Il Salotto Bianconero

Il Bar dello Sport 01/7/2014 - 31/7/2014

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PAG Posted on 30/6/2014, 23:57     +1   -1
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carlolaudisa: #Lichsteiner rigido sul rinnovo: chiede un aumento di 1 mln. Rischio rottura con la #Juve che medita di lasciarlo nel 2015 a scadenza #gds


Edited by Cocteau Twins - 2/7/2014, 00:11
 
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CITAZIONE (GodOfRock @ 1/7/2014, 00:57) 
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carlolaudisa: #Lichsteiner rigido sul rinnovo: chiede un aumento di 1 mln. Rischio rottura con la #Juve che medita di lasciarlo nel 2015 a scadenza #gds

Giorno ragazzacci............vendiamolo al PSG e cerchiamo di prendere Darmian dal Torino......
 
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PAG Posted on 1/7/2014, 09:23     +1   -1
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Juventus: si alza il prezzo di Sanchez. I bianconeri scaldano la trattativa per Ibarbo e restano sulle tracce del difensore Balanta

Sanchez
Per la Juventus portare avanti l'assalto a Sanchez si sta facendo sempre più problematico, difficile. I rischi per i bianconeri derivano innanzi tutto dal numero ampio di società interessate al cileno, una delle priorità per Antonio Conte così come lo è (o meglio: lo era) il viola Cuadrado, ormai destinato a lidi stranieri a meno di clamorosi stravolgimenti. Finora la Juventus ha offerto 20 milioni al Barcellona per portare a casa la seconda punta, cui è già stato offerto un quinquennale da 4,1 milioni a stagione più bonus. Una proposta che ha partorito il primo via libera del giocatore, ma la società bianconera non è mai riuscita ad aprire una breccia nel club catalano. Sanchez non è solo in ballo nella trattativa tra il Liverpool e il Barcellona per il passaggio in Spagna dell'uruguaiano Suarez, ma ora è sotto assalto anche da parte dell'Arsenal di Wenger. Tutte società che hanno capitali più ampi rispetto al portafoglio della Juventus per il mercato. Per Marotta gioca a favore la disponibilità di Sanchez a emigrare a Torino. Ma il cileno è disposto a continuare ad ascoltare anche altre offerte. Non sta partecipando a un braccio di ferro per trasferirsi in bianconero, come ad esempio sta facendo Morata con il Real Madrid. Il suo agente, Felicevich, tornerà a parlare con Luis Enrique per comprendere gli orientamenti del nuovo tecnico dei catalani. Sanchez è in uscita, ma non obbligatoriamente: dipenderà dalle offerte. La Juventus sperava in sconti, invece il buon Mondiale del cileno e l'ingrossarsi delle file dei corteggiatori favorisce il Barcellona, che finora ha fatto circolare cifre superiori ai 25 milioni, quanto alle richieste.

Juventus Colombiana
Chi non ha più un ruolo nella Juventus, ma una rete di contatti attraverso la quale conoscere un po' tutto quanto capita nel mondo pallonaro, è Luciano Moggi. «Un giocatore della Colombia ha già firmato per la Juve», la frase che ha scatenato una ridda di ipotesi su quale possa essere il sudamericano acquistato dal club di Andrea Agnelli. «Forse che ha già firmato è concetto un po' forzato - ha poi aggiunto Moggi -, ma sui giocatori colombiani in chiave Juve c'è da tenere gli occhi aperti. Balanta? E' un nome molto interessante...». In effetti Eder Alvarez Balanta è da qualche settimana sotto stretta osservazione da parte dei bianconeri.
«La Juve è su Balanta, ed è pronta a fare uno sforzo per il nostro giocatore», sanciva qualche giorno fa Matias Patanian, vice presidente della società argentina. Che valuta il difensore centrale, che in Italia piace anche alla Roma, tra i 5 e i 6 milioni di euro. Balanta è un candidato, come, transitando in mediana, Fredy Guarin è un elemento da tempo vicino alla Juventus. Anzi, si ricorderà come nel gennaio scorso il centrocampista avesse già liberato l'armadietto di Appiano Gentile, pronto a riempire quello lasciato libero a Vinovo da Mirko Vucinic, prima che la retromarcia di Erick Thohir bloccasse l'operazione. Qualche mese dopo il telaio dell'operazione è cambiato - il montenegrino sta chiudendo con l'Al Jazira, club degli Emirati Arabi -, ma il giocatore dell'Inter resta un profilo seguitissimo.
La forza con la quale Liverpool (grazie alla carta Luis Suarez) e Arsenal (che è pronto a stanziare 40 milioni) si stanno muovendo su Alexis Sanchez, nonché la concorrenza di Milan e Real Madrid per Juan Iturbe, fa sì che Marotta e Paratici tengano un canale aperto con il Cagliari per Victor Ibarbo. Per l'attaccante esterno Tommaso Giulini, il neo patron dei rossoblù, chiede però 20 milioni di euro. Una cifra che né la Juve, né l'Inter che è l'altra squadra che in Italia segue da vicino il colombiano, sono disposte a spendere. Ma un capitale che, in base a quanto filtra dall'entourage di Ibarbo, un paio di club all'estero sarebbero disposti a investire. Da fonti interne alla società sarda si vocifera di un'offerta piovuta in sede, sempre da una società non italiana, della quale si discuterà quest'oggi. A Cagliari è infatti in calendario un vertice tra il tecnico Zdenek Zeman e il ds Francesco Marroccu per fare un punto sul mercato. Sia in entrata - il Cagliari cerca un portiere e si è informata su Nicola Leali (in pole però c'è il Cesena), come pure un centravanti tanto che ha sondato il terreno per Richmond Boakye -, come in uscita. Oltre che di Ibarbo, si dibatterà di Davide Astori, difensore nei piani della Lazio, ma seguito pure dalla Juve. Tornando ai colombiani, intanto, c'è anche chi ieri ha speso il nome di Carlos Bacca, centravanti del Siviglia.


