Il Salotto Bianconero

[Topic Unico] Calcioscommesse, decine di arresti: c'è anche Signori

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Cocteau Twins
PAG Posted on 6/6/2011, 08:17 by: Cocteau Twins     +1   -1
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Ecco l'apertura del Corriere :*:.bah:


FIRENZE, 6 giugno 2011 - Le nuove, pericolose, scosse dell’inchiesta sul calcio scommesse finiscono per strattonare il destino del pallone a Siena. La svolta parte da uno dei personaggi chiave dello scandalo e termina dentro il verdetto della sfida fra i toscani ed il Sassuolo: «Ha pagato i giocatori del Sassuolo...», così in un’intercettazione Massimo Erodiani, gestore di due agenzie di scommesse a Pescara ed Ancona, nella partita finita 4 a 0 per i bianconeri. Il club del presidente Massimo Mezzaroma si infuria («Assistiamo con profondo sconcerto all’amplificazione di dichiarazioni già conosciute da sei giorni e del tutto inattendibili», così una nota della società) e si affida al lavoro della magistratura così come ha annunciato di fare l’altra squadra di B pesantemente coinvolta nel caos, ovvero l’Atalanta.
Il c ampionato cadetto trema, quello dei grandi potrebbe farlo presto proprio nelle ore in cui i palazzi dello sport italiano scendono in campo giocando in contropiede come mai prima. Il livello di guardia è superato, l’allarme rosso impone misure immediate e drastiche: così in un vertice straordinario di domenica mattina, Coni e Figc hanno segnato il cammino. Il punto di partenza prende in ostaggio il codice di giustizia sportiva per modificarlo in alcuni suoi capitoli. D’ora in avanti, tolleranza zero per chi non collabora e per chi scommette, con innalzamento delle pene per i singoli tesserati (i 18 mesi di squalifica oggi previsti come sanzione massima potrebbero diventare quella minima) e per i club coinvolti. Soprattutto, sarà l’accorciamento dei tempi dei processi sportivi la vera rivoluzione.
Gli 007 della Figc sono in affanno in fatto di numeri e gettoni di presenza (31 gli euro previsti come rimborso spese). E lo sono ancor di più perché sull’ufficio di procura federale incombe da tempo la sindrome del traditore, di colui che spiffera i segreti istruttori. Così, il pmdel pallone Stefano Palazzi ha di fatto ridotto il già esiguo numero dei suoi vice fidati e quello della diffidenza è un peso che si fa sentire anche dall’esterno: gli stessi investigatori della procura di Cremona sono piuttosto prudenti nel trasferire le loro carte di inchiesta (vedi i documenti sulle potenziali partite di A sotto esame) alla Figc. La rivoluzione della tempistica dei procedimenti sportivi è legata, dunque, all’esigenza del presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, su invito dello stesso numero uno del Coni Gianni Petrucci, di garantire un doppio grado di giudizio breve: anche nell’ordinamento del pallone verrà introdotto con norme ad hoc da varare in Consiglio federale una specie di rito per direttissima per reati come, appunto, quello delle scommesse con conseguente illecito (o tentato illecito) per alterare il risultato delle partite.
Il calendario per le mosse dei palazzi dello sport è segnato. Prima la Giunta del Coni (questo pomeriggio), poi il Consiglio federale (giovedì) e l’approvazione delle modifiche al codice di giustizia sportiva. Ma dall’incontro fra Abete e Petrucci è uscito anche l’invito alle istituzioni statali perché non lascino il calcio impantanato con i suoi problemi. Il ministero dell’Economia, quello della Giustizia e dell’Interno dovranno fare la loro parte all’interno di una struttura che avrà il compito di prevenire fenomeni come le scommesse illegali. Più mezzi e strumenti per agire, chiede il pallone italiano. Ma anche maggiori investimenti economici per evitare nuovi scossoni. Si pensa ad una sorta di commissione «anti-truffa» dove far pervenire le segnalazioni dei Monopoli di Stato sui flussi anomali di giocate. Atalanta, poi Siena. Gli 007 aspettano ancora le carte dalla procura di Cremona per poter cominciare le proprie audizioni in un lavoro che dovrà terminare con i deferimenti dopo la metà di luglio e far partire, così, i processi sportivi. Sullo sfondo si intrecciano rumors e indagini: da Napoli arriva notizia di una gran mole di scommesse dei clan della camorra all’intervallo di un Napoli-Parma del 19 aprile 2010, tutte sulla vittoria degli emiliani puntualmente verificatasi.

