Il Salotto Bianconero

[Topic Unico] Calcioscommesse, decine di arresti: c'è anche Signori

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Cocteau Twins
PAG Posted on 8/6/2011, 08:21 by: Cocteau Twins     +1   -1
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CREMONA, 8 giugno 2011 - Sette ore di interrogatorio di Marco Pirani e intanto dalle intercettazioni emergono altre novità tra cui il nome di Bobo Vieri. E un giallo legato a Totti. In una intercettazione tra Tisci e Bellavista su Inter-Lecce spunta il nome di Bobo Vieri. Tisci, scrivono gli investigatori in un brogliaccio di un'intercettazione allegata agli atti dell'inchiesta, «si lamenta del comportamento di Bressan (ex giocatore agli arresti)». E gli chiede «se ha visto cosa gli ha scritto ieri sera e che a Milano ha incontrato Bobo Vieri, il quale gli ha detto che non ha vinto molto e ha giocato da casa con il Pc». Tisci, concludono i poliziotti, «dice di averlo imbeccato e Vieri sapeva dell' over 3,5 dell'Inter». Come se non bastasse, nella notte, un’Ansa rivela la conversazione tra due indagati nella quale si parla di Corvia «che assicura tanti gol in Fiorentina-Roma garantiti dal capitano della Giallorossa». Il nome di Totti non compare esplicitamente nell’intercettazione e Francesco raggiunto a Formentera ha dato mandato al legale della Roma Antonio Conte di querelare chiunque associ il suo nome in maniera indebita all’inchiesta. Marco Pirani intanto ha continuato a parlare, a snocciolare nomi di partite e di calciatori, a fornire riscontri e altri elementi utili all’inchiesta «Last Bet» sulle scommesse nel calcio. In tutto sono salite a una trentina le partite sulle quali si hanno dei dubbi e sulle quali si cercano prove di combine, comprese le 18 già contenute nell’ordinanza del gip Guido Salvini. C’è la Serie A, da ieri con una nuova partita legata al 2009-10; c’è la B, con due o tre nuovi match dubbi segnalati (di Modena-Siena del 26 febbraio e terminata 0-1 ha parlato Pirani, di Sassuolo-Varese 1-1 del 16 aprile ha fornito degli elementi Bruni) e in 4-5 casi con il coinvolgimento delle società; e c’è ovviamente anche la Lega Pro.

Funzionava così. Il dentista di Ancona ieri è entrato nell’ufficio del procuratore capo di Cremona, Roberto Di Martino, alle 12.15 ed è uscito verso le 19. In mezzo soltanto una brevissima pausa per un caffè alle 14.45. Pirani al pm avrebbe raccontato e confermato molto. Per esempio, di essere stato via via emarginato dalle informazioni più importanti sulle partite di Serie A, a favore dei «bolognesi» e degli «zingari», perché per combinare quelle servono investimenti elevati, anche 4-500 mila euro a partita. Se in B si può pensare di avvicinare i giocatori senza spendere troppo, in Serie A questo non è possibile. Così, la sensazione che sta maturando negli inquirenti è che le partite del massimo campionato siano combinate dalle società per esclusivi interessi di classifica, ma che poi queste informazioni vengano a conoscenza di qualcuno e utilizzate all’esterno per scommetterci sopra, soprattutto sui siti asiatici. In B e in Lega Pro, invece, le combine sarebbero funzionali al guadagno sulle scommesse da parte di chi si impegna a far andare le partite in un certo modo, anche se in alcuni casi emergerebbe il coinvolgimento chiaro delle società.

