Il Salotto Bianconero

[Topic Unico] Calcioscommesse, decine di arresti: c'è anche Signori

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Cocteau Twins
PAG Posted on 4/6/2011, 08:01 by: Cocteau Twins     +1   -1
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CREMONA, 4 giugno 2011 - Le mani una volta assai preziose dell’ex portiere della Cremonese Marco Paoloni sono infilate in un paio di manette. Ma quello che è peggio è che non ha più la faccia. La faccia di guardare quei dieci tifosi che se lo vedono passare nel cellulare blu della Polizia Penitenziaria che si infila nel cortile del Tribunale e gli gridano di tutto: «Venduto...», «Sei la vergogna di Cremona...», «Vent’anni ti devono dare...». Al giudice Guido Salvini per ora bastano cinque minuti: apre il verbale, ascolta il calciatore che a 27 anni si è giocato molto più di un paio di incontri che sussurra: «Non ho niente da dire...», poi chiude il verbale e avanti, sotto un altro che la partita è appena incominciata.
Marco Paoloni che allungava con il tranquillante l’acqua per i suoi compagni di squadra impegnati contro la Paganese dice niente. Antonio Bellavista detto «Makelele», l’ex capitano del Bari che infiammava gli stadi e si giocava l’anima, davanti al giudice dice niente di niente. Parlano invece a lungo gli altri due indagati finiti in carcere, Marco Pirani e Massimo Erodiani. I primi scommettitori e organizzatori delle combine, destinati a fare altri sfracelli. Si spiegano e parlano. Cercano di minimizzare e parlano. Ammettono e parlano pure di altre partite col trucco, altre squadre di metà classifica coinvolte nella combine - si parlerebbe pure di Catania-Chievo del 16 gennaio finita 1-1 - di altri giocatori che andavano a tassametro. Il pubblico ministero Roberto Di Martino che ha chiesto e ottenuto gli arresti fa l’elenco: «Sono emersi elementi su altre tre partite di serie A non ancora contestate e su cinque squadre sempre di serie A». Di più il magistrato non dice perché bisogna trovare i riscontri, far uscire il nero di questo nuovo totonero.
Si sa che i nuovi giocatori coinvolti sono una decina, tra serie A e B. Si sa che le partite sono tutte di questo campionato. Si sa che alcune sono state giocate prima di novembre e dopo aprile, lontano dalle intercettazioni già eseguite, dagli appostamenti già fatti, dalla montagna di carte finite nel fascicolo principale delle indagini. «Adesso dobbiamo trovare i riscontri...», giura un investigatore facendo un sorriso grande così, che sembra tutto facile adesso. Il giudice Guido Salvini dopo un giorno di interrogatorio tira le somme: «Abbiamo raccolto elementi decisivi relativi all’ordinanza...». I più gravi sono quelli contro l’attaccante dell’Atalanta Cristiano Doni solo indagato e contro l’ex Nazionale Beppe Signori che puntava fino a 150mila euro su partite combinate ed è finito agli arresti domiciliari, sommerso da quelle intercettazioni dove - per status e ruolo - veniva indicato come «Beppe dei 200 gol in serie A». I tiri in porta a porta vuota per ora li fanno il magistrato e il giudice. Il quadro sulla banda degli «zingari» e dei «bolognesi» che scommettevano tanto e mica sempre a botta sicura si fa chiaro. Alessandro Scaroni l’avvocato di Marco Pirani, il medico che firmava le ricette per Marco Paoloni e poi giocava tutto quello che poteva, lo aveva detto subito: «Il mio assistito ha voglia di chiarire...». Chiarisce per quattro ore. Conferma le accuse. Ammette e tira in ballo molto di più di quanto già conoscevano gli investigatori. Stesso copione, stessa storia, stesse ammissioni per il titolare di agenzie di scommesse Massimo Erodiani. Il suo avvocato Giancarlo De Marco minimizza: «Il mio cliente ha giocato solo per rientrare in possesso di alcuni crediti per 110mila euro che aveva con un giocatore». Il giocatore è Marco Paoloni, l’ex portiere della Cremonese che «avvelenava» i suoi goccia a goccia con i tranquillanti e poi giocava forte, più fuori che dentro il campo. Quando passa sotto il coro degli insulti dei tifosi nel cortile del Tribunale con gli archi e le colonne c’è sua moglie Michela Spinelli, la donna della ricetta e per questo è indagata, minacciata quando il marito giocava bene in campo e quindi male per gli scommettitori - «Anche mia figlia Giulia hanno minacciato...», dice - finita pure lei in questa partita, dove i magistrati hanno appena fischiato l’inizio del primotempo.

