Il Salotto Bianconero

[Rio 2014] LA FASE A GIRONI

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PAG Posted on 13/6/2014, 21:57     +1   -1
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Che tranvata mamma mia,spero che il mister abbia guardato questa partita,spettacolare a livello tattico
 
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PAG Posted on 13/6/2014, 22:57     +1   -1
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So che non sarà seguitissima ma in CIle-Australia titolari sia Arturo che Isla e in più c'è l'highlander Bresciano :.allah:
 
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PAG Posted on 13/6/2014, 23:30     +1   -1
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CITAZIONE (GobbODaUnAVitA @ 13/6/2014, 23:57) 
So che non sarà seguitissima ma in CIle-Australia titolari sia Arturo che Isla e in più c'è l'highlander Bresciano :.allah:

e possiamo già scordarci Sanchez... :.ghgh:

Arturo sembra stare bene...
 
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PAG Posted on 14/6/2014, 08:32     +1   -1
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Mi aspettavo un bel commento di LPG sulla debacle della Spagna :D

Non ho visto il gol del 5 a 1, e neanche il Cile. Fatto sta che ho goduto tanto :)
 
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PAG Posted on 14/6/2014, 09:09     +1   -1
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Messico-Camerun 1-0: Il guizzo di Peralta scaccia le polemiche

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Getty


di Stefano Silvestri

13/giu/2014 19.55.34
Due reti regolari annullate a dos Santos fanno disperare il Messico, Eto'o colpisce un palo. Nella ripresa decide Peralta, e il Tri vola in vetta col Brasile.

Buona la… terza. Due reti annullate ingiustamente, poi quella decisiva per sbranare i Leoni Indomabili: Messico batte Camerun grazie al rapace Peralta, che scaccia sfortuna e polemiche al quarto d’ora della ripresa e regala i primi 3 punti al Tri. Sofferti, ma meritati. E ora, Chicharito e soci fanno compagnia al Brasile in vetta al Gruppo A.

FORMAZIONI – Herrera schiera una difesa a tre, con i due laterali – Aguilar e l’ex atalantino Layun – molto alti. Guardado fa la mezzala con Herrera e Vazquez, e davanti l’assenza eccellente è quella del Chicharito Hernandez: giocano Peralta e Giovani dos Santos.

Il Camerun gioca con il consueto 4-3-3. Assou-Ekotto vince il ballottaggio con Bedimo sulla sinistra della retroguardia, rinforzata da Nkoulou e Chedjou in mezzo. In mezzo c’è Song, davanti Eto’o è affiancato da Moukandjo e Choupo-Moting.

PRIMO TEMPO – Sostenuto dai propri tifosi, che vanno di “olé” già al primo pallone toccato, il Messico parte alla grande schiacciando il Camerun nella sua metà campo. E recrimina per la prima volta all’11’: sul cross di Herrera, dos Santos è per centimetri in gioco al momento della conclusione vincente, ma il colombiano Roldan gli strozza in gola l’urlo del goal.

Lo fa anche nell’area opposta con Choupo-Moting, ma qui i dubbi sono ben pochi: Eto’o è in netto offside di rientro al momento dell’assist al compagno. È comunque il segnale di una riscossa africana, quasi concretizzata al 21’: splendida azione di Assou-Ekotto a sinistra, tocco all’indietro per Eto’o e palo scheggiato dall’ex interista.

A menare le danze, comunque, è sempre il Messico. Il Tri sbaglia occasioni favorevoli con Rafa Marquez e dos Santos, poco convinti al momento del dunque. Ma se la prende ancora contro Roldan e i suoi assistenti, che per la seconda volta annullano ingiustamente un goal dell’attaccante del Villarreal (deviazione sotto porta). Se non è un record, poco ci manca.

