Il Salotto Bianconero

[Rio 2014] LA FINALE

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PAG Posted on 11/7/2014, 08:21     +1   -1
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Moduli, stili di gioco e interpreti: Germania-Argentina alla 'lavagna'

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Il c.t. della Germania, Joachim Loew
Bongarts



di Luca Momblano

11/lug/2014 11.50.00
ANALISI - Il nuovo ruolo di Lahm, la metamorfosi tattica dell'Argentina, la 'girandola di passaggi' tedesca: ecco l'antipasto di Germania-Argentina

Germania-Argentina, Loew-Sabella, Messico 1986-Corea 2002, Europa-Sudamerica. E tanti altri duelli metaforici ancora. Ma quel che conta è il campo, soltanto lui determinerà chi avrà “violato” il tempio brasiliano, il Maracanà che doveva tingersi di verdeoro. E già solo per questo quella formazione che alzerà la Coppa al cielo entrerà nella storia quasi alla pari dell’Uruguay del 1950.

Chiaro che dovesse essere la Germania Katerpillar, sarebbe en-plein da controleggenda dopo il settebello della semifinale. Dovesse invece essere Argentina vale quasi lo stesso: per la storica rivalità, per la legge del contrappasso, per quelle stranezze paradossali che soltanto il calcio può offrire. Ma quel che conta è il campo, soltanto lui metterà l’ultima parola dopo aver accolto i massimi sistemi della tattica e/o i soliti “maledetti” episodi.

Se è vero che il 50% della preparazione della finalissima sarà appunto affidata ai massimi sistemi, ai dettagli, alle accortezze e alle contromosse, è facile che le analisi dei due staff tecnici si possano fissare su un paio di capisaldi ciascuno. Proviamo qui a cercare di capire e interpretare quali possono essere da una parte e dall’altra questi cinque capisaldi, che presi anche individualmente potrebbero decidere la partita delle partite…

LA FASE DIFENSIVA ARGENTINA



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Garay sta all’Argentina più ancora di quanto stia Hummels alla Germania. Non perché sia più forte, ma perché difensivamente parlando, per come si muovono gli uomini di Sabella, il neoacquisto dello Zenit può essere più decisivo.

Partiamo da lui in realtà per capirne di più di questa retroguardia che è diventato sempre più il pezzo forte dell’Albiceleste: difesa a quattro, sacrificato Campagnaro dopo i primi novanta minuti, Mascherano sempre più leader che oltre a schermare e dare geometrie si abbassa a “quinto uomo” in fase di possesso basso o alternativamente di fronte alle transizioni veloci avversarie. D’altronde Demichelis è un “lento”, quindi le chiusure sono appunto affidate ai raddoppi del jolly del Barcellona o un Garay in stato di forma strepitosa.

E’ una linea che con Zabaleta e Rojo sugli esterni potremmo definire solida, in tutto e per tutto. E contro la Germania, che vive di break e transizioni positive, la solidità e la puntualità nei meccanismi sarà una possibile chiave di volta, nel bene e nel male, per concedere il meno possibile ai tedeschi le parità (o addirittura le inferiorità, vero Scolari?) numeriche nei contrattacchi.

MESSI CONTRO TUTTI

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Leo Messi è abituato così, contro gabbie e raddoppi sistematici. Van Gaal ha scelto diversamente nella semifinale persa ai rigori e pare aver avuto ragione a sparigliare: marcatura a uomo (De Jong prima, Clasie dopo) e grande densità difensiva centrale (avevate mai visto prima l’Olanda chiudersi a riccio con ultima linea davanti al portiere composta anche da sei uomini?). Loew non potrà invece sacrificare l’unica pedina all’altezza di questa marcatura dedicata, cioè Lahm, perché vuole dire rinnegare i concetti base del nuovo corso teutonico.

E forse non gli serve farlo: Messi vince mediamente un duello individuale palla al piede (uno contro uno) ogni due giocate forzate. Il meglio lo ha dato contro la sbarazzina Nigeria (66,67%), il peggio contro il Belgio (45%) che ha cercato di limitarne i rifornimenti obbligando l’asso argentino ad andare a cercare palla molto lontano oppure giocando d’anticipo negli ultimi 30 metri. La Germania potrebbe optare per questa seconda soluzione, chiedendo a Schweinsteiger e Khedira di giocare più stretti costringendo quindi Messi a defilarsi per provare ad aggredirlo subito sulle catene esterne. Il che significherebbe probabilmente anche isolare ulteriormente Higuain, giocatore che ha bisogno come il pane di rifornimenti ravvicinati.

IL BELLO E IL BRUTTO DEL 4-4-2
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Sabella ci ha girato un po’ intorno, poi ha ripreso l’antica lezione di Sacchi e Capello schierandosi con la canonica doppia linea tra difesa e centrocampo. Non a caso prima del match contro l’Olanda ha ribadito: “Vinceremo se sapremo occupare bene il campo e avere pazienza”. Missione compiuta, a costo anche di chiedere il lavoro del tornante tradizionale a due atipici del ruolo, diversissimi tra loro, come Perez e Lavezzi. D’altronde l’assenza di Di Maria andava compensata con una nuova pensata.

Probabile che venga riproposta anche in questa finalissima: questo significa che sale l’urgenza di trovare il fondo per pescare un cobra come Higuain, ma soprattutto per dare uno sfogo alternativo alla sola giocata su Messi. Ma attenzione: il Belgio, che gioca un 4-2-3-1 non distante come idea da quello tedesco, ha lavorato bene contro le sovrapposizioni e contro le puntate esterne solitarie palla al piede concedendo questa giocata per 9 volte in tutta la partita.

Questo perché non è previdente salire con i terzini contro schieramenti che tengono larghi in avanti giocatori dalle spiccate caratteristiche offensive. Una prudenza che toglierebbe di fatto una delle armi migliori dello scarso carniere offensivo di Sabella.

DA "TURBO LAHM" A "DALAI LAHM"
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Pensiamo alla Germania e rischiamo di pensare staticamente al 4-2-3-1, e invece non c’è sistema più flessibile di quello congegnato da Joachim Loew, fatto di rientri, scalate, movimento senza palla e una buona dose di aggressività. Concetto che tanto più si rafforza davanti all’evidenza del triplice regista che toglie di fatto punti di riferimento all’avversario sui tempi e i modi di costruzione della manovra. C’è Schweinsteiger che fa da perno (anche fisico), Kroos più mellifluo nella posizione e con loro c’è soprattutto la carta Lahm, non a caso accentrato da Guardiola nel Bayern Monaco, calciatore di un’intelligenza nettamente sopra la media, caparbio ma dal calcio pulito e dal piede preciso.

E’ lui la terza variabile: sa far ripartire l’azione, si pone sempre come primo uomo in appoggio, si sa smarcare, è un soccorso costante per i compagni salvo quando l’azione va a sinistra. Difficile studiare contromosse tattiche che non siano quelle di spendere un uomo alto a sinistra per impegnarlo quasi esclusivamente in fase difensiva.

Anche perché il vecchio Turbo-Lahm è diventato col tempo una sorta di Dalai-Lahm, dispensatore di saggezza e soprattutto adattabile a ogni contesto tattico: già solo in questo Mondiale lo ha dimostrato passando dagli oltre 100 tocchi (90% quasi costante di precisione, unica eccezione la partita contro la Francia) contro gli Stati Uniti alle mansioni più defilate della partita contro il Brasile (c’erano a turno Hulk, Bernard e Oscar da tener d’occhio) dove serviva attenzione in copertura (4 tackle su 4 vinti).

