Il Salotto Bianconero

[Topic Unico] Calcioscommesse, decine di arresti: c'è anche Signori

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PAG Posted on 6/6/2011, 17:34     +1   -1
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Napoli Parma 2009-2010 partita sopetta, Il fascicolo su questa partita fù aperto già un anno fà e chiuso perchè non si riscontravano illeciti, ma oggi è stato clamorosamente riaperto dalla "DDA organo direzione antimafia" e sarà riesaminato visto la presenza di nuove prove, rischia grosso il Napoli in quanto la prescrizione avviene dopo due anni e questa partita è ancora entro i termini.

Occhio anche a Chievo e Roma, soprattutto i clivensi sono in una posizione pericolosa.
 
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fisherel
PAG Posted on 6/6/2011, 17:44     +1   -1




Secondo me non rischia nessuno. Nelle telefonate non c'e' niente, quindidi che cosa parliamo? Anche se spero che mi sbaglio :sefz:
 
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PAG Posted on 6/6/2011, 17:59     +1   -1
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CITAZIONE (fisherel @ 6/6/2011, 18:44) 
Secondo me non rischia nessuno. Nelle telefonate non c'e' niente, quindidi che cosa parliamo? Anche se spero che mi sbaglio :sefz:

Di soldi, tanti soldi che girano..
 
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PAG Posted on 7/6/2011, 08:31     +1   -1
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CREMONA, 7 giugno 2011 - Prendete nota: sono Fiorentina-Roma 2-2, Lecce-Cagliari 3-3 e Genoa-Lecce 4-2 le tre partite di Serie A finite nel mirino degli inquirenti dopo l’interrogatorio di garanzia effettuato venerdì scorso dall’odontoiatra Pirani (tuttora agli arresti). Ma questo non vuol dire che siano state trovate prove di tarocco su queste sfide. Tutt’altro, siamo ancora in uno stadio embrionale. Come hanno ricordato gli stessi magistrati, per parlare di un allargamento delle indagini bisognerà trovare dei robusti riscontri a quello che al momento è soltanto una semplice ipotesi investigativa, nata dopo una rivelazione di un indagato. Certo, c’è un motivo perché proprio queste 3 gare risultano «attenzionate», mentre moltissime altre sono state giudicate irrilevanti dai giudici. Un motivo legato a doppio filo al teste chiave delle possibili combine: Paoloni. Lui vende l’informazione ai suoi compagni di merende che dopo l’imbeccata decidono di giocare l’over (più di 3 gol). Quello che gli investigatori temono, però, è che la soffiata di Paoloni sia frutto di un millantato credito, dovuto al disperato tentativo di recuperare soldi e credito verso chi lo pressava in modo continuo, fino alle minacce, dopo il flop di Inter-Lecce 1-0 (perdita secca di 150 mila euro per l’over mancato). Insomma, siamo al momento lontanissimi dal possibile coinvolgimento delle società finite nel verbale dell’interrogatorio. Si può, però, almeno capire il contesto che determina la presenza di questi 5 club.

Quanti gol. Pirani nel suo interrogatorio è stato un fiume in piena: il calcio è la passione di una vita, come l’Inter (a proposito: l’ex portiere Zenga ha fatto sapere di non essere suo amico, madi conoscerlo appena). Dalla passione nasce il vizio delle scommesse. Un’attività che lo costringe a lunghe telefonate per avere più informazioni possibili, ma nello stesso tempo si mescolano possibili ipotesi di reato a semplici informazioni e commenti. L’odontoiatra, ad esempio, è in tribuna anche in occasione di Milan-Inter. Comunque, non è questo il passaggio che c’interessa e ha interessato i magistrati. Oltre agli addebiti contestati, infatti, Pirani nomina di sua spontanea volontà Fiorentina-Roma, Lecce-Cagliari e Genoa-Cagliari inquadrandole in un contesto che rispecchia l’indagine in corso. Questo: Paoloni «vende» le tre partite come «fatte», vale a dire taroccate. Dà indicazioni a Pirani di giocare l’over e fornisce le sue personali garanzie. Sostiene (o millanta) di avere avuto informazioni dirette dai giocatori di Roma e Lecce (non sono stati fatti dei nomi, però). A questo punto Pirani informa Erodiani della cosa, ma nell’interrogatorio quest’ultimo ha escluso di essere a conoscenza di notizie su Fiorentina-Roma, mentre sulle altre due non ha confermato e neppure smentito. Fin qui il verbale. Da spiegare, invece, perché potrebbe trattarsi di un millantato credito.

Il ruolo di Paoloni. Alla base dell’informazione c’è la figura di Paoloni, stritolato dai debiti e persino disposto a narcotizzare i suoi compagni della Cremonese pur di centrare una scommessa. Il timore degli inquirenti, dunque, è che il portiere negli ultimi mesi abbia sparato nomi di squadre e risultati dandoli per «sicuri», quando in realtà erano solo sue speranze. In altre parole, millantava di conoscere in anticipo un risultato: nel caso la partita fosse davvero finita in quel modo, poteva passare all’incasso. Nella situazione opposta avrebbe potuto difendersi parlando di «combine saltata all’ultimo momento per cause sconosciute». Tanto è vero che i risultati segnalati sono spesso quelli più probabili. E comunque fatte le debite spiegazioni e usate tutte le cautele del caso, al momento gli inquirenti stanno cercando le prove dei possibili tarocchi. Oggi il pm ne chiederà conto a Pirani (per lui l’avvocato Scaloni presenterà la richiesta dei domiciliari) nel contro interrogatorio. Vedremo se ci saranno ulteriori colpi di scena o se le 3 partite usciranno dall’inchiesta ancora più velocemente di come ci sono entrate.

Fonte: La Gazzetta dello Sport (articolo a firma di Francesco Ceniti e Luigi Perna)


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Scommesse improbabili: presto altre gare di A finiranno sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori

Giovedì il capo della Mobile Lo Presti avrà l’informativa del bookmaker austriaco

CREMONA, 7 giugno 2011 - Altre partite di Serie A (ma anche tanta B) finiranno presto sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori. Questa volta, però, non saranno le rivelazioni di un indagato (come nel caso di Pirani) ad attirare le attenzioni della Procura, ma l’informativa del bookmaker austriaco SkySport365 che da mesi cerca di contrastare il fenomeno delle scommesse anomale (primo esposto presentato per Bari-Livorno 4-1 di Coppa Italia a dicembre). L’incontro con il capo della squadra mobile, Lo Presti, è previsto per giovedì mattina. Non solo, il giorno dopo i rappresentanti di SkySport365 viaggeranno in direzione Napoli, dove sono attesi dal pm Filipelli della Dda: l’informativa sarà girata anche a lui e andrà a integrare una serie di deposizioni spontanee dei mesi scorsi, diventate parte dell’indagine condotta dalla Procura napoletana.

Flussi anomali. Le partite contenute nel file sono tante. Ovviamente il bookmaker non ha prove dirette di combine, ma porterà all’attenzione degli inquirenti i flussi anomali sulle scommesse, i luoghi di provenienza delle giocate e la spiegazione matematica di come quelle partite nel gergo degli addetti ai lavori sono da considerare «fatte». In sostanza, quando una quota va nella direzione opposta a quello che logica e regole imporrebbero, c’è solo una spiegazione: chi scommette fiumi di denaro è a conoscenza (o pensa di sapere) di come andrà a finire.