SECONDO TEMPO – Le due reti paiono essere stregate. La riprova arriva a inizio ripresa: prima Peralta si presenta solo davanti a Itandje, venendo però stoppato da una grande uscita dell’ex portiere del Liverpool, quindi è Assou-Ekotto a provarci direttamente da calcio di punizione, con un sinistro deviato dalla barriera e terminato a centimetri dal palo destro di Ochoa.

Finalmente, al minuto 61 l’incantesimo è rotto da Oribe Peralta, bravo a farsi trovare al posto giusto al momento giusto: l’attaccante passato dal Santos Laguna all’America ribadisce in rete la respinta corta di Itandje sulla conclusione di dos Santos. Messico avanti, e più tranquillo al termine di un’ora di assalti vani e sfortunati.

In un finale rovente, Ochoa è bravo e spettacolare a tenere fuori dalla linea con un tuffo plastico un colpo di testa a botta sicura di Moukandjo. Dall’altra parte, Hernandez si mangia un goal fatto sparando alto da un passo dopo il recupero generoso di Layun. Poco male: il Tri resiste e alla fine può esultare per una vittoria che significa primo posto alla pari col Brasile.

LA CHIAVE – Il guizzo di Peralta, proprio quando pare che le due porte siano stregate, decide un match vivace nonostante le reti si gonfino solo una volta. Nel Camerun pesa la giornata mediocre di Eto’o, che colpisce comunque un palo.

MOVIOLA – Inguardabile il colombiano Roldan, inguardabile il suo assistente Clavijo: due reti regolari annullate al disperato dos Santos nel primo tempo. Dopo il rigore concesso ieri al Brasile, altre polemiche mondiali.

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Spagna-Olanda 1-5: Manita oranje, Robben e Van Persie show

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Arjen Robben sugli scudi

Getty Images
di Valentino Cesarini

13/giu/2014 22.53.19
L'Olanda travolge la Spagna col risultato di 5-1: doppiette per Van Persie e Robben, serataccia per gli uomini di Del Bosque.

Manita Olanda, umiliazione Spagna. Gli orange si prendono la rivincita della finale del 2010, battendo con un secco 5 a 1 i campioni iberici, dopo essere andati in svantaggio con un rigore dubbio di Xabi Alonso. Nel finale di prima frazione arriva l’eurogol di Van Persie, che di fatto “uccide” la Spagna. Nella ripresa è un monologo dell’Olanda che dilaga andando a segno altre quattro volte, con una doppietta di Robben ed un goal a testa per Van Persie (doppietta) e De Vrij.

Per la Spagna una sconfitta pesantissima, visto che è la seconda volta che subisce più di 3 goal in una gara del Mondiale; l’ultima volta fu il Brasile (6-1) ai mondiali del 1950. Nel 2010, nelle sette partite disputate le furie rosse subirono solamente 2 reti. A questo punto, per la Spagna è decisiva la prossima gara contro il Cile.

FORMAZIONI - Del Bosque recupera Diego Costa e lo lancia dal primo minuto come terminale offensivo. A supporto dell’attaccante ci sono Xavi, Silva ed Iniesta, con Busquets e Xabi Alonso a dirigere il centrocampo. In difesa davanti a Casillas ci sono Azpicueta e Jordi Alba sulle corsie laterali con Piqué e Sergio Ramos centrali.

Sull’altra sponda Van Gaal risponde con il 5-3-2. In porta c’è Cillesen che guida la difesa formata da Janmaat e Blind terzini con De Vrij, Vlaar e Martins Indi centrali. In mezzo al campo spazio a De Jong, Sneijder e De Guzman, mentre i due attaccanti sono Robben e Van Persie.

PRIMO TEMPO - Come era prevedibile la gara è da subito divertente. La prima palla goal del match capita all’Olanda, con Sneijder che a tu per tu con Casillas gli calcia addosso. La Spagna fa girare palla e prima Iniesta e poi Diego Costa non riescono a trovare lo specchio della porta. Specialmente gli olandesi sembrano essere più aggressivi, e al 26’ De Vrij atterra in area Diego Costa.

