsa stagione, anche lasciando palla agli avversari in alcuni casi, o pensate che vedremo una squadra più di possesso?

Emiliano Battazzi
Mi aspetto una Juve diversa ma non necessariamente di possesso: per vincere in Europa, che è il vero obiettivo della Juve All-Star secondo me, bisogna proseguire su un terreno meno “italiano” dal punto di vista tattico. Meno speculativo, ecco, e più propositivo: per me la Juve potrebbe diventare, ad esempio, molto più aggressiva e dinamica, meno preoccupata di concedere la profondità, senza quel placido dominio della scorsa stagione. Credo che la Juve userà il campionato per rodare il suo livello europeo e scegliere il miglior assetto: furiosa stile Mad Max o dispotica con dominio del pallone, dei ritmi, della profondità. In questo caso sarebbe una prosecuzione della Juve dell’anno scorso, solo in modalità andiamo a comandare.

giphy



Fabio Barcellona
Nei due anni di Allegri la Juve è molto mutata: l’arrivo di Dani Alves, Alex Sandro, Pjanic, Dybala, Khedira, Pjaca, dello stesso Higuain, ha disegnato una rosa molto tecnica e in grado di gestire il possesso del pallone, sacrificando un po’ della fisicità di giocatori come Vidal o lo stesso Pogba. È abbastanza prevedibile che Allegri assecondi le caratteristiche dei propri giocatori, ma è altrettanto prevedibile che, da tecnico anti-dogmatico quale è, non presenterà mai una Juve dai concetti tattici estremi. Secondo me vedremo una Juve che proverà a difendersi maggiormente “riposando” con il pallone tra i piedi e meno arroccata al limite della propria area in fase di non possesso. Il baricentro sarà mediamente più alto, sia per minori capacità di ripartenze lunghe (in questo incideranno le partenze di Morata, Cuadrado e Pogba) sia per la minore fisicità, che consiglia una difesa più avanzata della linea Maginot vista la scorsa stagione. Una Juve con più possesso, manovre più brillanti e manovrate e difesa più aggressiva in zone avanzate del campo.

Francesco Lisanti
In ogni caso, non credo che la Juve presserà gli avversari sulla linea di porta, quindi sì, da questo punto di vista “lascerà la palla”, fidandosi come al solito ciecamente della propria difesa. Resta da vedere quello che faranno gli avversari, se e come riusciranno a risalire il campo, quanto coraggio avranno nel prendersi responsabilità creative. Allegri è bravissimo a studiare soluzioni differenti partita dopo partita, ma il crescente numero di squadre mediamente buone intenzionate a controllare il gioco (con Montella al Milan, De Boer all’Inter, Sousa alla Fiorentina…) rappresenterà una sfida interessante.

Alfredo Giacobbe
La Juve descritta da Fabio è la Juve che vorrebbero molti tifosi. Credo, invece, che la terza Juventus di Allegri sarà molto più simile alla terza e ultima incarnazione della squadra di Conte: talmente consapevole della propria forza da pretendere di controllare le partite soprattutto senza palla. Una strategia in stile “colpisci e resisti” potrebbe essere confacente ad una squadra che vuole una stagione lunga il più possibile e sa che per averla deve centellinare le forze.

Daniele Manusia
Inserirei una possibile evoluzione della Juventus nel contesto di una più generale evoluzione del campionato. Qualcosa mi dice che il trend stagionale in Serie A potrebbe essere un pressing organizzato da parte di più squadre, una maggiore aggressività, cioè, anche se magari con squadre più lunghe. Ormai è chiaro che se si lascia il controllo alla Juventus, anche se senza palla, si finisce col perdere; e lo stesso vale per le altre squadre come Roma e Napoli che dopo anni passati a scontrarsi con le difese schierate hanno cominciato a farci l’abitudine. Se penso a squadre come il Torino di Mihajlovic, l’Atalanta di Gasperini, la Samp di Giampolo, ma anche al Sassuolo di Di Francesco, sono squadre che possono giocare novanta minuti aggressivi anche contro la Juventus, rischiando magari qualcosa in più ma mettendo in discussione il controllo passivo dello scorso anno. In questo contesto, secondo me, Allegri punterà sul controllo tecnico a cui abbiamo già accennato, mandando a vuoto il pressing e cercando di creare più occasioni. Insomma, anche se i due aspetti non sono direttamente legati tra loro, credo che a una Juve più ricca di talento corrisponderà una Juve più spettacolare.