La lista. Prendiamo a esempio qualche partita presente nell’informativa per capire i dettagli. Per l’ultimo campionato di A c’è Brescia-Bologna 3-1 (già nominata di striscio nell’inchiesta di Cremona), con la quota dell’uno che crolla con 7 giorni d’anticipo e le prime puntate arrivate dalla Toscana, dove è presente un gruppo molto temibile in tema di match fixing; c’è Lazio-Genoa 4-2 con un mare di puntate sul pari del primo tempo e poi su over e vittoria della squadra di Reja (fischiata dall’Olimpico dopo l’1-1 parziale): le scommesse arrivano tutte dalla zona di Roma e a poche ore dall’inizio; Lecce-Lazio 2-4 con un impressionante andamento delle quote in Live sull’over 4.5 (vale a dire ci vogliono 5 gol per vincere la scommessa) dopo la prima rete laziale. Ma c’è anche la B con Novara-Siena 2-2 che ha registrato movimenti mostruosi sul pari e over 2.5 in modalità live, con la quota dell’over che nonostante la sfida fosse inchiodata sullo 0-0 dopo 25’, lo vedeva quotato a 1.1; Ascoli-Siena 3-2 con scommesse anomale su 1 e over, incredibile sul live la quotazione dell’1 a 15’ dalla fine: pagato meno della vittoria esterna nonostante i toscani siano avanti 2-0... Ovviamente i flussi anomali e le strane coincidenze non costituiscono prove di reato: spetterà agli inquirenti trovarle.

Fonte: La Gazzetta dello Sport (articolo a firma di Francesco Ceniti e Luigi Perna)


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Le intercettazioni

"Beppe dice di portargli i suoi cinquemila euro"


Il ruolo di Signori attraverso le telefonate degli altri, ma non solo: beccato dalla polizia al summit di Bologna con Erodiani e Bellavista

È una specie di eminenza grigia, così temuta e rispettata che il suo nome non deve essere pronunciato. «Il Beppe nazionale», quello «che ha fatto 200 gol in Serie A». Ma mai Beppe Signori, tutto intero, come lo conoscono i tifosi. Secondo il gip Salvini è «l’elemento centrale del gruppo di scommettitori di Bologna e ha partecipato con Giannone e Bruni (i commercialisti tuttofare, ndr) a una serie di scommesse sulle partite truccate». Agli arresti domiciliari, Signori sarà interrogato domani. Ma quali elementi ci sono contro di lui? Premessa: nell’ordinanza non compaiono sue telefonate. La sua presenza, tuttavia, aleggia in numerose conversazioni tra i protagonisti della «cricca». E gli inquirenti puntano sulla prova regina: il 15 marzo, nello studio di Giannone e Bruni a Bologna, si tiene un summit col tabaccaio Erodiani e l’ex calciatore Bellavista per la pianificazione di combine e relative scommesse. C’è pure Signori. Gli agenti di polizia sono appostati lì sotto, lo osservano, lo pedinano, lo riconoscono. Lo vedono pure salire a bordo di una Smart che risulta essere intestata a lui. Il giorno dopo, Bellavista telefona a Erodiani e gli comunica quanto i Bolognesi di Signori hanno messo a disposizione per l’imminente Atalanta-Piacenza: «Sessanta (60 mila euro, ndr) ci dà Beppe». Il 19 marzo si gioca l’incontro di Bergamo, quello dell’Over. Finisce 3-0 ed è un successo per tutti. Addirittura, comeracconta Erodiani a Parlato, il gruppo di Bologna era pronto a puntare 1-2 milioni sui siti asiatici sull’Over 3,5 (cioè più di tre gol) dopo che l’Atalanta fosse passata in vantaggio.
Le operazioni fallite Paoloni promette mari e monti per Inter-Lecce del 20 marzo. Tutti sono convinti che arrivino gol a grappoli, invece i nerazzurri vincono solo 1-0. È un tracollo per le casse degli scommettitori bolognesi, che avevano investito 150 mila euro su un’operazione data per sicura, anche perché in una conversazione non ancora agli atti si arriva a ipotizzare la corruzione di ben sette giocatori: «Quattro difensori più due centrocampisti più il centravanti che tirava contro l’allenatore. Qui invece hanno giocato tutti alla morte». È qui che si rompe il rapporto fiduciario tra gli uomini di Signori e le persone incaricate di contattare i giocatori da comprare. Si presenta subito, però, l’occasione per recuperare le perdite con la partita del giorno dopo di Prima divisone, Benevento-Pisa. Roba facile: in porta c’è Paoloni, basta lui per confezionare un bell’Over 3,5 (cioè almeno quattro gol totali). Bellavista comunica la combine a Bruni, pronto a riferirlo a Signori. BELLAVISTA: «Allora tutto confermato... tutto ok».
BRUNI: «Eh».
BELLAVISTA: «I patti sono quelli che sono... entro mezzogiorno non si deve muovere nulla... quindi poi».
BRUNI: «Entro mezzogiorno... perfetto».
BELLAVISTA: «Sì... quella conferma e poi... ed è conferma anche per lunedì... così loro si attrezzano».
BRUNI: «Allora chiamo subito Beppe (Signori, ndr)».
Risultato? 1-0 per il Benevento e Paoloni migliore in campo! Giannone è furibondo. Chiama Paoloni e gli manifesta le doglianze di Signori, che su quell’Over 3,5 aveva puntato 5 mila euro.
GIANNONE: «Se tu dici che recuperi questi allora ti dico perché questo te lo mando a dire da un altro... che ha fatto duecento gol in serie A... che ieri sulla tua invece ha giocato cinquemila euro... allora mi ha detto "se lo senti oggi digli domani quando viene di portarti pure i cinquemila euro miei"».
PAOLONI: «Eh sì ho capito».
Le mancate combine hanno causato un danno complessivo di 300 mila euro al gruppo bolognese. Giannone pretende un risarcimento da Paoloni, non lo ottiene e allora chiama in causa Corvia, il calciatore di Inter-Lecce che Paoloni sosteneva fosse stato corrotto.
GIANNONE:«Guarda che quelli ti credono tranquillamente... a questo punto, visto che tu sei nella squadra con noi... e dici la verità... ti chiedono solo la cortesia di accompagnarli da Corvia».
Cerca di rimediare Erodiani, che rappresenta a Giannone la sua preoccupazione: «In primis fare recuperare i soldi a te, a Manlio (Bruni, ndr) e a Beppe (Signori, ndr)... la prossima partita ve la diamo gratis e loro recuperano tutto».

