| CITAZIONE CdS: "Juventus, il 4-2-3-1 per svoltare. Dybala al centro del gioco e abbondanza sugli esterni, così Allegri ridisegna la squadra"
Il 4-2-3-1 è un modulo caro ad Allegri, al suo primo anno di Juve lo aveva usato per dare una scossone e i risultati erano stati ottimi, quest'anno fin ora lo aveva invece usato solo a partita in corso mentre a Salerno è stato messo in atto dal 1°minuto.Dybala al centro del gioco sembra rendere meglio potendo spaziare a tutto campo e anche Locatelli ha dimostrato di trovarsi a suo agio. Cosa fondamentale poi è che la Juve al momento può contare su molti esterni offensivi: a Salerno c'erano Kulusevski e Bernardeschi e in attesa di Chiesa si potrebbe vedere in quel ruolo anche Cuadrado e persino Kean che al Psg ha ricoperto quel ruolo. CITAZIONE La Stampa: "Dybala, negli ultimi 40 giorni ha saputo lasciare il segno. Ora nel nuovo ruolo che gli ha cucito Allegri può svariare tra le linee, muovendosi da vero 10"
Dybala nelle ultime due stagioni ha imparato ad aspettare tempi migliori dentro e fuori il campo. Il ruolo da leader, però, ha saputo ritagliarselo e adesso sta dando quello che più serve alla Juventus, a maggior ragione dopo l’addio di Cristiano Ronaldo. Al netto degli infortuni che ne hanno limitato il suo utilizzo, dopo le prime 20 partite stagionali, la Joya è tanto il miglior realizzatore della squadra con 7 gol (di cui 4 in campionato, lo stesso bottino della scorso torneo) quanto uno dei pochi fari capaci di accendere la luce. Si è visto martedì sera a Salerno, in un momento difficile per la Juve con il gol scaccia paura, dopo che la sua doppietta allo Zenit (ad inizio novembre) aveva regalato la qualificazione anticipata agli ottavi di Champions e un rigore a San Siro lo scorso 24 ottobre aveva evitato la sconfitta nel derby d’Italia contro l’Inter. Negli ultimi quaranta giorni, dunque, ha saputo lasciare il segno, ma adesso può diventare ancora più decisivo nel nuovo ruolo che gli ha cucito Allegri la Joya può svariare tra le linee, muovendosi come un vero numero dieci, e l’attesa controprova arriverà domenica sera contro il Genoa allo Stadium.
La Juve ha bisogno di gol e punti per dare continuità di risultati ed uscire così dalla crisi, mentre Dybala vorrà rifarsi anche dal dischetto dopo l’errore all’Arechi: un rigore inifluente per il risultato finale, ma l’argentino è un perfezionista e non sbagliava da oltre 4 anni. L’ultimo errore dagli undici metri, infatti, risaliva all’ottobre (nero) del 2017.
La Stampa CITAZIONE La Nazione: "La Fiorentina tenta di ricucire con Vlahovic ma trova un muro. Cessione a gennaio difficile ma nel caso viola su Borja Mayoral della Roma"
La Fiorentina negli ultimi giorni ha provato nuovamente con l'agente di Vlahovic a ricucire i rapporti trovando disponibilità al dialogo ma nessuna apertura al rinnovo. Una cessione a gennaio ad oggi pare difficile a meno che l'offerta sul tavolo di Commisso sia di quelle irrinunciabili, i viola per non farsi trovare impreparati stanno da tempo sondando il mercato attaccanti sopratutto tra gli "scontenti" e in cima alla lista c'è Borja Mayoral della Roma messo ai margini da Mourinho e per il quale solo il Real Madrid potrebbe opporsi al trasferimento. CITAZIONE Ibrahimovic al Corriere della Sera: "Moggi è stato il top. Nessuno può togliermi i due scudetti vinti alla Juve"
In partita chi l’ha cambiata? «Capello mi ha insegnato a badare al gol. E mi ha massacrato, di continuo. Un uomo molto duro. Il primo giorno, dopo la conferenza stampa, i festeggiamenti e tutto, entro nello spogliatoio, lui sta leggendo la Gazzetta dello Sport, e io bello gasato gli faccio: “Buongiorno mister!”. Lui non posa il giornale. Resto un quarto d’ora lì, con la Rosea in faccia. Poi Capello si alza, chiude il Gazzettone, e se ne va, senza dirmi una parola. Come se non esistessi».
Lei nel libro parla bene di Moggi. «Con me è stato il top».
Ma a causa sua sono stati tolti due scudetti alla Juve. «Quegli scudetti li abbiamo vinti, e nessuno ce li può togliere. Nessuno può cancellare il sudore, la fatica, la sofferenza, gli infortuni, i gol. Per questo, quando dicono che in carriera ho vinto undici scudetti, li correggo: sono tredici. Moggi era uno che incuteva soggezione, anche se non a me. Come Berlusconi».
Materazzi com’era? «Entrava da dietro per fare male; e noi calciatori capiamo subito quando uno entra per fare male o semplicemente entra duro, come Chiellini, come Stam, come Maldini...».
Anche con Allegri vi siete scontrati, al Milan. «Avevamo perso 3-0 con l’Arsenal, e lui era tutto contento. È vero che avevamo passato il turno, ma non c’era nulla da ridere, e gliel’ho fatto notare».
E Allegri cosa le ha risposto? «Tu Ibra pensa a te, che hai fatto *. Gli ho ribattuto che aveva fatto * lui: per paura si era portato due portieri in panchina... Allegri è bravissimo a gestire lo spogliatoio, ma doveva avere più coraggio: andare al Real Madrid, misurarsi con l’estero. Invece ha fatto la scelta comoda».
Corriere.it
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