Per Rizzoli è calcio di rigore: dal dischetto va Xabi Alonso che non sbaglia. Il vantaggio però non demoralizza gli orange che provano a farsi vedere prima con Robben e poi con Van Persie dalle parti di Casillas. Prima del riposo Iniesta regala un assist al bacio a Silva, che prova il pallonetto a tu per tu con Cillesen, bravissimo a restare in piedi e deviare in angolo.

Goal sbagliato, goal subito, perché sul capovolgimento di fronte l’Olanda pareggia. Lancio lungo di Blind, Van Persie si tuffa di testa dal limite dell’area e beffa Casillas, con una traiettoria imprendibile. Grandissimo goal per l’attaccante del Manchester United.

SECONDO TEMPO - Ci prova subito Iniesta ad impensierire Cillesen con un destro dal limite, ma è un fuoco di paglia spagnolo, perché al 53’ Robben porta in vantaggio gli olandesi. Ancora un lancio di Blind per Robben che aggancia in area, si porta il pallone sul sinistro eludendo l’intervento di Piqué e trafigge Casillas.

Il vantaggio dà ulteriore morale agli orange che al 60’ sfiorano il tris con Van Persie che calcia di prima intenzione, colpendo in pieno la traversa. Del Bosque corre ai ripari inserendo sia Pedro che Torres per Xabi Alonso ed uno spento Diego Costa, ma l’Olanda al 64’ si porta sul doppio vantaggio.

Punizione velenosa di Snejder, Casillas forse è disturbato da Van Persie, sul pallone si avventa De Vrij che di testa non ha problemi ad insaccare. Nonostante i due goal di svantaggio, la Spagna non si arrende e vede annullarsi un goal a Silva che aveva ribattuto in rete una corte respinta di Cillesen.

L’Olanda può colpire in contropiede e al 72’ chiude la pratica, complice anche un clamoroso errore di Casillas che si allunga il pallone, ne approfitta Van Persie che a porta vuota fa 4 a 1. Il match si chiude qua. Nell’ultimo quarto d’ora arriva la meritata standing ovation per Van Persie che lascia il campo a Lens e Robben, con la fascia di capitano al braccio, umilia la Spagna con una grande giocata fissando il punteggio sul 5 a 1.

Al 90’ ancora Robben scatenato alla ricerca della tripletta, ma questa volta Casillas evita il sesto goal con una doppia parata, mentre Torres a porta vuota si addormenta, facendosi recuperare da Veltman.

CHIAVE - Il finale di primo tempo che cambia l’inerzia del match. Prima il clamoroso errore di Silva che a tu per tu con Cillesen non riesce a superarlo, che poteva chiudere il discorso, poi sul capovolgimento di fronte il magnifico pareggio di Van Persie. Nella ripresa è un monologo degli orange che “umiliano” la Spagna, andando a segno per altre quattro volte.

MOVIOLA - Il rigore assegnato alla Spagna lascia qualche dubbio. A velocità normale sembrava essere penalty, rivedendo il rigore, Diego Costa è furbo a “lasciare” la gamba, con De Vrij che la tocca. Siamo proprio al limite. Dubbi anche sulla terza rete dell’Olanda, perché Van Persie forse disturba Casillas. Giusto annullare il goal alla Spagna, perché Silva è avanti a tutti sul colpo di testa di Pedro.

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PAG Posted on 14/6/2014, 09:49     +1   -1
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Cile-Australia 3-1: Sanchez da urlo, tre punti d'oro per Sampaoli

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Getty Images
di Franco Delrio



14/giu/2014 01.52.53
Il Cile parte forte e colpisce con il micidiale uno-due firmato Sanchez-Valdivia, poi l'Australia accorcia con Cahill. Allo scadere chiude i conti Beausejour.