GIRANDOLA DI PASSAGGI CHIAVE
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Uno dei veri punti di forza della Germania, quando attacca ma anche sui palloni in uscita, è quella capacità di giocare lineare eppure trovare spesso l’avversario fuori posizione. Il segreto è ovviamente nei sincronismi, nei movimenti senza palla, nello sfruttamento degli spazi. E’ in fase offensiva che questa pratica si sublima, forte della girandola anche di posizioni che sanno assumere i quattro davanti.

La qualità di base fa il resto, ma certo poter giocare alcuni due contro uno negli ultimi 20 metri avversari è un bel biglietto da visita per chi si vuole rendere pericoloso. In più quello tedesco è un calcio “solidale”, non conta chi segna, conta chi è in posizione migliore per farlo. Insomma, saper scaricare la sfera al momento opportuno viene prima che saper concludere (sapendo comunque di avere in rosa cecchini semi-infallibili come Klose, Muller e gli stessi Kroos e Schurrle).

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PAG Posted on 11/7/2014, 21:02     +1   -1
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Italia in finale ai Brasile 2014: sarà Rizzoli l'arbitro di Germania-Argentina

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Rizzoli ha arbitrato già due volte l'Argentina a Brasile 2014.
Getty Images



Redazione Goal Italia

11/lug/2014 20.00.00
Sarà l'arbitro italiano Nicola Rizzoli a dirigere la finale per il 1° posto ai Mondiali in corso in Brasile che domenica vedrà Germania e Argentina contendersi il titolo iridato.

Nonostante l'uscita di scena anticipata, nella fase a gironi, della squadra italiana guidata da Prandelli, ai Mondiali brasiliani ci sarà comunque un po' d'Italia nella finale che si disputerà domenica alle 21 ora italiana: si tratta dell'arbitro Nicola Rizzoli, che è stato designato per dirigere Germania-Argentina.

Rizzoli ha già diretto due volte l'Argentina in questa Coppa del Mondo, contro la Nigeria nell'ultima partita dei gironi, gara vinta dai tedeschi per 3-2, e contro il Belgio nei quarti di finale, partita vinta anche questa dalla nazionale teutonica per 1-0. Nessuna partita della Germania è stata invece arbitrata dal fischietto italiano in questo Mondiale.

"Scegliamo gli arbitri migliori per le partite migliori - ha commentato in proposito il presidente della commissione Fifa Jim Boyce - Per questo Rizzoli arbitrerà la finale". Rizzoli ha vinto anche la concorrenza dell'inglese Webb, che aveva già diretto però la finale dei Mondiali in Sudafrica nel 2010.

Rizzoli sarà il terzo arbitro italiano a dirigere una finale della Copa del Mondo. Prima di lui Sergio Gonnella aveva arbitrato Argentina-Olanda terminata ai supplementari per 3-1 a favore dell'Albiceleste ai Mondiali argentini del 1978, mentre Pierluigi Collina aveva arbitrato la finale dei Mondiali in Corea e Giappone del 2002 con il Brasile vittorioso per 2-0 sulla Germania.

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PAG Posted on 11/7/2014, 23:33     +1   -1
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Dejavù Germania-Argentina: nel 2014 ancora maglia bianca contro maglia blu

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Germania-Argentina a Italia '90
Getty Images


Redazione Goal Italia

11/lug/2014 16.58.00
Nel 1986 l'Argentina battè la Germania, nel 1990 accadde il contrario. Ora la terza sfida in finale nel 2014, i bianchi tedeschi contro i blu sudamericani: la cabala parla chiaro.

Volgono al termine i Mondiali del 2014. Eliminate Spagna, Italia, Inghilterra, Portogallo, Francia, Colombia e Uruguay, più Brasile e Olanda che si giocheranno il bronzo, rimangono per la gloria eterna le sole Argentina e Germania. Ancora una volta europei contro sudamericani, nella battaglia sportiva eterna tra i due continenti più gloriosi del calcio.

Terza finale nella storia dei Mondiali tra Argentina e Brasile, una sorta di bella quella del 2014. Nel 1986 infatti trionfò il team sudamericano, quattro anni dopo quello europeo. Nessuna sfida era stata giocata così tante volte all'ultimo atto, neanche Italia-Brasile, superata e ferma a quota due dopo le vittorie verdeoro nel 1970 e del 1994. Dopo Maradona e Klinsmann è l'ora di Thomas Müller e Leo Messi.

Protagonisti il secondo e il terzo capocannoniere dei Mondiali 2014 (entrambi inseguono James Rodriguez), protagonista il Brazuca, il pallone della fase finale in Brasile. Protagonista il Maracanà, lo stadio che simboleggia il calcio. Protagoniste le casacche che le due squadre indosseranno a Rio de Janeiro. Il mondo del pallone è tutto qui.

A proposito di maglie, c'è già chi ha fatto gli scongiuri osservando i precedenti del 1986 e del 1990, ovvero della vittoria argentina grazie al 3-2 messicano e alla vittoria tedesca dopo i rigori italiani. Il passato deciderà il futuro? Forse solo per i più scaramantici.

A Città del Messico, il 29 giugno del 1986, l'Argentina risultava padrona di casa nel tabellone e nei dati. Indosso quindi la casacca albiceleste, mentre la Germania optò per quella di riserva, verde. Brown, Burruchaga e Valdano ebbero la meglio, Maradona passò alla storia come autore della più grande prestazione in un torneo della storia.

A Roma, l'8 luglio del 1990, la Germania era per tabellone e annali la padrona di casa. Si presentò al'Olimpico in bianco con le strisce colorate storiche, l'Argentina dovette optare per il blu. Brehme e il suo calcio di rigore a cinque minuti dalla fine consegnarono ai tedeschi il primo trofeo dopo la Caduta del Muro di Berlino avvenuta l'anno prima.

Ora Rio, con la Germania ancora una volta in casa, dalla parte sinistra del tabellone. Sarà Germabia-Argentina. Per i sudamericani trasferta in tutto e per tutto (tutto il Brasile tiferà contro gli uomini di Sabella). Maglia bianca per il team europeo dunque, blu per quello sudamericano. Come a Italia '90.

Quando si è indossato la prima maglia, tal squadra ha vinto. Ora il terzo match. L'albiceleste in blu sarà più forte della cabala?

Goal.com

L'agente di Sabella è sicuro: "Lascerà l'Argentina dopo la finale"

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Alejandro Sabella, ct dell'Argentina dal 2011



11//lug/2014 21.20.00
Eugenio Lopez traccia il futuro del ct: "Il suo obiettivo è stato raggiunto, i cicli prima o poi terminano". Ma Sabella ribatte: "Io penso al prossimo allenamento e alla finale".

C'è chi si dimette dopo un flop mondiale, come Cesare Prandelli. Chi lo farà certamente dopo la finalina di sabato, ed è il caso di Luiz Felipe Scolari. Ma potrebbe esserci anche un commissario tecnico pronto a lasciare da vincitore: Alejandro Sabella, che lascerà l'Argentina sia in caso di successo che di sconfitta domenica, contro la Germania.

Ad annunciarlo è il procuratore dell'ex allenatore dell'Estudiantes, Eugenio Lopez: "Sono certo che, accada quel che deve accadere domenica, Sabella non rimarrà alla guida della Seleccion. Il suo obiettivo era arrivare in finale, e lo ha raggiunto" le sue parole a Radio Delta 90.2.

"I cicli giungono a una conclusione, prima o poi - continua Lopez - anche all'Estudiantes ha lasciato da vincitore. Se può cambiare idea? Sì, potrebbe anche farlo, ma non credo proprio che succederà".

La risposta? Arriva dallo stesso Sabella. Il quale, a 'Olé', rifiuta di parlare di quello che accadrà da lunedì in poi. "Per me il futuro è solo il prossimo allenamento e la finale della Coppa del Mondo. Se pensassi ad altre cose ora, sarebbe una mancanza di rispetto" dice.

