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Speciale Calciopoli. L’esame di Fabio Monti e le “chiacchiere” di Giacinto Facchetti, uccellinodidelpiero.com

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PAG Posted on 22/5/2011, 18:12     +1   -1
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..ma chi vi si incula..

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(di Antonio Corsa)

Questo esame è a mio avviso, più di tanti altri “tecnici” e difficili, uno dei più esemplificativi svoltosi finora (e pertanto da leggere e diffondere) perchè dimostra pienamente il vittimismo inopportuno, la vaghezza delle accuse interiste e l’attivismo di Giacinto Facchetti (che avrebbe detto a Moratti “Questo non puoi chiedermelo”, ma che disse “Io non ho la pazienza del dott. Moratti, vedete che questa storia finirà male”) e Massimo Moratti. Un testimone, Fabio Monti (Corriere della Sera, interista), che riferisce “chiacchiere”, per usare un termine caro all’avv. Prioreschi, e che lascia esterefatti soprattutto perchè a chiedere che fosse ascoltato in aula era stata proprio la Procura, avendo giudicato “rilevante” quanto dal giornalista affermato in un interrogatorio svoltosi nel maggio 2010 (nonostante le indagini fossero state dichiarate chiuse nell’aprile 2007). “Se queste sono le novità!”, verrebbe da esclamare… Vediamo di approfondire l’esame. A causa delle assenze di Gianfelice Facchetti e Danilo Nucini, è toccato alla prima firma sportiva del Corriere della Sera raccontare quello che, grazie al suo “rapporto di confidenza” (cit.), lo scomparso Giacinto Facchetti gli confidò quando era ancora in vita riguardo al “sistema M.”. L’udienza è quella del 1 marzo 2011.


IL SISTEMA M. – Interrogato dal Pm Capuano, il giornalista descrive quello che l’allora presidente dell’Inter gli aveva raccontato: «Facchetti aveva accennato alla possibilità che un arbitro (Danilo Nucini, ndr) parlasse un po’ di questa situazione che lui giudicava “anomala”. Era in attesa di capire se veramente questo arbitro avesse intenzione di vuotare il sacco in maniera compiuta. Era convinto che ci fossero all’interno di questo sistema delle anomalie anche pesanti nel tipo della conduzione sia delle designazioni sia delle decisioni che venivano prese in campo e fuori dal campo. In generale, lui parlava di una tendenza a violare quelle che erano le “regole generali”, e questo lo ha detto anche in varie interviste.. Era convinto sostanzialmente che esistesse quello che poi è stato definito un “sistema Moggi” e che esistesse anche a prescindere dalla Juventus, sulla cui forza lui non ha mai dubitato. Questo sistema riguardava in particolare i rapporti con il mondo arbitrale, ma in generale proprio il tentativo di violare queste “regole”. Questa era la sua idea, insomma». Un racconto, il suo, processualmente (molto) poco rilevante, poichè non confermabile da Facchetti, e poiché basato, anche ammesso, su sensazioni e convinzioni personali, che valgono poco o niente (“chiacchiere”, le definirà l’avv. Prioreschi).

I RIGORI SU RONALDO – Capuano chiede allora se a Monti fosse stato riferito l’“inizio” di questo sistema, per cercare di mettere ordine: «Intanto c’era stato il campionato 97/98 che aveva lasciato dei seguiti.. (siamo all’ormai mitologico Iuliano-Ronaldo, ndr) poi mi pare dai suoi racconti che lui avesse individuato come spartiacque il 2002 (lo Scudetto del 5 maggio, ndr) per tutto quello che era successo nella parte finale di stagione, nelle ultime partite, per esempio la partita dell’Inter contro il Chievo, arbitrata da De Santis con un rigore non dato a Ronaldo. Al di là dell’episodio specifico, c’era la convinzione da parte di Facchetti – convinzione cui mancava una prova provata – che ci fosse un sistema che non garantiva la regolarità del campionato». Ancora “chiacchiere”, non supportate da alcuna prova. Il Pm chiede allora se Facchetti gli avesse mai parlato di Mariano Fabiani, allora dirigente del Messina e presunto “braccio destro” di Luciano Moggi. «Siccome lui era convinto che questo sistema prescindesse anche dalla Juventus, società specifica, era molto attento anche per esempio a quello che succedeva nei confronti della società del Messina che era una società – secondo lui – in questo tipo di orbita. E quindi parlò insistentemente di Fabiani». In che termini non è dato sapere. Qui siamo ai “si dice che”. Interesse processuale ignoto.