Il Cile vince ma non convince, dopo il doppio vantaggio firmato Sanchez-Valdivia la Roja mostra tutti i suoi difetti, ovvero un possesso di palla a tratti troppo lezioso ed una coppia di centrali spesso in affanno sui palloni alti, un goal di Beausejour al novantaduesimo chiude il match.

L’Australia, dopo un inizio terribile, riesce a mantenere il match aperto sino all’ultimo minuto grazie alle sgroppate sulla fascia di Leckie e alle abilità aeree dell’immortale Tim Cahill.

FORMAZIONI – Sampaoli presenta il Cile con una rosa di tutto rispetto, per il match contro l’Australia il tecnico argentino decide di schierare un 4-3-1-2. In campo tutti i protagonisti principali del vincente percorso di qualificazione: il difensore del Cardiff City Medel, l’attaccante del Barcellona Alexis Sanchez ed i due bomber del girone di qualificazione con cinque reti, ovvero l’ex napoletano Edu Vargas, ed il centrocampista juventino Arturo Vidal.

Gli australiani rispondono con un 4-4-1-1 molto prudente: la star della formazione è il capitano, ex Everton, Tim Cahill, accompagnato dal portiere del Bruges Mathew Ryan e dall’ex centrocampista di Palermo e Lazio Mark Bresciano.

PRIMO TEMPO – Il tema della partita sembra subito chiaro: possesso di palla ragionato per i cileni e difesa ferrea condita con veloci ripartenze per gli uomini di Ange Postecoglou. Al dodicesimo e al tredicesimo la Roja sembra aver messo già in cassaforte il risultato: azione prolungata all’interno dell’area australiana con Aranguiz che salta il portiere e mette il pallone in mezzo, di testa Vargas è anticipato, il pallone però termina sui piedi di Sanchez che controlla e con freddezza batte Ryan.

Un minuto dopo grande azione di Sanchez che serve Valdivia solo appena dentro l’area di rigore, il numero dieci controlla e calcia un bel destro sotto la traversa, portando i suoi sul due a zero. Gli australiani faticano a gestire il prolungato possesso di palla cileno e Sanchez quando punta l’uomo è quasi imprendibile. Bresciano e compagni provano a tessere qualche trama offensiva ma le idee sono confuse e Claudio Bravo non corre grossi pericoli.

Il Cile però inizia a piacersi troppo risultando lezioso nell’area di rigore avversaria. Questo atteggiamento viene punito al trentaquattresimo da Tim Cahill, che svetta di testa su cross di Franjic, anticipando Medel, e dimezzando le distanze. Due minuti dopo i Socceroos vanno vicini al pareggio ancora con Capitan Cahill, che incrocia di destro dall’interno dell’area di rigore, con Bravo che riesce a respingere di piede.

SECONDO TEMPO – I cileni mantengono sempre il pallino del gioco, le ripartenze australiane però risultano molto più pericolose ed incisive, soprattutto con i cross dalla destra di Leckie sui quali Cahill è spesso pericoloso.

Al cinquantecinquesimo cross preciso dalla sinistra, Bresciano sbuca sul secondo palo e calcia al volo di sinistro, Bravo con un miracolo riesce a respingere e chiude anche sulla ribattuta dell’ex palermitano. Cile in difficoltà. Dopo un’ora di gioco Vidal lascia il posto a Gutierrez, lo juventino non è apparso in condizioni ottimali. Al sessantunesimo però la Roja sfiora il goal con Vargas, che ben servito da Sanchez anticipa Ryan, la palla si avvia mesta verso la rete ma Wilkinson con un guizzo riesce a calciarla via prima che varchi la linea bianca.

I Socceroos attaccano sempre più spesso dalle fasce laterali, affidandosi alle abilità aeree di Cahill, che riesce molto spesso a sovrastare i difensori cileni. Al novantaduesimo il Cile chiude il match: Pinilla solo davanti al portiere gli calcia addosso, sulla respinta arriva Beausejour che di sinistro mette il pallone nell’angolino alla sinistra di Ryan.