2. Come pensate che Allegri integrerà i nuovi giocatori la Juventus, tornerà a sperimentare con i moduli?

Emiliano
Allegri si divertirà a cambiare ancora, ne sono certo, già dalle amichevoli si è intuito qualcosa. Di sicuro alternerà continuamente difesa a tre e quattro, con Benatia perfetto pendolo interpretativo di una nuova Juve più dinamica e aggressiva. E poi c’è la posizione di Pjanic, che sembra un trequartista da tesi di Allegri (anche se meno dinamico del suo prototipo ideale, e infatti è stato usato anche da regista): e quindi 4-3-1-2 con Higuain e Dybala davanti, che diventa un 2-1 con la Joya che si abbassa o anche con Pjaca e Dybala a piedi invertiti più larghi per lasciare aria al centravanti argentino. A quel punto anche Dani Alves potrebbe sfruttare un meccanismo imparato a memoria, quello di attaccare lo spazio creato dall’accentramento di una finta ala mancina. Insomma, ci sono tanti esperimenti possibili e credo che Allegri sarà contento di provare, cambiare, adattare.

Fabio
Allegri ha giocato le prime amichevoli della stagione con la difesa a 4, ma il metodo di costruzione della squadra del tecnico livornese, più propenso alla sperimentazione empirica che alla progettazione teorica e successiva implementazione sul campo, rende i primi esperimenti di 4-3-1-2 più una necessità dovuta alle lunghe vacanze post-europee della BBC che una precisa dichiarazione di intenti. Se davvero Pjanic sarà in grado di fare il trequartista (e non è così ovvio) e non ci sarà bisogno di lui più indietro nel campo a causa di infortuni o carenze qualitative a centrocampo o Pjaca, che Allegri vede come giocatore di raccordo tra zona mediana e attacco, fosse già pronto a un impiego se non stabile, almeno continuativo, non sarebbe comunque certo improbabile vedere la Juve con la difesa a 4 e il centrocampo a 3, alternando davanti un fronte 1-2 o 2-1 con Pjaca e Dybala più bassi di Higuain. Sarebbe importante in Europa avere la capacità di mutare modulo di gioco, come fatto nella fortunata Champions League di 2 stagioni fa, quando la Juventus transitava durante la partita dal 4-3-1-2 al 3-5-2 per rispondere alle varie esigenze tattiche proposte dal match. È nelle corde di Allegri, nella possibilità della rosa e costituirebbe un’arma tattica in più nelle sfide di alto livello europeo.

Alfredo
La scommessa più bella da vincere per Max Allegri sarà la trasformazione di Marco Pjaca in una mezzala sinistra di primo livello. Sulla miglior collocazione del ragazzo si sono fatte tante speculazione e la mia è solo l’ennesima. Ma sarei pronto a scommettere che, con la sua ottima conduzione di palla, il gran fisico, la buona tecnica di base e la mobilità intorno al campo, Pjaca rappresenterà in futuro il perfetto Pogba-replacement.




Flavio Fusi
Allegri ha in mano una squadra altamente flessibile e se volesse potrebbe cambiare sistema di gioco e/o strategia di settimana in settimana. Pjanić sarà probabilmente usato come regista almeno fino al rientro di Marchisio e ciò lascia scoperto il ruolo di trequartista in un eventuale 4-3-1-2, ma ciò non toglie che le opzioni a disposizione sono molteplici. Per fare un esempio concreto, nel secondo tempo contro l’Espanyol, Allegri ha testato una Juve a trazione anteriore, schierando Dybala dietro le punte: con Mandzukić ed Higuaín ad impegnare i difensori avversari e partendo qualche metro più indietro rispetto al solito, la Joya ha fatto realmente quello che voleva, tanto che i difensori spagnoli riuscivano a fermarlo solo commettendo fallo. Poco dopo Pjaca ha sostituito il connazionale è si è visto un 4-3-2-1, con il croato centro-sinistra e Dybala centro-destra.