Ovvio che le parole del commissario tecnico, a due giorni dalla gara più importante della sua vita, non possano che essere queste. Ma in Argentina sono sicuri: 'Pachorra', in carica dall'agosto 2011 e capace di rialzare la Seleccion dopo il flop alla Copa America casalinga, dirà addio. Da vincitore o da sconfitto.

Goal.com

L'Argentina sorride: Di Maria torna al lavoro, finale più vicina
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Di Maria torna ad allenarsi
Getty


11/lug/2014 13.23.00
Il centrocampista dell'Argentina è tornato ad allenarsi dopo l'infortunio muscolare. Per lui la finale dei Mondiali con la Germania potrebbe essere più vicina.

Ancora pochi giorni d'attesa e sapremo chi fra Germania ed Argentina potrà fregiarsi per i prossimi quattro anni del titolo di Campione del Mondo.

Dopo aver battuto Brasile ed Olanda in semifinale, le due compagini si sfideranno domenica al Maracanà e per l'occasione Sabella potrebbe recuperare uno dei suoi uomini di maggior qualità: Angel Di Maria.

Il centrocampista del Real Madrid si era infatti infortunato nel corso del quarto di finale con il Belgio ed aveva riportato una lesione al retto femorale della coscia destra. Le prime diagnosi parlavano di un Mondiale praticamente finito ma in realtà il recupero per domenica sembra ad un passo.

Nel corso dell'ultimo allenamento, Di Maria ha lavorato a parte impegnandosi in una corsa leggera e qualche scatto. Nei giorni scorsi si era parlato di una cura a base di cellule staminali per diminuire drasticamente i tempi di recupero dall'infortunio muscolare.

Goal.com
 
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PAG Posted on 12/7/2014, 17:13     +1   -1
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Low 'nasconde' la Germania: "Non esistono favoriti in una finale dei Mondiali"

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Low non si fida dell'Argentina
Getty Images Sport



Redazione Goal Italia

12/lug/2014 15.06.32
Il Ct della Germania, Joachim Low, non si fida dell'Argentina: "Loro hanno un'ottima difesa, in una finale mondiale non esistono favoriti".

Dopo il roboante 7-1 sul Brasile padrone di casa la Germania si presenta alla finale del Maracanà con i favori del pronostico. Il Ct Joachim Low, però, sembra non fidarsi dell'Argentina e invita tutti a tenere i piedi ben piantati a terra.

"In una finale dei Mondiali non c'è una favorita. Il 7-1 contro il Brasile ora non ha alcuna importanza", assicura Low intervistato da 'Radio Arda'. Quindi il Ct tedesco sottolinea: "Gli argentini sono molto pericolosi, hanno vinto di stretta misura diverse sfide, 1-0, 2-1, ai rigori, subendo pochissimi goal".

Low, insomma, non crede di avere la Coppa già in mano, e chiosa: "L'Argentina ha un'ottima difesa e in generale aggredisce parecchio gli avversari. Sono sicuro che ci attendono molte, molte insidie in più rispetto alla semifinale".

La Germania? Aguero non ha nessuna paura: "Siamo l'Argentina…"

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Aguero sprona l'Argentina



Redazione Goal Italia

12/lug/2014 16.26.21
L'attaccante dell'Argentina, El Kun Aguero, avverte la Germania alla vigilia della finale dei Mondiali: "Sono loro che devono preoccuparsi".

Una finale dei Mondiali di solito non ha favoriti ma la Germania si presenterà alla super sfida del Maracanà con l'Argentina con un 'curriculum' che parla di un 7-1 rifilato al Brasile in semifinale.

Sono in molti a pensare che la squadra di Low sia più forte di quella di Sabella ma Aguero, intervistato da ESPN Radio, non è apparso affatto d'accordo: "La Germania un avversario difficile? Noi siamo l'Argentina, sono loro che si devono preoccupare. Abbiamo una grande squadra e faremo di tutto per sollevare la Coppa".

Il Kun sa però che bisognerà dare il massimo: "Non possiamo sbagliare nulla soprattutto in difesa e a centrocampo. Noi però siamo migliorati di gara in gara e abbiamo un Mascherano che sta facendo un Mondiale super, si mangia tutto quello che trova davanti".

Aguero ha anche esaltato Messi: "Ci ha salvato in diverse partite, questo è il suo Mondiale".

Goal.com

Sabella recupera Di Maria, Germania a Rio tra i tifosi12 luglio 2014Argentina, Di Maria
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Di Maria esulta: in finale al Maracanà conro la Germania ci sarà anche lui (Foto Getty)



LIVE-BLOG. L'attaccante del Real Madrid pronto per l'ultimo atto del Mondiale, sul fronte opposto gli uomini di Loew ricevono l'abbraccio dei tifosi a Rio de Janeiro. Il ct dei tedeschi avverte i suoi: "Non sarà una passeggiata"

Skysport

Ma Messi è decisivo? Tante finali giocate, tanti gol pesanti

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Tanti si chiedono se il numero 10 lascerà il segno contro la Germania. In carriera ha disputato 13 finali secche, vincendone 10, segnando in 8. Gol decisivi di testa, di petto o su rigore. E nel 2005 portò l'Argentina Under 20 sul tetto del mondo


di Luciano Cremona

Una finale mondiale, con la maglia dell'Argentina, Leo Messi l'ha già giocata. Era il 2 luglio del 2005 (in fondo all'articolo il video della finale) e la Pulce, quel giorno, diciottenne da una settimana, coronava un torneo stupendo, segnando nella finale del Mondiale Under 20 una doppietta decisiva contro la Nigeria. Due gol su rigore, che valsero all'albiceleste il titolo mondiale giovanile e a Messi la palma di miglior giocatore e di capocannoniere del torneo (sei gol in sette partite).

Siccome la domanda che accompagna tutti gli appassionati è se Messi sia o meno decisivo quando la posta in palio è veramente alta, abbiamo isolato le 13 finali secche (quindi abbiamo escluso quelle con andata e ritorno, tipo la Supercoppa spagnola) in cui la Pulce è scesa in campo. Il risultato, tra Argentina e Barcellona? Messi ha vinto 10 delle 13 finali che ha disputato. In otto di queste finali Leo ha segnato almeno un gol (doppietta con l'Under 20 e al Mondiale per Club contro il Santos).

Ma soprattutto, in ben sei occasioni ha segnato il gol decisivo. L'unica finale però giocata con la maglia della nazionale maggiore è un ricordo negativo per Messi: nel 2007 il Brasile sconfisse 3-0 l'Argentina nella finale di Coppa America. Il numero 10 argentino ha deciso finali segnando di testa, di petto, su calcio di rigore. Nel nostro conteggio non figura, però, l'ultima partita della Liga 2014: contro l'Atletico di Madrid si trattava di una vera e propria finale, e Leo non ha inciso.