I riscontri. Per quasi sette ore Pirani ha fornito a Di Martino informazioni definite «molto utili» e il suo atteggiamento è sembrato più collaborativo di quello di Massimo Erodiani. Il dentista ha puntualizzato e chiarito alcune cose su Fiorentina-Roma, Genoa-Lecce e Lecce-Cagliari. La sua fonte di informazione primaria era proprio Erodiani, ma Pirani conosceva i nomi degli informatori del titolare della ricevitoria di Pescara. Pirani aveva un ruolo preciso: era uno scommettitore, ci metteva i soldi, ma mai grosse cifre. Non era lui, però, che si preoccupava di consegnare il denaro ai giocatori disposti a taroccare le partite. Il dentista ha raccontato di aver ottenuto qualche informazione diretta, soprattutto da giocatori di squadre marchigiane: alcuni dell’Ascoli, ma anche ex Ancona (è uscito ancora il nome di Mastronunzio). A parte Inter-Lecce, anche le informazioni sulle partite di A arrivavano da Erodiani (ieri di Milan-Bari non si sarebbe parlato) ed erano dritte utili, perché le puntate sono andate a segno nella maggior parte dei casi. Riscontri importanti non ci sono ancora, quindi le indagini proseguiranno in tutte le direzioni e con tutti i mezzi possibili.

Nuovi indagati? Le tante informazioni raccolte da venerdì a ieri sono considerate «importanti», al punto che non si esclude che nei prossimi giorni il numero degli indagati possa aumentare, e anche in maniera considerevole. La posizione di Beppe Signori viene definita «chiara». Anche su Cristiano Doni ci sarebbero «parecchie cose». Nel frattempo, continueranno le verifiche sui conti bancari di Pirani, mentre la cassetta di sicurezza che avrebbe dovuto contenere un tesoretto legato alle scommesse è stata aperta, maall’interno sono stati trovati soltanto i gioielli di famiglia. O il tesoretto non esisteva, oppure la fuga di notizie ha permesso di ripulire in tempo la cassetta.

Fonte: La Gazzetta dello Sport (articolo a firma di Roberto Pelucchi e Luigi Perna)


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"In serie A combine anche tra società"



Il procuratore Di Martino: "E' una sensazione, non ho prove". Ora caccia ai mister X che garantivano i risultati


CREMONA, 8 giugno 2011 - Scena numero uno, al primo piano del tribunale parla il procuratore Di Martino al termine dell’interrogatorio fiume del dentista Pirani: «La mia sensazione è che ci siano gare truccate in Serie A, ma non c’entrano tanto le scommesse: sono accordi presi a livello di società per loro convenienza. Come detto è una sensazione, per ora non ho le prove». Scena numero due, piano terra dello stesso edificio. Pochi minuti dopo le parole del pm, escono dal palazzo gli indagati Bruni (il commercialista di Bologna) e Bressan (ex giocatore), ascoltati dal gip Salvini. E prima che l’oscurità si appropri di una giornata interminabile come la pioggia che ha bagnato Cremona, fonti investigative fanno sapere: «Un primo cerchio si è chiuso, ora l’inchiesta potrebbe ampliarsi. Manca nome e cognome di chi dava garanzie su società e giocatori. Una o più persone molto inserite nel mondo del calcio. Così i vari gruppi consideravano sicure le partite e ci puntavano i propri soldi».

C’è una struttura X. Insomma, siamo vicini al livello superiore. Al di là delle sparate di Paoloni («Conosco quel giocatore, questo è il mio gancio»), alcune millantate per disperazione, altre forse dovute a conoscenze dirette, c’era davvero un personaggio misterioso (o forse una struttura) che metteva il timbro sulle gare taroccate. Qualcuno di cui fidarsi ed esterno ai vari Pirani, Erodiani, Bellavista o i bolognesi. Qualcuno che era così ben informato da interessare anche al gruppo degli zingari, quello con i soldi cash (anche 400mila euro) da investire sulle partite di A. Non è un caso che proprio Bressan ne parla in modo esplicito con l’ex capitano del Bari, dopo averlo messo in contatto con il suo compagno Gegic (ancora libero in Slovacchia). In un’intercettazione i due si soffermano sulla possibilità di gestire le combine e fanno un esplicito riferimento a un personaggio importante che con loro aveva già lavorato per alcuni match di A. Ecco, questo mister o struttura X (potrebbero essere in 4 tra giocatori in attività ed ex) farebbe parte del secondo livello. Torna d’attualità, dunque, in questa fase il gruppo milanese che si muove nei locali frequentati da calciatori e dirigenti. Una collocazione geografica evocata ieri sera da un inquirente: «All’ombra della Madonnina si facevano affari importanti».