Non dimentichiamoci poi che già la scorsa stagione, partendo dal 3-5-2 , i bianconeri potevano riorganizzarsi in varie formazioni, come ad esempio il 4-3-3, con Cuadrado che avanzava sulla linea degli attaccanti e Barzagli che scivolava terzino, o il 4-4-2 difensivo per avere maggior controllo spaziale del campo in fase difensiva. Pjaca probabilmente non ha ancora la maturità tattica per svolgere un ruolo simile ed è forse questo il motivo per cui Marotta sta cercando di riprendere il colombiano dal Chelsea, ma non è nemmeno detto che uno escluda l’altro. Anche il recupero di Asamoah aumentare ulteriormente la versatilità della rosa. Insomma Allegri ha di che sbizzarrirsi.


3. Senza un magnete come Higuain, Sarri continuerà con il 4-3-3 o proverà nuove soluzioni?

Emiliano
Sarri è un metodico e in questo caso poi il metodo è giusto: non credo si muoverà dal 4-3-3, a meno che non arrivi Saponara o un giocatore tatticamente così evoluto da rendere credibile una modifica duratura. La qualità del lavoro di Sarri è sotto gli occhi di tutti ma la fermezza dei suoi meccanismi tattici ha anche un possibile difetto: l’incapacità di reagire e adattarsi agli accorgimenti degli avversari, o alle caratteristiche dei nuovi giocatori come Milik. Il Napoli, come tutte le squadre, si deve evolvere, e non contare solo sugli strumenti utilizzati nell’anno passato: un certo ristagnamento tattico si era visto anche nel girone di ritorno dello scorso campionato. Con la rosa più ampia (innesti di qualità come Zielinski, Rog e Giaccherini servono eccome), magari Sarri dimostrerà anche più variabilità tattica.

Fabio
La presenza di giocatori quali Insigne, Callejon, Mertens, incatena in qualche modo Sarri al 4-3-3 per l’incapacità dei giocatori citati di giocare nel ruolo di punta in un attacco a due o come trequartisti di un rombo senza abbassare il proprio livello di gioco. L’acquisto di Milik, complica ulteriormente le cose: come Gabbiadini, usa praticamente solamente il piede sinistro e si muove cercando sempre la soluzione più agevole per il proprio piede forte. A naso una possibile coabitazione tra i due in una coppia di attaccanti sembra problematica, insomma. Ad oggi il 4-3-3 è l’abito più adatto e probabilmente l’unico veramente possibile per la rosa di Sarri, almeno in attesa della fine del calcio mercato. Gli acquisti di Zielinski e Giaccherini daranno respiro a un centrocampo che alla fine dello scorso campionato boccheggiava, ma non credo vedremo grossi cambiamenti tattici nel Napoli.

Francesco
È interessante che, in tema di possibili soluzioni tattiche per il Napoli di Sarri, l’unico vero interrogativo riguardi la disposizione del tridente offensivo. Però anch’io non credo che Sarri possa intervenire radicalmente su difesa e centrocampo, non perché non ne avrebbe le capacità, ma perché svaluterebbe il materiale a disposizione: Hamsik e Jorginho possono coesistere solamente in un centrocampo a tre, di conseguenza va da sé che la linea di difesa debba essere a quattro, e che le alternative valide rimangano il 4-3-1-2 o il 4-3-3, con quest’ultimo modulo preferibile per le ragioni spiegate benissimo sopra. Piuttosto, adesso che il Napoli ha davvero tante alternative valide a centrocampo, Sarri potrà sperimentare diversi approcci adattandosi alle caratteristiche dei giocatori schierati (oltre ad Hamsik e Allan, Zielinski, Giaccherini, Rog…).