Fonte: La Stampa (articolo a firma di Fabio Poletti)


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E il medico al telefono disse: "Sappiamo Lotito quello che fa"



MILANO, 4 giugno 2011 - Cinquantamila intercettazioni telefoniche. Un mare magnum di conversazioni rilevanti, ma anche chiacchiere poco comprensibili o semplicemente millanterie quelle che si possono leggere nelle seicentoundici pagine dell’ordinanza di custodia cautelare del gip di Cremona Guido Salvini e che vedono protagonisti gli arrestati. Si parla di presidenti di società, di altre partite di serie A oltre alla già citata Inter-Lecce e di un ministro.


Il ministro Frattini

Giorgio Buffone, direttore sportivo del Ravenna calcio, parla con Ismet Mehmeti, il cittadino albanese che si occupa materialmente delle scommesse. È il 16 marzo, mancano pochi minuti alle 18.
Buffone: «Dì un po’ stamattina com’è andata? di’ fammi sape’ che sono curioso».
Mehmeti: «È andata bene... quello lì te lo dico però quando ci vediamo non...».
B: «Quando ci vediamo va beh»
M: «Perché lui non piace... mi ha detto anche il tuo discorso è andato molto bene ... lì eh. Però non non vuole che lo sappia molta gente... mi ha consigliato».
B: «Eh normale».
M: «Eh capito? mi ha detto anche chi mi ha chiamato Giorgio e ho detto... guarda io non ho parlato con Giorgio non so come lo sa».
B: «Mm»
M: «Capito?».
B: «Sì sì no...».
M: «Perché non non voleva che sappia molta gente».
B: «In che senso dove? Ma io con lui ho un buon rapporto quindi problemi non ce ne ho... tra me e lui problemi non ce n’è... poi se».
M: «No no».
B: «Se sì incomprensibile... in giro».
M: «Ricevuto ...».
B: «Problemi non ci sono».
M: «Ci ha ricevuto Frattini (ministro degli esteri. ndr) eh».
B: «Ah ti ha ricevuto quella persona lì»
M: «Frattini Frattini».


Nel mirino Milan-Napoli


Secondo l'accusa si scommetteva anche sulle partite di serie A, ma non ci sono prove che siano stati influenzati i risultati. In un’intercettazione Massimo Erodiani e Mario Pirani parlano di Milan-Napoli. Le telefonate sono del 28 febbraio 2011, giorno della partita serale a San Siro: una alle 14,42 e una alle 21,12, durante l’incontro. Nella prima si parladi che cosa giocare.
Erodiani: «Io penso 1-X... siamopiù al coperto».
Pirani: «Per me Milan-Napoli stasera è una partita da stare lontano...è da tripla...».
E: «Per me è 1...e ti dico che segna pure Ibrahimovic...». Seconda telefonata (sullo 0-0).
E: «Il Milan come sta a giocà?».
P: «Te dico solo che il Napoli è andato a Milano per far 0-0... il Napoli si difende, il Milan attacca ma non... non attacca veramente». Al riposo è 0-0, poi il Milan segna 3 gol (uno con Ibra) e vince.


Il presidente Lotito

Marco Pirani, il dentista, e Massimo Erodiani, il tabaccaio, discutono di puntate, di percentuali e dei debiti del portiere Marco Paoloni. È il 23 febbraio sono le 18,37.
Erodiani: «Mi dice... ma tu puoi fare qualcosa quaggiù da te? gli ho detto ... perché? Perché loro sono disposti a venire a perdere ... chi viene qui a Pescara è disposto a venire a perdere... quanto vuoi? Gli ho detto Gianfrà ... loro chiedono cento» (100.000 euro ndr).
Pirani: «Ma non ce pensà nemmeno ... non ce pensà».
E: «Aspetta... aspetta... io mi sono mosso... la società del Pescara è irraggiungibile... dicono persone che sono vicine che queste cose non le fanno
P: «Mm».
E: «Ok?»
P: «E glie fa solo onore».
E: «Ok... non so fino a quanto è vero perché m’hanno detto che mo’... Sebastiano che è il d.g. (direttore generale ndr) è attaccato a Lotito... sappiamo Lotito quello che fa...».
P: «...se ti hanno detto così evidentemente non vogliono far sapere... c’hanno i loro canali».
E: «Bravissimo».


Il patron Diego Della Valle

A parlare sono sempre Erodiani e Pirani. È il 16 febbraio poco dopo le 16. I due discutono di Paoloni e della questione degli assegni del portiere.
Pirani: «Mercoledì sicuramente vado a vedere la partita a Firenze che m’hanno invitato».
Erodiani: «Addirittura».
P: «Sì».
E: «Fiorentina-Inter».
P: «Io conosco bene Della Valle hai capito? ma bene bene».
E: «C’è un posto per me vengo pure io...» (ride).
P: «Te lo faccio avé... quando c’è la Juve».
E: «Sì e la Juve sta domani».
P: «Noo con la Fiorentina».
E: «Ah Fiorentina-Juve».

Fonte: La Stampa (articolo a firma di Giovanna Trinchella)
 
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