Fonte: La Gazzetta dello Sport (articolo a firma di Marco Iaria)



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Agenzie di proprietà: così il sistema camorra decide i risultati

Napoli, nel mirino dell’inchiesta dei pm c’è la serie A: millanterie o truffa? Controlli incrociati con Cremona



NAPOLI, 7 giugno 2011 - Che impressione il calcio scommesse taroccato dal Garigliano in giù. Qui in terra di camorra la vita vale davvero poco. Ecco cosa si dicono al telefono due galantuomini: «Se prende i soldi e poi lo Stabia non vince, dobbiamo solo ucciderlo».
Benvenuti nella calciopoli del Vesuvio, che promette sfracelli, che, modestamente, quando sarà nota a confronto quella di Cremona farà sorridere. Perché qui i soldi, il profitto, le minacce, la paura, l’imbroglio sono elevati a sistema. Ed è un sistema dove interessi criminali si saldano a quelli illegali.
È come ai tempi del contrabbando di sigarette quando per l’acquisto di una partita di «casse» investivano professionisti insieme a camorristi. Questo vale oggi per il mondo delle scommesse, con la camorra che decide se fare «banca», se gestire in modo privato le scommesse, e quindi vincere soldi puliti o, piuttosto, utilizzare le giocate ufficiali attraverso le agenzie ufficiali.
Attenzione qui c’è un passaggio importante: la camorra rileva una agenzie di giocate e invece di dare la percentuale, l’aggio, allo Stato, fa il colpaccio di rastrellare la cassa dell’agenzia abbandonandola e acquisendone un’altra. Questo è un sistema che vive e che ha la sua base sociale in quell’inferno, o se preferite in quella Cayenna che è il cosiddetto calcio minore. E da qui poi si estende, fa le sue incursioni nelle serie maggiori, nella A e B.
Davvero giocare a Nocera, Castellammare di Stabia o a Sorrento è diventato un incubo. Una sofferenza. In quegli spogliatoi deserti di fan o di tifosi, uno sguardo racconta tutto. Quello che se non vince muore racconta della partita taroccata Juve Stabia-Sorrento, del 5 aprile del 2009, che ha portato all’arresto in carcere di un giocatore, Cristian Biancone, 34 anni, e di altri 22 malacarne che ruotano attorno al clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia, e delle sue attività. E che vede indagato anche l’attuale portiere dell’Andria, Spadavecchia, allora del Sorrento, che per mantenere fede all’esito della partita taroccata, si esibì in una papera da mettersi vergogna per tutta la vita.
È questa l’inchiesta su camorra e totoscommesse dei pm Pierpaolo Filippelli e Sergio Siragusa e del procuratore aggiunto Rosario Cantelmo, che oggi conoscerà una ulteriore accelerazione con un paio di interrogatori romani di persone informate dei fatti. Nella sostanza, il clan D’Alessandro era diventato, attraverso prestanomi, titolare delle agenzie di scommesse di Castellammare e di Sorrento «Intralot», oggi chiuse dopo la retata della Procura di Napoli insieme a un sito telematico di scommesse non ufficiale, «Milanobet.com». E gli sviluppi di questa inchiesta porterebbe anche alla serie A. Come sarebbero al centro delle attenzioni del pool coordinato dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo, altre partite della A. È questa la seconda indagine sulla nuova calciopoli. Che ha come
ipotesi investigativa la frode nelle competizioni sportive. Insomma, il totoscommessa taroccato. Questa seconda inchiesta vedrà nei prossimi giorni la convocazione di diversi testimoni. Probabilmente si tratta di persone coinvolte anche nella inchiesta di Cremona. L’indagine napoletana nasce nell’ambito del gruppo di lavoro sul tifo violento. E in alcune intercettazioni si chiamerebbero in causa giocatori e partite truccate. E, dunque, si tratta di approfondire e di trovare riscontri a quelle che potrebbero essere delle «millanterie». Insomma, dimostrare che una partita si è conclusa con quel risultato perché taroccata non è semplice. Prendiamo per esempio il presidente della Lazio, Claudio Lotito, che al termine di Lazio-Juve si è lamentato facendo allusioni: «Sento un tintinnio di manette come ai tempi di Mani Pulite...». I pm della inchiesta su camorra e totoscommesse l’hanno subito convocato: «Nulla so - ha detto alla vigilia della retata di Cremona - era meglio quando c’era il totocalcio...». E probabilmente Lotito sarà risentito a Napoli. Ecco, spesso gli inquirenti e gli investigatori si ritrovano di fronte a silenzi, a ridimensionamenti di affermazioni fatte in altre occasioni. O a confidenze che non possono avere sviluppi dal punto di vista giudiziario. Come nel caso della informativa sul clan degli Scissionisti, quella che ha visto coinvolto Mario Balotelli e il suo tour con ciceroni imprensentabili a Scampia. E Balotelli ha chiesto scusa, si è giustificato. E anche la ciccia di quell’informativa, le partite taroccate, allo stato attuale è aria fritta.

Fonte: La Stampa (articolo a firma di Guido Ruotolo)
 
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PAG Posted on 7/6/2011, 11:55     +1   -1
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Spunta nell'inchiesta anche Milan-Bari 7
– Nuove rivelazioni vengono fuori dalle intercettazioni telefoniche dell’ex capitano del Bari, Antonio Bellavista. Oltre alle partite già sotto inchiesta c'è anche una dichiarazione dell’ex calciatore riguardo la partita Milan-Bari del 13 marzo 2011 valevole per la 29° giornata di Serie A e terminata 1-1 con le reti di Rudolf e Cassano. La partita non è compresa tra quelle indagate e non è compare quindi nelle ordinanze, ma in una delle registrazione Bellavista si giustificherebbe con alcuni scommettitori sul motivo per cui il match tra i pugliesi e i rossoneri non sarebbe finita con un “over”. I giocatori del Bari avrebbero infatti “avuto paura di essere scoperti dalla società” e si sarebbero quindi tirati indietro dalla combine. Gli investigatori ritengono queste dichiarazioni delle millanterie, ma durante le interrogazioni chiederanno merito di queste interrogazioni a Bellavista. La partita in questione torna a far parlare di se dopo le polemiche sull’espulsione di Ibrahimovic per un pugno rifilato al difensore del Bari, Marco Rossi
 
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PAG Posted on 7/6/2011, 19:36     +1   -1
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20.08 — Il procuratore della Repubblica di Cremona, Roberto Di Martino, titolare dell'inchiesta sulle partite truccate, ha "la sensazione che ci siano grossi problemi in serie A, che ci siano incontri truccati. «È una sensazione - ha precisato il magistrato - e una sensazione senza riscontri non è una prova. «La sensazione è, però, che in serie A le combine non siano fra i giocatori ma fra le società".

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PAG Posted on 7/6/2011, 23:14     +1   -1
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Pirani: "30 partite truccate"
Il pm: "Grossi problemi in A"
E spunta il nome di Vieri



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Dopo 7 ore di interrogatorio a Cremona il dentista ha parlato di queste gare: "Era Erodiani l'informatore". Di Martino: "Ho la sensazione che ci fosse combine fra i club, ma una sensazione non è una prova". Un indagato dice di aver imbeccato l'ex attaccante sull'over di Inter-Lecce. La procura di Napoli riapre il fascicolo di quella gara del 2010 fra Napoli e Parma e De Magistris attacca la società azzurra. La presenza del figlio di un boss a bordo campo alimenta sospetti sulle giocate fatte a fine primo tempo sulla vittoria del Parma

CREMONA, 7 giugno 2011 - Momento per momento, andiamo a seguire gli sviluppi dell'inchiesta sullo scandalo calcioscommesse.

