| CITAZIONE Le pagelle dei giornali: "Bernardeschi cambia la serata della Juve con il suo assist, Bonucci un muro, lancia l’azione del vantaggio. Chiesa il migliore, Rabiot il peggiore"
6 Szczesny Due uscite non banali, un tremore su Lukaku ma… basta così: il Chelsea non calcia quasi mai. E quando palleggia in serenità, lo Stadium si scioglie.
6,5 Danilo Quarto a destra con gambe e testa, in tutti i sensi: legge le situazioni e allontana con una capocciata un cross di Ziyech. Dopo Pirlo, fondamentale anche per Max.
7,5 Bonucci Una di quelle serate in cui Mou chiamerebbe Harvard per chiedere il dottorato: perfetto, attento, guida. Lukaku gli si gira davanti nel finale ma insomma… è il minimo.
7,5 De Ligt L’altra colonna del tempio. Dritto o fuori equilibrio – un po’ Torre di Pisa – respinge di testa ogni oggetto volante identificato. MDL versione 2019 con… più italianità.
6,5 Alex Sandro Si mette in tasca Azpilicueta e soffre di più con Hudson-Odoi. Nel complesso, 12 passaggi sbagliati ma bilancio positivo: il Chelsea lo sfida spesso ma sfonda poco.
6,5 Cuadrado La palla al volo per Berna è un pacco regalo che meriterebbe di essere scartato. E il resto? Una partita da saggio, con attenzione, pochi errori e una punizione guadagnata.
6,5 Bentancur Premio “brivido di serata” per una scivolata su Havertz in area, ma prende la palla. Tosto come piace a lui, ruvido, prezioso. (Chiellini s.v. Un salvataggio in acrobazia)
7 Locatelli Non è serata da tocco – 19 passaggi, non uno di più – ma entra nella parte: lotta e si immola prima su Lukaku, un po’ lillipuziano col gigante, poi su un tiro di Kovacic.
6,5 Bernardeschi Prende estensivamente il concetto di “falso 9” e si mangia un gol grande come la Mole. In compenso, bell’assist per Chiesa e tanto lavoro, su Jorginho e non solo.
8,5 Chiesa Gli hanno montato il motore di una Ferrari e lui sgasa, spesso uno contro tutti. Segna, strappa, va in contropiede con Rudiger e tutte le guardie della Regina a inseguirlo.
6 Kulusevski Dentro nell’ultima mezz’ora per ripartire, cosa che francamente gli riesce pochino. Sufficiente per il contributo alla resistenza.
6 McKennie Vedere alla voce “Kulusevski”. Gioca gli ultimi 20 minuti, quando c’è poco da creare e tanto da conservare. Barca in porto.
6 Kean Sarebbe anche la sua partita – contropiede e spazi da aggredire – ma la Juve è troppo concentrata sulla fase difensiva.
6 Rabiot Nella macchina infernale, la rotella più ordinaria. Rema, lancia per Cuadrado e 2 volte guarda la porta. In contropiede spreca con una pallaccia per Berna, a difesa schierata calcia fuori.
8 Allegri Max II, il ritorno. Partita da vecchio calcio italiano, fedele alle tradizioni come piace a lui. Re-inserisce il chip della cultura difensiva e riduce a zero gli errori. Lo Stadium, in luna di miele, canta per lui.
La Gazzetta dello Sport
6 Szczesny Sicuro e deciso. Poco impegnato ma sempre concentrato.
6.5 Danilo Inizia terzino, passa centrale. Decisivo su Barkley.
7 Bonucci Un muro in difesa, lancia l’azione del vantaggio.
6.5 De Ligt Soffre in avvio, cresce esponenzialmente nel secondo tempo. 6 Alex Sandro Difende tanto e non attacca mai. Lo fa senza sbavature.
6.5 Cuadrado Imbriglia prima Alonso, poi Chilwell.
7 Bentancur Provvidenziale su Havertz, dinamico e instancabile. Dal 39’ st Chiellini sv
6.5 Locatelli Mette da parte la geometria per la trincea. Rischia l’autogol nella ripresa.
6 Rabiot Spreca il contropiede del possibile vantaggio, ma partecipa al gol. Dal 32’ st McKennie sv
7.5 Chiesa Splendidamente anarchico. Il gol è una perla. Dal 32’ st Kean sv
7 Bernardeschi Cambia la serata della Juve con l’assist per Chiesa. Rinasce da “falso nueve”. Dal 20’ st Kulusevski 6 Lotta con coraggio.
7 Allegri Rinuncia a giocare ma imbriglia i campioni d’Europa.
La Repubblica
7 SZCZESNY Sicuro e anche coraggioso nelle uscite, ma non ne sbaglia una.
7 DANILO Il jolly difensivo di Allegri blinda la fascia e dà una mano ai centrali.
8 BONUCCI Sarà la fascia di capitano, l'idea di sfidare gli inglesi o il calore ritrovato dei tifosi, ma sfodera un partitone: annulla Lukaku e blinda la difesa. Il modo migliore per festeggiare le 450 partite nella Juve.
7,5 DE LIGT Mostra i muscoli e usa benissimo il cervello: legge ogni situazione nel modo giusto.
7 ALEX SANDRO Tappa ogni possibile falla e spinge con intelligenza: giocatore ritrovato.
7 BENTANCUR Il tackle su Havertz al 26' è da applausi, il resto è mancia (dal 38' st CHIELLINI SV).
6,5 LOCATELLI Il Chelsea domina nel possesso palla e lui si sacrifica più di tutti. Rischia un autogol.