Video



Flavio
Penso che una cosa non escluda l’altra: Sarri può tranquillamente mantenere il 4-3-3 e provare altre soluzioni con i nuovi giocatori acquistati sul mercato. Non solo ora ci sono giocatori in grado di essere all’altezza dei “titolarissimi” (e perché no, una volta inseriti, anche di spodestarli), ma anche di offrire variazioni sul tema del 4-3-3 azzurro che, pur essendo tra i sistemi di gioco più interessanti d’Europa, aveva dimostrato alcuni punti deboli. Penso alle difficoltà palesate contro le marcature a uomo, specie a centrocampo: due giocatori come Zielinski e Rog, capaci di vincere i propri duelli individuali, potrebbero rivelarsi preziosissimi per creare scompiglio negli schieramenti avversari.

Daniele
Non sarei così sicuro che Sarri insista sul tridente puro. Come dice Flavio, giocatori nuovi significano anche soluzioni alternative che rendano il 4-3-3 più fluido. In particolare secondo me deve trovare il modo di recuperare le giocate delle due punte che allenava benissimo all’Empoli, magari accentrando uno degli esterni (alternati, uno alla volta vicino alla punta, o in maniera asimmetrica con uno dei due costantemente più vicino alla punta). Soprattutto perché secondo me Milik guadagna a giocare con un compagno vicino, ad alternarsi nel lavoro con il resto della squadra. Anche l’eventuale ritorno al trequartista non è da escludere. È vero che Sarri alla fine della scorsa stagione si è irrigidito diventando prevedibile (e personalmente credo che avrebbe potuto gestire molto meglio la parte finale della corsa) ma è vero anche che all’inizio dell’anno ha avuto la flessibilità di riunciare al 4-3-1-2.


4. Il calciomercato della Roma non sta chiarendo il progetto tattico di Spalletti, che idea vi siete fatti?

Emiliano
In questo momento la Roma è una strana via di mezzo, e forse il progetto tattico è bloccato perché tutto è bloccato in attesa dei preliminari di Champions League, un passaggio talmente importante che in passato molte squadre del nostro campionato sono crollate dopo essere state bocciate. Ancora non si è capito se, dopo la partenza di Pjanic, Spalletti voglia abbracciare l’idea del gegenpressing come miglior playmaker (non sembra), oppure voglia provare a sostituirlo con un miglioramento di alcuni strumenti del gioco di posizione (e quindi la voglia matta di cercare centrali forti nell’inizio azione). Forse sta semplicemente mescolando diversi ingredienti per ottenere una squadra più forte fisicamente, più aggressiva e capace di dominare l’avversario: ma dopo l’addio di Pjanic rimane un problema di riduzione della qualità tecnica complessiva della rosa, che in caso di cessione di Paredes sarebbe ancor più evidente, tanto da far pensare appunto a una strategia spallettiana. L'acquisto di Bruno Peres serve per diversificare ancora le opzioni di gioco della Roma, lavorare a un futuro passaggio al 3-4-2-1, usare l'intensità di Florenzi in zone più alte del campo, e quindi l'idea potrebbe essere davvero quella di una squadra in grado di adottare registri di gioco anche molto diversi.

Fabio
Credo che, oltre che bloccato dall’esito dei preliminari di Champions League, il mercato della Roma sia fortemente condizionato dalle limitate risorse economiche a disposizione che hanno dirottato tutti gli sforzi verso la difesa, il reparto che più aveva bisogno di essere integrato e rinforzato. Gli infortuni di Rüdiger e specialmente quello a mercato in corso di Mario Rui, hanno ulteriormente complicato le cose. Strootman sostituisce numericamente Pjanic in mezzo al campo e di certo è un giocatore più spallettiano del bosniaco per la sua verticalità e la sua occupazione del campo. Davanti la scommessa è il recupero di Dzeko, ma non mi sorprenderei di vedere ancora Perotti partire al centro dell’attacco. È necessario attendere la sfida con il Porto e vedere come la dirigenza reagirà al risultato del doppio confronto per avere chiare le ambizioni e la direzione tattica che prenderà la Roma.