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Gazzetta dello Sport


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Pogba sale sul trono: "Voglio la finale". Il suo agente l'ha blindato alla Juve ma tutti lo vogliono. Continua la pressione di Real, Chelsea e Psg.



Corriere dello Sport


CITAZIONE
Vucinic via, Quagliarella quasi: Uno va ad Abu Dhabi e l'altro forse a Verona (incontro oggi). Ecco le risorse per il mercato.



La Stampa


CITAZIONE
Corsa alla FIGC, Tavecchio parte in pole. I calciatori e Lady Barbara lo sfidano. Tommasi: "Non sarà l'unico candidato".



Gazzetta dello Sport


CITAZIONE
Agnelli offre un biennale a Buffon.La società punta al rinnovo fino al 2017, quando avrà 39 anni. Con Licht è rischio rottura, lo svizzero vuole 3 mln


Gazzetta dello sport

Buffon, Juve all’infinito: mezzo Zoff e mezzo Del Piero, per il portiere si apre la concreta prospettiva di un rinnovo di contratto che allungherà il suo legame con la Juventus fino al 2016 con l’opzione di arrivare al 2017. Questa è l’intenzione della Juventus condivisa dal numero uno. Tempo per incontrarsi ce ne sarà: nel corso dell’estate o eventualmente anche dopo, quello che conta è l’intenzione, condivisa dalle parti. Buffon vuole continuare a giocare nella Juventus, la Juventus vuole continuare ad avere Buffon in porta. E il 2017 potrebbe anche non essere l’ultima frontiera per SuperGigi, che ha sempre dichiarato di volere arrivare a quarant’anni e non sembra aver cambiato idea negli ultimi tempi. Anzi, proprio la prematura e dolorosa eliminazione dal mondiale brasiliano ha spinto il portiere a ragionare sulla prossima Coppa del mondo (Russia 2018), ponendosi la partecipazione come uno degli obiettivi personali.
Buffon ha rinnovato il contratto nel gennaio del 2013 e allora aveva spiegato: «Non ho mai pensato che tipo di squadra o che tipo di maglietta possa avere in futuro, perchè sinceramente sono arrivato qua tanti anni fa e col tempo mi spingo a dire che la Juventus e la casacca bianconera, che la cultura e il mondo Juventus, per me è diventato uno stile di vita. E quando un qualcosa ti entra dentro, ti entra nella pelle, come lo fa la Juventus o il cosmo Juventus, fai fatica a vederti con un’altra maglia». Insomma, già allora le idee di Buffon per il futuro erano colorate di bianco e nero. Radici sempre più profonde legano il portiere, ora anche capitano, al club, al punto che dopo aver lasciato il campo, Gigi potrebbe anche continuare come dirigente. I rapporti con la dirigenza e con la proprietà sono eccellenti: quindi ci sono basi solide per progettare anche oltre. Per quanto, in questo momento, Buffon pensa solamente al campo.
«Vivo alla giornata, nel senso che è giusto non porsi limiti, non darsi delle date, è giusto richiedere il massimo da se stessi, dal primo giorno fino all’ultimo, che non so quale sarà. Sicuramente ho la convinzione tra due anni ci sarà un Europeo, ed io credo che a questa tappa possa arrivare e ci possa arrivare come so, in queste condizioni», spiegava di recente Gigi. Ma sotto sotto più che al 2016, Buffon pensa al 2018, con l’obiettivo di battere ogni record, cogliendo la strabiliante sesta partecipazione a un Mondiale.
Ma c’è tempo. Buffon guarda avanti, ma è abituato a vivere solo il presente, che per lui rappresentano le vacanze con vista sulla prossima stagione. La sua ossessione resta la Champions League, l’unico trofeo che non è riuscito a conquistare nella sua carriera, ma anche vincere il quarto scudetto consecutivo lo consegnerebbe alla storia della Juventus e a quella del calcio italiano, affiancandolo a una leggenda come Combi, portiere della Juventus del Quinquennio ‘30-35. E se davvero dovesse giocare le prossime tre stagioni, Buffon supererebbe Gaetano Scirea al secondo posto degli juventini di sempre e si avvicinerebbe ad Alessandro Del Piero, irraggiungibile come presenze assolute (705 contro le attuali 488 di Gigi).
Ma più che con i record, tuttavia, Buffon potrebbe completare la sua carriera aiutando a crescere il suo potenziale erede. La Juventus controlla una decina di portieri, fra cui spicca Leali e frai quali potrebbe anche inire Scuffett. E se per questa stagione, il vice di Gigi continuerà a essere Storari, nella prossima stagione Marotta potrebbe provare a portare a Torino uno dei giovani, per farlo “allevare” dal mito.