LA CHIAVE – Alexis Sanchez: sempre pericoloso quando punta l’uomo, preciso in fase di verticalizzazione e freddo davanti alla porta in occasione del gol dell’uno a zero.

MOVIOLA – Al cinquantaduesimo gol annullato a Tim Cahill per un evidente fuorigioco.
Al settantatreesimo invece Vargas, servito da Sanchez, viene fermato per un fuorigioco molto dubbio.

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PAG Posted on 14/6/2014, 10:13     +1   -1
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Spagna ko, Del Bosque volta pagina: "Commessi errori, ma ora pensiamo alle prossime partite"

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Il Ct della Spagna Vicente Del Bosque.
Getty



Redazione Goal Italia

13/giu/2014 23.45.40
Il Ct della Spagna, Vicente Del Bosque, è amareggiato dopo la pesante sconfitta subita dalla sua squadra contro l'Olanda. Il Ct, comunque, invita i suoi a voltare subito pagina...

E' un Vicente Del Bosque amareggiato per la sconfitta subita questa sera dalla Spagna campione del Mondo in carica contro l'Olanda, nella gara d'esordio delle due squadre ai Mondiali in Brasile. Un ko arrivato dopo che le Furie Rosse avevano sbloccato la gara con un rigore trasformato da Xabi Alonso. Poi un inatteso 5-1 che ha reso un incubo la sconfitta.

"Bisogna accettare questa pesante sconfitta - ha commentato Del Bosque ai microfoni della FIFA - Non intendo trovare giustificazioni, ma con Silva siamo andati molto vicini al secondo goal e se l'avessimo segnato magari la partita sarebbe andata diversamente, invece hanno poi pareggiato loro e da lì in poi ci hanno sempre preso d'infilata, alle spalle della nostra difesa. Sono stati migliori di noi. Tutti comunque in campo abbiamo lottato".

Anche in Sudafrica, ai Mondiali 2010, la Spagna perse la prima partita, poi arrivò invece la vittoria del Mondiale... "Questo è un momento molto delicato - ha detto ancora Del Bosque - Dobbiamo ritrovarci. Oggi abbiamo concesso troppo all'Olanda. Nella prima parte di gara abbiamo fatto bene, poi dopo il loro goal dell'1-1 gli abbiamo lasciato troppi spazi".

Nella prossima partita sarà una Spagna rivoluzionata negli uomini? "Non si può parlare di rivoluzione, questo è semplicemente uno sport - ha proseguito Del Bosque - Mi auguro che la nostra nazionale sappia perdere così come abbiamo saputo vincere. Uno sportivo non si piange addosso e cerca sempre di vincere. Occorre riconoscere i nostri errori ma anche che tutti noi abbiamo lottato per far bene. Si può dire poco ora, bisogna solo mettere da parte questa partita e concentrarci sulle prossime due (contro Cile e Australia, ndr) che dovremo provare a vincere".

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PAG Posted on 14/6/2014, 10:17     +1   -1
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Messico-Camerun





Spagna-Olanda





Cile-Australia



 
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PAG Posted on 14/6/2014, 10:31     +1   -1

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Ieri ho assistito alla storia.
Pazzesco.
Fighissimo il gol di Valdivia, ma RVP...mamma mia santissima RVP.
 
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PAG Posted on 14/6/2014, 10:59     +1   -1
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CITAZIONE ("LPG" @ 14/6/2014, 11:31) 
Ieri ho assistito alla storia.
Pazzesco.
Fighissimo il gol di Valdivia, ma RVP...mamma mia santissima RVP.

e anche Robben! :.allah:
 
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PAG Posted on 14/6/2014, 13:02     +1   -1
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Verso Colombia-Grecia: Esordio per Cafeteros ed ellenici, si apre il gruppo C

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Jackson Martinez, stella dei Cafeteros
Getty Images



dall'inviato a Belo Horizonte Ben Hayward

13/giu/2014 23.00.00
Allo Stadio Estádio Governador Magalhães Pinto, Belo Horizonte, fanno il proprio esordio ai Mondiali 2014 la Colombia di Pekerman e la Grecia di Santos.