giphy



Flavio
Nelle ultime stagioni, il mantra “prima entriamo in Champions, poi investiamo” ha accompagnato i preliminari europei delle squadre italiane, quindi è molto probabile che capiremo qualcosa di più sul progetto Roma una volta saputo l’esito del play-off con il Porto, che potrebbe alzare il livello tecnico della rosa o costringere la dirigenza a fare qualche sacrificio. Questo non vuol dire che Sabatini non abbia fatto mercato, anzi, pur con risorse limitate, c’è da dire che buona parte delle falle della rosa sono state coperte. Il problema è che i nuovi arrivati hanno ruoli più o meno speculari a quello dei giocatori da sostituire, ma hanno caratteristiche diverse, tali da non garantire un’esatta continuità tattica rispetto alla stagione precedente. Ecco perché ci vorrà ancora un po’ di tempo per capire a fondo il progetto Roma.

Daniele
Ho l’impressione che il mercato della Roma sia un compromesso tra quello che Sabatini voleva fare e quello che andava fatto anche per risanare un po’ i conti. Magari verrò smentito, ma credo che siano stati presi un po’ di giocatori non adatti a una lotta di primissimo livello, in Italia e tanto meno in Europa, tipo Fazio e Juan Jesus. Ma anche le incognite Vermaelen e Alisson, come l’all-in su un giocatore come Gerson che prima dell’estate sembrava non potesse proprio far parte della squadra, secondo me non sono in linea con un progetto tattico o tecnico di medio-lungo periodo, quanto piuttosto delle mosse magari anche intelligenti ma comunque basate su esigenze molto temporanee. E non parlo neanche delle condizioni contrattuali, tutti quei prestiti con diritto di riscatto che sanno tanto di occasione colta all’ultimo secondo, di smoking in affitto per la festa dei diciotto anni di un compagno di classe. Poi c’è la scommessa su Dzeko, che a mio avviso non ha semplicemente senso. Anche recuperandolo psicologicamente credo che difficilmente può diventare qualcosa di più di un riferimento che tenga bassa la difesa avversaria…

All’interno di questo discorso c’è l’acquisto di Bruno Peres, che potrebbe cambiare molto tatticamente, aggiungendo di fatto un playmaker esterno (se Peres utilizzerà la sua tecnica non solo per partire sgommando sulla fascia) che tolga un po’ di responsabilità a De Rossi, che credo possa garantire di più come schermo, anche nel recupero alto, che in impostazione. E il ritorno di Strootman, che come secondo pivote vicino a De Rossi funziona meglio che da mezzala (per via del dinamismo ridotto rispetto allo Strootman pre-infortuni). A fare da tramite tra i due blocchi, difensivo e offensivo, ci dovrebbe essere Nainggolan, che come dinamismo e tecnica di base sono anche d’accordo, ma dalla trequarti in su molto meno (anche se qualche gol lo farà). Non so se è questa la Roma che Spalletti aveva in mente, ma credo che sarà questa la Roma migliore possibile che vedremo.


5. Cosa aggiunge De Boer al discorso tattico della Serie A?

Emiliano
La Serie A guadagna un nuovo sistema di gioco, un nuovo metodo, un calcio proattivo e non reattivo. L’Inter si assicura un progetto di lunga durata, con la necessità di crederci in modo incondizionato: il primo anno in Italia può essere difficilissimo per un allenatore senza esperienza nei 5 grandi campionati europei. Si spera di osservare anche una diversa cultura del lavoro, con l’integrazione continua di giovani del vivaio, una mentalità più aperta verso l’errore: ma i nostri giovani escono male dalla Primavera e De Boer non potrà fare miracoli.

Daniele
Concordo con Emiliano: spero soprattutto di vedere un allenatore che non avrà paura a lanciare giovani anche in ruoli fondamentali e in momenti delicati della stagione. Tatticamente si inscrive bene in un contesto non troppo intenso, ma dovrà stare attento a non diventare prevedibile. In questo la Serie A è molto crudele, se un allenatore non aggiusta il proprio gioco, gli avversari gli prendono le misure e gli fanno un bel cappottino per l’inverno...

Fabio
Il basso livello attuale del campionato olandese, fa sì che la Eredivisie non sia un test probante per un allenatore. De Boer ha vinto tanto in patria (ma lo scudetto perso all’ultima giornata la passata stagione grida vendetta…), ma in Europa ha fatto male. È difficile immaginare il contributo che potrà fornire all’Inter e alla serie A in generale partendo da queste basi.