ANCHE PELLEGRINO CUPOLARO – Si passa agli arbitri. «Si insomma lui era convinto sostanzialmente che la figura centrale fosse quella di De Santis e poi che ce ne fossero anche altri: per esempio, lui era molto concentrato sull’arbitro Pellegrino (non imputato, ndr), tanto è vero che in occasione di un Inter-Juventus di 7 anni fa perché era la fine di febbraio (in realtà era l’inizio. Coppa Italia, 12 febbraio 2004, ndr), dopo che c’era stata questa partita che era finita ai supplementari e poi ai rigori con la vittoria della Juve, siccome lui era diventato presidente da appena un mese, aveva detto “Io non ho la pazienza del dott. Moratti, vedrete che qui questa storia finirà male”». Fermiamoci per fare chiarezza. La partita, che per la sola cronaca è del 12 febbraio 2004 (e non della fine), è un Inter-Juventus semifinale di ritorno di Coppa Italia. L’arbitro Pellegrino, come riportato dalle cronache dell’epoca, “nel giro di due minuti espelle Cordoba per un duro fallo su Nedved e nega un rigore all’Inter per un’entrata di Montero su Emre” (cit. Gazzetta). Si potrebbe pure stare a precisare come in realtà il rigore su Emre non ci fosse (“il presunto rigore reclamato dall’Inter sembra non esserci”, cit. Gazzetta), e ad esempio come il gol del 2-2 dell’Inter che mandò le squadre ai supplementari avvenne al 95° (e un arbitro in malafede fischia prima..), ma non è questo il punto. Il punto è che, se in 141 partite di A dirette ne sbagli una in particolare (contro chi fa la vittima del sistema), rischi di essere etichettato a vita e di subire una dura gogna mediatica e gli insulti. A tal proposito, vi invito a leggere un articolo (cit. Corriere) proprio a firma Fabio Monti, “modello Boffo”, piuttosto indicativo, e ricordo come Facchetti venne deferito per aver insultato pesantemente l’arbitro tornando negli spogliatoi. Queste furono le parole pronunciate in conferenza stampa: «Credo ci siano istituzioni che debbano controllare queste cose. Per ora sono latitanti. Finora Moratti ha avuto molto self control, ma io non ho la stessa pazienza». Pronunciato alla fine della stagione precedente quella oggetto di Calciopoli (a voi ogni riflessione).

RACALBUTO E GLI ALTRI – Proseguiamo con l’esame. Il Pm Capuano legge le dichiarazioni rese nell’interrogatorio del 3 maggio 2010 nel quale Monti aveva riferito di aver sentito da Facchetti come della Cupola facessero parte oltre a De Santis anche gli arbitri Gabriele (assolto, ndr), Palanca (assolto, ndr), Bertini “anche se in parte”, Racalbuto, Trefoloni e Pellegrino (ritiratosi prima delle stagione oggetto di indagini, ndr). Monti conferma. Occhio a questo passaggio, perchè si rivelerà importante. Capuano domanda: «Le parlò anche di Nucini, tra questi arbitri?». La risposta: «Nono di Nucini non aveva parlato in particolare. Mi pare che su Nucini avesse un’idea un pò… così… non riusciva a decifrare bene il personaggio, insomma!». Ci torneremo. Intanto si prosegue con gli arbitri. Su Racalbuto: «Lui su Racalbuto all’inizio era molto conciliante e direi lo vedeva di buon occhio e tendeva a cercare di interpretare anche certi suoi errori. Poi invece mi pare in occasione di una partita con il Chievo, che era del marzo del 2003 (febbraio, in realtà, ndr), mi pare che cambiò totalmente idea. Successe che ci fu una espulsione di Okan (già, perchè quell’inter schierava titolare Gamarra, Okan Buruk, Recoba, Batistuta e in panca aveva Dalmat, Morfeo, Guglialminpietro e Kallon, con Cuper allenatore… mica Buffon, Nedved, Camoranesi, Trezeguet, Zambrotta, Thuram, Davids, Di Vaio…, ndr), un rigore a favore del Chievo per un mani non chiarissimo, ma soprattutto per un atteggiamento che l’arbitro aveva tenuto poi in campo coi giocatori dell’Inter». Ci torneremo anche qui, perchè sarà lo stesso Monti a scagionare l’arbitro, tra la gioia del suo avvocato.