L'allenatore della Colombia, Jose Pekerman, ha ancora qualche dubbio di formazione prima del debutto nella Coppa del Mondo della sua squadra: sabato, a Belo Horizonte, la prima gara contro la Grecia di Santos.

I Cafeteros iniziano la propria avventura ai Mondiali brasiliani senza due giocatori chiave, dopo che il centrocampista Edwin Valencia e l'attaccante Radamel Falcao sono state esclusi dalla competizione per infortunio.

L'assenza di Falcao è un duro colpo: ora è probabile che Pekerman opti per Carlos Bacca del Siviglia dubbi su Teo Gutierrez. 4-4-2 in campo? Il c.t colombiano scioglierà gli ultimi dubbi solo nell'allenamento precedente alla gara.

Più avanti, Jackson Martinez dovrebbe partire dalla panchina: le voci su un litigio con Pekerman si sono spesso sentite in questi ultimi giorni. L'attaccante del Porto difficilmente vedrà il campo dal primo minuto. Nella ripresa più probabile il suo ingresso in campo.

Qualunque sia la squadra in campo sabato, la Colombia proverà sin da subito a prendere l'iniziativa contro una squadra come la Grecia, costruita su una solida difesa a quattro; il motivo principale della sua qualificazione in Brasile.

La squadra di Fernando Santos ha subito solo quattro goal nelle 10 partite delle qualificazioni, meno di ogni altra squadra in Europa. Molto simile alla squadra che ha vinto l'Europeo del 2004, i risultati recenti della Grecia vengono da una difesa disciplinata e da un forte sforzo collettivo.

Da parte sua la Grecia ha inoltre l'arma del contropiede e quella del calcio piazzato. Gli ellenici hanno battuto la Bolivia per 2-1 nella loro ultima amichevole dopo quattro gare senza reti all'attivo: 4-3-3 sabato, anche se torneranno al 4-5-1 senza palla.

Santos ha perso il difensore dello Schalke Kyriakos Papadopoulos ben prima del torneo, ma non ha grandi preoccupazioni di infortuni in vista della partita contro la Colombia. Sokratis Papastathopoulos ha recuperato da un problema ai bicipiti e dovrebbe iniziare dal 1'.

L''ala del Torino Panagiotis Tachtsidis corre contro il tempo: vuole supeare prima della gara di sabato un infortunio alla caviglia. Tutti vogliono esserci.

CITAZIONE
Opta Facts

-Cinque sconfitte e una sola vittoria il bilancio della Grecia ai Mondiali di calcio – l’unico successo è arrivato contro la Nigeria nel 2010 (2-1).
-La Grecia ha infatti la seconda percentuale di sconfitte più alta ai Mondiali dopo El Salvador (almeno sei partite giocate).
-Dal 1966 a oggi, tra le Nazionali con almeno 10 gare ai Mondiali, la Colombia è stata quella col possesso palla più alto (il 58%), la media più alta di palloni giocati a partita (794), e la migliore percentuale di passaggi riusciti (l’85%).
-La Grecia non è riuscita a segnare in cinque delle sei partite giocate finora ai Mondiali.
-Il CT portoghese Fernando Santos ha perso solo tre delle 26 partite in cui è stato alla guida della Grecia (17V, 6N).
-La Colombia ha fatto 99 tiri nello specchio nelle qualificazioni sudamericane a Brasile 2014 – più di ogni altra squadra.
-La Grecia invece è stata la squadra a tenere più volte la porta inviolata nel girone di qualificazione europeo (otto).
-L’unico precedente tra queste due Nazionali è il 2-0 per i sudamericani alla vigilia di USA 94.