Video



Francesco
Le difficoltà di ambientamento in un campionato nuovo riguardano tanti fattori, dalla preparazione atletica alla gestione della comunicazione, fino allo studio degli avversari, ma se un allenatore è bravo le idee possono emergere fin dalla prima giornata, così come è stato per Paulo Sousa l’anno scorso. Il punto è proprio questo: De Boer è bravo? Il campionato olandese l’ha un po’ nascosto, l’augurio è che almeno sia intelligente nel pianificare il lavoro, che è molto, mentre il tempo è poco.

Flavio
Io credo che, nonostante il movimento olandese non stia vivendo il miglior momento della sua storia, De Boer possa portare concetti di un calcio diverso, favorendo un’integrazione di diverse culture calcistiche che è fondamentale per mantenere la competitività a livello internazionale. Pensiamo alla Premier che, rimasta per troppo tempo legata a principi obsoleti, ha subito un’involuzione tattica tale da dovervi porre rimedio con l’arrivo in massa dei migliori allenatori stranieri.



6. L’Inter parte davvero davanti a Roma e Napoli come qualcuno dice?

Emiliano
C’è qualcuno che lo dice? Per me ancora non è così, anche se Banega è nella top 3 degli acquisti della Serie A, Joao Mario sarebbe un grandissimo acquisto e Candreva è un buon colpo. Da lontano, però, la situazione è questa: l’Inter ha un nuovo allenatore dal 9 agosto, con idee decisamente diverse da quelle del precedente e con il precampionato ormai andato; la squadra non viene da anni di un sistema rodato ma dal magma indistinto (e un po’ casuale) di soluzioni tattiche manciniane; la rosa ha ancora diverse lacune e non sappiamo se ci saranno delle cessioni eccellenti. De Boer è bravo ma parte indietro rispetto alle prime tre dell’anno passato (almeno da quello che si vede ora): c’è tanto lavoro per l’allenatore olandese e questa prima stagione dovrebbe essere di semina. Spero non gli chiedano subito il raccolto.

Daniele
Io penso che potrei anche dirlo… nel senso che ho visto un po’ le amichevoli estive e mi sembra una squadra che inizia a conoscersi molto bene, in cui giocatori come Kondogbia e Perisic sono sempre più a proprio agio, e che con un allenatore nuovo che porti un po’ di calma razionalità in campo e nello spogliatoio può fare molto meglio di quanto abbiamo visto fin qui. A mio avviso è fondamentale che non perda Brozovic e che trovi la giusta collocazione per Banega (mezzala più alta rispetto a Kondogbia, con Medel a fare da ago della bilancia?) e che ritrovi una solidità difensiva nuova, che non si basi solo sulle capacità di Miranda-Murillo. Se l’Inter giocasse finalmente da squadra, come Roma e Napoli, perché no, secondo me sarebbe alla loro altezza. Il mercato può ancora cambiare molto (Joao Mario si inserirebbe alla grande secondo me, perché anche lui è un giocatore fisicamente dominante, oltre che tecnicamente; perdere qualche pezzo importante invece sarebbe un peccato) ma credo che negli 11-13 giocatori titolari a disposizione sia in effetti competitiva (nota bene: lo scorso anno, anche quando a inizio stagione raccoglieva punti, ero rimasto scettico, lo specifico per dire che non faccio il solito discorso sull’Inter che ad agosto è sempre da primi posti: quest’anno mi sembra davvero migliore).

