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Kwadwo Asamoah, Scheda tecnica (di Antonio Corsa)

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PAG Posted on 9/6/2012, 11:33     +1   -1
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Antonio Corsa 12:14 on 09/06/2012 Replica
Etichette: Asamoah, Scheda Calciatore
Kwadwo Asamoah: la scheda

Premessa: la seguente scheda si basa su un numero di partite visionate limitate e serve semplicemente ad inquadrare meglio il calciatore, senza avere la pretesa con questo di fornire una valutazione definitiva e attendibile del calciatore, che altrimenti sarebbe dovuto essere seguito professionalmente per tutto l’anno. Partite di Serie A analizzate: Udinese-Milan del 11.02.2012, Udinese-Napoli del 18.03.2012, Palermo-Udinese del 24.03.2012 e Udinese-Lazio del 29.04.2012; partite della Coppa d’Africa: la semifinale Zambia-Ghana dell’8.02.2012 e la finale 3°/4° posto Ghana-Mali dell’11.02.2012. Vi risparmio le info biografiche, che potete trovare già online su Wikipedia.

Kwadwo Asamoah è un centrocampista di 23 anni che a Udine ha trovato la sua collocazione tattica ideale come mezzala sinistra nel centrocampo a 5 di Guidolin. Devo ammettere di aver incontrato qualche difficoltà nel compilare la scheda: si tratta infatti di un calciatore molto duttile ed in grado in fase difensiva di fare l’esterno in marcatura sul terzino avversario così come la mezzala classica o addirittura il trequartista dietro la punta. Nella Juventus di Conte, ad ogni modo, giocherebbe con ogni probabilità nei 3 di centrocampo, alla sinistra di Pirlo.

Fase difensiva. Le sue qualità migliori sono la resistenza e la velocità. Non è particolarmente abile nel tackle, che usa molto raramente (mentre Vidal è primo per distacco in Serie A in questo fondamentale con 5.4 a partita/178 totali, lui è solo 52° con 2.6/81). E’ invece molto abile nel non farsi saltare in dribbling (statistiche anche qui: 18 volte, pochissime, contro le 54 di Vidal) e nel coprire ampi spazi di campo (esempio: sui calci d’angolo offensivi resta dietro a coprire le torri difensive). Guidolin gli affida compiti anche diversi a seconda della partita: può occupare la posizione a ridosso del cerchio di centrocampo, spesso nella trequarti avversaria per effettuare pressing alto e non permettere agli avversari di organizzare la manovra offensiva. Raramente, in questi casi, arretra fino in difesa a copertura preferendo invece rimanere sempre piuttosto alto. Come dicevo prima, però, è talmente duttile e forte fisicamente che il tecnico friulano ogni tanto gli ha chiesto anche di coprire le fascia contro le folate offensive del terzino di spinta avversario: grazie alla sua velocità ci riesce anche bene, allargandosi e trasformandosi di fatto in un esterno puro (in Udinese-Lazio, ad esempio, nel primo tempo ha marcato Konko praticamente a uomo).

Fase offensiva. Le due mezzali dell’Udinese sono una delle armi tattiche più importanti a disposizione di Guidolin: a seconda delle necessità, il tecnico friulano le utilizza con compiti prettamente difensivi oppure offensivi, con Asamoah che dalla trequarti arretra verso il terzino per farsi dare palla in verticale (in una maniera che ricorda un po’ qualche movimento della Juventus di Conte) o che gioca proprio da incursore (più accentrandosi che allargandosi sulla fascia, dove di solito sgroppano Pasquale o Armero), costantemente in avanti. L’impressione è che sia un po’ pigro nel prendere l’iniziativa palla al piede, mentre non ha problemi a correre avanti e indietro: se l’Udinese gioca di rimessa, per capirci, il ragazzo sa perfettamente cosa fare mentre, quando c’è invece da fare la partita (specie con Pazienza vertice basso), Guidolin spesso è costretto a gridare “Asa fatti vedere!” e ad incoraggiarlo. Alla Juventus, come sappiamo, si attacca in modo diverso che ad Udine (per non parlare del Ghana) con tantissimi passaggi e scambi nello stretto, controlli difficili in movimento e timing negli inserimenti. Il vantaggio è che, in un sistema di gioco così definito, saprebbe sempre cosa fare. Lo svantaggio, probabilmente, è che necessiterebbe un po’ di tempo per adattarsi e dovrebbe lavorare durante l’anno sui fondamentali per acquisire maggiore sicurezza specie nello scambio di prima. Ma a questo ci penserebbe Conte, che ha dimostrato di avere le idee chiare: sono migliorati praticamene tutti, l’anno scorso, dopo un anno di “cure” e sono sicuro lo farebbe anche lui.

