| CITAZIONE GdS: "Il Piano di Elkann, Del Piero subito nel Cda. Idee e carisma per il nuovo corso. Ferrero è pronto a offrirgli la carica di vice: Ale vuole conoscere il progetto..."
Ferrero è un uomo di fiducia della famiglia Agnelli, ma è anche il primo tifoso e sa bene che cosa rappresenti Del Piero per la gente della Juventus. Ale è un simbolo e un concentrato di Dna bianconero, ha dimostrato negli anni attaccamento alla maglia (scendendo anche in B) e ha un forte appeal dirigenziale. Ferrero proverà a tirarlo dentro fin da subito: entro il 20-25 dicembre andrà presentata la lista dei componenti del nuovo Cda e il presidente spera di poter inserire Del Piero per affidargli poi la carica di suo vice. Ale non tornerebbe alla Juve, dove ha passato tutta la sua carriera da giocatore, per fare l’uomo immagine. Non vuole un ruolo di facciata, da ambasciatore del nuovo corso, si sente pronto per un incarico più operativo. Vuole conoscere il progetto, capire nel dettaglio quali saranno il volto e le ambizioni della nuova società, vuole avere un peso nella rinascita di un club che ha amato più di ogni altra cosa e che soffre a vedere così in difficoltà. Del Piero è rispettato dai giocatori e amato dai tifosi. Sarebbe una scelta saggia per ricominciare, puntando subito in alto, e per riaccendere la passione del popolo bianconero. CITAZIONE Sky: "Juventus, a breve un summit di mercato tra Allegri e Cherubini. McKennie e Rugani in partenza. In entrata i bianconeri seguono Kiwior dello Spezia"
Nel summit di mercato che si terrà a breve, Allegri e Cherubini faranno il punto della situazione tra probabili partenze e nuovi arrivi. Su Sky Calciomercato l'Originale, Di Marzio ha parlato della strategia del club bianconero. La strategia della Juventus è chiara: gli eventuali acquisti sono legati alle possibili cessioni. I nomi dei possibili partenti: McKennie e Rugani. In entrata i bianconeri seguono Kiwior dello Spezia. CITAZIONE La Stampa-CdS: "Vlahovic non ci sta. L’attaccante serbo ha parlato in conferenza stampa, difendendosi dalle voci circolate in giornata sulla sua assenza dal campo"
IL CHIARIMENTO - “Prima di tutto, mi dispiace molto che dobbiamo iniziare la conferenza dei Mondiali in questo modo. Parlare di qualsiasi cosa è superfluo, ma devo parlare perché si tratta di me e del mio nome… quelle cose che tutti leggiamo, vediamo e sentiamo. Non c’è bisogno di commentare su questo, è una vera assurdità. Penso che le persone che sono ovviamente annoiate, non abbiano niente da fare nel loro tempo libero perché sono arrabbiate con qualcuno o frustrate e ovviamente lavorare contro gli interessi della nazionale è la loro occupazione principale al momento. Ma siamo più uniti che mai”UNITI - “L’atmosfera non è mai stata migliore, nulla è cambiato nell’ultimo anno e mezzo. Quelle storie sono state raccontate al di fuori di noi, voglio solo proteggere il mio nome, la mia integrità e dire che mi difenderò legalmente se necessario. Non è la prima volta che succede, non ho mai fatto pubblicità perché non è nel mio stile, ma invece di sostenerci tutti prima di una partita così importante, abbiamo a che fare con cose che non c’entrano nulla. Questo è tutto da parte mia. Non li biasimo, queste sono persone i cui curriculum sono vuoti, non hanno ottenuto nulla, ma di certo non raccoglieranno punti col mio nome. Sono sempre stati piccoli, e lo dimostrano giorno per giorno”.
CONDIZIONI – “Siamo concentrati sul calcio, a venerdì con la Svizzera. Non ho giocato perché non ero abbastanza pronto, ma mi sento meglio e sono completamente concentrato sulla prossima partita”. -_______________________________________________________________________________________________________________________
Dusan Vlahovic prende la parola, non per descrivere un gol ma per smentire un gossip che striscia da giorni e che, rilanciato da noti network, trova per qualche istante un assurdo alone di credibilità: narra d’una sua relazione con la consorte d’un compagno di squadra, causa dei pochi ritagli giocati e di una spaccatura nello spogliatoio serbo. Acuita, secondo le comari social e quelli che… “me l’ha detto mio cugggino”, dalla parallela scappatella d’un terzo compagno con la gentile signora d’un quarto. Il tutto, come se nulla fosse, condito di nomi e cognomi. Vecchia storiaccia, quella del pallone spiato con la fantasia dal buco della serratura: maliziosi e boccaloni se ne sono serviti nel tempo per giustificare panchine, ricostruire litigi o spiegare cessioni. Ognuno aggiungendo un dettaglio, con disarmante superficialità. Dimenticando, tra un sorrisetto e un occhiolino, che si offendono sensibilità e feriscono famiglie.