Per il dopo-Buffon il nome più gettonato al di fuori dei nostri confini è quello di Jan Oblak, 21 anni, portiere del Benfica e dell’Under 21 slovena. Sotto contratto fino al 2018 (rinnovato a fine agosto 2013), la Juve l’ha conosciuto da vicino la sera del 1° maggio quando allo Stadium, nel ritorno delle semifinali di Europa League, l’estremo difensore “beccò” una sufficienza, però incantò gli uomini-mercato bianconeri, già sulle sue tracce da tempo.
«Non ne so nulla, al mercato non penso», le ultime parole affidate ai media del suo Paese. Non certo una chiusura ad eventuali acquirenti, che peraltro non mancano, dal Real all’Atletico Madrid, sino al Valencia. Il suo ingaggio non è insormontabile, tutt’altro, e le buone prestazioni raccolte nel corso di una stagione chiusa con tre titoli in saccoccia e un’Europa League smarrita soltanto in finale, hanno spinto il suo entourage a chiedere un adeguamento. Nell’attesa che la prossima annata confermi sensazioni già ora ottime, il cartellino di Oblak non costa poco: “balla” una clausola rescissoria di 20 milioni di euro.
Marotta e Paratici tengono le antenne drizzate anche sui virgulti che, pure in chiave Nazionale, possono distribuire tranquillità in chi pensa che, senza Buffon, ci sia poco futuro fra i pali. Nicola Leali è uno degli esempi più illuminanti in questo senso. Pure lui 21enne, il portierino di Castiglione delle Stiviere ha messo insieme 39 presenze al servizio della causa dello Spezia in Serie B dove, nell’ultima stagione, la Juventus l’ha trasferito in prestito secco.
Due annate fra i cadetti, compresa l’esperienza di Lanciano, gli sono bastate per sbarcare fra i grandi: in Corso Galileo Ferraris, infatti, hanno valutato a lungo la soluzione più adeguata col suo entourage, prima di convincersi del fatto che, fra Empoli e Cesena (col Cagliari alla finestra), la neopromossa più vicina al ragazzo ha i colori sociali bianchi e neri e la sede in Romagna. I rapporti col nuovo responsabile dell’area tecnica Rino Foschi, del resto, sono eccellenti, al punto che anche Ouasim Bouy potrebbe raggiungere Leali: pure l’olandese, curiosamente, è al centro di un duello con i toscani risaliti nella massima categoria. Ad ogni modo l’azzurrino è destinato a rientrare alla Juve, prima o poi.
Gli occhi dei campioni d’Italia si sono posati anche su Simone Scuffet, altro prodottino eccellente della scuola italiana dei portieri. In questi giorni, a margine dei contatti per sbloccare l’affare legato all’argentino Roberto Pereyra, Juventus e Udinese hanno accennato anche al destino del 18enne nato a Udine e reduce dalla prima stagione a protezione dei pali friulani: 16 presenze, giusto per cominciare ad “assaggiare” il trattamento degli attaccanti avversari in Serie A. Di recente il ragazzo ha rinnovato il contratto con il club dei Pozzo fino al 2019 e in Friuli potrà crescere ancora. Ma la Juve punta su di lui e l’ultimo summit lo dimostra: Marotta non vorrebbe perderlo, così potrebbe chiedere una sorta di prelazione. I Pozzo, per ora, pensano a tenerselo stretto, ma l’ipotesi di una corsia preferenziale pro-Juventus non va trascurata.


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PAG Posted on 1/7/2014, 09:23     +1   -1
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CITAZIONE (GodOfRock @ 1/7/2014, 00:57) 

Giorno ragazzacci............vendiamolo al PSG e cerchiamo di prendere Darmian dal Torino......

Sono d'accordo. Tra l'altro perchè lasciarlo andar via a scadenza? che notizia è?
 
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PAG Posted on 1/7/2014, 09:25     +1   -1
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Estate Juve,13 giorni dal ritiro a Vinovo ecco le novità:2 o 3 amichevoli in Piemonte prima dell’Asia,al ritorno Villar e Tim.Niente trofeo Berlusconi

Sarà un’estate diversa per i campioni d’Italia, che avranno l’opportunità di allenarsi duramente senza che lo stress precedente un match ufficiale tolga fiato e determinazione. Dall’inizio del ritiro al primo impegno ufficiale (31 agosto) trascorreranno 48 giorni: oltre un mese e mezzo di allenamenti durissimi in vista. E sarà tutt’altro che una pacchia. Nel dettaglio la Juve lavorerà nel suo quartier generale per tre settimane scarse, prima della partenza per la tournée in Asia e Oceania, con il probabile inserimento di tre amichevoli utili a testare la crescita psicofisica del gruppo. Da definire avversarie e sedi, ma è pressoché certo che i test si giocheranno in Piemonte, o tutt’al più in territorio lombardo, con Alessandria e Novara fra le città sondate, a parte Vinovo. Per almeno un paio di queste partite non saranno disponibili i nazionali cileni Arturo Vidal e Mauricio Isla, che rientreranno dalle vacanze una settimana dopo i 6 azzurri, intorno al 28 luglio. Ad ogni modo, è escluso che le amichevoli suddette si tengano allo Juventus Stadium.
In assenza di Supercoppa o altre gare ufficiali, in agosto sarà il tour fra Indonesia, Australia e Singapore a monopolizzare l’attenzione. Tre test in programma (il 6 a Giacarta contro le All Star indonesiane, il 10 a Sydney con la Foxtel A-League All Star Team capitanata da Alessandro Del Piero, il 16 a Singapore contro la Selection Side Star) con tanto di spostamenti organizzati in giorni precisi e rientro a Torino stabilito per il 17 agosto.
Dal 18 al 23 l’estate dei campioni d’Italia proseguirà senza sosta. Fra sedute toste e ulteriori prove tattiche da affinare a due settimane dall’inizio del campionato, a Vinovo si tornerà a sudare sette e più camicie. E in questo lasso di tempo è prevista la tradizionale amichevole in famiglia contro la Primavera a Villar Perosa. La data non è ancora stata ufficializzata, ma di sicuro per stabilirla sono state oggetto di dibattito le ipotesi più varie. Si è pensato anche a un consistente anticipo agli ultimi 10 giorni di luglio, alla presenza degli azzurri ma senza i cileni reduci dal Mondiale. Ma la consuetudine, che si rinnova anno dopo anno in agosto, non poteva essere spostata per l’occasione.
Esclusa sin dall’inizio l’opzione legata all’ultima settimana prima del gong ufficiale, si è preferito scegliere uno dei giorni compresi fra il 18 e il 22 agosto, considerato che il 23 è assolutamente probabile che si giochi il Trofeo Tim, la scorsa stagione anticipato al 23 luglio, prima della partenza per la tournée negli States. Gli avversari, invece, non cambieranno: Milan e Sassuolo. Sei giorni dopo, a Montecarlo il sorteggio dei gironi di Champions League avvicinerà ancor più il popolo bianconero al fischio d’inizio. Il 31 debutto in campionato, la prima di 38 tappe per la rincorsa al 33° scudetto.