L’ultimo passaggio. Un giro che di recente era diventato familiare a
Bellavista. E lo stesso Signori più volte è stato visto a Milano negli stessi luoghi evocati dagli investigatori di Cremona. Ecco spiegato perché i bolognesi, Pirani ed Erodiani giocavano ingenti somme di denaro sui siti asiatici. Forse in questo tassello va anche inserito il disperato tentativo di Paoloni di far passare per «doc» la soffiata su Inter-Lecce, provocando il flop economico che ha scatenato la discesa negli inferi degli attuali indagati. Chi al momento resta fuori dall’inchiesta è la struttura X. Mail cerchio si sta stringendo: «Ci stiamo lavorando», confermano gli investigatori.

Fonte: La Gazzetta dello Sport (articolo a firma di Francesco Ceniti)


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Le intercettazioni

"Che bravo, nemmeno un corner ha azzeccato"



Le performances dei calciatori corrotti ridicolizzate dalla cricca. E si contratta il prezzo su Skype


MILANO, 8 giugno 2011 - Ci sono calciatori in attività che truccano le partite, magari scommettono sulle stesse, ricevono le soffiate giuste, arrivano a drogare i compagni pur di rimpolpare il conto in banca. Nell’inchiesta Last Bet ne sono coinvolti otto: in carcere il portiere del Benevento Marco Paoloni, ai domiciliari i giocatori dell’Ascoli Vittorio Micolucci e Vincenzo Sommese, solo indagati l’atalantino Cristiano Doni, il portiere del Portogruaro Claudio Furlan, il centrocampista dell’Ascoli Alex Pederzoli, il difensore del Piacenza Carlo Gervasoni e il centrocampista del Sassuolo Daniele Quadrini. Senza contare Ivan Tisci, che ha appena smesso di giocare. A parte Doni, appunto, gente di provincia, in bilico tra la B e la Lega Pro. Sì, può darsi che da quelle parti gli stipendi non arrivino con puntualità, ma non regge la giustificazione del degrado socio-economico. Uno come Sommese, per dire, ha alle spalle un ventennio di professionismo, con relativi emolumenti. Eppure, alla soglia dei 35 anni, si ritrova a dover pagare un debito di 140 mila euro al dentista Pirani e per questo è costretto a versargli il quinto dello stipendio. È fuori rosa ma, secondo i magistrati, riunisce a casa sua i promotori della combine di Livorno-Ascoli del 25 febbraio e il compagno da corrompere, Micolucci. Poi, in una telefonata tra Sommese e Pirani spunta pure Pederzoli.
PIRANI: «...Perché... uno... uno so già che ci sta».
SOMMESE: «E poi ce ne dovrebbe essere un altro, capito?».
PIRANI: «No, ho detto che uno so già che ci sta... tu non sai niente perché... mi è arrivata l’ufficializzazione».
SOMMESE: «E chi sarebbe?».
PIRANI: «Eh, Vincè, te le tieni per te le robe?».
SOMMESE: «Sì... sì».
PIRANI: «Perché lui... ha chiesto anche l’anonimato e di non essere coinvolto con gli altri».
SOMMESE: «Eh...».
PIRANI: «Pederz...».
SOMMESE: «Chi?».
PIRANI: «Pederz!».
SOMMESE: «E chi è?».
PIRANI: «Eh... non ti ho detto tutto il nome, te l’ho detto metà!».
SOMMESE: «Ah...».
PIRANI: «Pederzo...».
SOMMESE: «Ah, ho capito, ho capito...».
Alla fine resta un solo giocatore disposto a vendersi la gara. Gli organizzatori lo scoprono pochi minuti prima della partita.
PIRANI: «Ha telefonato adesso Vittorio (Micolucci, ndr) dal campo».
ERODIANI: «Eh».
PIRANI: «Lui la partita la fa da solo».
ERODIANI: «Nooo...».
PIRANI: «Da solo».
ERODIANI: «Senza manco il portiere?».
PIRANI: «La fa da solo».

