Il Salotto Bianconero

Demetrio Albertini alla presidenza della FIGC - Serie A a 18 squadre, da goal.com

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PAG Posted on 24/7/2014, 11:13     +1   -1
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..ma chi vi si incula..

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Demetrio Albertini si candida alla presidenza della FIGC ed espone i propio manifesto: "Reclutiamo più giovani, italiani obbligatori e Serie A a 18 squadre".

Si era defilato, si è nuovamente avvicinato. E infine ha ufficializzato la sua candidatura. Non solo Tavecchio, anche Demetrio Albertini corre per la presidenza della FIGC. Da vicepresidente della Federazione ora punta ad essere il numero uno del calcio italiano. Dal Milan all'Italia intera.

Da vice commissario straordinario della FIGC nel 2006, nel 2007 è stato il secondo di Abete. Ha vissuto i Mondiali deludenti del 2010 e del 2014, oltre all'Europeo così così del 2008 e quello positivo del 2012. Da secondo a primo, la sfida con Tavecchio è già lanciata.

"In Federazione regna l’ingovernabilità" esordisce Albertini alla 'Gazzetta dello Sport'. "Due componenti, Dilettanti e Lega Pro, hanno il 51% e possono eleggere da sole il presidente ma non hanno la maggioranza in consiglio e non possono governare. Credo che si debba superare l’attuale struttura direttiva della Figc. A ciascuno il suo".

La Federazione deve cambiare registro ed occuparsi di punti essenziali alla rinascita: "Innanzitutto della riforma dei campionati. Una Serie A a 18 squadre, una B a 20 e una Lega Pro che è stata appena ridotta a 60, dopo tanti anni, e quindi non è detto che debba scendere ulteriormente. Quello che mi interessa è la sostenibilità finanziaria, negli ultimi tempi abbiamo perso troppe realtà, le ultime Padova e Siena".

Albertini ha come grande esempio la Germania: "In A ciascun club dovrà avere rose con un massimo di 25 giocatori e un minimo di 10 locali, cioè cresciuti nei vivai, indipendentemente dalla nazionalità perché l’Unione europea non ce lo consentirebbe. Non serve bloccare gli extracomunitari, il tetto è un falso problema che va superato. Non sono gli extra Ue che frenano la crescita del movimento della Nazionale, in squadra potresti avere 11 francesi, tutti comunitari, e nessuno convocabile. Dobbiamo puntare sulla qualità".

Sfiderà anche l'AIC, che sugli extracomunitari ha lottato in lungo e in largo: "Non mi riconosco in questo calcio, va fatto qualcosa. Ognuno si prenda le sue responsabilità e rinunci a qualcosa, altrimenti tra un po’ chiudiamo bottega. L’Italia deve essere un paese di transito e perdere ragazzi come Verratti o Immobile, oppure vogliamo produrre talenti e mantenerli in casa?".

Le seconde squadre risultano essere soluzione valida: "Restano la ricetta giusta per me. Lo dico a ragion veduta, Messi fece le sue prime partite con me al Barcellona provenendo dal Barça B. Mi convince pure la collaborazione tecnica sull’esempio di quella tra Inter e Prato. Quanto alle multiproprietà, mi piacciono di meno perché non ci sono solo finalità sportive".

La Nazionale azzurra è a pezzi: "Oggi quel che manca è la possibilità di scegliere. La Nazionale va di pari passo con i risultati dei club, basti pensare a Spagna e Germania. Se fai qualità, dopo avrai calciatori di qualità anche per la maglia azzurra. Autocritica per i Mondiali? Sono stati 8 mesi di lavoro intensi, con tre viaggi preparatori oltreoceano. Crediamo di aver messo nelle migliori condizioni possibili il nostro gruppo, ma poi la prestazione dei giocatori è quella che conta".

Tavecchio è in vantaggio per la presidenza: "Non ho mai fatto una corsa sui numeri, ma sulle idee e sulla voglia di cambiare. Io e lui siamo due persone con percorsi completamente differenti e tipi di rappresentanza diversi. Posso essere un’opportunità, chi la vuole cogliere la colga". Il messaggio verrà recepito?
 
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