6 RABIOT La sua 50ª in Champions è agrodolce: sbaglia un contropiede clamoroso al 16' e spara a salve, ma propizia l'1-0 (dal 32' st MCKENNIE SV).
7,5 CUADRADO Ha libertà d'azione in questo tridente camaleontico e la sfrutta: è ovunque, crea e difende. L'assist per Bernardeschi al 19' st meritava sorte migliore.
7,5 BERNARDESCHI Falso nueve. Ispira con giocate d'autore, su tutte l'assist per Chiesa, e potrebbe anche segnare. Esce tra gli applausi (dal 20' st KULUSEVSKI 6,5: dà fastidio).
8,5 CHIESA Corre, ci prova sempre in questo ruolo di tuttofare e ha il fuoco dentro (dal 32' st KEAN SV).
La Stampa CITAZIONE GdS: "Fede e Fede, coppia azzurra. Assist delizioso di Bernardeschi: stop e tocco d’esterno sinistro e grande giocata mancina dell’altro Chiesa. E’ una serata da campioni d’Europa"
Assist delizioso di Bernardeschi (stop e tocco d’esterno sinistro) e grande giocata mancina dell’altro Federico, in anticipo su Rudiger. E’ una serata da campioni d’Europa, come se l’azzurro un po’ più scuro del Chelsea li avesse riportati alla nottata magica di Wembley. Anche i vincitori dell’ultima Champions sono stati travolti dall’uragano Chiesa. Quella frenesia che ogni tanto il tecnico gli rimprovera, chiedendogli di giocare più con la squadra e di fermarsi e ragionare invece di partire sempre a testa bassa, ieri è stata la chiave del successo. E’ uscito accompagnato dagli applausi della sua gente, stesso omaggio tributato a Bernardeschi poco prima.
La Gazzetta dello Sport CITAZIONE La Stampa: "Trionfa la filosofia di Allegri, quel pragmatismo che fa storcere il naso agli esteti, ma il capolavoro è soprattutto tattico. Bernardeschi crea, Chiesa segna"
Una serata perfetta. Sintesi dell’imponderabilità fascinosa del pallone. La Juventus tremebonda in campionato, distante 10 punti dalla vetta, batte il Chelsea campione d’Europa e vola in cima al girone di Champions, a punteggio pieno e senza gol al passivo, solida e incisiva nonostante le assenze. Decide un gol di Chiesa difeso con i denti, realizzato di fatto con l’unico tiro nello specchio, mentre il Chelsea s’avvita in un inutile possesso, superiore al settanta per cento. Trionfa la filosofia di Allegri, quel pragmatismo che fa storcere il naso agli esteti, ma il capolavoro dell’allenatore è soprattutto tattico.
È la distinta consegnata all’arbitro Gil Manzano a svelare «la roba strana» che gli frullava in testa: nessun centravanti, nessun riferimento offensivo, Bernardeschi falso nueve tra Chiesa e Cuadrado, i due azzurri che scambiano la posizione e il colombiano che oscilla allungano la linea di centrocampo. Calcio liquido, parafrasando Pirlo, perché anche la difesa, a sorpresa senza Chiellini, sontuosa con l’asse Bonucci-De Ligt, è mobilissima: a tre quando Alex Sandro sale, a cinque quando il Chelsea – ma succede pochissimo - si distende a ventaglio con i tagli di Alonso o Azpilicueta che si sommano ai ricami di Havertz e Ziyech, alle verticalizzazioni di Jorginho o alle discese di Kovacic. Epicentro d’attacco è Lukaku, fischiatissimo dall’Allianz, mai incisivo. Il fatto è che la duttilità del modulo bianconero non solo disorienta ma chiude spazi ai Blues, nega il gioco palla a terra che avvolge, cancella il gap che aveva spinto Allegri a ricordare che la corsa per la qualificazione è sullo Zenit: così i Blues vengono tenuti a bada con pochi affanni da una Juve che punta sulla rimessa e s’aggrappa a fiammate improvvise: peccato che Rabiot calibri malissimo il passaggio sciupando un contropiede irripetibile e che Chiesa chiuda a lato d’un soffio dopo aver rubato palla a centrocampo. Nella circostanza appare un po’ egoista, ma è una macchiolina in una prestazione maiuscola.
Si muove bene anche Bernardeschi, che abbaglia quando lo smarca nel cuore del primo tempo, prova generale del vantaggio che arriva quando la ripresa è iniziata da appena dieci secondi: bello il lancio lungo di Bonucci corretto da Rabiot, splendidi il tocco in profondità di Bernardeschi e il taglio chiuso dal diagonale di Chiesa. La reazione londinese è veemente ma inefficace, così Tuchel, che ha già richiamato un nervoso Alonso , cerca la scossa con una triplice sostituzione. Allegri si limita ad avvicendare Bernardeschi, che ha appena sfiorato il raddoppio, con Kulusevski. La pressione del Chelsea aumenta, ma la Juve non molla un centimetro, ci mette cuore, non teme il corpo a corpo. Quando manca meno d’un quarto d’ora al termine, dentro McKennie a randellare e Kean a cercar fortuna (Rudiger lo mura sottoporta) ma soprattutto a dar manforte. La resistenza funziona con qualche brivido - una botta di Lukaku fuori, un controllo var e un’inzuccata di Havertz sul filo del gong, nel frattempo entra Chiellini a far coraggio e diga e per il Chelsea non resta più uno spiraglio. Adesso il derby. Con nuove certezze.
La Stampa
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