23.47 — Spunta anche il nome di Bobo Vieri nell'inchiesta sul calcioscommesse. A farlo è Ivan Tisci , uno degli indagati del gruppo degli "zingari", in una telefonata a Antonio Bellavista (l'ex capitano del Bari attualmente in carcere) del 21 marzo 2011, il giorno dopo Inter-Lecce. Tisci, scrivono gli investigatori in un brogliaccio di un'intercettazione allegata agli atti dell'inchiesta, "si lamenta del comportamento di Bressan (ex giocatore agli arresti, ndr) e dice che dopo averlo tenuto in stand by fino a stamattina" aggiunge che "l'hanno fatta saltare perche 'il boss' non ha soldi da puntare". A questo punto, proseguono gli investigatori, "Tisci gli chiede se ha visto cosa gli ha scritto ieri sera e che a Milano ha incontrato Bobo Vieri, il quale gli ha detto che non ha vinto molto e ha giocato da casa con il pc". Tisci, concludono i poliziotti, "dice di averlo imbeccato e Vieri sapeva dell'over 3,5 dell'Inter". La conversazione riprende successivamente quando Bellavista richiama Tisci. "Il quale - secondo gli investigatori - riprende il discorso raccontando la conversazione avuta con Bobo Vieri dalla quale ha capito che loro hanno fatto casini perché non hanno saputo fare niente... perché di là non hanno voluto fare... han voluto giocare... il primo tempo dice che...palo...cose... poi alla fine l'ultimo quarto d'ora si sono messi d'accordo perché non è venuto il gol. Quindi prima diciamo che è stata una mezza cosa che è venuta fuori, ma non perché l'hanno fatta...loro...". Gli investigatori annotano inoltre che Tisci sottolinea che "l'hanno tolta dalle scommesse quando è iniziata a scendere la quota a 2,80...2,40".
 
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PAG Posted on 8/6/2011, 08:21     +1   -1
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CREMONA, 8 giugno 2011 - Sette ore di interrogatorio di Marco Pirani e intanto dalle intercettazioni emergono altre novità tra cui il nome di Bobo Vieri. E un giallo legato a Totti. In una intercettazione tra Tisci e Bellavista su Inter-Lecce spunta il nome di Bobo Vieri. Tisci, scrivono gli investigatori in un brogliaccio di un'intercettazione allegata agli atti dell'inchiesta, «si lamenta del comportamento di Bressan (ex giocatore agli arresti)». E gli chiede «se ha visto cosa gli ha scritto ieri sera e che a Milano ha incontrato Bobo Vieri, il quale gli ha detto che non ha vinto molto e ha giocato da casa con il Pc». Tisci, concludono i poliziotti, «dice di averlo imbeccato e Vieri sapeva dell' over 3,5 dell'Inter». Come se non bastasse, nella notte, un’Ansa rivela la conversazione tra due indagati nella quale si parla di Corvia «che assicura tanti gol in Fiorentina-Roma garantiti dal capitano della Giallorossa». Il nome di Totti non compare esplicitamente nell’intercettazione e Francesco raggiunto a Formentera ha dato mandato al legale della Roma Antonio Conte di querelare chiunque associ il suo nome in maniera indebita all’inchiesta. Marco Pirani intanto ha continuato a parlare, a snocciolare nomi di partite e di calciatori, a fornire riscontri e altri elementi utili all’inchiesta «Last Bet» sulle scommesse nel calcio. In tutto sono salite a una trentina le partite sulle quali si hanno dei dubbi e sulle quali si cercano prove di combine, comprese le 18 già contenute nell’ordinanza del gip Guido Salvini. C’è la Serie A, da ieri con una nuova partita legata al 2009-10; c’è la B, con due o tre nuovi match dubbi segnalati (di Modena-Siena del 26 febbraio e terminata 0-1 ha parlato Pirani, di Sassuolo-Varese 1-1 del 16 aprile ha fornito degli elementi Bruni) e in 4-5 casi con il coinvolgimento delle società; e c’è ovviamente anche la Lega Pro.

Funzionava così. Il dentista di Ancona ieri è entrato nell’ufficio del procuratore capo di Cremona, Roberto Di Martino, alle 12.15 ed è uscito verso le 19. In mezzo soltanto una brevissima pausa per un caffè alle 14.45. Pirani al pm avrebbe raccontato e confermato molto. Per esempio, di essere stato via via emarginato dalle informazioni più importanti sulle partite di Serie A, a favore dei «bolognesi» e degli «zingari», perché per combinare quelle servono investimenti elevati, anche 4-500 mila euro a partita. Se in B si può pensare di avvicinare i giocatori senza spendere troppo, in Serie A questo non è possibile. Così, la sensazione che sta maturando negli inquirenti è che le partite del massimo campionato siano combinate dalle società per esclusivi interessi di classifica, ma che poi queste informazioni vengano a conoscenza di qualcuno e utilizzate all’esterno per scommetterci sopra, soprattutto sui siti asiatici. In B e in Lega Pro, invece, le combine sarebbero funzionali al guadagno sulle scommesse da parte di chi si impegna a far andare le partite in un certo modo, anche se in alcuni casi emergerebbe il coinvolgimento chiaro delle società.

I riscontri. Per quasi sette ore Pirani ha fornito a Di Martino informazioni definite «molto utili» e il suo atteggiamento è sembrato più collaborativo di quello di Massimo Erodiani. Il dentista ha puntualizzato e chiarito alcune cose su Fiorentina-Roma, Genoa-Lecce e Lecce-Cagliari. La sua fonte di informazione primaria era proprio Erodiani, ma Pirani conosceva i nomi degli informatori del titolare della ricevitoria di Pescara. Pirani aveva un ruolo preciso: era uno scommettitore, ci metteva i soldi, ma mai grosse cifre. Non era lui, però, che si preoccupava di consegnare il denaro ai giocatori disposti a taroccare le partite. Il dentista ha raccontato di aver ottenuto qualche informazione diretta, soprattutto da giocatori di squadre marchigiane: alcuni dell’Ascoli, ma anche ex Ancona (è uscito ancora il nome di Mastronunzio). A parte Inter-Lecce, anche le informazioni sulle partite di A arrivavano da Erodiani (ieri di Milan-Bari non si sarebbe parlato) ed erano dritte utili, perché le puntate sono andate a segno nella maggior parte dei casi. Riscontri importanti non ci sono ancora, quindi le indagini proseguiranno in tutte le direzioni e con tutti i mezzi possibili.

Nuovi indagati? Le tante informazioni raccolte da venerdì a ieri sono considerate «importanti», al punto che non si esclude che nei prossimi giorni il numero degli indagati possa aumentare, e anche in maniera considerevole. La posizione di Beppe Signori viene definita «chiara». Anche su Cristiano Doni ci sarebbero «parecchie cose». Nel frattempo, continueranno le verifiche sui conti bancari di Pirani, mentre la cassetta di sicurezza che avrebbe dovuto contenere un tesoretto legato alle scommesse è stata aperta, maall’interno sono stati trovati soltanto i gioielli di famiglia. O il tesoretto non esisteva, oppure la fuga di notizie ha permesso di ripulire in tempo la cassetta.