La Stampa CITAZIONE 💥 La Juventus chiama Del Piero. Il nuovo presidente è pronto a offrirgli la carica di vice, l’ex capitano vuole conoscere il progetto e avere un peso. [Fabiana Della Valle - Gazzetta dello Sport]
🤍🖤 La Juventus agli juventini: è questa l'idea del nuovo management della Vecchia Signora, che non è ancora ufficialmente entrato in carica ma si è già messo al lavoro. EXOR ha comunicato il nome del nuovo presidente, Gianluca Ferrero, la cui prima mossa potrebbe essere quella di proporre la carica di suo vice ad Alessandro Del Piero. John Elkann è stato chiaro: nel prossimo CdA ci saranno tecnici e legali per affrontare i temi delicati che coinvolgono il club. Già nell'immediato però, serve una figura forte e carismatica che prenda il posto di Pavel Nedved. Oltre ad essere un uomo di fiducia della Famiglia Agnelli, Gianluca Ferrero è anche un grandissimo tifoso della Juventus, perciò sa bene cosa rappresenta Del Piero per il popolo bianconero. Per tali motivi, il nuovo presidente spera di inserire il nome dell'ex Capitano nella lista dei componenti del nuovo CdA che va consegnata entro Natale. [Fabiana Della Valle - Gazzetta dello Sport]
❗️ In questo momento, Alessandro Del Piero è a Doha per fare il commentatore del Mondiale per conto di 'beIN Sports', ed è lì che è venuto a conoscenza del terremoto in casa Juventus: "Nessuno mi ha chiamato, ho ancora una casa a Torino". Molto probabilmente quella telefonata arriverà nelle prossime ore, con il nuovo presidente Gianluca Ferrero desideroso di sondare il terreno per capire la disponibilità dell'ex attaccante ad intraprendere una carriera dirigenziale. Da parte sua, Del Piero non vuole avere un ruolo solo di facciata: vuole capire il progetto, conoscere le intenzioni della nuova società e contribuire alla rinascita della Juventus. Per dirla in parole brevi, l'ex Capitano bianconero si rivede nel ruolo attualmente ricoperto da Paolo Maldini al Milan. [Fabiana Della Valle - Gazzetta dello Sport]
👀 Juventus, il primo colpo di mercato del nuovo presidente Gianluca Ferrero può essere Alessandro Del Piero. Una chiamata è in agenda, forse c'è già stata, sicuramente arriverà. Il nuovo presidente ha intenzione di chiedere all'ex Capitano di entrare in società per rappresentare la nuova Juventus. Lo stesso Del Piero, proprio a caldo dopo le dimissioni di Andrea Agnelli e dell'intero CdA, ha fatto capire di essere disponibile quantomeno ad ascoltare in caso di chiamata: porte aperte, la casa a Torino, pur vivendo negli Stati Uniti, non l'ha mai abbandonata. [Nicola Balice - CM] CITAZIONE Juventus, le intercettazioni: «Questa è come Calciopoli, ma ce la siamo creati da soli...»
di Simona Lorenzetti e Massimiliano Nerozzi Dal direttore finanziario Cerrato, a Cherubini. Passando per Bertola: «Un solo paragone: Calciopoli. Lì c’era tutto il mondo che ci tirava contro, questa ce la siamo creata noi».