Fabio
De Boer sembra volere puntare sul 4-2-3-1 e un fronte d’attacco composto da Candreva, Banega, Perisic alle spalle di Icardi è certamente di ottimo livello. Non dimenticando, se dovesse rimanere, Brozovic che può giocare in tutti i ruoli del centrocampo. La rosa andrebbe integrata da un centrocampista d’ordine, a meno che De Boer non pensi di usare nel ruolo Banega e probabilmente da un altro difensore di livello. Forse il valore dei calciatori (in attesa della fine del calcio mercato) è al livello di Roma e Napoli, ma l’Inter, come dice Emiliano, viene da anni disastrosi tatticamente, in cui Mancini non ha costruito proprio nulla, accumulando giocatori su giocatori e arriverà al campionato dopo solo 12 giorni di lavoro con De Boer, allenatore tutto da scoprire nel’impatto con il campionato italiano e le sue pressioni e tensioni. Quindi no, il livello di partenza dell’Inter è più basso di quello di Roma e Napoli e servirà tanto lavoro per far emergere il potenziale della rosa nerazzura.

Francesco
Se davvero si concretizzerà l’infinita trattativa per Joao Mario, il valore della rosa sarà necessariamente più basso di quello attuale, perché una campagna acquisti di queste dimensioni non sarebbe sostenibile in nessun modo. Proprio Brozovic, che sarebbe bello vedere agli ordini di De Boer, mi pare il maggior indiziato a partire entro la fine di agosto. E probabilmente sarà comunque necessaria un’ulteriore cessione. Insomma, è vero che l’undici titolare può competere sulla carta con quello di Napoli e Roma, ma poi manca tutto il resto, dalla panchina profonda fino alle certezze tattiche.

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7. Vi aspettate una Fiorentina bella come quella dell’inizio dello scorso anno o in difficoltà come a fine stagione?

Emiliano
La Fiorentina è il vero grande enigma della nuova stagione per una serie di motivi. Paulo Sousa non era apparso particolarmente contento del mercato invernale, e anche in questa sessione non ci sono grandi colpi all’orizzonte (ma Carlos Sanchez è un bel volante central). A fine stagione sembrava che il portoghese potesse andare allo Zenit, poi non se n’è fatto niente, ma c’è da capire se quella della Fiorentina è una ripartenza convinta o una stanca convenienza. Sousa non sembra sprizzare entusiasmo, e la squadra viene da una seconda parte di stagione davvero stagnante, a livello fisico e tattico (una copia incredibile della stagione di Sousa allo Swansea). Insomma: come e perché dovrebbe migliorare la Fiorentina? Per la solidità dei suoi principi tattici, per la bellezza e funzionalità del suo sistema, certo: la continuità è sempre un valore aggiunto. La Serie A, però, è il campionato più esigente ed estenuante tatticamente: basta un attimo per ritrovarsi incapaci persino di servire il proprio centravanti, e di tenere il pallone senza disordinare l’avversario.

Fabio
La passata stagione, a un girone di andata entusiasmante per risultati e livello di calcio espresso, ha fatto seguito un finale di stagione in cui se i risultati non sono del tutto precipitati, la qualità del gioco della squadra di Paulo Sousa è scesa in maniera evidente. Un punto di svolta, almeno temporale, può essere identificato con la fase del mercato di gennaio, in cui il tecnico viola si era lamentato in maniera non troppo nascosta dei mancati rinforzi. Da lì in poi, la delusione di Sousa e i continui dubbi su una sua permanenza a Firenze sembrarono aver tolto il propellente necessario alla squadra per continuare ad esprimere il calcio brillante, rischioso ed originale espresso fino a quel momento.


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In questo inizio di stagione Paulo Sousa non pare particolarmente eccitato dal suo secondo anno in viola e i risultati delle amichevoli precampionato, così diversi da quelli clamorosi dell’anno passato, sembrano confermare l’idea di una Fiorentina ancora in difficoltà. La rosa d’altronde è corta e dipendente dai suoi giocatori migliori. Ad esempio, l’anno scorso l’infortunio di Badelj o il calo di rendimento di Kalinic hanno fortemente influenzato in negativo le prestazioni della squadra. Il roster non sembra essere migliorato né quantitativamente, né qualitativamente, e bisogna attendere la fine del calcio mercato per vedere se oltretutto ci sarà una cessione eccellente. Sono d’accordo con Emiliano: perché la Fiorentina dovrebbe essere migliorata?