ECCO NEL DETTAGLIO TUTTE LE FINALI A GARA UNICA GIOCATE DA MESSI
2005, finale Mondiale Under 20: vinta
Argentina-Nigeria 2-1: doppietta di Messi, entrambi i gol su rigore

2007, finale Coppa America
Argentina-Brasile 0-3: Messi gioca 90' senza incidere

2008, finale Olimpiadi
Argentina-Nigeria 1-0: Messi effettua l'assist decisivo per Di Maria

2009, finale di Champions League
Barcellona-Manchester United 2-0: Messi segna il 2-0 al 70', di testa

2009, finale di Coppa del Re
Barcellona-Athletic Bilbao 4-1: Messi segna il gol del 2-1

2009, Supercoppa Europea
Barcellona-Shakthar 1-0: partita decisa da Pedro, per Messi niente gol ma un cartellino giallo

2009, finale Mondiale per Club
Barcellona-Estudiantes 2-1: Messi segna il gol decisivo nei supplementari, al 110', di petto

2011, finale di Coppa del Re
Barcellona-Real Madrid 0-1: gol di Ronaldo nel finale, Messi ammonito

2011, finale di Champions League
Barcellona-Manchester United 3-1: Messi segna il gol del 2-1

2011, Supercoppa Europea
Barcellona-Porto 2-0: Messi segna l'1-0

2011, finale Mondiale per Club
Barcellona-Santos 4-0: doppietta di Messi

2012, finale di Coppa del Re
Barcellona-Athletic Bilbao 3-0: Messi segna il gol del 2-0

2014, finale di Coppa del Re
Barcellona-Real Madrid 1-2: Messi non incide



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Bierhoff, gli argentini sono provocatori

General manager Germania 'dovremo rimanere calmi'

12.07.2014 18:25 di Redazione TuttoJuve
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Fonte: ANSA


foto ANSA

(ANSA) - RIO DE JANEIRO, 11 LUG - Il general manager della nazionale tedesca Oliver Bierhoff mette sull'avviso i suoi: "gli argentini sono persone deliziose fuori dal campo, ma dentro si trasformano". Intervenendo in conferenza stampa a Santa Cruz Cabralia, Bierhoff fa presente che la squadra tedesca teme un gioco duro e intimidatorio da parte degli avversari nella finale del Maracanà: "Dobbiamo restare calmi, usare freddezza e non cadere nelle provocazioni. Può diventare una partita incandescente", ha detto.

Rizzoli, finale il massimo che sognavo

Arbitro italiano: voglio essere uno dei migliori in campo
12.07.2014 17:53 di Redazione TuttoJuve
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Fonte: ANSA

foto ANSA



(ANSA) - RIO DE JANEIRO, 11 LUG . "E' il massimo che si possa sognare, è meraviglioso ed è impossibile descrivere che cosa significhi per un arbitro dirigere la finale dei Mondiali". E' il primo commento di Nicola Rizzoli alla sua designazione per Germania-Argentina. "Voglio dedicarla a me stesso: sono 20 anni che lavoro per questo. E' merito non solo mio, ma di tutti coloro che mi hanno insegnato qualcosa e del nostro movimento. Domenica rappresenterò l'Italia, e voglio essere uno dei migliori in campo".
 
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Messi e l'ombra Maradona: "Germania-Argentina, la gara più importante della vita"

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Messi in goal ai Mondiali
Getty Images



Redazione Goal Italia2



12/lug/2014 23.32.22
Leo Messi si prepara alla finale Germania-Argentina: davanti alla Pulce la possibilità di portare a casa i Mondiali, il trofeo che farebbe scattare nuovi paragoni con Maradona.

Nei bar, nelle spiaggie, in casa o al lavoro, la discussione sarà sempre la stessa. Chi è il giocatore più importante di tutti i tempi? Ognuno rimarrà sempre del proprio parere, difficilmente cambierà idea. Nonostante la nascita di nuove leggende. Da Di Stefano a Pelè, da Cruijff a Maradona, da Ronaldo a Leo Messi.

E' l'argentino l'ultimo della lista ad essere etichettato come migliore di sempre, o comunque appartnente alla lista dei dieci giocatori più importanti della storia. A livello cumulativo è più semplice stilare una lista dei giocatori più forti, senza dover per forza metterli uno in fila all'altro. Impossibile, semplicemente, confrontare epoche diverse.

Se vince un Mondiale da protagonista sarà più forte di Maradona. Chi? Ovviamente Leo Messi. Dopo diversi presunti eredi, la Pulce è senza dubbio la costola del Pibe de Oro. Se molti esponenti della nuova generazione dei tifosi vedono nel giocatore del Barcellona una stella più grande dell'ex Napoli, chi l'ha visto giocare non ha dubbi: nessuno sarà mai grande come lui.

Ora Leo Messi ha la possibilità di vincere i Mondiali, vista la finale 2014 tra la sua Argentina e la Germania. L'albiceleste è stato decisivo nella fase a gironi, non nella fase ad eliminazione diretta, dove non ha fin qui brillato. Dovesse trascinare la propria Nazionale contro i tedeschi raccoglierebbe punti in termini di leggenda.

"Domani giocheremo la partita più importante della nostra vita per il nostro Paese. I miei sogni e le mie speranze stanno per essere soddisfatti grazie al duro lavoro e al sacrificio di una squadra che ha dato tutto in ogni partita. Sapevamo che era possibile" scrive Messi sul proprio profilo Facebook.

Dopo quattordici anni dejavù Germania-Argentina, da Roma a Rio, da Maradona a Messi: "Per il nostro popolo, gli argentini, che ci hanno portato qui. Ma il sogno non è ancora finito, domani vogliamo vincere e siamo pronti!".

A secco dopo la fase a gironi, Messi proverà ad ottenere il trono della classifica marcatori, la Coppa e la gloria. Al palmares della Pulce manca solo quel piccolo trofeo, il più importante sulla faccia della terra. Maradona lo portò a casa da solo, tra Dios e slalom, tra assist e reti.

Servirà seriamente una prova fantascientifica per far riparlare del collegamento tra Messi e Maradona. Anche con la Coppa del Mondo alzata al cielo, il paragone sembra ancora un po' blasfemo. In ogni caso Messi è pronto a far ricredere.

Goal.com

Argentina, Sabella non risolve il rebus Di Maria: "Vedremo nell'ultimo allenamento"
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Il Ct argentino Alejandro Sabella

Redazione Goal Italia

12/lug/2014 22.19.47
ll ct dell'Argentina: "Arrivare in finale al Mondiale in Brasile è una cosa che già ci rende molto orgogliosi".

Non vede l'ora di poter scendere in campo e di sfidare la Germania il commissario tecnico dell'Argentina Alejandro Sabella. L'allenatore sudamericano ha voluto prima di tutto sottolineare l'orgoglio dei suoi giocatori per aver raggiunto l'obiettivo della finale in Brasile, paese storicamente rivale dal punto di vista calcistico.

Sabella ha voluto sottolineare l'importanza che una vittoria, anche se solo calcistica, avrebbe per un paese in difficoltà come l'Argentina: "Essere campioni sarebbe molto importante per i giocatori e per un paese intero, la mia squadra ha lavorato duramente per arrivare sino a questo punto. Raggiungere la finale del Mondiale, per giunta in Brasile, è una cosa che ci ha reso e ci rende molto orgogliosi".

Pensa inoltre di aver trovato la contromossa giusta per battere gli uomini di Low: "Contro la Germania la partita perfetta sarebbe quella nella quale non concediamo spazi e non perdiamo la palla in zone nelle quali non andrebbe normalmente persa. Non è necessario dare nessuna motivazione particolare, è una partita che motiva i giocatori da sola. Dobbiamo dare tutto affinchè alla fine la squadra campione sia l'Argentina".

Aggiornamento sulle condizioni del centrocampista del Real Madrid Angel Di Maria. la cui presenza in campo dal 1' minuto continua ad essere ancora in dubbio: "Vedremo solamente durante l'ultimo allenamento come si sta evolvendo la sua situazione dal punto di vista fisico".

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Schweinsteiger carica la Germania: "Esprimiamo il nostro potenziale e vinceremo"
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Uno dei leader carismatici della Germania, Schweinsteiger
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Redazione Goal Italia

12/lug/2014 19.30.00
Il centrocampista del Bayern Monaco: "Non c'è nessuna pressione, siamo contenti di essere arrivati sino a questo punto".