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PAG Posted on 14/6/2014, 13:44     +1   -1
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Verso Uruguay-Costa Rica: Celeste contro la 'cenerentola' del girone

422627_heroa
Getty Images



13/giu/2014 22.03.00
L'Uruguay di Tabarez è chiamato a fare bottino pieno nell'esordio ai Mondiali contro l'abbordabile Costa Rica, per lanciare un segnale a Italia e Inghilterra.

L'Uruguay si appresta ad inaugurare i propri Mondiali affrontando la Costa Rica al 'Castelao' di Fortaleza, con l'obiettivo di migliorare il terzo posto ottenuto a Sudafrica 2010 e replicare il trionfo del 1950 di Rio de Janeiro contro il Brasile al 'Maracanà'.

Il maggior cruccio per Tabarez è rappresentato dall'assenza di Luis Suarez: il bomber del Liverpool, autore di 31 goal in Premier e 11 nelle qualificazioni iridate, è tuttora alle prese con l'infortunio al ginocchio che gli impedirà di scendere in campo contro la Costa Rica.

Per sopperire al forfait della punta il materiale non manca: Diego Forlan, con le sue 110 presenze in Nazionale, ha saltato l'allenamento di mercoledì per una lieve influenza ma punta a ripetere lo strepitoso exploit vissuto 4 anni fa.

Nella Costa Rica mancherà l'infortunato terzino Heiner Mora e si affidano in avanti all'esperienza di Alvaro Saborio. I centroamericani si avvicinano all'esordio tra dubbi e certezze: se hanno vinto due gare inaugurali degli ultimi 3 Mondiali, è anche vero che sono usciti sconfitti dagli ultimi 3 confronti contro Nazionali sudamericane.

La difesa è tutta un 'rebus', visti i 9 goal incassati a Germania 2006, mentre un altro dato che fa tremare la Costa Rica risale ai playoff per accedere a Sudafrica 2010 dove è finita ko proprio per mano dell'Uruguay (mai battuto nella storia). Infine il momento nero, con 4 passi falsi nelle ultime 6 uscite.

L'obiettivo della squadra di Pinto è quello di 'bissare' l'approdo agli ottavi di Italia '90, magari puntando sull'arma del contropiede al cospetto di avversarie di livello come 'Celeste', Italia e Inghilterra.

CITAZIONE
Opta Facts

-L’unica edizione della Coppa del Mondo giocata in Brasile è stata vinta dall’Uruguay nel 1950.
-Luis Suárez è stato il capocannoniere delle qualificazioni sudamericane a Brasile 2014 con 11 gol. Per lui anche il primato dei tiri nello specchio della porta (15).
-Diego Forlán ha segnato tre delle ultime cinque reti dell’Uruguay ai Mondiali.
-Il Costa Rica ha perso le ultime quattro partite giocate ai Mondiali, subendo un totale di 14 gol (3.5 a partita).
-Óscar Tabárez guida l’Uruguay dal febbraio 2006 – nessuno dei CT delle 32 partecipanti vanta un periodo più lungo alla guida delle rispettive Nazionali.
-Sei vittorie dell’Uruguay e due pareggi negli otto precedenti tra queste due squadre.
-Costa Rica ha vinto la gara d’esordio in due dei tre Mondiali giocati finora (1-0 contro la Scozia a Italia 90 e 2-0 contro la Cina nel 2002).
-Los Ticos hanno perso le ultime tre sfide giocate contro avversarie sudamericane, subendo un totale di nove gol.
 
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La Colombia si è portata sul 2 a 0, contro la Grecia. Mi sembra una partita fallosissima.
 
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Olanda ieri impressionante. Uruguay grande sorpresa in negativo. I tre davanti non sembrano assistiti dal resto della squadra che mi era apparsa molto modesta anche in un'amichevole premondiale dove l'avevo potuta osservare.
A questo punto si potrebbero aprire spiragli interessanti nel nostro girone e anche per il prosieguo del nostro cammino successivo.
 