«Tanto la Consob la supercazzoliamo», diceva a un collega il direttore finanziario della Juve Stefano Cerrato, parlando dello scambio con il Marsiglia Tongya/Aké e valso una plusvalenza di 8 milioni. L’intercettazione è del 15 ottobre 2021 e l’ispezione dell’organo di vigilanza, avviata tre mesi prima, era ormai alle battute finali. Ma era stato l’innesco per la richiesta di intercettazioni firmata dall’aggiunto Marco Gianoglio e dai pm Mario Bendoni e Ciro Santoriello. Tema della verifica sono le presunte plusvalenze sui giocatori. E in quei mesi si scatena un giro di telefonate nei quali i dirigenti parlano a ruota libera di quanto sta accadendo e studiano manovre difensive per uscire indenni da quella verifica. Ignari che, dal 14 luglio, in ascolto c’è la guardia di finanza.
desc img GLI SCENARI Cosa rischia la Juve? Ammenda, penalità, retrocessione È dalle telefonate intercettate che emergerebbe come la Juve speri di arginare la Consob, o meglio di «supercazzolare» gli ispettori. L’espressione, da Amici Miei, è appunto di Cerrato. Dopo aver parlato dell’affare Arthur-Pjanic con il suo predecessore Stefano Bertola (capo dell’area business), solleva la cornetta per fare la stessa cosa con Roberto Grossi, revisore di Ernst&Young per dirgli di aver preparato la relazione: «Penso, che però, sarebbe opportuno dargli (alla Consob, ndr) un riferimento più o meno di principio contabile o di qualche cosa, cioè posso io supercazzolarli in modo più raffinato? Invece di dire solo questo?». Si tratta di memorie che, secondo i magistrati, sarebbero state scritte proprio con l’aiuto del revisore: una presunta stesura a quattro mani che sarebbe confermata da un’altra intercettazione, del 26 ottobre. Il momento è delicato, perché gli ispettori stanno sollevando contestazioni sul principio contabile della permuta. La memoria — stando ai documenti sequestrati — sarebbe stata inviata al revisore via mail «per condividerla». E il giorno dopo, Grossi consiglia Cerrato di non usare il termine «aleatorietà», che «è troppo forte», ma di prediligere «soggettività». E aggiunge: «Non dite che non usate Transfermarkt, dite che qualche volta lo usate». Tutti dialoghi catturati dai finanzieri, che un mese più tardi si presenteranno negli uffici della Juve con un mandato di perquisizione firmato dai pm.
DIETRO LE QUINTE Elkann e Agnelli, come è nata la resa dei conti tra i due cugini Morale: intercettare i dirigenti bianconeri durante l’ispezione della Consob si rivelerà estremamente prezioso per gli inquirenti che ora contestano ai vertici del club — Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Maurizio Arrivabene e ad altri manager — false comunicazioni sociali per tre bilanci (dal 2018 al 2020), ostacolo alla vigilanza, aggiotaggio e false fatturazioni. Sotto accusa ci sono le presunte «plusvalenze artificiali» e le «manovre stipendi» sul differimento delle mensilità dovute ai calciatori nei mesi di pandemia. E proprio le plusvalenze sono al centro di una lunga conversazione tra il ds Federico Cherubini e Bertola. La sera del 22 luglio i due prenotano un tavolo al ristorante «Cornoler», a due passi dal centro e dalla vecchia sede della Juve. Poco prima dell’appuntamento i militari del nucleo di polizia economico finanziaria riescono a piazzare le microspie. Sarà l’unica intercettazione ambientale dell’inchiesta, ma una delle più produttive, dal punto di vista investigativo, con oltre tre ore di conversazione captate. Ovviamente, si parla di pallone e affari, di plusvalenze e del capo dell’area tecnica Fabio Paratici, che da pochi giorni aveva lasciato il club. «Io l’ho detto a Fabio (Paratici, ndr): è una modalità lecita ma hai spinto troppo», dice Cherubini. «E lui mi rispondeva: “Non ci importa nulla, perché negli scambi se metti 4 o metti 10 è uguale, nessuno ti può dire nulla”». Il ds insiste: «Fabio ha avuto carta libera». La discussione è tale che Bertola confida: «La situazione è davvero delicata. Io in 15 anni faccio un solo paragone: Calciopoli. Lì c’era tutto il mondo che ci tirava contro, questa invece ce la siamo creata noi».
LE TAPPE Caso Juve, dalle plusvalenze agli stipendi fuori bilancio Parole inequivoche per gli investigatori, ma che secondo un’interpretazione difensiva potrebbero avere un’altra chiave di lettura: un parallelo tra le difficoltà della società nel periodo post Calciopoli — con i calciatori in fuga e la squadra in B — e l’attuale, con il caos Superlega e i bilanci in crisi per il Covid. Bertola non è mai andato a parlare con i magistrati. Per ora, per lui e gli altri indagati, parlano le intercettazioni. Come quella di un altro manager che sottolinea la necessità di dare risposte alla Consob perché non si può dire agli ispettori che «il bilancio è un atto di fede».
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