Tra i giocatori della Germania con maggiore esperienza c'è sicuramente il centrocampista del Bayern Monaco Bastian Schweinsteiger. Non è un caso che sia intervenuto in conferenza stampa proprio lui insieme al commissario tecnico Joachim Low. Il biondo bavarese è fermamente convinto che stavolta le cose possano andare per il verso giusto per lui e per la sua squadra a livello di nazionale.

Schweini è convinto che se i teutonici giocheranno come sanno potranno sicuramente portare a casa la vittoria. Non peseranno le precedenti partite da 'dentro o fuori' che sono state perse: "Sono convinto che ce la possiamo fare, dobbiamo solamente cercare di attingere da tutto il nostro potenziale, sappiamo bene quali sono le nostre qualità. Ci sono un sacco di giocatori del Mondiale del 2010, abbiamo tutti più esperienza, anche a livello di club, come dimostra anche l'ultima finale di Champions League dello scorso anno con due squadre tedesche. Ripeto, oramai abbiamo giocato molte semifinali e finali per avere l'esperienza giusta".

Nello spogliatoio tedesco non c'è nemmeno la mentalità del dover vincere a tutti i costi per evitare quello che sembrerebbe a molti l'ennesimo fallimento a livello di nazionale: "Siamo molto contenti già solo per il fatto di essere arrivati a giocare una partita del genere. Non c'è nessuna particolare pressione, stiamo solo pensando a cosa dobbiamo fare bene domani per poter portare a casa la vittoria. Dovremo concentrarci solamente sul campo, cercheremo in ogni modo di tenere le nostre teste sgombre da altri pensieri".

Bastian è contento di poter essere presente e titolare dopo tanto tempo ai box a causa dei problemi al ginocchio: "Sono sicuro che se giocheremo al nostro livello potremo avere la meglio di una squadra così forte come l'Argentina. Ultimamente sono stato spesso infortunato, ho avuto problemi al ginocchio, ora sono molto contento che le cose vadano per il verso giusto. L'allenatore ha fatto le scelte giuste nelle prime partite, mi ha dato il tempo di poter tornare di nuovo a regime ed essere utile alla squadra".

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Low non ha dubbi: "Germania, se giocheremo come sappiamo non ci sarà storia"

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Low fermamente convinto delle potenzialità della sua Germania
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Redazione Goal Italia


12/lug/2014 19.47.00
Il tecnico tedesco: "Siamo più forti dell'Argentina, che comunque non è solo Messi. E' una squadra organizzata che gioca bene".

Joachim Low l'ottimista. E' questo quanto emerge dalla conferenza stampa del commissario tecnico tedesco prima della finale della Germania contro l'Argentina di Sabella e Messi. Low ha infatti pià volte voluto affermare che nel momento in cui la sua squadra saprà giocare come gli ha insegnato non ci sarà scampo per i sudamericani.

E' infatti fermamente convinto che i suoi undici siano più forti rispetto alla nazionale Albiceleste: "L'Argentina a mio modo di vedere non è solo Messi, ma non ho assolutamente paura di loro. Sono più forti di quattro anni fa, ma noi siamo una squadra più forte di loro e se giocheremo come sappiamo non ci sarà storia. Sarà una goduria doppia se dovessimo vincere visto che nessuna europea ha mai vinto in Sudamerica".

Massimo rispetto però per l'avversario, che non sarà solamente Messi: "Sono una squadra molto compatta ed organizzata dal punto di vista tattico, hanno giocato sempre abbastanza bene durante questo Mondiale. Ripeto, Messi è il migliore, ma non dobbiamo pensare solamente a lui quando pensiamo all'Argentina. Ci sono anche elementi come Aguero e Di Maria. Sono comunque sicuro che sarà una bella battaglia".

Nessuna voglia di arrivare sino ai calci di rigore: "Speriamo di poter riuscire a fare la differenza ed a superare l'avversario prima dei calci di rigore, perchè in quei frangenti contano successivamente tante altre cose oltre alla bravura".

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Messi contro Klose: in finale serve la partita perfetta

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Stasera, a Rio de Janeiro, la finale del Mondiale tra Germania e Argentina (Foto Getty)



La "Pulce" è il lider maximo di un'Argentina dove ha scelto modulo e compagni. Di fronte, però, potrebbe trovare una Germania perfetta, squadra vera che con il laziale e il cannoniere Mueller presenta un attacco classico e moderno al tempo stesso

di Massimo Corcione

La partita perfetta. Occorre sempre una partita perfetta perché una nazionale possa vincere la Coppa del Mondo, il campionato dei campionati, in questo caso il Mondiale dei Mondiali. Fa sorridere Sabella quando la chiede a Messi e alla squadra dalla quale il piccolo boss ha preteso di essere circondato. Forse non è la più forte che con una straordinaria generazione di talenti si sarebbe potuto allestire, ma è quella che deve restituire all’Argentina un sogno svanito con l’evaporazione del mito Maradona.

Messi ha scelto il modulo, lontanissimo dal tiki taka defunto, Messi ha scelto i compagni e ha escluso Tevez, Messi finora ha consigliato le sostituzioni e si è assunto consapevolmente il ruolo di lider maximo, proprio come Maradona nel 1986 e nel 1990. Il gioco allora riuscì solo in Messico, stavolta pare addirittura più difficile, anche se la finale annunciata contro Neymar non ci sarà.

Di fronte Sabella potrebbe avere la nazionale perfetta, perché la Germania è una squadra e non una selezione raccogliticcia allestita per l'occasione. Ha sicuramente meno campioni, ma riesce a coniugare la presenza del più classico degli attaccanti (Klose) con il più moderno (Mueller), quello che dall’attacco non torna mai (sempre Klose) con chi ha dichiarato che seguirà Messi fin nella propria area (ancora Mueller).

Loew, l'allenatore e non solo il cittì, corona con questa finale una ricostruzione partita da lontano, da quando il calcio tedesco uscì dalla crisi più nera mai vissuta. Lo fa con un inno all’integrazione, bravissimo a mettere insieme ex polacchi, ex turchi, ex tunisini, ex ghanesi, dove ex indica provenienza del ceppo familiare, non passata militanza. Per noi italiani, sempre fermi (anzi paralizzati) su Balotelli, è un esempio, una concreta proposta di rifondazione. Non un lavoro da chiudere in pochi mesi, ma un processo da avviare e completare nel tempo. Per riparare ai nostri errori non ne abbiamo molto.

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Germania o Argentina, è la notte della Coppa



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dal nostro inviato ENRICO CURRO'

RIO DE JANEIRO. Col più classico dei duelli del calcio, quello tra il Sudamerica più geniale e nostalgico rappresentato dall’Argentina di Messi e l’Europa più efficiente e concreta incarnata dalla Germania di Müller, la ventesima coppa del mondo si assegna oggi sul sacro prato del Maracanã, dove fu già attribuita la quarta all’Uruguay, con lo storico pianto del popolo brasiliano. Stavolta le lacrime sono sgorgate in anticipo per lo schiaffo della Germania, che ha annichilito la Seleçaõ. E in questo Mondiale iconoclasta ha perso ogni sacralità perfino il prato suddetto. Sei partite, con le canoniche sedute di rifinitura, lo hanno stressato e spelacchiato come l’illustre cugino di Wimbedon alla fine del torneo. Così ieri Löw, il ct della Germania in versione giardiniere, si è accucciato a tastarlo con una certa preoccupazione, prima di dirigersi per l’ultimo allenamento verso il Sao Januario, lo stadio del Vasco de Gama scelto dalla Fifa come surrogato. Analoga procedura ha seguito il suo collega argentino Sabella.