Fonte: La Gazzetta dello Sport (articolo a firma di Roberto Pelucchi e Luigi Perna)


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"In serie A combine anche tra società"



Il procuratore Di Martino: "E' una sensazione, non ho prove". Ora caccia ai mister X che garantivano i risultati


CREMONA, 8 giugno 2011 - Scena numero uno, al primo piano del tribunale parla il procuratore Di Martino al termine dell’interrogatorio fiume del dentista Pirani: «La mia sensazione è che ci siano gare truccate in Serie A, ma non c’entrano tanto le scommesse: sono accordi presi a livello di società per loro convenienza. Come detto è una sensazione, per ora non ho le prove». Scena numero due, piano terra dello stesso edificio. Pochi minuti dopo le parole del pm, escono dal palazzo gli indagati Bruni (il commercialista di Bologna) e Bressan (ex giocatore), ascoltati dal gip Salvini. E prima che l’oscurità si appropri di una giornata interminabile come la pioggia che ha bagnato Cremona, fonti investigative fanno sapere: «Un primo cerchio si è chiuso, ora l’inchiesta potrebbe ampliarsi. Manca nome e cognome di chi dava garanzie su società e giocatori. Una o più persone molto inserite nel mondo del calcio. Così i vari gruppi consideravano sicure le partite e ci puntavano i propri soldi».

C’è una struttura X. Insomma, siamo vicini al livello superiore. Al di là delle sparate di Paoloni («Conosco quel giocatore, questo è il mio gancio»), alcune millantate per disperazione, altre forse dovute a conoscenze dirette, c’era davvero un personaggio misterioso (o forse una struttura) che metteva il timbro sulle gare taroccate. Qualcuno di cui fidarsi ed esterno ai vari Pirani, Erodiani, Bellavista o i bolognesi. Qualcuno che era così ben informato da interessare anche al gruppo degli zingari, quello con i soldi cash (anche 400mila euro) da investire sulle partite di A. Non è un caso che proprio Bressan ne parla in modo esplicito con l’ex capitano del Bari, dopo averlo messo in contatto con il suo compagno Gegic (ancora libero in Slovacchia). In un’intercettazione i due si soffermano sulla possibilità di gestire le combine e fanno un esplicito riferimento a un personaggio importante che con loro aveva già lavorato per alcuni match di A. Ecco, questo mister o struttura X (potrebbero essere in 4 tra giocatori in attività ed ex) farebbe parte del secondo livello. Torna d’attualità, dunque, in questa fase il gruppo milanese che si muove nei locali frequentati da calciatori e dirigenti. Una collocazione geografica evocata ieri sera da un inquirente: «All’ombra della Madonnina si facevano affari importanti».

L’ultimo passaggio. Un giro che di recente era diventato familiare a
Bellavista. E lo stesso Signori più volte è stato visto a Milano negli stessi luoghi evocati dagli investigatori di Cremona. Ecco spiegato perché i bolognesi, Pirani ed Erodiani giocavano ingenti somme di denaro sui siti asiatici. Forse in questo tassello va anche inserito il disperato tentativo di Paoloni di far passare per «doc» la soffiata su Inter-Lecce, provocando il flop economico che ha scatenato la discesa negli inferi degli attuali indagati. Chi al momento resta fuori dall’inchiesta è la struttura X. Mail cerchio si sta stringendo: «Ci stiamo lavorando», confermano gli investigatori.

Fonte: La Gazzetta dello Sport (articolo a firma di Francesco Ceniti)


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Le intercettazioni

"Che bravo, nemmeno un corner ha azzeccato"



Le performances dei calciatori corrotti ridicolizzate dalla cricca. E si contratta il prezzo su Skype


MILANO, 8 giugno 2011 - Ci sono calciatori in attività che truccano le partite, magari scommettono sulle stesse, ricevono le soffiate giuste, arrivano a drogare i compagni pur di rimpolpare il conto in banca. Nell’inchiesta Last Bet ne sono coinvolti otto: in carcere il portiere del Benevento Marco Paoloni, ai domiciliari i giocatori dell’Ascoli Vittorio Micolucci e Vincenzo Sommese, solo indagati l’atalantino Cristiano Doni, il portiere del Portogruaro Claudio Furlan, il centrocampista dell’Ascoli Alex Pederzoli, il difensore del Piacenza Carlo Gervasoni e il centrocampista del Sassuolo Daniele Quadrini. Senza contare Ivan Tisci, che ha appena smesso di giocare. A parte Doni, appunto, gente di provincia, in bilico tra la B e la Lega Pro. Sì, può darsi che da quelle parti gli stipendi non arrivino con puntualità, ma non regge la giustificazione del degrado socio-economico. Uno come Sommese, per dire, ha alle spalle un ventennio di professionismo, con relativi emolumenti. Eppure, alla soglia dei 35 anni, si ritrova a dover pagare un debito di 140 mila euro al dentista Pirani e per questo è costretto a versargli il quinto dello stipendio. È fuori rosa ma, secondo i magistrati, riunisce a casa sua i promotori della combine di Livorno-Ascoli del 25 febbraio e il compagno da corrompere, Micolucci. Poi, in una telefonata tra Sommese e Pirani spunta pure Pederzoli.
PIRANI: «...Perché... uno... uno so già che ci sta».
SOMMESE: «E poi ce ne dovrebbe essere un altro, capito?».
PIRANI: «No, ho detto che uno so già che ci sta... tu non sai niente perché... mi è arrivata l’ufficializzazione».
SOMMESE: «E chi sarebbe?».
PIRANI: «Eh, Vincè, te le tieni per te le robe?».
SOMMESE: «Sì... sì».
PIRANI: «Perché lui... ha chiesto anche l’anonimato e di non essere coinvolto con gli altri».
SOMMESE: «Eh...».
PIRANI: «Pederz...».
SOMMESE: «Chi?».
PIRANI: «Pederz!».
SOMMESE: «E chi è?».
PIRANI: «Eh... non ti ho detto tutto il nome, te l’ho detto metà!».
SOMMESE: «Ah...».
PIRANI: «Pederzo...».
SOMMESE: «Ah, ho capito, ho capito...».
Alla fine resta un solo giocatore disposto a vendersi la gara. Gli organizzatori lo scoprono pochi minuti prima della partita.
PIRANI: «Ha telefonato adesso Vittorio (Micolucci, ndr) dal campo».
ERODIANI: «Eh».
PIRANI: «Lui la partita la fa da solo».
ERODIANI: «Nooo...».
PIRANI: «Da solo».
ERODIANI: «Senza manco il portiere?».
PIRANI: «La fa da solo».