Chi è ancora convinto, in preda alla scaramanzia più accesa, che porti sfortuna, sarà accontentato. «Se lo vinci, ciao scudetto», il ritornello più gettonato fra i tifosi. Non è ufficiale, ma al 99% il Trofeo Berlusconi salterà per quest’anno. O perlomeno non vedrà protagonista la Juventus, l’avversaria praticamente fissa del Milan dal 1995 in poi. Su 22 edizioni le due rivali si sono affrontate in 19 circostanze, con 10 vittorie della Juve e 12 del Milan.
Anche lo scorso anno il trofeo non si disputò, mentre l’ultimo precedente risale al 19 agosto 2012, 3-2 per i bianconeri: reti di Marchisio, Vidal e Matri contro la doppietta di Robinho. Al termine dell’annata la Juve conquistò il 31° tricolore, giusto per zittire gli scaramantici. Non ci sono date disponibili: un anno fa fu “colpa” della Supercoppa, nell’agosto 2014 sarà la tournée internazionale a farla da padrone.


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Blanc: "Rabiot? Aspetto agosto". Il Psg vuole rinnovare il contratto che scade nel 2015, ma la madre-manager del giocatore tiene duro, Juve in pole

Da una parte Jean Claude Blanc, dall’altra Giuseppe Marotta. Un po’ come nella primavera 2010, prima della rivoluzione juventina targata Andrea Agnelli. Stavolta in gioco non ci sono ruoli societari, ma il gioiellino Adrien Rabiot. Il Paris Saint Germain gli vuole rinnovare il contratto (scadenza 2015) e la Juventus, dopo averlo corteggiato per più di un anno, sta lavorando per affondare il colpo. In mezzo ai due fuochi (e ai tanti corteggiatori europei, Roma e Arsenal in primis) c’è Véronique. E’ la madre-manager del ragazzo, un avvocato temutissimo dall’altra parte delle Alpi. In Francia la chiamano la “mamma di ferro”. Jean Claude Blanc, dg del Psg, lo ha imparato in questi mesi di telefonate e colloqui finalizzati a blindare il figlio, che nel 2012 aveva autografato il primo accordo da professionista con l’allora dt Leonardo.
Madame Rabiot non indietreggia: «Il Psg mi ha deluso perché non punta sui giovani cresciuti nel vivaio. Noi cerchiamo un progetto in cui mio figlio sia centrale. A Parigi o altrove». Véronique non solo ripete il concetto da settimane, ma lo mette in pratica.
I rifiuti alla corte di Blanc si sommano. L’ultimo è recente: ha detto “no, merci” ha un triennale da 1 milione a stagione, più del triplo dell’attuale stipendio di Adrien. Al rifiuto ha allegato la solita postilla: la priorità non sono i soldi, ma la centralità. Jc Blanc ha incassato la risposta e subito dopo ha avvertito l’altro Blanc, Laurent, che dei campioni di Francia è l’allenatore. I due però sono tutt’altro che rassegnati.
Le sicurezze di qualche mese fa, nonostante il portafoglio illimitato dell’emiro, si stanno riducendo di pari passo alla durata del contratto. Senza rinnovo, Rabiot a febbraio può firmare per un nuovo club e a luglio può trasferirsi con il cartellino gratis. Si spiega così la preoccupazione che filtra dalle parti della Tour Eiffel. Jean Claude Blanc non vuole abdicare, prende tempo: «Mi chiedete se Rabiot non prolunga e vuole la Juve? Questo non è il momento per fare commenti. Aspettiamo agosto per parlare di mercato».
Modo di agire condiviso anche da Marotta e dal suo fidato braccio destro Fabio Paratici. Gli uomini mercato bianconeri su Rabiot lavorano sottotraccia da più di un anno, un po’ come hanno fatto con il compagno Kingsley Coman, un anno più giovane e svincolato. Se la Juve strizza l’occhio a Rabiot (subito in saldo o a parametro la prossima stagione), il 19enne parigino e la madre-manager sono tutt’altro che indifferenti al corteggiamento. Véronique ha apprezzato l’atteggiamento del club bianconero e di Antonio Conte con Paul Pogba, ingaggiato e lanciato senza guardare la giovane carta d’identità. Arséne Wenger e Rudi Garcia stanno cercando di far valere anche la stessa nazionalità. Arsenal e Roma, infatti, non mollano la presa, determinate a bruciare sul tempo Psg e Juve.

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Speedy-Iturbe e la Juve, oggi il summit-verità. Marotta vede il Verona per l'argentino che piace anche al Milan. Vucinic verso Al Jazira.



Gazzetta dello Sport (articolo di Laudisa)


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Mercato via col prestito. Da Osvaldo a Matri: 218 in cerca di casa. Ecco tutti i nodi e le occasioni, dove finiranno?



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PAG Posted on 1/7/2014, 09:38     +1   -1
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io spero solo che il colombiano citato da Moggi non sia Ibarbo..........
 
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PAG Posted on 1/7/2014, 09:50     +1   -1
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..ma chi vi si incula..

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"ciao ragazzi, novità?" (cit.)
 
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PAG Posted on 1/7/2014, 09:52     +1   -1
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"ciao ragazzi, novità?" (cit.)

Ciao Boss come va?
 
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Si accende il duello Juve-Milan per Iturbe
Nuovo summit Juventus-Verona, Madama prova a bruciare il Milan per Iturbe

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Si accende il duello Juve-Milan per Iturbe
Juan Manuel Iturbe Verona


di Romeo Agresti

01/lug/2014 08.00.52
La Juventus vuole fortemente Iturbe e continua ad offrire 20 milioni più Quagliarella o Peluso per provare a bruciare sul tempo il Milan: siamo alle battute decisive.