La pioggerellina prevista dovrebbe attenuare il problema. Però, dato l’equilibrio tattico annunciato, i piccoli particolari possono decidere la terza finale della storia tra le due squadre (una vittoria per una). I giocatori vi sono arrivati esausti, dopo un mese di sfide, di lunghi spostamenti e di sbalzi climatici. Può rivelarsi determinante la forma fisica, insondabile: la Germania si è riposata complessivamente di più. L’Argentina ha viaggiato di meno. Il clima del Brasile, in senso non atmosferico, resta un’incognita. Gli argentini, che hanno invaso Rio, confidano nel fatto che lo spirito di fratellanza sudamericano prevalga sulle ataviche rivalità tra i due paesi e che il 7-1 inflitto dai tedeschi alla Seleçaõ cancelli nella folla brasiliana ogni tentazione di solidarizzare coi tedeschi. I quali sono invece sicuri di essersi guadagnati molte simpatie grazie alla campagna di marketing e soprattutto al gioco.

In effetti la Germania, col Brasile, è stata impressionante. «Ma non è il parametro giusto», ammonisce Loew, introducendo la questione tattica principale: l’Argentina non fa tirare in porta gli avversari. Dal suo punto di vista, una soluzione esiste. «Esprimere tutto il nostro potenziale. Avere pazienza. Ricordarsi che l’Argentina non è solo Messi. Se ci riusciamo, abbiamo buone probabilità di vincere. Siamo una squadra matura, ma giovane: il ciclo può essere ancora lungo. Il titolo sarebbe una tappa del cammino, non il punto d’arrivo ». Tradotto in schemi, Löw intende attaccare senza scoprirsi, sorvegliare Messi col trio Schweinsteiger-Khedira- Hummels e innescare il più spesso possibile le micidiali triangolazioni tra Müller e Kroos.

Il punto di vista di Sabella è più tormentato: la disfatta di 4 anni fa in Sudafrica nei quarti (4-0 e divorzio da Maradona ct) potrebbe creare insicurezza nei non pochi reduci. «Ma io non c’ero. Nel frattempo siamo diventati più difensivi. In questo Mondiale siamo cresciuti via via, coprendo meglio le fasce». Il dubbio di formazione è se reimmettere subito in squadra la classe di Di Maria - guarito a tempo di record (8 giorni) da un infortunio muscolare e così desideroso di giocare da avere affittato un charter per familiari e amici - oppure ritardarne l’impiego, per non correre il rischio di bruciarsi subito un cambio come l’Atletico Madrid di Simeone con Diego Costa nella finale di Champions. «Deciderò all’ultimo momento», fa sapere Sabella, soddisfatto dell’assetto più coperto, con Perez e Lavezzi tornanti.

Il nodo è ovviamente Messi, il “desequilibrador”. Gli verrà chiesto di non indulgere alla tentazione del favoloso slalom da metà campo, ma di cercare l’uno-due con Higuain o l’apertura improvvisa per Lavezzi e di abbandonarsi soltanto alle soglie dell’area al suo pezzo forte, l’incursione in velocità. Lo studio della Germania, solida centralmente con Schweinsteiger davanti alla difesa, ne ha rivelato un unico punto debole: la copertura delle fasce, proprio dove l’Argentina raddoppia volentieri. Löw ha scherzato sugli eventuali rigori, togliendosi dalla tasca un bigliettino con le finte istruzioni. Sabella non ha scherzato per nulla, tanto meno sulla presunta intenzione di lasciare la Selecciòn a Martino, in attesa di Simeone. «E’ un argomento irrilevante, di fronte all’importanza di questa finale. Serve la partita perfetta. Alla squadra parlerò del senso di appartenenza. La vittoria darebbe entusiasmo e slancio a tutto il calcio argentino». Arbitra Rizzoli. Sono brandelli d’Italia, ora che Prandelli è altrove.

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PAG Posted on 13/7/2014, 14:41     +1   -1
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Germania-Argentina, finale una e trina: in palio la gloria

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Tedeschi e sudamericani si giocano il titolo mondiale per la terza volta: era già accaduto nel 1986 e nel 1990. I ragazzi di Loew hanno riposato un giorno in più degli avversari. Ma Sabella ha Messi

COME ARRIVANO ALLA FINALE LE DUE SQUADRE
Germania. Un giorno di riposo in più rispetto ai rivali, ma anche con mezza partita in meno nelle gambe dal momento che la semifinale con il Brasile a fine primo tempo era già abbondantemente chiusa. Il morale, poi, è alle stelle, ed è probabile che il tifo dei brasiliani sia - più che a favore dei tedeschi - contro l'Argentina. Condizioni fisiche e psicologiche perfette, insomma.
Argentina. I ragazzi di Sabella, rispetto a quelli di Loew, hanno avuto meno tempo per recuperare da una semifinale che, per quanto giocata a ritmi non eccelsi, si è protratta per 120 minuti e si è chiusa solo con l'adrenalina dei rigori, esaltando un Romero che, dagli ottavi in avanti, non ha ancora incassato reti.

COME GIOCHERANNO: LE PROBABILI FORMAZIONI

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Germania. Nel 4-2-3-1 di Loew il recordman di reti al Mondiale, Miro Klose, dovrebbe avere ancora una volta la meglio su Goetze. Salvo sorprese, insomma, piena fiducia alla formazione che ha travolto il Brasile.
Argentina. Tutto ruota attorno ad Angel Di Maria che, infortunatosi contro il Belgio, ha saltato la semifinale ma tenta un recupero che avrebbe quasi dell'incredibile. Difficile, ma la decisione avverrà all'ultimo minuto: non dovesse farcela, ancora spazio a Perez.

I PRECEDENTI
Germania-Argentina sarà finale mondiale per la terza volta. La prima, nel 1986 in Messico, la vinse l'Albiceleste di Maradona, che si laureò Campione del Mondo vincendo 3-2: Brown e Valdano portarono i sudamericani sul 2-0, Rummenigge e Voeller pareggiarono fra il 74esimo e l'80esimo, poi fu Burruchaga a segnare la rete decisiva a sette minuti dal termine. Quattro anni più tardi, in Italia, rivincita tedesca: la Germania di Matthaus vinse 1-0 grazie ad un rigore (dubbio) di Brehme, siglato a sei minuti dalla fine.

NUMERI E STATISTICHE
La sfida fra Germania e Argentina diventerà la finale più giocata di sempre ai Mondiali e, più in generale, si giocherà nel massimo torneo per la settima volta: il bilancio vede 3 vittorie tedesche, tre pareggi e un solo successo argentino. Da sottolineare l'ultima sfida ai mondiali:nel 2010, ai Quarti, i ragazzi di Loew vinsero 4-0 e Klose segnò una doppietta. La Germania è la squadra che ha segnato più reti a questo Mondiale: 17. L'Argentina non subisce gol da tre gare consecutive e in 4 partite su 6 non ha concesso reti.

GLI UOMINI CHIAVE
Thomas Müller. 5 gol sinora, ma non sono solo i numeri a parlare per lui: il gioco di Loew ne esalta le qualità tattiche, di inserimento e realizzative. Il Mondiale (segnò 5 reti anche in Sudafrica) è sempre più la sua competizione.
Lionel Messi. Nomination scontata ma inevitabile, perché per tutto il mondo quella del Maracanã dovrà essere la sua partita, quella capace di togliere ogni eventuale dubbio sulla sua grandezza anche a livello di nazionale. Obiettivo: vincere il Mondiale da capitano. Come Maradona 28 anni fa, proprio contro i tedeschi.

L'ARBITRO
In finale c'è un pezzo d'Italia: come da tanti pronosticato, l'arbitro della sfida del Maracanã sarà Nicola Rizzoli. Classe 1971, nato a Mirandola in provincia di Modena, Rizzoli ha già diretto a questi Mondiali Spagna-Olanda 0-5, Argentina-Nigeria 3-2 e Argentina-Belgio 1-0. Sarà il terzo italiano di sempre a dirigere una finale, dopo Sergio Gonella e Pierluigi Collina.