Tecnicamente ha un solo piede, il sinistro: lo usa per controllare il pallone, passarlo e tirare, senza praticamente mai alternarlo al destro. Non è propriamente un difetto, visto che sono in pochi ad essere ambidestri, ma non è nemmeno un punto di forza. Il mancino è comunque educato, tanto è vero che spesso (specie con il Ghana) batte corner e punizioni dalla sinistra mettendo dentro dei cross con discreta precisione. Il controllo e lo stop non sono sempre perfetti ma più che accettabili e pur non avendo nel repertorio il lancio lungo o il passaggio filtrante, può comunque, se non pressato, far girare palla senza problemi. Palla al piede può tentare l’affondo “di sfondamento”, ma non è efficacissimo come quando corre senza. Avendo il baricentro basso, può dribblare l’avversario piuttosto efficacemente più grazie alla rapidità di gambe che di tecnica. Ha un discreto tiro in porta, ma lo usa pochissimo non fidandosene completamente.
Per vederlo un po’ più coinvolto in attacco l’ho osservato anche in due occasioni con la nazionale Ghanese, due gare importanti (perse entrambe). Lì gioca in genere come trequartista nel 4231, sia a sinistra che al centro, alternandosi con i fratelli Ayew a supporto dell’unica punta Asamoah Gyan (non sono parenti). L’ho visto effettivamente assumersi molte più responsabilità: soprattutto nella prima gara, sotto il diluvio, si è procurato un calcio di rigore (poi sbagliato da un compagno) e ha sfiorato in un paio di occasioni il gol con un tiro dalla distanza. In generale l’ho visto battere tutti i calci di punizione dalla sinistra (cross al centro, comunque, a sfruttare il suo mancino) e in diverse occasioni era l’uomo più in avanti delle “Stelle nere” (anche se a ricevere cross dalla fascia, quindi non propriamente la maniera migliore di sfruttarlo, non essendo il colpo di testa la specialità della casa). Il Ghana a dirla tutta ha un modo di giocare molto arcaico, legato quasi esclusivamente alle individualità e ai cross dal fondo (dico questo ovviamente perché, come tutti, “viziato” da Conte), quindi i trequartisti sono costretti o a provare costantemente la giocata personale in dribbling o a correre avanti e indietro sperando nell’imbeccata giusta. Per lui è stato comunque una discreta Coppa d’Africa: non male ma non straordinaria.

Difetti. Il più grande: non è ovviamente colpa sua, ma siccome a differenza di Kevin-Prince Boateng (faccio un nome a caso) o dello stesso connazionale Gyan non ha deciso di abbandonare la Nazionale “ritirandosi”, chi lo prende avrà sempre l’incognita di perderlo per la Coppa d’Africa, a gennaio. Altro difetto: la personalità. Non parlo fuori dal campo, non conoscendolo, ma in campo: a volte dà l’impressione di poter fare di più e deve essere stimolato. Non è un trascinatore, ma un soldato.

Il confronto. Uno dei metodi più immediati per valutare un possibile nuovo acquisto è quello di paragonarlo con un altro giocatore già in organico. Quello che per ruolo e caratteristiche più si avvicina al ghanese, nella Juventus, è Arturo Vidal. Premesso che come lui in giro probabilmente non c’è nessuno che unisce con tanta efficacia le due fasi, vi propongo un po’ di statistiche prese da Whoscored.com: rispetto al cileno, Asamoah tocca e passa meno palloni (1577 contro 1881, ma questo dato come detto è influenzato dal modo di giocare delle squadre di Conte), tira di meno (47 a 75) (soprattutto in trasferta: 1 tiro a partita), dribbla di più (62 a 20), si fa rubare meno il pallone dai piedi (1.7 volte a partita contro 2.2) ma perde più palloni sbagliando il passaggio (1.4 contro 1.1 volte). Difensivamente abbiamo già detto: aggiungo che Kwadwo è più falloso (77 a 52), ma subisce anche più falli di Vidal. I gol dicono 3 Asamoah e 7 Vidal, gli assist sono 2 a 3 per il cileno.

Giudizio. A prescindere dalle valutazioni economiche, che al momento non è possibile ancora effettuare, si tratta di un calciatore ancora molto giovane, potenzialmente duttile, disciplinato abbastanza per imparare a giocare come gli chiede l’allenatore e con ampi margini di miglioramento. Dovesse venire alla Juventus, lo farebbe molto probabilmente da riserva, pur essendo titolare nella squadra terza classificata della Serie A, e questo già basta per rendere l’idea di che tipo di “colpo” sarebbe. Come detto non è Vidal, ma è comunque una buonissima mezzala sinistra in grado di non farne sentire più di tanto la mancanza (tanta roba, vista l’importanza di Arturo). Non è in grado di giocare trequartista centrale in attacco, come di fatto fa Vidal spesso e volentieri, non è perfetto nel gioco di prima e non è uno che ama toccare tantissimi palloni (come accade ai centrocampisti bianconeri), ma a dirla tutta non credevo ne fosse capace neanche il cileno, arrivato a Torino per giocare inizialmente a sinistra e poi diventato il fulcro del nostro gioco. In definitiva, si tratterebbe di un gran bel rinforzo, un lusso che in panca pochi clubs in Europa potrebbero permettersi. Ad avercene.

@antoniocorsa
 
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