Juventus-Verona: atto terzo. Due incontri nelle scorse settimane, nuovo summit in queste ore. Adesso non si scherza più. Primo giorno ufficiale della compravendita estiva 2014, tante le operazioni su cui i campioni d’Italia stanno lavorando intensamente, interesse particolare per Juan Iturbe, 21enne esterno argentino di proprietà scaligera, astro nascente del calcio europeo, nonché prossimo al grande salto.

Tutti lo vogliono. In Italia, oltre ai bianconeri, il sudamericano piace a Milan e Roma. All’estero, invece, il Real Madrid lo segue da tempo. Autentico uomo mercato. E, come accade il più delle volte in questi casi, a spuntarla potrebbe essere proprio la rapidità. Nella capitale spagnola, per esempio, in questo momento sembrerebbero concentrati maggiormente su obiettivi differenti; assist nitido per le altre pretedendenti.

A Torino valutano anche le mosse delle dirette concorrenti, l’a.d. bianconero Beppe Marotta tenterà un nuovo assalto, ribadendo ai vertici veronesi la volontà di voler chiudere in tempi rapidi, confermando l’offerta di 20 milioni più il cartellino di Fabio Quagliarella (’83). Inoltre, qualora la pista stabiese dovesse rivelarsi particolarmente complessa, sotto la Mole avrebbero già pronto il piano alternativo: Federico Peluso (’84), giocatore stimato dal tecnico dei gialloblù, Andrea Mandorlini, elemento prossimo a salutare la Vecchia Signora.

Le idee, dunque, non mancano. Marotta, il quale nei giorni scorsi è riuscito a trovare un’intesa di massima con l’entourage del calciatore argentino, continua a recitare una sottile pole position e, dalla sua, vanta una carta che intriga (molto) Iturbe, ovvero la Champions League; palcoscenico in cui l’ex Porto vorrebbe misurarsi. Questo vantaggio juventino, tuttavia, attualmente non offre alcuna garanzia in ottica risultato finale.

Certo, godere del gradimento del diretto interessato è un aspetto importante, ma per celebrare la fumata bianca occorre, ovviamente, trovare un’intesa con il Verona. E la missione, complice l’alto interesse generale, non è semplice. Gli scaligeri, oltre ad incontrare nelle prossime ore la Juventus, si confronteranno anche con il Milan. L’a.d. rossonero, Adriano Galliani, vuole regalare a Pippo Inzaghi un attaccante esterno di spessore, un profilo che sappia offrire alla causa qualità tecniche e velocità, identikit che combacia perfettamente con le caratteristiche di Iturbe.

Il fresco addio di Kakà, inoltre, consente al Milan l’opportunità di risparmiare ingenti risorse economiche, da reinvestire prontamente, monitorando costantemente il bilancio. Insomma, a Milano non hanno nessuna intenzione di mollare la presa, proveranno ad ostacolare in tutti i modi il treno zebrato e, solamente dinanzi uno scenario maledettamente complicato, le strategie potrebbero cambiare.

La Juventus, però, pensa al suo orticello. Marotta e Paratici, prossimi a sbarcare in terra meneghina, incontreranno il diesse veronese, Sean Sogliano, consci delle proprie capacità e disponibilità. Iturbe è un elemento che, al di là delle oggettive qualità tecniche, sotto il profilo anagrafico invoglia all’investimento. E, se nella vicenda aggiungiamo il massimo gradimento contiano, il quadro è pressoché delineato.

I campioni d’Italia provano ad accelerare, vietato tergiversare, in ballo c’è un nuovo summit con i veneti. E questa volta, secondo quanto raccolto da Goal Italia, gli uomini di corso Galileo Ferraris tenteranno di affondare il colpo. Momenti decisivi.

Goal.com

Gianluca Di Marzio: "La Juve insiste per Rabiot, contatti continui con l'agente"

Adrien-Rabiot-130831-Celebrates-AI-300
01.07.2014 09:40 di Redazione TuttoJuve



La Juventus prova a stringere per Adrien Rabiot, talento francese del Paris Saint-Germain. Lo sostiene Gianluca Di Marzio, giornalista di Sky Sport: "Dalla cantera parigina al bianconero juventino. Dopo aver rilevato a costo zero Kingsley Coman, i bianconeri si preparano a un altro colpo gratis. Adrien Rabiot, centrocampista classe ’95 - riporta Di Marzio sul suo sito internet -. La Juventus segue il ragazzo già da tempo, e tratta in modo costante con la madre-agente. Il giovane transalpino continua a rifiutare il rinnovo col Psg, possibile che lasci Parigi. Sullo sfondo i bianconeri. Rabiot alla Juve, più di un’idea. Un altro possibile affare, a costo zero".
 
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PAG Posted on 1/7/2014, 10:43     +1   -1
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..ma chi vi si incula..

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CITAZIONE (simpuk @ 1/7/2014, 10:52) 
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"ciao ragazzi, novità?" (cit.)

Ciao Boss come va?

una merda.. a voi?
 
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PAG Posted on 1/7/2014, 10:45     +1   -1
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CITAZIONE (1979 @ 1/7/2014, 11:43) 
una merda.. a voi?

non una merda ma quasi
 
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PAG Posted on 1/7/2014, 12:21     +1   -1
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CITAZIONE (simpuk @ 1/7/2014, 10:52) 
Ciao Boss come va?

una merda.. a voi?

ammazza evviva...
 
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PAG Posted on 1/7/2014, 12:35     +1   -1
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Marco Bellinazzo ‏@MarcoBellinazzo 53 sec
@juventusfc accordo di partnership per tre stagioni con Randstad, agenzia per il lavoro, secondo player al mondo nei servizi risorse umane
 
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COSA PENSANO A PARIGI DI COMAN E RABIOT
(di Luca Momblano)
01/07/2014

Kingsley Coman e Adrien Rabiot, due francesi diversi, due parigini diversi, due giovani talenti che improvvisamente collegano le sorti di Juventus e Paris Saint-Germain, due club tornati ai rispettivi fasti del passato che fin qui sul mercato dell'ultimo biennio si sono incrociati realmente soltanto sul nome di Marco Verratti.