Amicizie pericolose. Qualcuno, poi, è accusato di partecipare a tarocchi di partite terze. Furlan, portiere del Portogruaro, rientrerebbe nell’affare attorno all’Over di Benevento-Viareggio del 13 febbraio. Furlan è amico di Gianfranco Parlato, collaboratore tecnico del Viareggio, una delle figure centrali dell’inchiesta. Al telefono, Parlato gli spiega come si sta concretizzando l’alterazione del risultato.
PARLATO:«Dove andiamo noi (a Benevento, ndr)».
FURLAN: «Sì».
PARLATO:«Sono arrivati a noi (il Viareggio, ndr)».
FURLAN: «Eh».
PARLATO: «m****ia a cinque...».
FURLAN: «Oh santo Dio».
PARLATO: «...Nomi e cognomi tutto quanto... ride... eh c***o faccio?».

Quanto è scarso quello. Al cellulare, ma pure su Skype. È lì che Quadrini comunica con Erodiani prima di Siena-Sassuolo contrattando — secondo l’ordinanza del gip — il prezzo della combine. Avrebbe fatto vincere il Siena ma, invece di 25 mila euro, ne pretendeva 30. Durante la partita, quando i padroni di casa sono già in vantaggio di due gol, Pirani ed Erodiani se la ridono al telefono.
ERODIANI: «Tranne il portiere che mi stava a fare incazzare.. gli altri due veramente la sanno fare, Marco... veramente li sanno fare perché Quadrini gioca sempre».
PIRANI: «Ma questo era un signore, oh un professionista li hai visti i calci d’angolo non ne tira uno dentro».
ERODIANI: «Bravo... l’hai visto pure il contropiede a un certo punto ha aspettato che arrivassero tutti e poi ha crossato lungo...».

Fonte: La Gazzetta dello Sport (articolo a firma di Marco Iaria)


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Palazzi ai pm di Cremona: "Mandateci le carte: vogliamo chiudere l'inchiesta a luglio"


«Mandateci gli atti per consentirci di accelerare sul versante sportivo dell’inchiesta», è la richiesta del procuratore federale Stefano Palazzi al pm di Cremona Roberto Di Martino. Almeno una parte del fascicolo potrebbe essere inviata entro la fine della settimana. Palazzi vuole riscrivere le classifiche dei campionati entro fine luglio, consentendo così la programmazione dei calendari della nuova stagione per i primi di agosto.


Platini: "Sono preoccupato, serve una polizia sportiva"

Michel Platini, il presidente del calcio europeo, è «molto preoccupato, questa corruzione in aumento è inquietante. E quel che mi agita è che riguarda i giocatori, i protagonisti, non qualche tifoso impazzito come succede per la violenza. Bisogna proteggere il calcio», l’allarme arriva in un’intervista a «Liberation» e Platini non si limita a prendere atto, promette un piano di lavoro per arginare il fenomeno. «Voglio un incontro con il sindacato dei giocatori, bisogna fissare regole più nette, qualcosa che fermi a monte il problema scommesse perché trovare prove schiaccianti è molto difficile. Metteremo in piedi un “integrity inspectors”. un gruppo che lavora dentro ogni federazioni a contatto con le autorità locali. Un tempo mandavamo gli ispettori Uefa ma non c’è più tempo, siamo andati troppo oltre e servono altre misure. Quando sono arrivato a capo dell’Uefa ho chiesto di organizzare una polizia sportiva europea, pare sia impossibile . Noi monitoriamo 23 mila partite a stagione e 300-400 presentano flussi sospetti».

Fonte: La Stampa (articoli a firma di Fabio Poletti e Niccolò Zancan)


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Boss in campo e troppe puntate: Napoli-Parma è sotto inchiesta