IL BO$$ DE SANTIS – Si arriva, infine, al momento più imbarazzante dell’intero esame, quando, dopo una serie di “discorsi da bar” fatti senza alcuna prova portata, si passa a parlare di De Santis. Capuano legge una dichiarazione resa sempre nell’interrogatorio del maggio 2010 nella quale Monti afferma: «Quanto all’arbitro De Santis, è vero che nel nostro ambiente giornalistico venne colto un cambiamento di atteggiamento dell’arbitro stesso nel corso del campionato 2004/05. In particolare, in occasione dell’incontro Parma-Juve, non riesco a ricordare la fonte della notizia, ma ricordo molto bene che nel nostro ambiente venne raccontato che De Santis negli spogliatoi juventini, parlando direttamente con i calciatori juventini, pronunciò più o meno esattamente questa frase: “Basta, non contate più su di me!”». Monti conferma, e scoppia il finimondo. «Conferma le voci? Le chiacchiere…!», incalza l’avv. Prioreschi. «A tutto c’è un limite, presidente. Facciamo un processo serio..!», ribadisce l’avv. Morescanti. «Presidente non ho altre domande», conclude il Pm Capuano. Inizia in questo clima il controesame degli avvocati difensori, pronti a far partire il fuoco incrociato e a sgretolare quanto, senza fonti e prove, detto fino ad allora, inaccettabile. Vi faccio ascoltare una clip audio che inquadra proprio questo momento e la successiva richiesta di spiegazioni dei due avvocati, perchè certi passaggi non si possono descrivere: vanno “vissuti”.

Audio originale sul blog www.uccellinodidelpiero a questo LINK

Come avrete ascoltato, alla risposta di Monti, che ammette di non avere fonti e di aver riferito esclusivamente narrazioni senza prove, l’imputato Paolo Bergamo non ci vede più e comincia ad urlare «Non è una cosa seria!», venendo allontanato dall’aula. Qui permettetemi una piccola considerazione personale: massima solidarietà. Non scordiamo che si decide della vita di queste persone..

GALLINELLI $HOW – I controinterrogatori proseguono e, avendo Monti parlato di De Santis, interviene l’avv. Gallinelli in sua difesa. L’intento dell’avvocato è noto: cercare di dimostrare come De Santis venne abusivamente pedinato ($$$), e al tempo stesso porre fine alla “fesseria” di Parma-Juventus (partita già oggetto di un nostro dossier, che vi invito a rileggere). «Senta, Facchetti le disse se venne convocato da e se si presentò alla Procura di Milano per denunciare questi fatti?». No. «Le disse se fece degli accertamenti personali?». Nemmeno. «E allora le contesto che lei proprio alla prima pagina del verbale a cui stiamo facendo riferimento disse: “Ma poi Facchetti stesso era ormai impegnato in un suo lavoro di approfondimento personale”. Può spiegare al tribunale in cosa consisteva?». La risposta di Monti: «Che lui stava cercando di capire cosa stesse realmente succedendo…». Gallinelli lo incalza, per ottenere punti a favore ($$$): «Da chi e dove! Stava facendo delle indagini personali?». Monti è all’angolo: «Non so se facesse delle… cioè che cosa intendiamo per indagini personali… certamente stava cercando…». La prende larga, e Gallinelli incalza nuovamente: «Qui siamo davanti al tribunale, e non solo davanti ai pubblici ministeri! Dove li fece questi accertamenti? Nei campi da gioco? Nelle strutture federali…? A Coverciano…? (oppure…?)». «Stava cercando di capire da vari elementi che io non posso conoscere perchè a me non li ha detti che cosa stesse capitando». Gallinelli fa sentire ancora il fiato: «Senta, ma lei era giornalista, non chiedeva informazioni più precise a Facchetti in merito a questi accertamenti…?». «Chiedevo sì, ma le cose erano anche davanti agli occhi di tutti…». Al che si riagitano gli animi. Vi riposto una clip audio col secondo show dell’esame.