Daniele
È vero che il malumore di Sousa, così come il mercato conservativo di quest’estate, non sono segni positivi, ma è vero anche che alla fine Sousa è rimasto e la Fiorentina è quella dello scorso anno con qualche innesto interessante. Carlos Sanchez ma anche Giuseppe Rossi che con la sua tendenza ad abbassarsi tra le linee può sfruttare alla perfezione i movimenti in profondità di Kalinic e fare da centrocampista aggiunto per il possesso viola. Ho visto la partita con il Valencia e a fronte degli stessi problemi dello scorso anno in transizione negativa, non appena viene saltato il primo pressing, e di una difesa posizionale fragile come un picnic in spiaggia in un giorno di vento, credo che vedremo una proposta di gioco simile ma con meccanismi più oliati per far risalire il pallone. E quindi una squadra potenzialmente migliore e ancora più divertente da vedere. Non chiedo molto di più a Paulo Sousa, e non so se sarebbe giusto farlo, francamente.


8. Montella ha una rosa adatta teoricamente alle sue idee di calcio?

Emiliano
No, questo Milan è ancora sotto il livello tecnico richiesto dal sistema di gioco di Montella: serve un difensore centrale abile nell’impostazione, un regista in grado di gestire i ritmi della squadra e di vedere tutte le linee di passaggio, e qualcosa anche tra le linee, per rendere il giropalla efficace e aumentare la pericolosità offensiva. Senza questi tre giocatori può essere in ogni caso una buona squadra, ma difficilmente in grado di superare i limiti della scorsa stagione.

Fabio
Il problema è ancora a monte: l’attuale rosa del Milan è inadatta a competere con serie possibilità di successo per un posto in Europa League e per sostenere quel minimo di ambizione che la storia di un club come il Milan comunque impone. Poi, sono totalmente d’accordo con Emiliano anche nelle motivazioni, nello specifico non è una rosa con cui Montella potrebbe implementare facilmente il suo tipo di calcio.

Alfredo
Montella non aveva una rosa adatta alle sue idee neanche alla Samp. Eppure ha accettato l’incarico. Eppure non ha gettato la spugna nonostante l’altalena dei risultati e la burrasca del mercato invernale. Eppure, nonostante tutto, ha tenuto la Samp fuori dalle secche della retrocessione. Montella non è certo un allenatore di campo, è un allenatore di principi calcistici, che sa però all’occorrenza mediare, adattare alle circostanze. Confido che riesca a trovare la quadra anche in questo Milan.

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Flavio
Parlando delle ultime stagioni del Milan, si è spesso identificato la causa delle difficoltà dei rossoneri nell’inesperienza degli allenatori che si sono susseguiti sulla panchina del Diavolo. Come dimostra il caso Mihajlović, arrivato al Milan con un buon bagaglio di esperienza nel nostro campionato, e come hanno scritto Emiliano e Francesco, il problema del Milan è ed è stato la rosa, inadeguata agli obiettivi preposti nelle passate stagioni. Il continuo cambio di guida tecnica ha gravato sulle finanze del club, sia per il fatto di dover pagare (profumatamente) allenatori esonerati, che per lo spreco di denari in giocatori comprati per un tecnico che poi non facevano al caso del successore. Penso che il Milan debba assecondare le richieste del proprio allenatore, oppure armarsi di pazienza e vivere un altra stagione di transizione, che non dovrà in alcun modo finire con un altro esonero. Purtroppo l’attuale situazione di instabilità all’interno del club complica ulteriormente l’instaurazione di un progetto tecnico-tattico ambizioso come quello che avrebbe dovuto seguire l’ingaggio di Montella.


9. Come vedete il passaggio del Genoa da Gasperini a Juric?

Fabio
Molto bene. Juric è un allievo di Gasperini, conosce benissimo l'ambiente e ha dimostrato a Crotone di essere un ottimo allenatore. Va quindi in un posto di cui conosce pregi e difetti, ad allenare una rosa che padroneggia i principi tattici di base del calcio che il nuovo tecnico vorrà giocare, portando in più l'entusiasmo di un debuttante e rinnovando la gestione di Gasperini che pareva un po' stanca. Il 3-4-3 aggressivo di Juric potrebbe essere una delle cose più interessanti della stagione.