Il primo, esterno d'attacco moderno dal buono "strappo" nelle cavalcate verticali ma tatticamente ancora grezzo o per lo meno da verificare (con tanto da dimostrare, perché la formazione Primavera è sempre dietro l'angolo), seguito dal padre in ogni suo passo fin quando poco più che bambino è entrato a far parte del club biancorossoblù. Il secondo, più vecchio di un anno ma a ridosso di una maglia da titolare alle spalle di Thiago Motta, centrocampista centrale quasi vecchia maniera, dal fisico aitante, apparentemente passista dal piede morbido e dalle geometrie facile, perorato nelle proprie cause da una madre onnipresente, donna di discrete pressione, pressione che Rabiot sente molto anche per quella storia un po’ così, di un padre lontano per problem di salute, loro che parigini non sono e che vengono da Saint-Maurice, paese natale di un certo Delacroix (vi dice qualcosa? vi torna in mente l’Avvocato?).

Sono loro due, Coman e Rabiot, acquisito uno a parametro zero (giusto un indennizzo al PSG) da Fabio Paratici e ingolosito l'altro dalle avance bianconere (scadenza 2015), che si stanno prendendo la scena sull'asse Torino-Parigi.
Ma possibile che un club come il PSG, certamente nella Top Ten europea in quanto a potenza di fuoco e gossip vario (oltre che per i recentissimi risultati sportive legati anche ai nomi di grido), lasci andare due giovani emergenti di questo profilo? Ed eventualmente, perché? Coman avete imparato a conoscerlo, nel suo piccolo, attraverso le immagini di YouTube (e anche attraverso questo articolo di Antonio Corsa pubblicato qui su Juventibus) e si tratta di sprazzi che non possono aver la pretesa di dire tutto. Ecco cosa pensano di lui all’interno dello staff tecnico parigino.

Coman è in possesso di mezzi di forza e velocità fuori dal comune, lo si percepiva anche sul campo di allenamento nel gruppo della prima squadra. Fu Carlo Ancelotti il primo ad esserne impressionato, soprattutto per la capacità del calciatore nel ribaltare il gioco palla al piede. Piuttosto, è la sua tecnica calcistica che lascia margini di dubbio. Non tanto la tecnica individuale, ma per un portatore di palla il dribbling diventa importante se è organico a quanto viene prodotto per la squadra. Ecco, Coman fa fatica ad entrare nelle dinamiche di squadra, non ha grandi tempi di scarico, impreciso negli uno-due e, come dicevano sovente i compagni più anziani, è un calciatore grezzo proprio per la difficoltà che hai nel capire cosa voglia fare con la palla nei piedi.

In breve: il lavoro su Kingsley Coman, se la descrizione corrisponderà a verità, sarà proprio quello di impadronirlo degli schemi, delle giocate combinate, del muoversi e pensare alla scelta giusta nelle singole circostanze. Il prezzo da pagare potrebbe essere quello di rimanere un corpo estraneo. Anche se chi scrive vede in Coman più un calciatore d’attacco direzione-rete che un giocatore di cucitura. Insomma, per me in prospettiva più un Gouvou che un Valbuena, tanto per capirci.

Diverso invece il discorso “parigino” a proposito di Adrien Rabiot. Un po’ perché il calciatore è ancora sotto contratto e un po’ perché viene ritenuto un indubbio talento. Con il se circa quanto riuscirà davvero ad esprimerlo e il ma circa il rinnovo che tarda ad arrivare (scadenza 2015 e parole poco tenere dell’entourage circa il progetto-PSG, società che pur dicendo di voler tornare a puntare sulla francofonia giusto un anno fa piazzava fuori il difensore Sakho al Liverpool). Su di lui il pensiero è più o meno questo:

Rabiot è un calciatore a tutto tondo. Il classico centrocampista centrale moderno che sa fare entrambe le fasi e che unisce mezzi atletici a un piede sinistro davvero ben educato. Sorprese tutti già negli ultimo due anni presso il Camp de Loges, il centro dove si svolge l’attività giovanile del PSG. Difficile pensare che il club possa perderlo, perché tutti lo vorrebbero trattenere anche se non ha ancora espresso il suo calcio con la prima squadra. E’ francese, e come tutti i francesi doc o peccano di presunzione o di eccessiva sufficienza. Lui rientra in questa seconda categoria (esempio, c’è un nuovo assetto di centrocampo da prendere in valutazione, il tecnico chiede a Verratti e Rabiot dove si vedrebbero: Verratti risponde “qui”, Rabioti “per me è uguale”), anche perché al momento sente ancora molto la pressione, ed è un peccato perché in partita non fa le cose che rimangono negli occhi come invece accade in allenamento. Noi non vorremmo perderlo, e anzi crediamo che abbia incredibili margini di miglioramento in fase offensiva essendo dotato di natura dell’ultimo passaggio.

In pratica: un centrocampista mancino che è un falso lento in virtù di una falcata stretta che gli dà equilibrio e controllo della sfera, completo, davvero difficile da bocciare (classe 1995 con 6 presenze in Champions League), già “gavettato” a Tolosa dove ha fatto sei mesi ad ottimi livelli. Normale allora che la Juventus ci provi. Normale perché il momento, se davvero ci credi, sarebbe quello propizio.