La segnalazione dei carabinieri ignorata nel 2010: ora una foto apre l'indagine

NAPOLI, 8 giugno 2011 -
Quella foto che immortala Antonio Lo Russo, il figlio del boss pentito Salvatore, a bordo campo, incarognito, con uno sguardo minaccioso, e ritrovata nel suo archivio dal fotografo dell’Ansa Ciro Fusco, fa riaccendere i riflettori della Procura su quella partita finita male per i padroni di casa, su Napoli-Parma giocata il 10 aprile del 2010 e conclusa 3 a 2 per gli ospiti. Di quella partita, di quella presenza ingombrante a bordo campo, di quelle voci su puntate anomale tra il primo (con il Napoli in vantaggio 1 a 0) e il secondo tempo parla l’informativa dei carabinieri presentata un anno fa alla Procura e nei fatti congelata, perché le rivelazioni di una fonte confidenziale non hanno trovato riscontri.
Ma oggi cambia lo scenario, perché sia l’ammissione del giocatore Mario Balotelli su quel tour improvvido sul set di Gomorra, il quartiere Scampia, accompagnato da due ciceroni del clan degli Scissionisti, sia la foto ritrovata del boss (un mese dopo quello scatto, Antonio Lo Russo diventa un ricercato) alla partita, sono conferme che impongono, a questo punto, una verifica più approfondita sulla informativa dell’Arma.
«Questa polizia giudiziaria - si legge nel rapporto - veniva a conoscenza, attraverso quanto rilevato da fonte fiduciaria già giudicata attendibile, del fatto che in occasione della partita Napoli-Panna del 10.4.2010 molte persone riconducibili ai clan Lo Russo e degli Scissionisti, durante l'intervallo tra il primo e il secondo tempo abbiano effettuato svariate scommesse con puntate piuttosto elevate sulla vittoria del Parma. Inoltre la fonte riferiva che in quell'occasione era presente a bordo campo Lo Russo Antonio, nato a Napoli il 23.4.1981, figlio di Lo Russo Giuseppe, nato a Napoli il 18.2.1953, storico esponente dell' omonima consorteria criminale. Non si può trascurare il fatto che effettivamente detta partita è terminata sul risultato di 2 a 3 in favore del Parma».
Antonio Lo Russo, figlio d’arte. Anche se lo stesso padre, diventato un collaboratore di giustizia, parla del figlio come di un «paranoico». Accanito tifoso del Napoli, Antonio, 30 anni, ha anche giocato in una squadretta di quartiere, il Miano. È latitante da un anno ormai, accusato di associazione mafiosa e traffico di droga.
Le puntate «anomale» sul Parma non sono la prova della combine, della partita taroccata, e anche quella presenza a bordo campo di per sé potrebbe essere archiviata come un fatto insignificante, a maggior ragione se Lo Russo entrò in campo attraverso gli steward e non attraverso la società o giocatori.
Tutta da verificare l’ipotesi della frode, come andranno visionate le foto del bordo campo di altre partite giocate al San Paolo, per verificare altre presenze ingombranti di Lo Russo o di altri personaggi legati alla camorra. Ma, appunto, le due inchieste napoletane sulle partite taroccate trovano altro carburante con questa informativa dei carabinieri che ridiventa attuale, materiale da coltivare e sviluppare. Colpisce che l’inchiesta sul calcioscommesse e la camorra dei pm Filippelli e Siragusa, quella sul clan D’Alessandro, vada ben oltre Castellammare di Stabia. Insomma che i suoi protagonisti stanno dentro un circuito internazionale delle partite taroccate. Uno degli indagati della inchiesta napoletana è l’ex giocatore del Sorrento Cristian Biancone (finito in carcere) che per 25.000 euro, coinvolgendo il portiere della sua squadra, Vitangelo Spadavecchia (indagato) tarocca la partita, garantendo alla Juve Stabia di vincere 1 a 0. Nelle carte dell’inchiesta si legge che Biancone sapeva anche di partite taroccate in Germania. «Allarmante è anche l’affermazione dello stesso giocatore (Biancone, ndr) che, almeno in una conversazione intercettata, riferisce di conoscere in anticipo il risultato di una partita svolta in Germania in data 28 febbraio 2009, ove il Bochumbatteva la squadra dell’Energia Cottbus per 3 a 2 (ultimo gol ottenuto dal Bochumsu rigore)». Scrivono i pm napoletani: «Senza dubbio le affermazioni del calciatore appaiono veritiere sia perché lo stesso riferisce che la fonte lo avrebbe informato prima della partita, sia perché lo scandalo calcio scommesse tedesco effettivamente trova riscontro negli articoli di stampa che confermano il coinvolgimento di calciatori, allenatori, arbitri e dirigenti di club». Anche in Germania è poi esplosa calciopoli con più di duecento partite finite sotto osservazione. Oggi però a tremare è di nuovo il calcio italiano. E il timore di campionati stravolti è molto più concreto qui.

Fonte: La Stampa (articolo a firma di Guido Ruotolo)
 
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