Fonte: La Stampa (articolo a firma di Guglielmo Buccheri)


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Doni prova la difesa: "Qualcuno mi ha messo in mezzo"

L’atalantino è tra i fondatori del sindacato Anc: "Ho dei valori morali a cui non ho mai derogato"

FIRENZE, 6 giugno 2011 -
C’è un Consiglio direttivo, un presidente, il suo vice e circa sessanta iscritti. Quando si è spaccato il sindacato unico dei calciatori ne sono nate alcune costole, una, l’Anc, oggi si interroga sul nuovo scandalo che sta sgonfiando il pallone italiano. Si interroga perché uno dei suoi promotori è il capitano dell’Atalanta, Cristiano Doni. «Sono arrabbiato, molto arrabbiato... Se uno dice che un altro è il referente, ma quell’altro non ne sa niente, ditemi voi che storia è questa...», così il giocatore simbolo della squadra nerazzurra agli amici della nuova associazione di categoria .
Doni è il vice presidente dell’Anc, ma, soprattutto, il nome al centro del corto circuito delle scommesse che ha preso in ostaggio il campionato di serie B. «Io con tutta questa cosa non c’entro niente, ne uscirò bene. Io ho dei valori morali a cui non ho mai derogato...», racconta Doni agli iscritti o cofondatori del sindacato dei calciatori. Lui, il capitano dell’Atalanta, alla nascita dell’Anc ha lavorato con impegno e dedizione fin dal momento in cui ha capito che nel panorama italiano si erano creati i presupposti perché una sigla di versa da quella storica dell’Aic trovasse spazio. In queste ore di tempesta, all’interno dell’Anc è il momento delle riflessione, ma, spiega Paolo Conti, direttore generale dell’associazione, «nessuno mette in dubbio l’operato di Cristiano, a cui ognuno di noi ha confermato la propria fiducia: stiamo parlando di un giocatore che ama la sua squadra, la sua città e il calcio, sua vera passione di una vita». Nel Consiglio direttivo del sindacato c’è una poltrona anche per Gigi Buffon. «Sono arrabbiato, molto arrabbiato...», così Doni a chiunque degli iscritti provi a mettersi in contatto con lui.

Fonte: La Stampa (articolo a firma di Guglielmo Buccheri)


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Il tesoretto in banca, uno scandalo senza segreti



Assegni e contanti nella cassetta di sicurezza di Pirani

MILANO, 6 giugno 2011 -
Segui i soldi. Facile se almeno una parte della contabilità, quella dei «bolognesi» che si trovavano nello studio dei commercialisti Manlio Bruni e Francesco Giannone, è tenuta in bell’ordine con assegni postdatati fotocopiati e ricevute di giocate effettuate in mezzo mondo. Se non bastassero le foto degli incontri e le intercettazioni telefoniche - più o meno cinquantamila - ci sono pure le prove dei pagamenti e delle partite combinate. «Abbiamo tutto. Il quadro è chiaro...», assicurano gli investigatori di Cremona che come tanti Pollicino seguono i flussi di danaro da incrociare con i movimenti dei conti correnti degli arrestati e degli indagati, in questa inchiesta che incontra davvero pochi ostacoli.
Se i «bolognesi» erano meticolosi, gli «anconetani» non erano da meno. Parte del danaro contante e degli assegni per le scommesse combinate, l’odontoiatra di Sirolo Marco Pirani li teneva in una cassetta di sicurezza del Banco di Credito Cooperativo di Camerano intestato a un parente. Dentro la cassetta che gli investigatori non hanno ancora potuto aprire ma hanno già avuto il via libera - «Il mio cliente ha fornito dichiarazioni convincenti», ammette il suo legale - ci sono come minimo le prove delle «combine» con il Ravenna, per non parlare delle partite in cui era coinvolto il portiere della Cremonese Marco Paoloni, quello che «addormentava» i compagni di squadra con i tranquillanti forniti dal medico di Sirolo.
Se il quadro delle squadre coinvolte a tutti i livelli è fin troppo chiaro Atalanta e Siena promosse in serie A, con un diretto coinvolgimento di Cristiano Doni e dei vertici nerazzurri stando alle rivelazioni degli arrestati già interrogati, più altre squadre di serie A di metà classifica - la parte che interessa di più la magistratura penale, in attesa che la giustizia sportiva decida cosa fare, è quella dei flussi di danaro. Oltre a incrociare i conti correnti, gli investigatori stanno verificando con i bookmaker di mezzo mondo i picchi anomali di giocate, originati da questo giro non solo italiano di scommesse. Nell’interrogatorio di sabato davanti al giudice Guido Salvini che lo ha arrestato, il commercialista bolognese Francesco Giannone ha raccontato dei rapporti con emissari di Singapore che giocavano sulla parola. Per Singapore sta per partire una rogatoria internazionale per avere un ulteriore riscontro. Ma si sa che almeno su una partita - Padova-Atalanta dello scorso marzo - i bookmaker asiatici avrebbero raccolto puntate per 23 milioni di euro. Il sito di scommesse austriaco SkySport365 dopo aver preso contatto con la Procura di Napoli sta pensando di fare lo stesso con Cremona. Altri bookmaker on line avevano già segnalato anomalie nelle puntate. Qualcuno non vuole apparire e cerca di salvare la faccia. Molti altri stanno collaborando da tempo soprattutto con la giustizia sportiva. Snai Italia aveva già segnalato scommesse anomale su partite italiane di serie minori. Planetwire365 aveva già raccolto un dossier sulle partite Benevento-Cosenza e Spal-Cremonese notando una curiosa coincidenza geografica: «La maggior parte delle giocate sono avvenute in Campania e in Abruzzo». Mala geografia di questa inchiesta negli ultimi giorni batte soprattutto su Bergamo. Davanti al giudice Salvini sfilano oggi altri due indagati agli arresti domiciliari, il capitano dell’Ascoli Vincenzo Sommese e il difensore della stessa squadra Vittorio Micolucci. Anche loro sono accusati di aver partecipato alla combine di alcune partite, pure Ascoli-Atalanta, Atalanta-Piacenza e Padova-Atalanta. Se decidessero di collaborare anche loro come hanno già fatto quasi tutti quelli interrogati fino ad ora, potrebbero completare il quadro sulle responsabilità di Cristiano Doni, già finito nel registro degli indagati della Procura, e sui vertici della squadra, definita senza troppi giri di parole dagli investigatori in una «situazione critica».