CITAZIONE
ANALISI TATTICA - IL VIDAL BRASILIANO
(di Fabio Barcellona)
30/06/2014

Il 7 maggio scorso Arturo Vidal si sottopone ad intervento chirurgico artroscopico al menisco laterale destro.
Fino al giorno precedente l’esordio del suo Cile ai mondiali, previsto per il 13 giugno, si rincorrono voci che narrano di un Arturo Vidal indisponibile per la partita con l’Australia. Perché chi ha accesso agli allenamenti vede un giocatore ancora impegnato nel recupero dall’intervento, che non si allena con gli altri e come gli altri compagni di squadra.
Ma il giorno della partita Vidal è in campo e disputa 60 minuti di gioco, uscendo zoppicando.

Cinque giorni dopo il Cile gioca la partita decisiva per la sua qualificazione ai Mondiali contro la Spagna: Arturo Vidal gioca 89 minuti effettivi e, pur giocando 9 minuti in meno degli altri compagni, si piazza al secondo posto nella squadra per metri percorsi: 11239. Al primo posto il “maratoneta” Diaz, il leader assoluto in tutto il Mondiale. Ma ciò che impressiona è il numero di scatti effettuati da Vidal nei suoi 89 minuti di gioco, ben 66. Per dare correttamente l’idea del numero in questione, si consideri che nella stessa partita i giocatori che gli stanno più vicini sono lo scattista Edu Vargas con 45 scatti in appena due minuti in meno e il solito Diaz e Alexis Sanchez con, rispettivamente, 45 e 44 scatti con 9 minuti in più di gioco. Il tutto nella squadra che corre di più e scatta di più dell’intero Mondiale. Contemporaneamente, giocando a ridosso delle punte, è il giocatore, dopo il difensore Jara (i difensori spesso giocano “facile” limitandosi ad appoggiare il pallone al compagno di reparto vicino), con la percentuale più alta di passaggi andati a buon fine.
Contro l’Olanda, complice anche una precedente ammonizione, Sampaoli lo lascia a riposo e si giunge all’ottavo di finale contro il Brasile, dove Vidal gioca di nuovo una partita di livello atletico elevatissimo.

Analizzando tatticamente le prestazioni di Vidal nel Cile, la prima cosa che salta all’occhio è la posizione in campo assunta nelle partite contro la Spagna ed il Brasile. Se nella prima partita Arturo gioca in posizione di mezzala sinistra nel 4-3-1-2 schierato contro l’Australia, nelle altre due partite il numero 8 della Juve occupa quella che, pur in un sistema molto elastico come quello di Sampaoli, può essere definita la posizione di trequartista nel 3-4-1-2 adottato dalla nazionale sudamericana.
Come interpreta il ruolo Vidal? Per rispondere alla domanda bisogna brevemente analizzare il contesto tattico in cui muove il giocatore. Il Cile gioca un calcio assai dinamico e, per certi versi, originale. A mio parere il cuore del gioco della squadra di Sampaoli sta nella pressione che riesce a esercitare nelle fasi di non possesso palla. In fase di non possesso il Cile è estremamente mobile e prova (e riesce) a rimanere compatto giocando però su tutti i 110 metri di campo, con una mobilità orizzontale e verticale notevolissima. L’obiettivo è pressare continuamente il possessore del pallone, in ogni zona di campo, e per fare ciò è necessario che i giocatori siano costantemente vicini tra loro. E’ per questo che vedendo giocare il Cile sembra di vedere una macchia rossa compatta, costantemente in movimento in direzione della zona del pallone. Ovvio corollario di questa atteggiamento in fase di non possesso è la ricerca di transizioni offensive rapide e dirette verso la porta avversaria.

In questo contesto tattico la posizione avanzata di Vidal è funzionale ai progetti di Sampaoli che vuole sfruttare le enormi capacità di pressione del giocatore più vicino possibile alla porta contraria, per sabotare all’origine il possesso palla avversario e provare a rubare palla in posizione più avanzata possibile. Ecco quindi, ad esempio, Xabi Alonso che viene pressato dal cileno quando si abbassa tra i centrali per fare partire l’azione con la “salida lavolpiana”. Ma oltre a sfruttare le capacità di pressione in avanti di Arturo, l’idea di Sampaoli sembra essere quella di lasciare il proprio migliore giocatore nel portare pressione agli avversari, libero di attaccare il pallone seguendo il proprio incredibile istinto. Ed ecco quindi Vidal, saltata la prima linea di pressione che lo vede impegnato, ripiegare e raddoppiare su tutti gli avversari venendo da dietro e supportando l’ottimo lavoro dei compagni di squadra.
In fase di possesso palla invece, escludendo quindi le fasi di transizione offensiva, il Cile gioca un calcio piuttosto verticale. Il gioco non passa molto per gli interni (infatti, dei due interni di ruolo, uno, Diaz, si abbassa per ricevere palla quasi al livello della linea difensiva, l’altro, l’ottimo Aranguiz, si inserisce continuamente in avantI), ma segue le direttrici difensori-attaccanti o passa per l’esterno da Isla a destra o Mena a sinistra. Con questo gioco piuttosto diretto il compito delle mezzapunta non è tanto quello di trovare spazio tra le linee e “legare” centrocampo e attacco, quanto quello di supportare l’attacco alla profondità degli attaccanti e giocare di sponda con gli esterni. Le capacità di Vidal lo renderebbero capace di giocare come trequartista anche la fase di possesso in un sistema più convenzionale, ma le caratteristiche del gioco di Sampaoli si sposano ottimamente a quelle della mezzapunta Vidal, non tanto giocatore che galleggia tra la difesa e il centrocampo avversario, quanto punto di riferimento mobile per tutti i compagni.