Audio originale sul blog www.uccellinodidelpiero a questo LINK

«Bravo, bravo.. Andava a spiare, infatti», commenta la Morescanti. Sia il “suo” Fabiani, sia De Santis. Gallinelli già pregusta i soldi. Per il resto ci arriva subito, la Casoria: siamo alle considerazioni sportive, alle chiacchiere da bar. E chiede al teste se fosse interista (nota: Monti prova pure a negare..). Gallinelli, infine, chiude il capitolo intercettazioni chiedendo a Monti prima se avesse contezza del fatto che se Moratti fosse a conoscenza degli accertamenti di Facchetti («Credo proprio di sì»), poi se sapesse di un esposto formalmente presentato alla Procura di Milano da parte di Moratti o Facchetti (si, “tramite Tribunale”), infine se sapesse se Nucini fu ascoltato dalla dott.ssa Boccassini (si). Un trionfo. Che gli permette in scioltezza di chiudere la pratica “arbitrale”. Prima si fa confermare come Nucini fece per quattro volte il quarto uomo dell’Inter, poi come arbitrò una gara con l’Udinese dove non espulse Di Biagio, poi domanda a Monti se non avesse mai fatto presente a Facchetti, visti i loro rapporti extra-arbitrali, se non fosse inopportuno che Nucini arbitrasse i nerazzurri. «No, non glielo dissi» (alla faccia delle lezioni di moralità!). Dopo aver fatto bottino pieno, l’ultima precisazione riguarda la pratica Parma: Gallinelli ricorda come sia in realtà il quarto uomo a scendere negli spogliatoi per fare l’appello dei giocatori (e quindi come poteva De Santis aver parlato davanti alla squadra bianconera?).

CONTROESAME PRIORESCHI – Il penultimo ad intervenire (c’è “carne” per tutti) è l’avv. Prioreschi. Procede a contestazione. Dopo aver ascoltato per tutto l’esame e il controesame dei colleghi come Facchetti non sapesse bene inquadrare il ruolo di Nucini e non lo avesse ancora capito, Prioreschi legge il continuo della frase precedentemente letta dal Pm, nella quale erano elencati gli arbitri della “Cupola”. Incredibilmente, continuava così. “Anche Danilo Nucini faceva parte di questo gruppo, ma con un ruolo assolutamente particolare poichè per lo più Nucini arbitrava quasi sempre in Serie B e solo in poche circostanze incontri in Serie A. In altri termini era come se Nucini fosse un arbitro da utilizzare non con la stessa continuità di altri, ma soprattutto in determinati momenti ritenuti più opportuni da questo gruppo, visto che la carriera dell’arbitro bergamasco non era poi così brillante come quella di altri”. La domanda: «Quindi Facchetti le disse che Nucini faceva parte della Cupola?». Monti: «Confermo tutto quanto è stato detto là». Insomma, all’improvviso l’illuminazione e i dubbi diventano certezze (e la situazione, già complicata di suo, si complica: martedì 15 ci sarà da divertirsi..). A questo punto, la Casoria vuole capirci qualcosa di più. Chiede cosa volesse dire “Bertini almeno in parte”: «Perchè in parte sì e in parte no?». Monti: «Perchè secondo Facchetti era una cosa non compiuta (assoluzioni per tutti, compreso Bertini, ndr)». «In che termini!», domanda la povera Casoria. Vi riporto anche in questo caso, per alleggerire l’articolo, una clip che “resterà”: lo scambio di battute con gaffe di Monti.

Audio originale sul blog www.uccellinodidelpiero a questo LINK

«Può andare», dice la Casoria. In realtà c’è spazio per un’ultima precisazione. Come preannunciato, interviene l’avv. di Racalbuto, a spazzare via ogni dubbio su quella partita col Chievo (nella quale, per la cronaca, fu espulso, al 92°, anche un giocatore del Chievo, Corini). La domanda è secca: «Lei, parlando con Facchetti, dice che – a proposito della partita Chievo-Inter – “alcuni giocatori (dell’Inter, ndr) avrebbero insultato il sig. Racalbuto sfidandolo che questi abbozzava e non adottava nessun provvedimento contro di loro”. Possiamo dire che il sig. Racalbuto Salvatore secondo la ricostruzione così fatta avrebbe perciò avvantaggiato i giocatori dell’Inter non ammonendoli o non concedendo l’espulsione?». Dopo breve trattativa (“dopo il rigore”, “era inadeguato”) Monti concede un «Nella seconda parte diciamo che è così». E salvo pure Racalbuto. En plein.

CASORIA Teresa – Presidente IX Sezione Penale Tribunale di Napoli.
CAPUANO Stefano – Uno dei due Pubblici Ministeri.
MONTI Fabio – Giornalista Corriere della Sera.
FACCHETTI Giacinto – ex Presidente dell’Inter.
NUCINI Danilo – ex arbitro, teste chiave dell’accusa.
FABIANI Mariano – ex dirigente Messina, ritenuto “braccio destro” di Moggi.
PRIORESCHI Avv. Maurilio – Difensore Moggi.
MORESCANTI Avv. Silvia – Difensore Bergamo, Fabiani e Racalbuto.
GALLINELLI Avv. Paolo – Difensore De Santis.
 
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