Amicizie pericolose. Qualcuno, poi, è accusato di partecipare a tarocchi di partite terze. Furlan, portiere del Portogruaro, rientrerebbe nell’affare attorno all’Over di Benevento-Viareggio del 13 febbraio. Furlan è amico di Gianfranco Parlato, collaboratore tecnico del Viareggio, una delle figure centrali dell’inchiesta. Al telefono, Parlato gli spiega come si sta concretizzando l’alterazione del risultato.
PARLATO:«Dove andiamo noi (a Benevento, ndr)».
FURLAN: «Sì».
PARLATO:«Sono arrivati a noi (il Viareggio, ndr)».
FURLAN: «Eh».
PARLATO: «m****ia a cinque...».
FURLAN: «Oh santo Dio».
PARLATO: «...Nomi e cognomi tutto quanto... ride... eh c***o faccio?».

Quanto è scarso quello. Al cellulare, ma pure su Skype. È lì che Quadrini comunica con Erodiani prima di Siena-Sassuolo contrattando — secondo l’ordinanza del gip — il prezzo della combine. Avrebbe fatto vincere il Siena ma, invece di 25 mila euro, ne pretendeva 30. Durante la partita, quando i padroni di casa sono già in vantaggio di due gol, Pirani ed Erodiani se la ridono al telefono.
ERODIANI: «Tranne il portiere che mi stava a fare incazzare.. gli altri due veramente la sanno fare, Marco... veramente li sanno fare perché Quadrini gioca sempre».
PIRANI: «Ma questo era un signore, oh un professionista li hai visti i calci d’angolo non ne tira uno dentro».
ERODIANI: «Bravo... l’hai visto pure il contropiede a un certo punto ha aspettato che arrivassero tutti e poi ha crossato lungo...».

Fonte: La Gazzetta dello Sport (articolo a firma di Marco Iaria)


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Palazzi ai pm di Cremona: "Mandateci le carte: vogliamo chiudere l'inchiesta a luglio"


«Mandateci gli atti per consentirci di accelerare sul versante sportivo dell’inchiesta», è la richiesta del procuratore federale Stefano Palazzi al pm di Cremona Roberto Di Martino. Almeno una parte del fascicolo potrebbe essere inviata entro la fine della settimana. Palazzi vuole riscrivere le classifiche dei campionati entro fine luglio, consentendo così la programmazione dei calendari della nuova stagione per i primi di agosto.


Platini: "Sono preoccupato, serve una polizia sportiva"

Michel Platini, il presidente del calcio europeo, è «molto preoccupato, questa corruzione in aumento è inquietante. E quel che mi agita è che riguarda i giocatori, i protagonisti, non qualche tifoso impazzito come succede per la violenza. Bisogna proteggere il calcio», l’allarme arriva in un’intervista a «Liberation» e Platini non si limita a prendere atto, promette un piano di lavoro per arginare il fenomeno. «Voglio un incontro con il sindacato dei giocatori, bisogna fissare regole più nette, qualcosa che fermi a monte il problema scommesse perché trovare prove schiaccianti è molto difficile. Metteremo in piedi un “integrity inspectors”. un gruppo che lavora dentro ogni federazioni a contatto con le autorità locali. Un tempo mandavamo gli ispettori Uefa ma non c’è più tempo, siamo andati troppo oltre e servono altre misure. Quando sono arrivato a capo dell’Uefa ho chiesto di organizzare una polizia sportiva europea, pare sia impossibile . Noi monitoriamo 23 mila partite a stagione e 300-400 presentano flussi sospetti».

Fonte: La Stampa (articoli a firma di Fabio Poletti e Niccolò Zancan)


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Boss in campo e troppe puntate: Napoli-Parma è sotto inchiesta

La segnalazione dei carabinieri ignorata nel 2010: ora una foto apre l'indagine

NAPOLI, 8 giugno 2011 -
Quella foto che immortala Antonio Lo Russo, il figlio del boss pentito Salvatore, a bordo campo, incarognito, con uno sguardo minaccioso, e ritrovata nel suo archivio dal fotografo dell’Ansa Ciro Fusco, fa riaccendere i riflettori della Procura su quella partita finita male per i padroni di casa, su Napoli-Parma giocata il 10 aprile del 2010 e conclusa 3 a 2 per gli ospiti. Di quella partita, di quella presenza ingombrante a bordo campo, di quelle voci su puntate anomale tra il primo (con il Napoli in vantaggio 1 a 0) e il secondo tempo parla l’informativa dei carabinieri presentata un anno fa alla Procura e nei fatti congelata, perché le rivelazioni di una fonte confidenziale non hanno trovato riscontri.
Ma oggi cambia lo scenario, perché sia l’ammissione del giocatore Mario Balotelli su quel tour improvvido sul set di Gomorra, il quartiere Scampia, accompagnato da due ciceroni del clan degli Scissionisti, sia la foto ritrovata del boss (un mese dopo quello scatto, Antonio Lo Russo diventa un ricercato) alla partita, sono conferme che impongono, a questo punto, una verifica più approfondita sulla informativa dell’Arma.
«Questa polizia giudiziaria - si legge nel rapporto - veniva a conoscenza, attraverso quanto rilevato da fonte fiduciaria già giudicata attendibile, del fatto che in occasione della partita Napoli-Panna del 10.4.2010 molte persone riconducibili ai clan Lo Russo e degli Scissionisti, durante l'intervallo tra il primo e il secondo tempo abbiano effettuato svariate scommesse con puntate piuttosto elevate sulla vittoria del Parma. Inoltre la fonte riferiva che in quell'occasione era presente a bordo campo Lo Russo Antonio, nato a Napoli il 23.4.1981, figlio di Lo Russo Giuseppe, nato a Napoli il 18.2.1953, storico esponente dell' omonima consorteria criminale. Non si può trascurare il fatto che effettivamente detta partita è terminata sul risultato di 2 a 3 in favore del Parma».
Antonio Lo Russo, figlio d’arte. Anche se lo stesso padre, diventato un collaboratore di giustizia, parla del figlio come di un «paranoico». Accanito tifoso del Napoli, Antonio, 30 anni, ha anche giocato in una squadretta di quartiere, il Miano. È latitante da un anno ormai, accusato di associazione mafiosa e traffico di droga.
Le puntate «anomale» sul Parma non sono la prova della combine, della partita taroccata, e anche quella presenza a bordo campo di per sé potrebbe essere archiviata come un fatto insignificante, a maggior ragione se Lo Russo entrò in campo attraverso gli steward e non attraverso la società o giocatori.
Tutta da verificare l’ipotesi della frode, come andranno visionate le foto del bordo campo di altre partite giocate al San Paolo, per verificare altre presenze ingombranti di Lo Russo o di altri personaggi legati alla camorra. Ma, appunto, le due inchieste napoletane sulle partite taroccate trovano altro carburante con questa informativa dei carabinieri che ridiventa attuale, materiale da coltivare e sviluppare. Colpisce che l’inchiesta sul calcioscommesse e la camorra dei pm Filippelli e Siragusa, quella sul clan D’Alessandro, vada ben oltre Castellammare di Stabia. Insomma che i suoi protagonisti stanno dentro un circuito internazionale delle partite taroccate. Uno degli indagati della inchiesta napoletana è l’ex giocatore del Sorrento Cristian Biancone (finito in carcere) che per 25.000 euro, coinvolgendo il portiere della sua squadra, Vitangelo Spadavecchia (indagato) tarocca la partita, garantendo alla Juve Stabia di vincere 1 a 0. Nelle carte dell’inchiesta si legge che Biancone sapeva anche di partite taroccate in Germania. «Allarmante è anche l’affermazione dello stesso giocatore (Biancone, ndr) che, almeno in una conversazione intercettata, riferisce di conoscere in anticipo il risultato di una partita svolta in Germania in data 28 febbraio 2009, ove il Bochumbatteva la squadra dell’Energia Cottbus per 3 a 2 (ultimo gol ottenuto dal Bochumsu rigore)». Scrivono i pm napoletani: «Senza dubbio le affermazioni del calciatore appaiono veritiere sia perché lo stesso riferisce che la fonte lo avrebbe informato prima della partita, sia perché lo scandalo calcio scommesse tedesco effettivamente trova riscontro negli articoli di stampa che confermano il coinvolgimento di calciatori, allenatori, arbitri e dirigenti di club». Anche in Germania è poi esplosa calciopoli con più di duecento partite finite sotto osservazione. Oggi però a tremare è di nuovo il calcio italiano. E il timore di campionati stravolti è molto più concreto qui.