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PAG Posted on 14/6/2014, 22:24     +1   -1
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Impresa Costa Rica, Uruguay battuto 3-1 a Fortaleza
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14 giugno 2014 Campbell (Getty)



Joel Campbell, punta della Costa Rica e assoluto protagonista della sfida a Fortaleza (Foto Getty)
Nel primo incontro del Gruppo D, lo stesso dell'Italia, al Castelão la Celeste delude al debutto contro i sorprendenti Ticos. Cavani illude su rigore, poi la squadra di Pinto si esalta con Campbell, Duarte e Urena.

Azzurri avvisati in vista del 20 giugno

URUGUAY-COSTA RICA 1-3
23' rig. Cavani (U), 54' Campbell (C), 57' Duarte (C), 84' Urena (C)


Clamoroso fu il Maracanazo, teatro del trionfo dell’Uruguay in Brasile nel 1950, l’unica edizione accolta in passato sul suolo verdeoro. Meno altisonante ma comunque sorprendente è lo scivolone della Celeste piegata 3-1 nel proprio debutto Mondiale contro la Costa Rica, attesa incognita e tutt’altra che cenerentola del Gruppo D insieme ad Italia ed Inghilterra. Un esito che concede ottimismo agli azzurri in vista della sfida all’Uruguay il 24 giugno, a Natal, ma che viceversa deve allarmare la Nazionale verso il confronto con i Ticos (20 giugno a Recife). Sudamericani deludenti sotto il profilo agonistico e tecnico nonostante uno spessore favorevole, che tuttavia ha premiato gli uomini di Pinto carichi di entusiasmo e privi di remore. L’uno-due Campbell-Duarte, oltre a vanificare il vantaggio di Cavani su rigore, ha preceduto l’acuto di Urena e stravolto gli equilibri di un raggruppamento tutto da scrivere.

Suarez fuori, Uruguay opaco - Oscar Tabarez, dal 2006 alla guida delle Celeste e più longevo tra i 32 ct Mondiali, rinuncia all’acciaccato Suarez e punta su un pragmatico 4-4-2, modulo puntellato dal tandem d’attacco Forlan-Cavani. L’avvio di gara premia il dinamismo dell’Uruguay nonostante l’abbottonato 5-4-1 costaricense, messo sotto pressione nel battesimo mondiale. Banali amnesie tecniche mantengono tuttavia il match spento sino al 22’, quando l’arbitro Brych concede un penalty per una trattenuta su Godin. Cavani non sbaglia, sfrutta l’omaggio dei Ticos e deraglia l’incontro dai binari dell’equilibrio. Il solo Campbell non scuote la squadra di Pinto, complice l’afa del Castelão che rende spezzettato un primo tempo tutt’altro che esaltante.

Svolta Costa Rica, che impresa – L’intervallo riordina le idee della squadra di Pinto trascinata dall’ottimo Campbell che, a dispetto delle vesti da centravanti, raccoglie la sfera sulla trequarti e garantisce ossigeno ai compagni. Proprio il 21enne dell’Olympiakos, in prestito dall’Arsenal, sfrutta l’invito di Bolanos e agguanta l’Uruguay. Un intervallo di tre minuti costa testa e partita alla Celeste, travolta dalla proiezione offensiva di Duarte che mette le freccia e regala un insperato 2-1 ai Ticos. Chi attende una reazione dei sudamericani, orfani di Suarez, resta deluso da un approccio sornione e senza sbocchi offensivi, soffocati dall’ordinato assetto della Costa Rica. Le sortite di Campbell, in fase di possesso, precedono l’acuto del neoentrato Urena e sino al triplice fischio finale diventano un costante spauracchio. Certamente non il fantasma della Celeste che dal 1950 aleggia sul Maracanà, ora meno terrorizzato da un Uruguay quanto mai deludente.

Fonte: Skysport
 
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