Nba al via: ma la finale sarà LeBron-Kobe?
Oklahoma è carica grazie alla crescita di Westbrook e Durant, attenti comunque a Boston e San Antonio. Da seguire i rookie e non solo Anthonny Davis, ma Lillard. Eppoi guardate Houston a grande scommessa e tifate per i tre azzurri (che non si facciano male...).
Nba al via: ma la finale sarà LeBron-Kobe?© REUTERS/DAVID GRAY
ROMA - Cosa aspettarsi da questa stagione Nba al via nella notte? Certo, una finale Heat-Lakers, ovvero LeBron James-Kobe Bryant con annesso supporting cast stellare. In fondo è ciò che David Stern sogna dall’arrivo di LBJ nella Lega. E siccome è la sua ultima finale da commissioner, perché no? Ecco, motivi ce ne sarebbero: ad esempio l’usura di Kobe e dei suoi compagni, compresi i nuovi arrivi Dwight Howard e Steve Nash. Eppoi perché sottovalutare Oklahoma City? Soltanto perché è partito il creativo James “barba” Harden? Beh, in cambio hanno ricevuto Kevin Martin, il quale è in scadenza di contratto e dunque può avere solo questa occasione, a 30 anni. Aggiungete il ritorno del play di riserva Maynor, l’arrivo della scommessa Jeremy Lamb. Ma soprattutto, considerate chi è rimasto: l’inarrivabile Durant, Westbrook, Ibaka, Perkins... Molto dipende dalla maturazione di Westbrook. Ma Oklahma ha potenziale da vendere. E allora qui e ora si va controcorrente: finale Miami-Oklahoma, di nuovo, perché l’insopportabile peso dell’età è decisivo.
A meno che LeBron non si riaddormenti (quasi impossibile) e allora attenti ai Celtics che sono sempre una squadra in missione e, se hanno perso Ray Allen, ebbene hanno allungato l’organico. Manca soltanto un cambio per Garnett, che nei playoff giocherà sempre centro. La vera favola sarebbe un altro titolo a San Antonio per chiudre in gloria l’epopea di Duncan, Parker e Ginobili, coach Popovich, della squadra che gioca meglio a pallacanestro. Non basta, il draft del giugno scorso è stato tra i più ricchi di talento da alcuni anni a questa parte. A cominciare dagli assi che a Kentucky hanno dominato la Ncaa. il n. 1 Anthony Davis è un predestinato e a New Orleans avrà le chiavi della squadra. Più difficile per Kidd-Gilchrist, in quel gulag che è Charlotte, dove Michael Jordan da dirigente ne azzecca poche davvero. Siccome si va controcorrente, invitiamo a seguire il play di Portland, Damian Lillard, che la passa come pochissimi nella Lega. Può diventare un giocatore di culto, anche se il vero culto sarà l’uomo che ha paura di volare, Royce White. Farà alcune trasferte su un bus da lui attrezzato. Houston, che ha deciso di rischiare per vincere, accetta la sfida perché lo considera un potenziale campione.
Eppoi c’è il derby di New York, laddove tutto quanto accade è ingigantito. I Knicks hanno puntato sull’età, riesumando dal ritiro Rasheed wallace, pescando un debuttante 35enne come Pablo Prigioni, per citare le scelte estreme, ché ci sarebbe pure il venerabile Jason Kidd. Ma Brooklyn del magnate russo Mikhail Prokhorov e del rapper produttore Jay-Z ha più talento, freschezza e forse voglia. E’ la vera novità di stagione. La vera squadra da seguire, comunque è Houston. Perché ha preso il barba Harden e ancor più per la rivelazione 2011-12 Jeremy Lin, il cinoamericano apparso dal nulla. Siccome dopo un paio di mesi da superstar si è roto e siccome Harden deve dimostrare di essere davvero un capo e un fuoriclasse, i Rockets possono incantare oppure fallire alla grande. Vuoi mettere la curiosità? Detto che ci sarebbero altri duecento temi, beh, la Nba è uno spettacolo unico, anche se prima dei playoff a volte è solo spettacolo, a volte nemmeno quello. Beh, più seriamente, noi contiamo sulla crescita ulteriore dei nostri tre italiani, in fondo logica, giacché Gallinari è il giocatore di riferimento a Denver che ha aggiunto Andre Iguodala. E Marco Belinelli è approdato a Chicago che, seppur senza Derrick Rose per quasi tutto il campionato, è da playoff e ha un allenatore-insegnante tra i più preparati ed esigenti, Thibodeau. E Bargnani deve, assolutamente, trascinare Toronto verso una maggiore competitività. L’impresa più difficile. Ovviamente, a noi interessa però che abbiano una stagione libera da infortuni, tale da condurli all’estate italiana senza problemi, pronti a dare tutto per un azzurro che all’Europeo è davvero speranza.
Piero Guerrini
Fonte: Tuttosport