Questo Mondiale, giocato con pochissimi allenamenti sulle gambe e ad appena un mese da un intervento chirurgico al ginocchio hanno per l’ennesima volta magnificato le enormi doti di Arturo Vidal, capace di giocare da difensore centrale (vedi Genoa-Juventus di due stagioni orsono o qualche prestazione in precedenti edizioni della nazionale cilena) come da centravanti, come durante la partita contro il Brasile dopo la sostituzione della punta Edu Vargas con il centrocampista Gutierrez.
Nei sistemi di gioco ipotizzati per la Juventus 2014/2015, il 3-5-2 e il 4-3-3, non è prevista la figura di trequartista. E’ quindi difficile immaginare un impiego in maglia bianconera simile a quello avuto nella sua nazionale. Di certo in campo il dinamismo, le capacità tecniche e quelle tattiche di Vidal lo portano sempre ad assumere il ruolo di “tuttocampista” con contributi fondamentali in tutte le fasi del gioco: prssione, contrasti, passaggi, gol e assist. Personalmente mi piacerebbe vederlo impiegato con continuità nel più elastico e dinamico 4-3-3 dove, se possibile, sarebbero ancora più esaltate le sue capacità totali.


CITAZIONE
LA MALAGESTIONE DEI DIRITTI TV
(di Matteo Valsecchi)
27/06/2014

Un pasticcio? Un caos all’italiana? Una vicenda gestita male? No, un’assurdità completa. Dopo giorni di tensioni e polemiche si è conclusa la temutissima “Assegnazione dei diritti tv della Serie A”. Che è un po’ come la gara ciclistica del visconte Cobram di Fantozzi: una corsa al massacro.
Partiamo dalle premesse. Quest’anno la Lega ha modificato la pacchettatura così:
Pacchetto A – Migliori 8 squadre via Satellite
Pacchetto B - Migliori 8 squadre via Digitale Terrestre
Pacchetto C - Diritti accessori
Pacchetto D - Restanti 12 squadre
Pacchetto E - Web


Le offerte
a) Sky fa le offerte più alte per i pacchetti A (357 milioni) e B (422). Mossa quasi obbligata. Punta all’esclusiva sulle migliori squadre di Serie A, escludendo Mediaset, perché ha perso la Champions nel triennio 2015/2018. Inoltre aggiunge 150 milioni per il pacchetto D e 15 milioni per il C.

b) Mediaset, a sua volta, ne offre 350 per il pacchetto A, 280 per il B (terza dietro anche a Fox Sports che ne ha proposti 400!!) e 306 per il D (a fronte dei 180 di Fox Sports che ha la seconda offerta anche in questo specifico pacchetto): tuttavia quest’ultima è vincolata solo alla vittoria in uno dei due pacchetti A o B. Peraltro norma non prevista dal bando.
Come dovrebbe andare?
Se fosse un’asta vera, non ci sarebbe partita. Sky vince sia A che B. E invece no. Dalle parti di Mediaset si dice: «Così Sky infrangerebbe la Legge Melandri sul monopolio». In parte vero. Ma un’asta è un’asta. Io posso comprarmi all’asta un auto e poi passare col rosso. Però intanto ho vinto e comunque me la devi dare. Perché acquistare i diritti, non significa necessariamente usarli. Sky potrebbe comprarli entrambi e poi rivenderne uno, rientrando nei termini di legge.
Viceversa, si desse arbitrariamente a Mediaset o il pacchetto A o il B (e quindi contestualmente anche il D), verrebbe meno ai principio di «asta». Quindi muro contro muro, con certa trasferta per entrambi in tribunale. Che in tempi non facili, meglio evitare.

Com’è finita?
Di fronte allo scenario di uno scontro, la Lega con la consulenza dell’Advisor Infront opta per la trattativa. E finisce così. Sky vince i diritti via Satellite delle top 8 e diritti accessori (C), Mediaset i diritti via DTT delle top 8 e delle 12 minori. Tuttavia concede queste in sublicenza alla stessa Sky che si trova così con tutta la Serie A, mentre Mediaset con solo le top 8 (le quali in ogni caso valgono l’86% di share). Ossia, più o meno, lo stesso scenario degli ultimi anni. Nelle casse delle Lega entreranno 945 milioni di euro: 572 dalla piattaforma satellitare di Rupert Murdoch, gli altri dal Biscione. Meno comunque di quanto ci fosse sul piatto qualora fosse stata rispettata la logica dell’offerta più alta che avrebbe portato 1,1 miliardi di euro.

Considerazioni finali
A questo punto lo scenario è questo. Mediaset da terza nella classifica nel pacchetto B, lo vince. Sky da terza del pacchetto D, lo vince. Alla faccia di Fox Sports che era seconda in entrambe queste aste. Ciò che è fallimentare è il metodo. All’assegnazione ci si è arrivati tramite una mediazione, non tramite asta. Perché, allora, creare un bando? Che senso ha, se poi si opta per l’accordo? Per lo spettro del tribunale e di arrivare al via del campionato senza diritti assegnati? E allora a questo punto, si elimini il concetto di asta e si dica chiaramente che i diritti si definiscano in base a trattativa privata. Ora, come procedura vuole, l’intesa sarà sottoposta alle società in Lega che, di fronte al mantenimento dello status quo, non hanno teoricamente motivo per bocciarla.

PS: Il Web
Ultima nota sul pacchetto web. Non sono arrivate offerte per ora. Tanti ci chiedono se la Juventus potrebbe aprirsi una propria web tv trasmettendo se stessa sul modello del Paris Saint Germain. Lo scenario, al momento, è improbabile perché il pacchetto non è scorporato squadra per squadra e quindi una società non manderebbe mai in onda le partite di tutte. Inoltre la creazione di una struttura apposita per la trasmissione delle proprie gare ha un costo e una necessità di organizzazione tale da essere inverosimile per il prossimo futuro.

PS2: Un'opinione in più.
"All'italiana", cioè con le solite cattive abitudini nostrane. Il punto di vista di Andrea Sarubbi tratto da suo blog (link qui) è cosa buona da leggere per capirne ancora di più.
 
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PAG Posted on 1/7/2014, 14:12     +1   -1
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IlarioDiGiovamb: Il colombiano al quale si riferisce @LUCIANOMOGGI per la @juventusfc dovrebbe essere Muriel.
 
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