LE QUOTE
Germania favorita secondo i bookmakers. La vittoria tedesca è quotata 2.30 da William Hill, che paga 3.50 la vittoria dell'Argentina e 3.10 il pareggio. Snai quota 2.25 il successo della squadra di Loew, 3.40 l'Argentina e 3.20 il pari. Paddy Power quota 5.00 i calci di rigore e 3.15 i supplementari. Il risultato esatto? Bwin paga 6.00 l'1-1 al termine dei tempi regolamentari, seguito dall'1-0 per la Germania a 6.25. Curiosità: il 4-3 tedesco viene quotato da Bwin 201.00, mentre il 4-3 Argentina è ritenuto più probabile e quotato 126.

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PAG Posted on 13/7/2014, 17:12     +1   -1
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Mondiali 2014 - Finale: vince la Germania perché…

Squadra cinica, gioco espresso, completezza in tutti i reparti sono alcuni dei motivi per cui la Germania potrebbe vincere la finale contro l'Argentina e aggiudicarsi il quarto titolo mondiale della propria storia. Secondo alcune indiscrezioni i tedeschi avrebbero anche già scelto alcune location per un'eventuale festa



Di Matteo MARCEDDU (Twitter: @MersMayer)
2 ore fa
Eurosport

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Mancano ormai solo poche ore all’inizio della finale di Brasile 2014. A giocarsi la possibilità di salire sul tetto del mondo saranno Argentina e Germania: due squadre profondamente diverse, due scuole di pensiero totalmente opposte. Chi vincerà? In attesa che sia il campo a dircelo, abbiamo provato a giocare in anticipo la finale del Maracanà. Ecco cosa ne è venuto fuori…

SQUADRA COMPLETA, PRIVA DI PUNTI DEBOLI - La Germania ha dimostrato di essere la squadra più completa del Mondiale brasiliano. Non esiste un reparto che non sia all’altezza di un collettivo che rappresenta attualmente il top a livello internazionale. A partire dal portiere Neuer, che ha approfittato del torneo per ricordarci che oltre alle mani sa usare anche i piedi, a seguire con tutti gli altri titolari. Convincono tutti, anche chi, come Howedes (in generale la fascia sinistra) sulla carta potrebbe provocare qualche grattacapo, ma dopo le modifiche apportate da Löw si adegua all’armonia della squadra.

HA PERSO TROPPO - Se pensiamo alle potenzialità che la Mannschaft garantisce nel tempo, sono diventate oramai troppe le sconfitte in campo internazionale derivate poi forse da un’inadeguatezza (o limite) più psicologica che fisica o tecnica. Escludendo i Mondiali brasiliani di quest’anno, nelle ultime dieci edizioni i tedeschi hanno vinto due titoli (1974, 1990), ma hanno anche chiuso per tre volte secondi (1982, 1986, 2002) e due volte terzi (2006, 2010). Dalla tripletta di Conceição che la eliminò ai gironi di Euro 2000, la Germania si è arresa due volte in finale e tre in semifinale. Quella di stasera sarà l’ottava finale della sua storia.

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Brasile-Germania (AP/LaPresse)



HA ESPRESSO IL MIGLIOR GIOCO - Lungi da voler proporre paragoni col gioco dell’avversaria finalista, cui avremo modo di assistere tra qualche ora in campo, quello espresso dalla Germania è stato il gioco migliore e più convincente di tutto il torneo. Solidità difensiva e cinismo offensivo, in mezzo tanta qualità e soprattutto l’abilità (di Löw) nel creare la giusta commistione tra i dettami tattici di Heynckes e quelli portati in Bundesliga, via Bayern Monaco, da Guardiola. Al largo possesso palla si uniscono l’abilità negli inserimenti dei centrocampisti e lo spettacolo, freddo ma estremamente efficace, delle azioni offensive.

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Joachim Löw, Germania (AP/LaPresse)



PRIVA DI REUS, SA ESSERE LETALE SENZA CENTRAVANTI - Privata di Reus per via del suo infortunio alla vigilia del Mondiale, la Germania ha valorizzato con tecnica e atletismo la propria manovra avvolgente, risultando la squadra più letale del Mondiale in zona gol. Müller è devastante, ma pur priva di un vero e proprio “fantasista” e di una punta sempre e comunque titolare (Klose è partito spesso dalla panchina) non ha subito un minimo rallentamento in fase di realizzazione.

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Müller, Germania 2014 (AP/LaPresse)



C’E’ GIA’ LA LOCATION PER LA FESTA... - In caso di successo l’appuntamento immancabile sarà sicuramente a Berlino, alla Porta di Brandeburgo. Ma dalle indiscrezioni raccolte a partire dal giorno dopo la semifinale stravinta sul Brasile sarebbe già stata scelta una discoteca brasiliana per festeggiare sul posto quello che sarebbe un titolo atteso da 24 anni.

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Mondiali 2014 - Finale: vince l'Argentina perché...

Il Fattore Messi, la chiamata del Maracanã e un ideale passaggio di scettro fra Diez sullo scranno del futbol argentino e del calcio Mondiale: ecco perché la Selección può diventare campione del mondo. Brasil, decime qué se siente...



Di Fabio Disingrini (Twitter @FabioDisingrini)
2 ore fa
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World Cup 2014, Messi&Mascherano (AP/LaPresse)


Mancano ormai solo poche ore all’inizio della finale di Brasile 2014. A giocarsi la possibilità di salire sul tetto del mondo saranno Argentina e Germania: due squadre profondamente diverse, due scuole di pensiero totalmente opposte. Chi vincerà? In attesa che sia il campo a dircelo, abbiamo provato a giocare in anticipo la finale del Maracanà. Ecco cosa ne è venuto fuori…

FATTORE MESSI - Vince l’Argentina perché, malgrado la Germania possa contare su una line-up sostanzialmente più strutturata e una maggiore completezza tattica, è inutile negare che Lionel Messi sia il giocatore più forte della finale Mondiale. E non possiamo che iniziare da qui: Messi è il simbolo del calcio a ogni latitudine con i suoi quattro Palloni d’oro negli ultimi cinque anni e una direzione pressoché totalitaria di consensi e primati. In dieci stagioni con il Barcellona, Messi ha vinto tutto e segnato 365 gol: la Coppa del Mondo con l’Argentina sarebbe la sua definitiva, e forse necessaria consacrazione.

LA CHIAMATA BRASILIANA - Vince l’Argentina perché alzare la Coppa del Mondo in Brasile è un’occasione unica e imperdibile. Fra Pentacampeões e Selección c’è una contesa storica, una disputa dei sacramenti, un revanscismo del Futbol. E l’Albiceleste iridata al Maracanã sarebbe un capolavoro scenografico senza precedenti

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Argentina (foto Reuters)


TIFO E MARACANÃ - Vince l’argentina per il sangre, la garra e la “vicinanza”: perché una fiumana Albiceleste tracimerà fra i 78.838 spettatori del Maracanã. Certo, i brasiliani tiferanno verosimilmente per la Germania nonostante l’ultimo sbaraglio, ma l’Argentina si sentirà più a casa e affrancata dal “fuoco amico”.

LEO VS DIEGO - Vince l’Argentina perché, francamente, il leit-motiv su chi è più forte fra Messi e Maradona sta diventando un po’ sterile. E a prescindere dalle preferenze che, grazie alla pienezza della memoria storica e a un appeal praticamente irripetibile del "primo Diez" scelgono Diego, se l’Argentina vince la Coppa, Messi ci aiuterebbe a insabbiare la pratica con un altro bellissimo sigillo.