Fonte: La Stampa (articolo a firma di Guido Ruotolo)
 
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ChielloJuve
PAG Posted on 8/6/2011, 08:27     +1   -1




Bastava indagare su' Lazio-Inter di 2 anni fa'.I tifosi della Lazio si sono comprati casa scommettendo sul 2 dell'Inter ohhhhhhhhhh noooooo
 
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PAG Posted on 8/6/2011, 12:25     +1   -1
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12.40 SOLO SULL'INTER SEGNALAZIONE DEI MONOPOLI
Per quanto riguarda la serie A, tra le grandi società solo l'Inter è coinvolta nel flusso di puntate anomale segnalate dai Monopoli di Stato (Aams) alla Federcalcio, e poi alla procura di Cremona, mentre non risultano coinvolte in questo elenco Milan, Juventus, Roma e Lazio. Lo afferma l'agenzia specializzata Agicos, ricordando che nell'elenco delle segnalazioni di gioco anomalo inviate, negli ultimi 12 mesi, dai Monopoli di Stato alla Federcalcio risulterebbero 16 partite di Lega Pro, 13 di Serie B, 6 di Serie A ed una di Coppa Italia

Napoli, si indaga su tre gare sospette – Aquisiti presso emittenti televisive i filmati di tre gare sospette che riguardano il Napoli. Si tratta di quel Napoli-Parma (2 a 3 per gli ospiti) dove il figlio di un boss è stato fotografato a bordocampo (presenza inquietante di cui De Laurentiis ha detto la sua), match del 2010. Ma anche di Sampdoria-Napoli terminata uno a zero per la squadra genovese, sempre di due campionati addietro. Mentre una gara sotto inchiesta riguarda la stagione agonistica appena conclusa: si tratta del match tra Lecce e Napoli, conclusa con la vittoria per due a uno per i padroni di casa.
 
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PAG Posted on 8/6/2011, 13:36     +1   -1
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Lo scandalo si allarga anche al doping
Epo e testosterone ai calciatori di B



Blitz dei Nas di Bologna: 4 arresti e decine di indagati. Coinvolti atleti professionisti e minorenni. Il medico del Rimini intercettato: «Se metti mano all'ormone questi giocano da serie A»

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BOLOGNA
«Se gli metti mano all'ormone questi giocano da serie A». È quanto diceva il dott. Vittorio Emanuele Bianchi a Danilo Chiodi, preparatore atletico del Rimini Calcio, nel 2009, a ridosso della decisive partite dei playout di serie B che i romagnoli giocarono contro l'Ancona. E proprio intorno al dott.Bianchi ruota l'operazione "Anabolandia" (che ha portato alll'arrestato di 4 persone e all'iscrizione nel registro degli indagati di 58). Il Rimini, alla fine, venne retrocesso. Ora, dopo una mancata iscrizione al campionato, è in serie D.

Nell'inchiesta della Procura di Rimini e dei carabinieri del Nas di Bologna emerge anche il coinvolgimento del calcio nelle vicende di doping. Chiodi - dice il Gip nell'ordinanza - per «alterare fraudolentemente le prestazioni agonistiche degli atleti» della sua squadra contattava il medico concordando il "trattamento" di tre atleti con Gonasi 5000 (un prodotto che stimola il corpo alla produzione di testosterone, quindi senza immissione dall'esterno) ed emotrasfusioni con ozono. Il primo contatto è datato 3 giugno 2009, il 6 si doveva giocare la gara di andata ad Ancona. Il 4 andò dal medico il giocatore Emiliano Milone (poi passato allo Spezia calcio, squadra che ha lasciato nel marzo scorso dopo un infortunio al ginocchio) per farsi fare una emotrasfusione con ozonoterapia, pratica dopante. Bianchi poi nella stessa occasione prescrisse, mettendo un nome di fantasia sulle ricetta, Eprex, cioè epo, e Gonasi.

In una conversazione intercettata tra i due il medico spiegava che «l'epo è fondamentale». Al giocatore preoccupato dei controlli antidoping sangue-urine dei playout, Bianchi garantì: «con queste terapie non ci sono tracce». Eprex e Gonasi vennero poi presi in farmacia dallo stesso dott.Bianchi che poi li consegnò a Milone. Il tutto è avvenuto sotto gli occhi degli investigatori del Nas, che filmarono e fotografarono la scena. Dopo la partita di andata, giocata ad Ancona e finita 1-1, il preparatore del Rimini contattò di nuovo il medico, sempre ascoltato dagli investigatori. Bianchi spiegò che si sarebbe assentato per qualche giorno ma garantì che l'ossigeno-ozonoterapia sarebbe stata praticata da un infermiere di sua fiducia. Così il 12 giugno l'infermiere fece la terapia a Milone. Nonostante tutto, però, il 13 il Rimini venne sconfitto dall'Ancona 1-0 in casa e fu retrocesso.

I contatti continuarono a luglio nella fase di preparazione per il campionato successivo. Così Milone tornò nello studio di Bianchi e gli venne prescritta l'assunzione di due confezioni di Gonasi e tre confezioni di Omnitrope, ormone della crescita. E nell'occasione Bianchi rassicurò il giocatore sulla non rintracciabilità dell'ormone della crescita nei test antidoping. Con Milone andò anche un altro calciatore, al quale però non vennero prescritti prodotti dopanti. Milone, Chiodi e l'infermiere sono indagati con Bianchi in base alla legge antidoping e per falso ideologico in certificati commessa da persona esercente un servizio di pubblica necessità.

Ma da quanto si apprende il «doping» non era rivolto unicamente ad atleti professionisti, ma anche a dilettanti, talvolta minorenni. E non solo nel mondo del calcio. Le indagini riguardano basket, atletica leggera, ciclismo, triathlon, pattinaggio, tennis. Coinvolti anche tre dirigenti ed informatori scientifici di una nota azienda farmaceutica lombarda, che assicuravano la fornitura dei farmaci dopanti ad un prezzo scontato e la consegna agli assuntori di una speciale strumentazione necessaria per la somministrazione. Secondo le indagini, complici del sistema preparatori atletici ed anche genitori di atleti minorenni. Sono in corso, in 17 province italiane, 65 perquisizioni.