Fonte: Fonte: La Stampa (articolo a firma di Fabio Poletti)


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Balotelli, fotografie dal "tour Gomorra" con gli uomini del clan

E la procura indaga sulle partite del Napoli

NAPOLI, 6 giugno 2011 -
Tra i palazzoni di Gomorra come a Disney World. Un tour per capire quanto reali fossero le immagini viste nel film di Matteo Garrone. E per farlo il bad boy Mario Balotelli avrebbe avuto guide d’eccezione: due camorristi appartenenti ai gruppi criminali che controllano lo spaccio in quel supermarket della droga che è Scampia, alla periferia di Napoli. Il viaggio sarebbe avvenuto l’8 giugno dello scorso anno, quando il talentuoso attaccante del Manchester City era in Campania per ritirare il premio Golden Goal. Accompagnatori, percorso e permanenza: tutto è stato raccontato da una fonte che i carabinieri considerano attendibile. «Balotelli - si legge nel verbale dei militari dell’Arma - aveva chiesto di visitare i famigerati luoghi dello spaccio di Scampia tanto pubblicizzati dalle cronache e per soddisfare la sua richiesta la “paranza” dei Puffi gli ha mostrato le modalità con cui si consuma lo spaccio quotidiano». Ad illustrare le attività della camorra spa «due elementi di spicco - spiegano gli investigatori - di due dei più potenti clan della periferia nord di Napoli, ovvero Salvatore Silvestri, del clan Lo Russo, e Biagio Esposito, del clan degli scissionisti». Alla fine foto di rito con diverse persone all’interno di un’abitazione proprio al rione dei Puffi. L’ex nerazzurro non ha smentito la sua presenza in quella zona, ma ha spiegato a persone a lui vicine di non sapere «chi fossero quelle persone, quel giorno a Napoli per strada c’era sempre molta gente intorno a me». Tra l’altro Mario avrebbe già chiamato «l’amico che lo accompagnava a Napoli e nella visita a Scampia» per chiedergli spiegazioni. Anche il suo procuratore, Mino Raiola puntualizza che «se Mario è effettivamente andato a Scampia era perché curioso di vedere quei luoghi tristemente noti. Certamente conclude - non sapeva che le persone con le quali si accompagnava erano legate ai clan». Si dice invece «disgustato», il prete anticamorra don Aniello Manganiello che per anni ha guidato una parrocchia situata proprio nel quartiere napoletano di Scampia. «Questo episodio ci offende ed è inqualificabile e rende la camorra sempre più forte». I dettagli della visita di Balotelli a Scampia sono descritti in una relazione di servizio allegata al fascicolo di un’inchiesta dell’Antimafia di Napoli. Atti in attesa di essere assegnati a un nuovo pubblico ministero, visto che il titolare ha lasciato recentemente la Dda. L e indagini riguardano i gruppi malavitosi che trafficano droga nella periferia settentrionale di Napoli: dentro questo filone, gli inquirenti si sono imbattuti in alcuni episodi di anomali flussi di scommesse in relazione a diverse partite dei campionati di B e di Lega Pro («Modena, Ancona, Crotone, Salernitana, Real Marcianise e Andria», scrivono gli investigatori). Ma anche di tre partite del Napoli (Napoli-Parma, Cagliari-Napoli e ChievoNapoli) risalenti al campionato 2009-2010. Soprattutto nel match casalingo con il Parma (conclusosi con un rocambolesco 3-2 per i gialloblù), furono registrate diverse scommesse, con importi elevati, prima dell’inizio del secondo tempo di quella partita. Tutte le puntate sarebbero state effettuate da elementi riconducibili al clan Lo Russo e a quello degli scissionisti. Inoltre, stando sempre ai carabinieri, quel giorno a bordo campo era presente anche il figlio di un boss della camorra. Tutti gli atti sono stati consegnati nel luglio scorso alla Procura federale guidata da Stefano Palazzi.

Fonte: La Stampa (articolo a firma di Antonio Salvati)
 
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