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Messi e Maradona (foto LaPresse)


BRASIL, DECIME QUÉ SE SIENTE… - Vince l’Argentina perché, senza nulla togliere alla fascinazione degli inni recitati da brasiliani e cileni, la Selección vanta il coro più bello di questi Mondiali. La trama, non proprio immediata, è quella di Bad Moon Rising dei Creedence Clearwater Revival e le parole, cantate da tifosi e giocatori dopo ogni vittoria dell’Albiceleste, dicono così: Brasil, decime qué se siente tener en casa a tu papá / Te juro que aunque pasen los años, nunca nos vamos a olvidar / Que el Diego te gambeteó, que Canni te vacunó, que estás llorando desde Italia hasta hoy / A Messi lo vas a ver, la Copa nos va a traer, Maradona es más grande que Pelé”.




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PAG Posted on 13/7/2014, 18:14     +1   -1
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Sulla Gazzetta ho trovato questo video anche:

 
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Muller spauracchio dell'Argentina: 4 anni fa Maradona gli dava del "raccattapalle"...
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Già 10 goal per Muller ai Mondiali


Redazione Goal Italia

13/lug/2014 17.05.00
Quattro anni fa, in Sud Africa, Maradona umiliò Muller chiamandolo 'raccattapalle': oggi l'attaccante tedesco ha fatto più goal di Diego ai Mondiali.

"Non è normale che io stia qui seduto accanto a un raccattapalle", dichiarò Maradona, allora ct dell'Argentina, alla vigilia del quarto di finale contro la Germania a Sudafrica 2010. Quel giorno, il 'Pibe', avrebbe dovuto tenere una conferenza stampa insieme a Thomas Muller, ma l'idea non gli piacque e l'ex fuoriclasse del Napoli abbandonò la sala stampa.

L'attaccante del Bayern aveva poco più di 21 anni ed era alla sua prima esperienza al Mondiale, ma in campo si faceva già notare. Tanto che fu lui ad aprire le danze del 4-0 tedesco sull'Argentina, umiliata e tornata a casa con largo anticipo.

In Sudafrica Muller segnò ben cinque goal ed in questo Mondiale si è ripetuto, superando proprio Maradona (fermo a 8) nella classifica dei marcatori all-time della Coppa del Mondo. E tutto questo a soli 24 anni.

Insomma, col senno di poi l'uscita di Maradona è risultata quanto meno azzardata. E oggi l'Argentina intera - che sogna il grande 'sgarro' di conquistare la Coppa del Mondo in terra brasiliana - dovrà stare attenta proprio a quel "raccattapalle", stella indiscussa dei rivali della Germania.

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PAG Posted on 13/7/2014, 19:50     +1   -1
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Prima della finalissima al Maracanà va in scena la Cerimonia di chiusura: Shakira mattatrice assoluta

Shakira, protagonista assoluta della Cerimonia di chiusura dei Mondiali



Redazione Goal Italia

13/lug/2014 20.08.00
Prima del fischio d'inizio della finalissima dei Mondiali fra Germania e Argentina, al Maracanà è andata in scena la cerimonia di chiusura: Shakira mattatrice.

A precedere la finalissima fra Germania e Argentina, allo stadio Maracanà di Rio de Janeiro, è stata la vivace Cerimonia di chiusura dei Mondiali 2014. In un susseguirsi di colori ed emozioni, la cerimonia è iniziata con la danza di tanti ballerini, che in abiti variopinti hanno dato spettacolo in mezzo al campo.

Dopo 18 minuti di danza, è arrivata Shakira, la vera protagonista. Con in braccio il figlio Milan Piqué, e di rosso vestito, la cantante colombiana ha sorpreso tutti esibendosi in 'La La La', il suo inno per i Mondiali brasiliani e danzando assieme ad altri artisti. Sugli spalti è un tripudio per l'artista internazionale.

Poi è stata la volta di Ivette Sangalo, che si è esibito in alcuni brani tipici della tradizione brasiliana. Dopo di lui ecco Alexandre Pires, con l'ingresso sul terreno di gioco della mascotte ufficiale dei Mondiali, Fuleco. Chiusura in grande, con uno spettacolare assolo di chitarra di Carlos Santana, seguito dall'arrivo della Coppa del Mondo, portata da Carles Puyol, capitano della Spagna vincitrice nel 2010.

Goal.com

Verso Germania-Argentina: Di Maria sarà in panchina
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Müller e Messi: fuoco alle polveri
Getty Images Sport


Redazione Goal Italia

13/lug/2014 18.39.00
Germania e Argentina si sfidano al Maracanà per la terza volta in una finale dei Mondiali: Messi può entrare nel Pantheon dei grandi.

Uno dei Mondiali più incredibili della storia prevede come atto conclusivo un incrocio tra due Nazioni con un 'mix' di ricordi per una sfida che mette in palio il gradino più alto del calcio.

Nel 1986 l' Argentina sconfisse in finale la Germania in Messico, 4 anni dopo i tedeschi divennero Campioni battendo l'Albiceleste a Italia '90.

Adesso è tempo di prepararsi alla terza finale che racchiude i migliori talenti europei contro quelli sudamericani, con l'Argentina che sogna di imporsi nella terra dei rivali brasiliani.

E' anche l'occasione, per Lionel Messi , di entrare definitivamente nel 'Pantheon' dei grandi: ha vinto tutto a livello di club, ha conquistato 4 Paoloni d'Oro e ora punta ad emulare Diego Maradona guidando l'Argentina alla vittoria della Coppa del Mondo.

La 'Pulce', in questi Mondiali, è stato l'uomo in più dell'Albiceleste: 4 goal e l'assist decisivo a Di Maria per il goal vittoria ai supplementari contro la Svizzera.

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La stella | Muller ha bisogno di un goal per acciuffare James Rodriguez e condividere la Scarpa d'Oro



Il fuoriclasse del Barcellona, però, rischia di non avere il supporto del compagno dopo l'infortunio patito col Belgio che ha costretto il giocatore del Real Madrid a saltare la semifinale contro l'Olanda.

Di Maria ce la farà anche dal primo minuto, ma con una infiltrazione. Discorso diverso per Aguero, in lizza per una maglia dopo il suo ingresso con gli 'Orange' e i guai muscolari ormai smaltiti.

La Germania è a caccia del terzo Mondiale della sua storia ed è reduce dal travolgente 7-1 rifillato al Brasile nell'altra semifinale disputata a Belo Horizonte: un exploit che fa presentare gli uomini di Low col morale alle stelle al match decisivo.

Per i tedeschi la finale rappresenta il picco massimo del rinnovamento avviato dopo il disastroso cammino ad Euro 2000: finora tanti applausi ma nessun titolo, ma contro l'Argentina partono favoriti grazie alla goleada confezionata contro la Seleçao e ai due precedenti con l'Albiceleste (vittoria ai rigori nel 2006 e 4-0 a Sudafrica 2010).

La Germania è una schiacciasassi, completa in ogni reparto e senza apparenti punti deboli. Senza una stella del calibro di Messi o Neymar, i teutonici si sono aggrappati a Thomas Muller: il bomber del Bayern ha siglato 5 goal in questi Mondiali ed è in pole per la Scarpa d'Oro assieme a James Rodriguez. Inoltre, non ha mai perso quando ha affrontato la 'Pulce'.

Low proporrà lo stesso undici che ha demolito il Brasile, puntando a diventare la prima Nazionale europea a vincere la competizione iridata su suolo sudamericano.

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Queste le formazioni ufficiali delle due squadre:

GERMANIA (4-2-3-1) : Neuer; Lahm, Hummels, Boateng, Höwedes; Schweinsteiger, Khedira; Müller, Kroos, Özil; Klose.

ARGENTINA (4-3-3) : Romero, Zabaleta, Demichelis, Garay, Rojo; Pérez, Mascherano, Biglia; Messi, Higuain, Lavezzi.


 
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