La Stampa.it
 
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PAG Posted on 8/6/2011, 13:42     +1   -1
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Ti faccio una domanda:
per esigenze terapeutiche si vendono 100.000 (numero a caso) confezioni di ormoni della crescita, per il doping 1.000.000 . . . . secondo te chi favorisce e nasconde il doping?
 
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PAG Posted on 9/6/2011, 08:15     +1   -1
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The real only Black Pope.

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Scommesse, interrogato Signori:
"Inter-Lecce? Dissi no alla combine"


Il bookmaker lo smentisce: «Aveva il tariffario per pagare le squadre». L'ex azzurro ammette di aver scritto il foglio con gli accordi: «Ma ero sotto dettatura»


Beppe «duecento gol» Signori, tenta la parata impossibile: «Signor giudice, non ho mai scommesso in vita mia... Al massimo tre o quattrocento euro dal tabaccaio...». In quell'ora davanti al giudice Guido Salvini che lo ha messo agli arresti domiciliari, l'ex attaccante della Nazionale, giacca blu, camicia bianca assai sportiva, barba assai curata, atto d'accusa assai pesante sotto il braccio, tenta di dribblare ogni sospetto. Nega le combine, nega le giocate, nega le riunioni nell'ufficio dei «bolognesi», nega le puntate sul sito Sbobet a Singapore. Manlio Bruni, il suo commercialista, lo accusa pure di aver avuto paura della ritorsione dei giocatori di Singapore, dopo la scommessa andata in fumo su Inter-Lecce: «Signori disse che c'era il rischio che quelli di Singapore venissero a darci una lezione». Beppe «duecento gol» smentisce: «Quello lì non è più mio amico...».

Massimo Erodiani, il bookmaker di Pescara al centro delle combine, pure ieri davanti al magistrato Roberto Di Martino giura che Signori aveva in tasca il tariffario per «comperare» i giocatori e le squadre da corrompere, trecentomila euro per la serie A, centoventimila per la B, un terzo per le divisioni minori. Ma figuriamoci se Beppe «duecento gol» si sarebbe abbassato a tanto: «Erodiani l'ho visto una sola volta, non sapevo nemmeno chi fosse...». E dopo averlo detto un milione di volte, l'ex calciatore lo ripete pure al giudice durante l'interrogatorio: «Quelli lì mi hanno tirato in ballo per il mio nome...». E al suo difensore, dopo il verbalino: «Mi hanno incastrato millantando il mio nome...».

Beppe «duecento gol» cerca di parare tutto. In Tribunale a Cremona ci arriva con gli avvocati e pure un pittoreseco detective, Ugo Vittori: «Beppe Signori è andato solo una volta in quello studio di Bologna, sono i suoi commercialisti...». Di un incontro alle nove di sera ci sono pure le foto della polizia. Degli altri ci sono i racconti di tutti quelli che fanno il suo nome: l'ex calciatore del Bari Antonio Bellavista - «Mai visto prima», ripete lui - e Massimo Erodiani e i titolari dello studio associato dove si trovavano i «bolognesi» per scommettere su Inter-Lecce, quando Beppe Signori gioca e si fuma 150mila euro. E su Atalanta-Piacenza. E su BeneventoPisa. Scommesse da fare con la cricca di Singapore. Scommesse da coprire con gli assegni messi in garanzia, che Beppe «duecento gol» sarebbe poi andato a verificare di persona, scoprendo che erano scoperti, da lì la paura che arrivassero gli asiatici a «tagliare le dita». Dribbla ogni accusa lui: «Ma figuriamoci, mai visti assegni...». L'unica cosa che non può negare è il foglietto che gli trovano in casa il primo giugno, il giorno dell'arresto. Ci sono gli accordi raggiunti con Singapore per le giocate. Beppe «duecento gol» minimizza: «L'ho scritto sotto dettatura di Antonio Bellavista. Volevano che partecipassi alle puntate su Inter-Lecce ma non ci sono stato...». L'incontro dai bolognesi avviene il 15 marzo. La partita è del 20 marzo. Il biglietto è così ininfluente che Beppe «duecento gol» se lo tiene in casa per due mesi e mezzo. Signori è accusato di avere tenuto rapporti con un intermediario tra i «bolognesi» e gli asiatici. Due domande da tunnel sotto rete del giudice, e l'ex calciatore ammette di conoscerlo: «Ma figuriamoci se c'entra con quella storia lì...». Il 22 marzo c'è un altro incontro a casa dei bolognesi. Ci sono pure due bodyguard che non si sa mai, in previsione delle possibili ritorsioni degli asiatici. Beppe Signori c'è ma poi si defila. E al giudice smentisce: «Ma figuriamoci se c'ero anch'io...». Il verbale finisce con una firma che non è proprio un autografo dopo venti righe. Anche se ha negato tutto, Beppe «duecento gol» ha ammesso che ci fu almeno una combine, di aver scritto il foglietto con gli accordi, di conoscere l'intermediario con Singapore. Il giudice Salvini è soddisfatto, si aspetta la richiesta di scarcerazione a cui potrebbe dire di sì. Pure Beppe «duecento gol», si dice contento al suo avvocato: «Finalmente ho chiarito tutto».

Il biglietto trovato a casa di Signori
Nella perquisizione del 1˚giugno. Condizioni nostre: partita paghiamo 125.000 da dare entro giovedì. Condizioni loro: la quota non deve subire variazioni. Assegno dato venerdì di 125.000 a garanzia assegni dati da puntare over entro il 75˚/80˚ esito vittoria Atalanta, possibile che il primo tempo finisca 1-1 o 0-1 già fatta Benevento-Pisa da capire se vittoria o over di lunedì ore 14,30?



LaStampa.it

 
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fisherel
PAG Posted on 11/6/2011, 11:26     +1   -1




Scommesse, indagini sulla serie A: tutti i sospetti squadra per squadra

Ecco una guida ragionata per fare il punto, in base alle carte dell’inchiesta, sul coinvolgimento nello scandalo dei 20 club Analizzati i documenti delle indagini di Cremona e Napoli. Oltre agli esposti dei bookmaker e alle denunce dei Monopoli

P.S. Ovviamente squadre sono 19 e non 20, perche manca l'unica onesta :*:.ghgh:
 
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PAG Posted on 11/6/2011, 11:32     +1   -1
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CITAZIONE (fisherel @ 11/6/2011, 12:26) 
Scommesse, indagini sulla serie A: tutti i sospetti squadra per squadra

Ecco una guida ragionata per fare il punto, in base alle carte dell’inchiesta, sul coinvolgimento nello scandalo dei 20 club Analizzati i documenti delle indagini di Cremona e Napoli. Oltre agli esposti dei bookmaker e alle denunce dei Monopoli

P.S. Ovviamente squadre sono 19 e non 20, perche manca l'unica onesta :*:.ghgh:

Non mi ero accorto della fonte, i 40 secondi più inutili di tutta la mia vita :*:.bah:

Giornale di m***a.
 
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